Forlì, 10 maggio 2013 - Asshotel Confesercenti e Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna hanno firmato una convenzione rivolta alle piccole e medie imprese alberghiere delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, che permette di scegliere liberamente, all’interno del Conto BussinessInsieme, i prodotti e i servizi più adatti alle proprie esigenze, attraverso la configurazione di un’offerta personalizzata.
La convenzione prevede in particolare una linea di credito per ottenere anticipazioni su presentazione di avvenute prenotazioni, su futuri incassi e per far fronte a pagamenti legati all’attività. E’ prevista inoltre la possibilità di ottenere anticipi dei futuri incassi derivanti da Pos e la messa a disposizione di fondi per le imprese soggette a marcata stagionalità dei flussi di cassa. Ci sono poi finanziamenti a breve termine con piano di rientro pensato per le piccole imprese comprese quelle del settore dell’accoglienza e del turismo agrituristico e dei servizi e per le diverse tipologie di investimento correlate all’attività delle imprese e dei professionisti, come ad esempio l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici di piccole e medie dimensioni.
Per il presidente regionale Asshotel, Claudio Della Pasqua “Con questa convenzione si cerca di venire incontro alle piccole e medie imprese alberghiere che hanno bisogno di liquidità per le necessità legate alla loro attività, in un momento particolarmente critico per il settore”.
Come ricorda il direttore regionale di Confesercenti, Stefano Bollettinari: “Confesercenti E.R. e Asshotel sono impegnate con la loro rete di uffici e sportelli sul territorio, ad informare gli associati sulle opportunità fornite dalla convenzione”.
“Mettiamo a disposizione le nostre più innovative soluzioni, espressamente studiate per questo settore – sottolinea Stefano Capacci, direttore generale Cariromagna – al fine di fornire nuovi strumenti alle imprese alberghiere del territorio romagnolo, con l’obiettivo di contribuire alla crescita e allo sviluppo in questa difficile fase congiunturale”.
Il prossimo mese sarà il primo anniversario del terremoto che ha sconvolto le vite di molti cittadini emiliano-romagnoli.
All’indomani del computo dei danni del sisma, Confesercenti Emilia Romagna si attivò immediatamente per dare il proprio contributo a sostegno delle imprese e dei lavoratori maggiormente colpiti.
Nacque così un accordo tra gli Enti Bilaterali del sistema Confesercenti con Unicredit per consentire di accedere a mutui a tasso zero. L’accordo prevedeva, per le imprese, la possibilità di accedere a mutui sino a una somma di 50.000 euro, da restituire al termine del finanziamento e con nessuna spesa di istruttoria. I costi relativi agli interessi sono sostenuti dagli Enti Bilaterali.
A fine marzo di quest’anno sono stati finanziati € 1.621.000,00 per un totale di 56 aziende finanziate.
Questa cifra è stata così ripartita per le Province colpite:
a Modena sono stati erogati € 896.000,00; a Ferrara € 420.000,00; a Reggio Emilia € 250.000,00; a Bologna € 55.000,00.
“Il risultato – ha affermato il direttore di Confesercenti Emilia Romagna Stefano Bollettinari – conferma come nei momenti di difficoltà, la nostra associazione sa fare quadrato per trovare soluzioni veloci ed efficienti. Certamente, questi finanziamenti non possono essere risolutivi per l’economia dei territori feriti dal sisma, per di più gravati da una crisi che non sembra avere fine, ma rappresentano comunque un contributo concreto verso la ripresa del sistema”.
Fare impresa nel commercio è diventato sempre più difficile anche in Emilia Romagna. Il 2013, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, si prospetta purtroppo come un annus horribilis, ben peggiore del 2012: nel primo bimestre, solo nel settore della distribuzione al dettaglio, hanno già chiuso i battenti in regione ben 929 negozi, mentre si riducono fortemente le nuove aperture di attività (206) con un saldo negativo di -723.
Il bilancio è destinato a peggiorare, sempre secondo le proiezioni dell’Osservatorio, alla fine del 1° trimestre, quando potrebbe verificarsi un vero e proprio crollo del 50% per quanto riguarda le nuove aperture di attività commerciali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (media nazionale).
Stesso trend si riscontra nei primi 2 mesi del 2013 relativamente alle imprese ricettive e ai pubblici esercizi: in Emilia Romagna si sono registrate già 663 chiusure e solamente 156 nuove aperture con un saldo negativo di -507 attività.
“Come Confesercenti Emilia Romagna – sottolinea il suo presidente Roberto Manzoni – lanciamo l’allarme per quella che a nostro avviso è diventata ormai una vera e propria emergenza nel settore del commercio, che vede sommarsi il fenomeno dell’aumento delle chiusure con il crollo delle aperture e con un gran numero di negozi sfitti “per assenza di imprese” ormai in tutte le città della regione; ciò porterà presto al venir meno del servizio commerciale in determinate zone, sia nei centri storici che nelle periferie, con le ovvie ricadute anche di carattere sociale e di qualità della vita”.
“A fronte di questa emergenza economica – sostiene Stefano Bollettinari, direttore Confesercenti Emilia Romagna – occorre intervenire subito, nonostante lo stallo politico a livello nazionale, per non lasciare sole le imprese ed evitare che le città si desertifichino con la scomparsa di importantissimi punti di riferimento per la popolazione come i negozi di vicinato. Chiediamo quindi a Comuni e Regione di predisporre al più presto un piano per salvare il commercio delle nostre città, studiando anche misure di supporto per chi si mette in gioco e intende aprire nuove attività.
Per quanto riguarda i negozi sfitti – prosegue Bollettinari – è necessario definire un sistema che coniughi le necessità di messa a reddito degli immobili commerciali con il bisogno delle imprese di locali a prezzi ragionevoli per gestire le loro attività. Quindi proponiamo di istituire tavoli tecnici tra Associazioni imprenditoriali e proprietà immobiliari per studiare un “canone” che sia remunerativo per il proprietario del negozio e sostenibile per il conduttore, con un impianto giuridico concordato”.
Si è svolto stamattina a Bologna presso il ristorante Ciacco, l’incontro organizzato da Confesercenti E.R. per presentare il rapporto “L’enogastronomia come fattore di sviluppo turistico in Emilia Romagna” commissionato dall’Osservatorio turistico regionale della Regione E.R. al Centro Studi Turistici di Firenze.
Erano presenti, Maurizio Melucci, assessore al Turismo della Regione Emilia Romagna, Alessandro Tortelli, direttore Centro Studi Turistici di Firenze, Roberto Manzoni, presidente di Confesercenti E.R., Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti E.R.
Dall’indagine qualitativa effettuata presso un campione di ristoratori regionali scaturisce un giudizio sull’offerta più che positivo. Le scelte strategiche degli operatori posizionano la ristorazione dell’Emilia Romagna su uno standard di cucina prevalentemente “tradizionale”, con proposte incentrate sulla valorizzazione dei piatti e dei prodotti tipici, quasi a rafforzare i segni distintivi dei diversi territori.
Un altro aspetto che emerge con forza è il livello dei prezzi praticati, che in un periodo in cui si registra una diminuzione generalizzata della domanda a causa della persistente crisi economica, fa trasparire un’apprezzabile strategia di marketing che ha puntato al contenimento dei prezzi, agendo contemporaneamente sulla qualità e sulla valorizzazione delle tipicità.
Il risultato è senza dubbio eccellente, se consideriamo che le leve migliori per caratterizzare l’offerta e per incrementare la produttività del settore sono proprio la “qualità” e la “tipicità”. Inoltre, è stata rilevata una diffusa sensibilità verso un arricchimento dell’offerta: il 51,3% degli intervistati propone, unitamente a quello tradizionale, anche un menù di degustazione dei piatti tipici, da rinnovare a seconda delle stagioni o di particolari eventi.
“Il risultato della ricerca – afferma Andrea Cavallina, presidente FIEPET-Confesercenti E.R. - nel suo complesso rende merito agli sforzi compiuti dagli operatori del comparto ma questo non deve frenare le iniziative necessarie per compiere un ulteriore salto di qualità.
La linea di tendenza sembra essere quella di evitare la massificazione e recuperare l’identità dei prodotti nostrani. Infatti, oltre il 90% degli intervistati ha dichiarato di proporre una cucina tipica regionale o locale, utilizzando prevalentemente prodotti tipici dell’area o comunque della regione”.
Come ricorda il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni: “I dati forniti dal rapporto inducono riflessioni interessanti. Questo settore riesce a generare oltre il 5% dei flussi turistici a livello nazionale, con andamenti altalenanti ma sempre però in crescita. La sua promozione contribuisce non solo a portare nella nostra terra nuovi turisti sia italiani che stranieri, ma anche a rendere sempre più consapevoli i suoi abitanti della ricchezza culturale e sociale di cui sono i custodi”
“La ricerca – sostiene Maurizio Melucci, assessore regionale al Turismo dell’Emilia Romagna – conferma e rafforza gli sforzi che la Regione sta compiendo per valorizzare la ricchezza dell’offerta enogastronomica della Regione, in particolare per quanto attiene la sua efficacia collegata alla promo commercializzazione turistica.
Per un’ottimale collocazione dell’offerta enogastronomica sui mercati è indispensabile che l’intero sistema del territorio sviluppi un adeguato approccio relazionale con il turista e una tecnica di miglioramento continuo dei livelli di prestazione”
“L’enogastronomia – continua Stefano Bollettinari, direttore regionale di Confesercenti E.R. – è un asset di eccellenza per il turismo dell’Emilia Romagna, che trova particolare apprezzamento anche nei turisti stranieri ed è un valore trasversale tra le motivazioni e tra i vari prodotti. Le azioni di promozione sull’offerta enogastronomica regionale svolte fino ad ora hanno dato buoni risultati, ma è fondamentale continuare a rafforzare l’integrazione delle iniziative”.
All’incontro per il passaggio del testimone presente l’Assessore alle Attività Produttive dell’Emilia Romagna, Giancarlo Muzzarelli.
Il passaggio del coordinamento del Tavolo Regionale dell’Imprenditoria (TRI) da Confesercenti a Confcooperative è stato l’occasione per un incontro proficuo fra mondo delle imprese e Regione Emilia-Romagna. Alla riunione ha partecipato, infatti, l’Assessore regionale alle Attività Produttive, Giancarlo Muzzarelli, in rappresentanza del Presidente Vasco Errani.
Il Presidente regionale di Confesercenti, Roberto Manzoni, dopo aver sottolineato che le associazioni aderenti al TRI contano circa 339.597 imprese (l’80,1% del totale regionale) che occupano oltre 845.050 addetti (il 51,6% del totale), ha ricordato i temi principali dell’attività del Tavolo nel periodo di coordinamento di Confesercenti (da luglio 2011 a marzo 2013) concentratasi sul sisma che ha colpito i territori delle province di Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia; sulle azioni per cercare di superare la crisi e creare le condizioni per lo sviluppo delle attività che hanno portato alla sottoscrizione del Patto con la Regione e le altre forze sociali; l’ambiente e l’energia per lo sviluppo di un’economia verde orientata alle energie rinnovabili; la semplificazione amministrativa per eliminare adempimenti inutili o sovrapposti per le attività economiche; la sanità e il welfare in un ruolo di sussidiarietà al pubblico.
Il Presidente di Confcooperative regionale, Massimo Coccia, assumendo il ruolo di coordinatore che ricoprirà sino a settembre 2014, ha sottolineato come, dopo l’emergenza del terremoto e la priorità assoluta di ricostruire il tessuto produttivo delle zone colpite, ora sia il tempo di dare nuovo impulso alle politiche di sviluppo dell’intero territorio regionale, con la necessità di una verifica approfondita sull’attuazione del “Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, sottoscritto a fine 2011 da Regione, Enti locali e sistema economico.
In particolare, Coccia, a nome del Tavolo regionale dell’Imprenditoria, ha espresso preoccupazione per il calo di risorse destinate al “Programma Triennale Attività produttive 2012-2014”, la cui attuazione è fortemente ridimensionata con un taglio del 25% per il budget 2013 e ha chiesto, per il rilancio dell’attività imprenditoriale che necessita di maggior facilità di accesso al credito, un aumento delle risorse destinate ai Consorzi Fidi.
“In un momento in cui i finanziamenti pubblici scarseggiano – ha detto Coccia - le risorse necessarie per lo sviluppo potrebbero provenire dal riordino istituzionale delle Province (in forza della Legge regionale 21/2012) e dalla semplificazione amministrativa, regolamentata dalla Legge Regionale 18/2011.”
In risposta ai gravi problemi occupazionali evidenziati nell’ultimo biennio e al perdurare delle difficoltà di budget per il 2013 Coccia, a nome del Tavolo, ha sottolineato l’esigenza di una profonda riflessione sull’intero sistema degli ammortizzatori sociali in deroga.
Alla luce dell’imminente presentazione del Piano regionale dei rifiuti, il TRI ha chiesto alla Regione di poter essere coinvolto direttamente nella definizione delle principali strategie in materia di prevenzione dei rifiuti, sviluppo della raccolta differenziata, scelta dei sistemi di recupero più efficienti, definizione delle tariffe più eque e revisione delle norme regionali per favorire una più ampia politica di investimenti sul più ampio tema della green economy e della diffusione degli impianti di energia da fonti rinnovabili.
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