L’ammontare definitivo dei danni lo si saprà solo fra qualche giorno, ma da una prima sommaria indagine condotta da Confesercenti E.R. presso i propri associati, le conseguenze del maltempo del fine settimana, già descrive una situazione molto difficile o addirittura drammatica per un certo numero di piccole e medie imprese turistiche e commerciali nella nostra regione.
Nella sola zona di Comacchio, sia i Lidi Nord che quelli Sud hanno subito danni di una certa gravità, che vanno dall’allagamento degli stabilimenti balneari, con conseguenze soprattutto sugli impianti elettrici e quindi sulle attrezzature e sull’arredamento, fino a danni strutturali e alla perdita di una parte di arenile. Si è vanificato inoltre un importante lavoro di “ripascimento” che la Regione stava svolgendo e che avrebbe messo in sicurezza molti stabilimenti. Anche l’entroterra ha subito le conseguenze del maltempo con allagamenti alle attività commerciali fino a un metro d’acqua a Porto Garibaldi e ai Lidi degli Estensi e di Spina.
Ravenna, nei lidi Sud, conta circa 110 stabilimenti danneggiati per circa 6 milioni di danni e, nell’entroterra bar, ristoranti, negozi e alberghi allagati sono in corso di censimento. A Cervia alcuni stabilimenti balneari sono completamente da ricostruire, molti hanno subito danni anche gravi, cosa che riguarda anche attrezzature di bar, ristoranti, alberghi e negozi.
A Cesenatico la situazione è drammatica: la zona dalla ferrovia al mare è completamente devastata e nell’entroterra, le zone limitrofe a canali e fiumi, sono allagate dall’acqua e dal fango. In questa località una prima stima dei danni varia da 50 a 150 mila euro per attività.
Da Rimini le notizie non sono migliori: tutti gli stabilimenti sono stati allagati e così anche alcuni bar e ristoranti e alberghi di fronte al mare per una stima media dei danni di parecchie migliaia di euro per attività.
Dal Forlivese al Reggiano, sia in pianura che nell’Appennino, dove la situazione è stata più grave, l’interruzione di energia elettrica e parecchi allagamenti hanno costretto a eliminare tutte le scorte nei magazzini refrigerati e molti esercizi a sospendere la propria attività; nel bolognese, oltre alle pesanti difficoltà non ancora del tutto risolte nell’Appennino, alcune linee telefoniche non sono ancora state ripristinate.
Tenuto conto dell'entità del fenomeno e dei danni causati, Confesercenti E.R. chiede che:
- venga dichiarato con urgenza lo stato di emergenza;
- siano previsti indennizzi in tempi brevissimi da parte dei gestori di servizi e delle Istituzioni,
- snellimento burocratico per la richiesta degli indennizzi e tempi certi per il risarcimento;
- slittamento delle imposte per le attività maggiormente danneggiate;
- opere straordinarie di prevenzione e manutenzione del territorio, compreso il ripascimento delle spiagge, urgente se si vuole essere in grado di affrontare l’imminente stagione estiva;
- facilitazione di accesso al credito per il ripristino delle attività,
- piani di emergenza più efficaci sia da parte delle amministrazioni locali che dei gestori di servizi.
All’indomani dei danni causati dalla nevicata e dalle esondazioni che hanno interessato l’intera regione, mettendo in difficoltà attività commericiali e cittadini, Confersercenti E.R. manifesta la propria preoccupazione e solidarietà alle piccole e medie imprese delle zone colpite dal maltempo, comprese quelle della costa romagnola.
La nostra regione è stata nuovamente colpita da fenomeni naturali, peraltro previsti da giorni, che hanno contribuito a mettere ancor più in difficoltà i cittadini e le imprese già gravati dalla crisi di questi anni. La mancanza di una efficiente manutenzione del territorio e di azioni di prevenzione, mette a rischio la vita di cittadini e delle attività economiche ogni volta che si presentano eventi naturali normali per il periodo. Confesercenti E.R chiede perciò alle istituzioni e ai gestori di forniture di energia elettrica e di altri servizi, non solo di provvedere perchè si ritorni al più presto alla normalità, ma di prevedere anche forme di sostegno e di indennizzo affinchè chi ha la propria attività danneggiata, possa al più presto essere in condizione di riaprire.
Nuovo Cescot Emilia Romagna - la struttura di sviluppo, ricerca e servizi per la formazione promossa dall’Associazione Confesercenti - organizza nel mese di febbraio un corso di formazione per diventare guida turistica.
Il settore turistico è, da sempre, una voce fondamentale nell’economia della nostra regione, ma i nuovi spazi che in questi ultimi anni si stanno aprendo, un esempio è Bologna che vede un esponenziale aumento di presenze di turisti, anche stranieri, rendono questa figura sempre più interessante dal punto di vista professionale.
Il corso che partirà a febbraio, di una durata di 100 ore, intende fornire a chi già possiede un retroterra culturale adeguato (conoscenze linguistiche e di storia dell’arte, dei monumenti, delle risorse naturali culturali ed enogastronomiche nostro territorio) le nozioni indispensabili per accedere alla professione di guida turistica.
In particolare, il corso verterà sulla ricerca, l’analisi e la produzione documentale (principali metodologie e tecniche di consultazione di fonti cartacee e informatiche, elementi di marketing turistico e di geografia turistica); sul ruolo e il quadro istituzionale (le normative nazionali, regionali e comunitarie che regolano la professione, la tutela dei beni culturali e ambientali); la relazione con il cliente (principali dinamiche di relazione interpersonale, aspetti fondamentali della gestione della relazione, tecniche di comunicazione con singoli e gruppi), la sicurezza (la legislazione vigente sulla materia, la sicurezza sul lavoro), servizi di accompagnamento (tecniche di animazione, elementi di problem solving e decision making, elementi di pronto soccorso) e adempimenti amministrativi (contabilità elementare, rendicontazione, gestione dei budget etc).
Per avere informazioni più dettagliate è possibile rivolgersi al Nuovo Cescot Emilia Romagna, via Don Bedetti 26, Bologna. Tel. 051/6380350. Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
I dati sulle dinamica territoriale dei prestiti bancari alle imprese commerciali e turistiche dell’ Emilia Romagna evidenziano a settembre 2014, una forte asimmetria in base alla dimensione delle impresa: mentre per le imprese che occupano almeno 20 addetti il cosiddetto “credit crunch” si è esaurito definitivamente (+5,1% su base annua), si è invece fortemente inasprito per le microimprese fino a 5 addetti (-7,5%).
Fortemente differenziati anche i dati relativi alla dinamica tendenziale delle sofferenze lorde per le imprese dello stesso comparto in Regione: mentre la crescita media del complesso delle imprese del settore è pari al 23,4% su base annua, sempre a settembre 2014, le microimprese fino a 5 addetti, fanno registrare una crescita del 12,1%, solamente la metà rispetto al dato complessivo del comparto.
“Le microimprese del commercio e del turismo fino a 5 addetti sono ancora fortemente penalizzate nell’accesso al credito – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore regionale di Confesercenti commentando i dati dell’Osservatorio – e in misura meno accentuata ne sono colpite quelle da 6 a 19 addetti, mentre il credit crunch è stato completamente superato per le imprese con almeno 20 addetti.
E’ necessaria quindi un’attenzione particolare con politiche e sostegni mirati per l’accesso ai finanziamenti a favore delle imprese di più piccole dimensioni che rappresentano circa il 95% del totale, che sono così importanti per la tenuta del tessuto economico e sociale; ma sono anche quelle che, operando quasi esclusivamente sul mercato interno, hanno pagato il prezzo più alto durante questa lunghissima crisi che speriamo finalmente di lasciarci alle spalle nel corso di quest’anno”
Dall’indagine annuale dell’ufficio economico della Confesercenti Emilia Romagna che ha analizzato un campione di 9.342 studi di settore di aziende operanti nell’ambito del commercio, turismo e servizi in tutta la regione, relativi all’anno di imposta 2013 e confrontati con gli anni precedenti, emerge che rispetto al 2012 sono praticamente invariate le ditte congrue più quelle che si sono adeguate agli studi, passando dal 77,2% al 76,8% (-0,4%) del 2013. Inoltre, confrontando i dati del 2006, pari al 65,5%, con il 76,8% del 2013, si evince che nel periodo c’è stato un aumento dell’11,3% di ditte che rispettano gli studi di settore.
In ogni caso, negli ultimi 4 anni, la somma delle ditte congrue più adeguate si è attestata sempre su una media superiore al 75%.
Per quanto riguarda l’incidenza dei correttivi anticrisi sugli indici di congruità delle ditte, si riscontra una diminuzione del dato che era del 43,1% nel 2012 ed è passato al 41,6% nel 2013; ciò significa che si è tenuto conto, ma in modo insufficiente, della situazione molto pesante che stanno vivendo le imprese che vedono i costi aumentare, mentre la redditività si è ridotta ai minimi termini, tanto è vero che molte sono costrette a chiudere.
Questa analisi statistica evidenzia inoltre la continua flessione dei ricavi in alcune categorie del commercio, della somministrazione e dei servizi: è il caso ad esempio dei ristoranti e pizzerie il cui ricavo medio diminuisce del 2,2% tra il 2013 e il 2012, del commercio ambulante -6,1% e dei generi di monopolio il cui ricavo medio è diminuito del 5,5% in un anno.
“Ancora una volta i dati dimostrano il grande impegno delle p.m.i. a rispettare gli studi di settore nonostante la pesantezza della crisi e la flessione dei fatturati – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti Emilia Romagna – ma nello stesso tempo si evidenzia che fanno sempre più fatica a farlo e che gli stessi ‘correttivi anticrisi’ non sono ormai più sufficienti. E’ quindi indilazionabile l’abbassamento in forma strutturale e permanente della pressione fiscale generale e locale su imprese, famiglie e lavoro, se vogliamo veramente uscire dalla crisi nel corso del 2015”.
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