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L’economia regionale mostra qualche segnale di ripresa ma il commercio non ha ancora percepito l’inversione di tendenza.
Infatti, tra gennaio e aprile del 2015, secondo l’Osservatorio Confesercenti, hanno abbassato la serranda in Emilia Romagna 1.192 attività, mentre le nuove aperture sono state 575, per un saldo finale di -617 negozi, solo leggermente migliore rispetto allo stesso periodo del 2014, quando il saldo negativo arrivò a 662 attività.
Anche il commercio ambulante in Regione, a differenza del dato nazionale dove invece è l’unico settore che aumenta, mostra un trend ancora in flessione: 182 aperture, 253 cessazioni, per un saldo negativo di 71 attività (nel primo quadrimestre 2014 erano 121, quindi il dato anche in questo caso migliora leggermente).
Per quanto riguarda gli intermediari del commercio, settore collegato alle dinamiche del retail, la tendenza è la stessa dell’anno scorso, 638 iscrizioni, 883 cessazioni con un saldo negativo di 245 attività.
Prosegue inoltre anche in Emilia Romagna nel primo quadrimestre 2015 il ridimensionamento, in atto da alcuni anni, sia della rete di distribuzione carburanti (saldo negativo di 45 attività), sia dei punti vendita di riviste, giornali e periodici (con un saldo negativo di 25 attività), entrambi alle prese inoltre con un forte calo della redditività.
“E’ naturale che non possiamo che essere contenti quando sentiamo annunci che finalmente la tanto attesa ripresa è arrivata - spiega Roberto Manzoni presidente di Confesercenti Emilia Romagna. Ma quando ci confrontiamo con i dati forniti dall’Osservatorio e con la realtà quotidiana dei nostri associati, questi annunci suonano piuttosto delle piccole percezioni di miglioramento nell’economia virtuale, che non toccano ancora, purtroppo, la realtà del piccolo e medio commercio.
Siamo ancora in attesa di politiche per il rilancio dell’economia e dei consumi, di tasse più sostenibili, di norme sulla concorrenza sleale e sull’abusivismo, di minori spese da parte dei gestori di servizi, di sburocratizzazione. Sono questi i veri annunci che stiamo aspettando.”
Torna a Bologna per la sua 19a edizione la Borsa delle 100 Città d’Arte, ospitata dal 29 al 31 maggio prossimi al Palazzo dell’Archiginnasio – Presenti oltre 100 tour operator da 36 Paesi, che incontreranno 400 seller nel workshop di sabato 30 maggio – Enogastronomia protagonista con degustazioni, show cooking e incontri – Ottima performance nel 2014 delle Città d’Arte dell’Emilia Romagna: +3% negli arrivi (complessivamente 2,485 milioni) e nelle presenze (per un totale di 5,020 milioni), un incremento del +9,7% nei visitatori dei musei (637.649 ingressi complessivi) - A Bologna sempre più turisti stranieri (oltre 1 milione e 50 mila pernottamenti pari, al 48,2% delle presenze comunali
Ci saranno anche le cinque “Regine italiane dell’Arte e della Cultura 2015” ad animare la giornata inaugurale della 19a edizione della Borsa delle 100 Città d’Arte, che si terrà dal 29 al 31 maggio prossimi nella suggestiva cornice del Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna (www.100cities.it).
Sono Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena, ovvero le candidate finaliste al titolo di “Capitale Europea della Cultura 2019” -vinto da Matera- che quest’anno metteranno in campo tante iniziative, frutto del lavoro già svolto per la candidatura, presentate venerdì 29 nel Cubiculum Artistarum del Palazzo dell’Archiginnasio.
Anche quest’anno la Borsa - promossa da Confesercenti, ENIT, APT Emilia Romagna e Unione di Prodotto Città d’Arte, Comune, CCIAA di Bologna, con la collaborazione di E.N.B. Ente Bilaterale Nazionale del Turismo, UniCredit e Assicoop dell’Emilia Romagna- accoglierà decine di tour operator internazionali interessati al prodotto vacanza d’arte e cultura in Italia. Sono attesi oltre un centinaio di operatori da 36 Paesi del mondo (Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Croazia, Danimarca, Emirati Arabi, Francia,Finlandia, Germania, Giappone, India, Irlanda, Israele, Italia, Lituania, Malta, Messico, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Popolare Cinese, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria e USA), il 90% dei quali partecipa per la prima volta alla Borsa.
I paesi rappresentati crescono rispetto all’edizione 2014, con le new entry di Australia, Brasile, Irlanda, Malta e Slovenia. Accanto ad arte e cultura, sarà l’enogastronomia tipica il filo conduttore dell’intera manifestazione che caratterizzerà il ricco programma di eventi ed iniziative (www.100cities.it), come i momenti più legati al trade turistico.
Venerdì 29 previsti anche un seminario gratuito per addetti ai lavori sulla “Coopetition” (cooperazione + competizione) nel turismo (ore 10.00 Sala Stabat Mater) e il Focus Nazionale “La Valorizzazione del patrimonio culturale come volano per il turismo” (ore 15.00 Sala Accademia dell’Agricoltura), entrambi a cura di CAT Confesercenti Emilia Romagna e BTO Educational & Centro Studi Turistici Firenze.
Educational e workshop
Quattro gli educational tour dedicati agli operatori che permetteranno di andare alla scoperta dell’Emilia della Food Valley e della Motorvalley. Si comincia venerdì 29 con il tour “La realtà vitivinicola dell’Emilia Romagna”, ospitato all’Enoteca Regionale di Dozza (Bo) pensato per far conoscere meglio e degustare il vino e i diversi prodotti enologici dell'Emilia Romagna. Due gli appuntamenti dedicati a Bologna: venerdì 29 si terrà l’educational tour “Le Botteghe Artigianali e i Mercati del Centro Storico”, mentre sabato sarà “Bologna da svelare” il tema dell’itinerario dedicato agli operatori. Ultimo appuntamento domenica 31 maggio, con “Modena terra di arte, motori, sapori, bel canto e benessere”. La Borsa vera e propria entrerà nel vivo già venerdì con il workshop “Fine Food and Wine: The Ultimate Italy”, riservato a buyer e seller specializzati in enogastronomia, per poi passare al momento clou sabato 30 con il workshop internazionale su appuntamenti prefissati, che vedrà i 100 Tour Operator incontrare 400 operatori dell’offerta.
Degustazioni, show cooking e salute in tavola
Per tre giorni il cortile del Palazzo dell’Archiginnasio si trasformerà in una ricca tavola imbandita tra degustazioni e show cooking. Il Festival del cibo di strada “Saporìe” (Cesena, 2-4 ottobre 2015) terrà come sua anteprima alla Borsa degustazioni di panini col Lampredotto e Trippa alla Fiorentina dalla Toscana, “Pani ca meusa”, arancine, cannoli e cassatine dalla Sicilia, Olive all’Ascolana dalla Marche e altro ancora. Nello stand gestito dalla Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici (Fiepet Confesercenti) per tre giorni si terranno show cooking gratuiti per imparare a preparare la panissa (ricetta vercellese a base di riso) e i Maccheroncini col pomodori scattaricciati (piatto tipico salentino) e scoprire qualità ed usi in cucina del bergamotto calabrese, e dei prodotti toscani delle aree del Parco Migliarino, di San Rossore e Massaciuccoli. Domenica 31 maggio spazio alla salute in cucina con gli appuntamenti di “Biogourmet” dedicati ai centrifugati e alla cucina vegan crudista (stand Fiepet Confesercenti). Per tutti i tre giorni, sempre nel cortile del Palazzo, potrà essere degustata la birra artigianale bolognese alla spina.
Buona performance delle città arte emiliano romagnole nel 2014: +3% di arrivi e presenze
L’offerta di arte e cultura –ma anche prodotti tipici, motorvalley, shopping esclusivo- delle città d’arte dell’Emilia Romagna attira sempre più turisti, italiani e stranieri. Secondo i dati provvisori forniti dalle Amministrazioni Provinciali ed elaborati per Assoturismo Confesercenti Emilia Romagna dal Centro Studi Turistici (CST), la stagione 2014 ha chiuso con 2,485 milioni di arrivi e 5,020 milioni di presenze, facendo registrare una crescita intorno al 3%, con un saldo positivo di circa 75 mila arrivi e oltre 145 mila pernottamenti. Per quanto riguarda la domanda, si registra un incremento sia di quella italiana (+2,3%) che della straniera (+4,0%): per gli italiani si contano circa 69 mila pernottamenti in più, per gli stranieri oltre 76 mila. Complessivamente Il peso della componente straniera è salito al 39,5% del totale, mentre quello del mercato domestico ha riconfermato la sua solidità al 60,5%. Nonostante i risultati leggermente migliori degli stranieri, il turismo nazionale rimane preponderante in tutte le città. Bologna si distingue ancora per la quota più elevata di turisti stranieri (oltre 1 milione e 50 mila pernottamenti pari al 48,2% delle presenze comunali). Ottima performance anche per i visitatori dei musei nelle città d’arte emiliano romagnole, con un incremento del +9,7% (per un saldo positivo di 57.000 unità) e 637.649 ingressi complessivi.
“Considerata la situazione economica ancora incerta – spiega Stefano Bollettinari, direttore regionale Confesercenti – il risultato del 2014 per il turismo delle città d’arte dell’Emilia Romagna si può considerare soddisfacente, sia per la domanda italiana (+2,3%), sia per quella straniera (+4%). Migliora leggermente anche il tasso di occupazione alberghiera nel confronto tra il 2014 e il 2013, anche se le potenzialità dell’offerta alberghiera nelle città d’arte della Regione è ancora ampia e la redditività aziendale in questi ultimi anni si è molto ridotta”.
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Confesercenti E.R. ha espresso la propria soddisfazione per il contenuto del Bilancio approvato oggi dall’Assemblea legislativa regionale, dopo la recente approvazione degli indirizzi per la formazione del bilancio regionale 2015-2017 da parte della Commissione, nel quale si sono evitate le tanto temute decurtazioni di spesa sui capitoli relativi ai fondi da destinare al commercio e al turismo.
“La scelta di mantenere inalterati i finanziamenti da destinare a questi comparti – ha spiegato il presidente di Confesercenti E.R., Roberto Manzoni – consente alla Regione di continuare a sviluppare politiche di sostegno per le piccole e medie imprese che, nonostante le notizie confortanti di ripresa economica, vivono a tutt’oggi in una situazione di reale difficoltà.
La richiesta di porre particolare attenzione a questi settori – ha continuato Manzoni – nasce dalla constatazione che solo ridando fiato ai piccoli imprenditori del commercio e del turismo, l’economia del nostro Paese potrà finalmente ripartire. L’approvazione di oggi ci consente perciò di essere più fiduciosi nel futuro, anche se ci aspettiamo che nelle fasi di assestamento del bilancio, si possano recuperare ulteriori risorse”.
Secondo l’Osservatorio Confesercenti, i prestiti bancari alle imprese commerciali e turistiche dell’Emilia Romagna, anche nel 4° trimestre 2014, fanno registrare una forte penalizzazione per le micro imprese fino a 5 addetti che vedono una contrazione del credito del -7,1% (il dato più pesante tra tutte le regioni italiane). In flessione anche il dato riferito alle imprese da 6 a 19 addetti (-4,4%), mentre aumenta invece la disponibilità di credito per le imprese con oltre 20 addetti del +5,5%.
Per contro, la dinamica tendenziale delle sofferenze lorde vede le imprese commerciali e turistiche fino a 5 addetti in posizione nettamente più virtuosa rispetto a quelle più grandi, facendo registrare in Emilia Romagna un aumento del 9,9%, meno della metà rispetto al complesso delle imprese del settore (20,3%) e con un risultato che si colloca tra i migliori delle diverse regioni italiane.
“I dati dell’osservatorio ancora una volta certificano il forte svantaggio nell’accesso al credito da parte delle piccole imprese commerciali e turistiche – sostiene Stefano Bollettinari, direttore Confesercenti Emilia Romagna – rispetto alle imprese di maggiori dimensioni e in modo più forte nella nostra regione rispetto alla media nazionale.
Ribadiamo quindi la nostra richiesta formulata anche pochi giorni fa nell’ambito del Congresso Europeo del Commercio e del Turismo Urbano di intervenire con urgenza con norme mirate per le piccole imprese; occorre una sorta di ‘Piano Marshall’ per sostenere il commercio di prossimità”.
Nasce ufficialmente la Carta di Ferrara, il documento firmato dai rappresentanti di Vitrines d’Europe e Confesercenti che si rivolge alle autorità europee, nazionali e regionali e comunali, per salvare e valorizzare le piccole medie imprese commerciali e turistiche delle città europee.
La firma è avvenuta in occasione delle XIII giornate Europee del Commercio e del Turismo Urbano che si sono tenute a Ferrara domenica e lunedì e a cui hanno partecipato, oltre ai delegati di associazioni di diversi paesi europei, una folta rappresentanza della Confesercenti proveniente dalle Regioni italiane, nonché numerosi amministratori pubblici.
La Carta di Ferrara, in sintesi, chiede di porre una forte e concreta attenzione alle piccole imprese del commercio di prossimità, tra le più colpite dalle crisi, ma che rappresentano una funzione essenziale, sociale, economica e di servizio nelle città, per i suoi abitanti, per i frequentatori e i turisti essendo un presidio importante per la qualità della vita e per il territorio. Delle circa 6.200.000 imprese commerciali esistenti in Europa, infatti ben il 93,5% sono imprese con meno di 10 addetti (micro-imprese) un importante patrimonio economico e professionale che va salvaguardato e valorizzato.
Nella Carta si chiede di intervenire con urgenza con norme mirate, una sorta di “piano Marshall” per il commercio di prossimità a livello europeo, allo scopo di alleggerire la pressione fiscale, la burocrazia, contenere i canoni di locazione, ridurre i costi di fornitura dei servizi e agevolare le start-up e l’innovazione d’impresa.
E’ necessario - continua la Carta - valorizzare il ruolo e l’impatto economico che il turismo e la cultura hanno sulle altre attività economiche delle città e sulla vita quotidiana della popolazione residente e così anche i mercati municipali e i mercati su aree pubbliche come elementi imprescindibili del commercio di prossimità e che fanno parte della storia delle nostre città. Si chiede altresì di consentire un accesso agevolato e con bandi appositamente dedicati ai Fondi Europei 2014-2020 per le imprese del commercio, turismo e servizi, con misure operative che consentano la reale fruibilità dei contributi anche alle micro e piccole imprese con una particolare attenzione all’innovazione, supportando, tra l’altro, idonee strategie di sviluppo dell’e-commerce anche nel settore del retail.
Tra gli interventi chiesti nel documento c’è la richiesta di combattere con più forza il commercio illegale, il commercio abusivo, la contraffazione e le infiltrazioni della criminalità organizzata e non, nel tessuto economico. Si chiede inoltre di garantire alle p.m.i. un miglior accesso al credito e al mercato dei capitali. Tra le altre richieste anche quelle di potenziare e migliorare l’attrattività, l’accessibilità e la raggiungibilità delle città europee sia come poli commerciali che come destinazioni turistiche di modificare la Direttiva Europea Servizi (Bolkestein) e all’Unione Europea e ai Governi di attuare uno specifico programma con finanziamenti adeguati per incentivare l’aggregazione tra imprese commerciali e gli altri stakeholder dei centri urbani sotto forma di centri commerciali naturali, distretti urbani del commercio, town centre management, business improvement district, consorzi o reti di imprese.
Il presidente di Vitrines d’Europe Stefano Bollettinari ha così commentato la due giorni ferrarese: “E’ stato un confronto molto intenso e che è andato diritto al cuore dei problemi delle p.m.i. delle nostre città e che per la prima volta ha considerato assieme, nella loro interdipendenza le imprese che operano nei centri urbani, da quelle commerciali e quelle turistiche, artigianali e dei servizi".
L’incontro è stato anche l’occasione per stringere un ulteriore accordo di collaborazione con un’importante associazione europea “Centre Ville en mouvement” che opera in Francia”.
A conclusione di questo appuntamento molto partecipato, VITRINES D’EUROPE e CONFESERCENTI rinnovano il loro forte appello a tutte le Autorità pubbliche europee e dei singoli Stati a ricreare le condizioni e l’ambiente favorevole allo sviluppo delle piccole imprese nelle città e a rendere queste ultime sempre più vitali, attrattive, accessibili, sicure e sostenibili, per essere sempre maggiormente quei grandi centri in cui si concentra la gran parte della cultura e dell’economia europea”.
“Il confronto ed il dibattito che hanno caratterizzato questa XIII edizione delle Giornate Europee del Commercio e del Turismo Urbano – aggiunge Alessandro Osti, direttore Confesercenti Ferrara - hanno ribadito il valore economico e sociale della vitalità nei centri urbani. L’interazione tra cultura e turismo deve essere un valore di inclusione, non possiamo pensare al centro come ad un museo. Anche le nuove modalità di interazione degli esseri umani, l’intreccio tra fisicità e virtualità devono rappresentare una strada da percorrere per il rafforzamento dell’economia dei Centri. Questi tra l’altro sono stati i principi che hanno ispirato la formulazione dei nuovi bandi per accedere ai Fondi Europei”.
“Dobbiamo fermare il processo di desertificazione urbana in atto in Italia – conclude Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti - Pressione fiscale e crisi di consumi hanno portato ad un boom di chiusure di imprese commerciali – oltre 100mila negli ultimi due anni – che sta causando una nuova emergenza nelle nostre città: i negozi sfitti hanno superato la quota di 600.000, centomila in più rispetto al 2012. Bisogna intervenire urgentemente per invertire questa tendenza e rilanciare il commercio dei centri urbani, anche prevedendo zone defiscalizzate per dare maggiore impulso alle nuove aperture. Dobbiamo ricordare che i negozi urbani non sono solo una barriera al degrado cittadino, ma anche un volano per l’industria turistica ed il principale veicolo attraverso il quale la spesa dei visitatori ricade sul territorio. Non solo: la presenza di negozi fa rivivere i centri storici delle città, i quartieri, trasformando i rioni e le arterie storiche in potenti attrattori turistici, e propri ‘catalizzatori’ che svolgono il ruolo di potenziatori del valore storico-culturale dei nostri centri città”.
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