Confesercenti E.R. ha espresso la propria soddisfazione per il contenuto del Bilancio approvato oggi dall’Assemblea legislativa regionale, dopo la recente approvazione degli indirizzi per la formazione del bilancio regionale 2015-2017 da parte della Commissione, nel quale si sono evitate le tanto temute decurtazioni di spesa sui capitoli relativi ai fondi da destinare al commercio e al turismo.

“La scelta di mantenere inalterati i finanziamenti da destinare a questi comparti – ha spiegato il presidente di Confesercenti E.R., Roberto Manzoni – consente alla Regione di continuare a sviluppare politiche di sostegno per le piccole e medie imprese che, nonostante le notizie confortanti di ripresa economica, vivono a tutt’oggi in una situazione di reale difficoltà.

La richiesta di porre particolare attenzione a questi settori – ha continuato Manzoni – nasce dalla constatazione che solo ridando fiato ai piccoli imprenditori del commercio e del turismo, l’economia del nostro Paese potrà finalmente ripartire. L’approvazione di oggi ci consente perciò di essere più fiduciosi nel futuro, anche se ci aspettiamo che nelle fasi di assestamento del bilancio, si possano recuperare ulteriori risorse”.

Nasce ufficialmente la Carta di Ferrara, il documento firmato dai rappresentanti di Vitrines d’Europe e Confesercenti che si rivolge alle autorità europee, nazionali e regionali e comunali, per salvare e valorizzare le piccole medie imprese commerciali e turistiche delle città europee.

La firma è avvenuta in occasione delle XIII giornate Europee del Commercio e del Turismo Urbano che si sono tenute a Ferrara domenica e lunedì e a cui hanno partecipato, oltre ai delegati di associazioni di diversi paesi europei, una folta rappresentanza della Confesercenti proveniente dalle Regioni italiane, nonché numerosi amministratori pubblici.

La Carta di Ferrara, in sintesi, chiede di porre una forte e concreta attenzione alle piccole imprese del commercio di prossimità, tra le più colpite dalle crisi, ma che rappresentano una funzione essenziale, sociale, economica e di servizio nelle città, per i suoi abitanti, per i frequentatori e i turisti essendo un presidio importante per la qualità della vita e per il territorio. Delle circa 6.200.000 imprese commerciali esistenti in Europa, infatti ben il 93,5% sono imprese con meno di 10 addetti (micro-imprese) un importante patrimonio economico e professionale che va salvaguardato e valorizzato.

Nella Carta si chiede di intervenire con urgenza con norme mirate, una sorta di “piano Marshall” per il commercio di prossimità a livello europeo, allo scopo di alleggerire la pressione fiscale, la burocrazia, contenere i canoni di locazione, ridurre i costi di fornitura dei servizi e agevolare le start-up e l’innovazione d’impresa.

E’ necessario - continua la Carta - valorizzare il ruolo e l’impatto economico che il turismo e la cultura hanno sulle altre attività economiche delle città e sulla vita quotidiana della popolazione residente e così anche i mercati municipali e i mercati su aree pubbliche come elementi imprescindibili del commercio di prossimità e che fanno parte della storia delle nostre città. Si chiede altresì di consentire un accesso agevolato e con bandi appositamente dedicati ai Fondi Europei 2014-2020 per le imprese del commercio, turismo e servizi, con misure operative che consentano la reale fruibilità dei contributi anche alle micro e piccole imprese con una particolare attenzione all’innovazione, supportando, tra l’altro, idonee strategie di sviluppo dell’e-commerce anche nel settore del retail.

Tra gli interventi chiesti nel documento c’è la richiesta di combattere con più forza il commercio illegale, il commercio abusivo, la contraffazione e le infiltrazioni della criminalità organizzata e non, nel tessuto economico. Si chiede inoltre di garantire alle p.m.i. un miglior accesso al credito e al mercato dei capitali. Tra le altre richieste anche quelle di potenziare e migliorare l’attrattività, l’accessibilità e la raggiungibilità delle città europee sia come poli commerciali che come destinazioni turistiche di modificare la Direttiva Europea Servizi (Bolkestein) e all’Unione Europea e ai Governi di attuare uno specifico programma con finanziamenti adeguati per incentivare l’aggregazione tra imprese commerciali e gli altri stakeholder dei centri urbani sotto forma di centri commerciali naturali, distretti urbani del commercio, town centre management, business improvement district, consorzi o reti di imprese.

Il presidente di Vitrines d’Europe Stefano Bollettinari ha così commentato la due giorni ferrarese: “E’ stato un confronto molto intenso e che è andato diritto al cuore dei problemi delle p.m.i. delle nostre città e che per la prima volta ha considerato assieme, nella loro interdipendenza le imprese che operano nei centri urbani, da quelle commerciali e quelle turistiche, artigianali e dei servizi".

L’incontro è stato anche l’occasione per stringere un ulteriore accordo di collaborazione con un’importante associazione europea “Centre Ville en mouvement” che opera in Francia”.

A conclusione di questo appuntamento molto partecipato, VITRINES D’EUROPE e CONFESERCENTI rinnovano il loro forte appello a tutte le Autorità pubbliche europee e dei singoli Stati a ricreare le condizioni e l’ambiente favorevole allo sviluppo delle piccole imprese nelle città e a rendere queste ultime sempre più vitali, attrattive, accessibili, sicure e sostenibili, per essere sempre maggiormente quei grandi centri in cui si concentra la gran parte della cultura e dell’economia europea”.

 

“Il confronto ed il dibattito che hanno caratterizzato questa XIII edizione delle Giornate Europee del Commercio e del Turismo Urbano – aggiunge Alessandro Osti, direttore Confesercenti Ferrara - hanno ribadito il valore economico e sociale della vitalità nei centri urbani. L’interazione tra cultura e turismo deve essere un valore di inclusione, non possiamo pensare al centro come ad un museo. Anche le nuove modalità di interazione degli esseri umani, l’intreccio tra fisicità e virtualità devono rappresentare una strada da percorrere per il rafforzamento dell’economia dei Centri. Questi tra l’altro sono stati i principi che hanno ispirato la formulazione dei nuovi bandi per accedere ai Fondi Europei”.

“Dobbiamo fermare il processo di desertificazione urbana in atto in Italia – conclude Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti - Pressione fiscale e crisi di consumi hanno portato ad un boom di chiusure di imprese commerciali – oltre 100mila negli ultimi due anni – che sta causando una nuova emergenza nelle nostre città: i negozi sfitti hanno superato la quota di 600.000, centomila in più rispetto al 2012. Bisogna intervenire urgentemente per invertire questa tendenza e rilanciare il commercio dei centri urbani, anche prevedendo zone defiscalizzate per dare maggiore impulso alle nuove aperture. Dobbiamo ricordare che i negozi urbani non sono solo  una barriera al degrado cittadino, ma anche un volano per l’industria turistica ed il principale veicolo attraverso il quale la spesa dei visitatori ricade sul territorio. Non solo: la presenza di negozi fa rivivere i centri storici delle città, i quartieri, trasformando i rioni e le arterie storiche in potenti attrattori turistici, e propri ‘catalizzatori’ che svolgono il ruolo di potenziatori del valore storico-culturale dei nostri centri città”.

Grande delusione è stata espressa dalla Confesercenti E.R. alla notizia dell’esclusione della E55 dal piano delle grandi opere. Il nuovo programma per le infrastrutture ha infatti tagliato in maniera drastica il programma della Legge Obiettivo e a finire sotto la “mannaia” del ministro Delrio vi è stato anche l’ammodernamento dell’asse viario E45-E55.

Nel novembre dell’anno scorso, il Cipe aveva dato via libera al potenziamento della E45 che si sarebbe dovuta trasformare in autostrada, e al nuovo itinerario autostradale che si sarebbe dovuto chiamare Nuova Romea, E55, un percorso di circa quattrocento chilometri che avrebbe collegato Orte a Mestre.

Il progetto è stato considerato da molti strategico perché facilitava l’accesso ad una zona votata al turismo come la Costa emiliano romagnola, per cui molto trafficata, garantendo tutti gli standard di sicurezza che ad oggi, la nota Romea, non è più in grado di garantire: ne sono conferma il numero altissimo di incidenti che si registrano annualmente su questa strada.

Per il direttore di Confesercenti E.R. Stefano Bollettinari: “ l’E55 è un’opera strategica, di cui si parla ormai da decenni. Non farla significa continuare a penalizzare fortemente soprattutto dal punto di vista turistico la costa dell’Emilia Romagna e in particolare l’area ferrarese e ravennate. Pensare che l’unica arteria che collega queste località con Venezia possa essere la Romea, come se le esigenze di mobilità di oggi fossero le stesse di duemila anni fa, è assolutamente inadeguato.

Chiediamo quindi al Governo e al Ministro Delrio di ritornare sui loro passi e di inserire la E55 nel piano delle infrastrutture strategiche; rivolgiamo anche un appello alla Regione e al presidente Bonaccini affinché sostenga con forza tale necessità: questi territori, infatti, non possono nemmeno contare su adeguate infrastrutture ferroviarie che, come ad esempio nei Lidi di Comacchio, sono del tutto assenti”.

A giudizio del presidente regionale della Confesercenti Roberto Manzoni: “con la costruzione della E55, la Romea potrebbe diventare la strada turistica del Parco del Delta e del territorio della costa emiliano romagnola, per dirottare invece nella nuova autostrada il traffico pesante legato alle merci e alle lunghe percorrenze. Questo contribuirebbe anche ad alleggerire il nodo di Bologna.”

Valorizzare il commercio di prossimità. Ritrovare il senso antico della polis, che connota alle radici la città europea come luogo di scambi commerciali, culturali, umani in cui si riconosce l’anima di una comunità e nello stesso tempo guardare al presente e al futuro supportando le piccole imprese nell’accesso all’innovazione, alle nuove tecnologie, all’e-commerce. Questo il senso delle XIII Giornate Europee del Commercio e del Turismo Urbano, che si terranno a Ferrara dal 19 al 20 aprile prossimi, nel Salone d’Onore della Pinacoteca Nazionale a Palazzo dei Diamanti, organizzate da Confesercenti e Vitrines d’Europe (raggruppamento di associazioni europee del commercio e della p.m.i.) All’iniziativa hanno collaborato il Comune di Ferrara, la Camera di Commercio, la Pinacoteca Nazionale e la Regione Emilia Romagna ha dato il patrocinio.

Alla due giorni ferrarese parteciperanno numerosi rappresentanti del commercio, dell’imprenditoria, delle Camere di commercio, delle istituzioni e delle amministrazioni provenienti da Spagna, Belgio, Francia, Portogallo e Italia.

Tra coloro che saranno presenti alle diverse sessioni organizzate vi sono Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara, Stefano Bollettinari, presidente Vitrines d’Europe, Alessandro Osti, direttore Confesercenti Ferrara, Andrea Corsini, assessore regionale al Turismo e Commercio, Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti, Roberto Serra, assessore al commercio del Comune di Ferrara, Massimo Maisto, assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Ferrara, Paolo Govoni, presidente Camera di Commercio, Valls Josep Francesc, professore del Dipartimento di Marketing Esade di Barcellona, Raimon Blasi, assessore Commercio, Consumi Mercati e Giovani del Comune di Barcellona, Roberto Manzoni, vice presidente nazionale Confesercenti, Salvador Albuixech, segretario generale Vitrines d’Europe.

L’occasione servirà a fare il punto sulla situazione economica del commercio di prossimità nelle città europee. Vitrines d’Europe, infatti, ha da tempo lanciato l’allarme, sia sullo stato dell’economia europea e sulle politiche di austerità attuate, che sulla situazione di difficoltà in cui si trovano le pmi del commercio e del turismo colpite dalla crisi del consumi. Il numero delle chiusure in questi anni è un dato allarmante sia per i singoli imprenditori che per gli interi centri urbani, essendo il commercio di prossimità un antidoto fondamentale contro il depauperamento dei centri urbani dal punto di vista sociale e della sicurezza.

Solo in Italia tra il 2007 e il 2014 il saldo tra aperture e chiusure di imprese è stato negativo per circa 82.000 attività.

Sebbene si avvertano alcuni segnali di ripresa, anche grazie al calo del prezzo del petrolio e l’indebolimento dell’euro, le imprese affronteranno tuttavia sfide difficili anche nei prossimi mesi.

Le quattro sessioni di lavoro di Vitrines d’Europe, che metteranno a confronto le diverse realtà europee, riguarderanno in particolare le proposte per rendere sempre più attrattive, sicure, accoglienti e vivibili le nostre città, coniugando il passato e la storia di cui sono ricche, con la necessità di modernizzazione.

In particolare, ci si soffermerà sui seguenti temi: l’impatto del turismo e della cultura sull’economia delle città; l‘e-commerce, le nuove tecnologie e l’innovazione all’interno dei negozi; l’utilizzo ottimale dei Fondi Europei 2014-2015 e le politiche di promozione dei centri urbani.

Le Giornate si concluderanno con la firma della Carta di Ferrara, contenente gli obiettivi di Vitrines d’Europe, e un “appello” alle Autorità europee, nazionali, regionali e locali sul rilancio del commercio di prossimità.

Confesercenti Emilia Romagna valuta con forte preoccupazione gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio dell’Associazione sul turn over delle imprese del commercio e turismo in Regione.

Infatti l’esistenza in vita delle imprese è sempre più breve: nel commercio ben il 51,4% delle attività commerciali iscritte nel 2011 erano già cessate a dicembre 2014, dopo soli tre anni di attività; trend ancora più pesante nel turismo, dove per quanto riguarda le attività di alloggio e ristorazione, a fine 2014, è stato addirittura il 62,3% delle imprese iscritte nel 2011 a chiudere i battenti (quasi due su tre).

Se consideriamo invece il totale delle imprese dell’Emilia Romagna, quelle che hanno chiuso dopo tre anni sono state il 30,2% del totale.

“Si tratta di dati allarmanti – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore Confesercenti Emilia Romagna – che evidenziano come il tessuto imprenditoriale del nostro settore sia negli anni divenuto molto più fragile rispetto al complesso dell’economia regionale; quindi, oltre ad auspicare la necessità che si consolidi la ripresa economica e dei consumi, occorrono al più presto interventi per abbassare la pressione fiscale, le tariffe dei servizi, ridurre gli adempimenti burocratici, calmierare i canoni di locazione e prevedere incentivi mirati per l’innovazione delle micro e piccole imprese”

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