Soddisfazione per il via libera dato ieri dalla commissione Bilancio del Senato alle principali misure presentate dal Pd nel pacchetto sisma, tra cui quella sulle zone franche urbane, è stata espressa dalla Confesercenti Emilia Romagna. Il pacchetto, tra l’altro, prevede agevolazioni fiscali e contributi, l’esclusione dal patto di stabilità delle donazioni da parte di privati ai comuni colpiti, l’esenzione dall’Imu e dalla Tasi per i primi sei mesi del prossimo anno per gli edifici inagibili, il finanziamento della proroga del pagamento delle rate dei mutui dei Comuni accesi con la Cassa depositi e prestiti.
Confesercenti E.R. ovviamente attende che avvengano i prossimi due passaggi in Senato e alla Camera ma quello deciso ieri dalla Commissione Bilancio è comunque un primo passo importante per implementare gli aiuti ai territori colpiti dal terremoto di due anni fa.
E’ stata consegnata oggi dal presidente della Confesercenti Emilia Romagna Roberto Manzoni, nelle mani del presidente della Confesercenti di Genova Patrizia De Luise e dei dieci imprenditori più colpiti, la somma raccolta dai commercianti della nostra regione, oltre diecimila euro provenienti da tutte le province, per aiutare i tanti piccoli imprenditori che hanno visto danneggiate le loro attività dall’ultimo alluvione che ha interessato la Liguria lo scorso novembre.
“Le piccole e medie imprese aderenti a Confesercenti del nostro territorio hanno voluto esprimere la loro solidarietà ai colleghi liguri – ha spiegato Roberto Manzoni. Soprattutto i commercianti dell’Emilia Romagna colpiti dal terremoto di due anni fa e dall’alluvione del mese scorso, sanno bene come in momenti tragici come quello vissuto dai liguri, sentire di non essere soli aiuta a infondere fiducia a quanti sono stati colpiti così duramente. Nonostante le difficoltà che attraversa il settore, i commercianti emiliano romagnoli hanno voluto ugualmente dimostrare il proprio appoggio”.
Anche se il cosiddetto credit crunch nei confronti delle imprese va gradualmente diminuendo, l’Osservatorio Confesercenti sul credito rileva a giugno 2014 una contrazione dei prestiti vivi alle imprese del commercio e turismo in Emilia Romagna del -2,7%; tale dato è disomogeneo per dimensione d’impresa e si aggrava in modo significativo se consideriamo le imprese fino a 5 addetti nei confronti delle quali la riduzione dei prestiti arriva al -9,3%.
La dinamica tendenziale delle sofferenze lorde delle imprese del comparto commerciale e turistico su base annua, sempre a giugno 2014, ha registrato in Emilia Romagna una crescita del 22%, contro una media nazionale del 24,1%; anche su questo indicatore si rilevano differenze notevoli in relazione alle dimensioni d’impresa, con le micro imprese in particolare, che fanno registrare un aumento delle sofferenze del 10,9%, molto più contenuto rispetto al complesso del comparto.
“I dati evidenziano come soprattutto le micro imprese fino a 5 addetti del comparto commerciale e turistico siano ancora colpite dalla restrizione del credito – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore regionale di Confesercenti – e in modo più rilevante rispetto al complesso delle imprese del settore, risultando in tal modo penalizzate pur avendo un incremento minore delle sofferenze; occorre quindi migliorare l’accesso al credito bancario, che rappresenta spesso l’unica fonte esterna di finanziamento in particolare per le imprese di minore dimensione”.
Fonte: elaborazioni Confesercenti – Ufficio Crediti
Fonte: elaborazioni Confesercenti – Ufficio Crediti
(*) PRESTITI TOTALI AL NETTO DELLE SOFFERENZE LORDE
Nonostante il periodo di crisi, gli emiliano romagnoli non rinunciano alla tradizione dei regali natalizi. Infatti i dati delle vendite nella nostra Regione nei primi due week end di dicembre, manifestano già una tendenza alla stabilità rispetto all’anno scorso, anche se con qualche differenza per le diverse categorie merceologiche e per alcune zone del territorio, che fanno ben sperare che il momento clou della ricerca del pacchetto sotto l’albero, sia abbastanza positiva per le piccole e medie imprese.
Secondo un’indagine svolta dalla Confesercenti Emilia Romagna, infatti, su un campione di duecento negozi associati, si registra una sostanziale stabilità nelle vendite, con una leggera flessione in alcune province alla voce abbigliamento e gioielli. Non si rinuncia all’acquisto di giocattoli per i bambini, così come alle nuove proposte dell’elettronica. Rimangono invariati gli acquisti di elettrodomestici e mobili, dei libri e dei prodotti di profumeria.
Per il presidente di Confesercenti Emilia Romagna, Roberto Manzoni, “i dati dell’indagine sono ovviamente di buon auspicio e la speranza di un timido segnale di stabilità nei consumi ci invoglia ad essere ottimisti. Tuttavia due week end non sono sufficienti a stabilizzare la nostra economia che continua a registrare complessivamente dati negativi sia per quanto riguarda il calo delle vendite che la mortalità delle imprese.
Le ricette per invertire il dato sulla crisi dei consumi ormai sono note e richieste da tutte le forze imprenditoriali e rappresentative: prima fra tutte una drastica riduzione delle tasse che consenta ai consumatori di ritrovare potere d’acquisto e alle piccole e medie imprese di avere un motivo per assumere personale”.
Dal prossimo 13 dicembre 2014 sarà obbligatorio indicare gli allergeni anche per i prodotti somministrati nei ristoranti, mense e bar con annessa ristorazione.
Ciò in virtù del Regolamento europeo 1169 del 2011 che prevede l’obbligo di fornire l’elenco di tutti le sostanze presenti negli alimenti somministrati non preimballati o imballati al momento.
Lo Stato italiano aveva però tre anni di tempo per trovare una normativa attuativa tale da garantire la sicurezza del consumatore e nello stesso tempo, ad avviso di Fiepet Confesercenti E.R., non gravare i ristoratori di un ulteriore balzello burocratico. Ciò non è stato fatto, per cui all’avvio del periodo natalizio gli operatori di questo settore si troveranno a dover organizzare quotidianamente, ad ogni variazione di menu, il “bugiardino” informativo per i clienti, pena l’incorrere in possibili pesanti sanzioni.
Per il presidente regionale Fiepet, Andrea Cavallina: “non discutiamo assolutamente circa la volontà di garantire la sicurezza dei nostri consumatori, ci mancherebbe altro, noi siamo i primi che ci guadagniamo dal fatto che i clienti siano soddisfatti e garantiti dalla nostra offerta. Ma non nella forma che la Commissione europea prevede! E’ impensabile che, ad esempio, una trattoria casalinga debba ogni giorno pensare alla comunicazione scritta di alimenti che cambiano di volta in volta proprio perché freschi. Questa norma manca completamente di buon senso! Si privilegia in tal modo il prodotto industriale rispetto a quello fresco. E’ assurdo! Ci chiediamo anche: ma vale poi per tutti o ci sono settori che ne vengono esentati? Per questo chiediamo ai ministeri dello Sviluppo Economico e della Salute di preparare urgentemente un decreto che preveda la possibilità di informare con la massima facilità i clienti. E’ incredibile che nel nostro paese, famoso per la qualità della sua offerta enogastronomica, non si arrivi a garantire adeguatamente la sicurezza dei consumatori e la qualità dei cibi senza inutili e gravosi appesantimenti burocratici”.
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