“E’ indispensabile ripristinare e allineare la sospensione al 30 novembre prossimo di tutte le scadenze degli adempimenti tributari, fiscali, contributivi e amministrativi per chi risiede nelle aree colpite dal sisma e fissare un’ulteriore slittamento al 30 giugno 2013 per chi ha subito danni ad abitazioni e imprese”. E’ quanto afferma con determinazione il Tavolo regionale dell’Imprenditoria dell’Emilia Romagna, rappresentativo di 15 Associazioni e 350.000 imprese di tutti i settori produttivi, concordando pienamente con la richiesta in proposito fatta al Governo dai Presidenti di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto in questi giorni.

E’ necessario più che mai in questa fase, favorire il più possibile i notevolissimi sforzi che stanno svolgendo cittadini e imprese per ripristinare abitazioni e attività produttive e questi provvedimenti di slittamento delle scadenze servono a dare fiato alle comunità colpite dal sisma e andrebbero a sostegno di popolazioni e imprenditori che senza troppo clamore si sono rimboccati le maniche e hanno iniziato da subito a ricostruire.

A Bologna è stato firmato il primo contratto di rete tra Confidi.
Fautori dell’accordo sono Cofiter Emilia-Romagna, intermediario vigilato dalla Banca d’Italia operante in campo regionale, e cinque confidi del settore terziario attivi in ambito provinciale: Finterziario Rimini, Creditcom Forlì-Cesena, Confidi per le imprese Cesena, Garcom Piacenza, e Garcom Parma.
L’iniziativa, prima sul territorio italiano, persegue attraverso un programma comune, obiettivi mirati e concreti: concentrare risorse e competenze, rafforzare l’interlocuzione con il sistema istituzionale e bancario, creare valore per le imprese associate che operano sul territorio.
“E tutto ciò- sottolinea Enrico Postacchini, Presidente Cofiter- attraverso la valorizzazione del patrimonio economico e delle competenze di ciascuno, tenendo alta la focalizzazione sul presidio del rischio. Una rete dunque, per costituire un fronte comune al pericolo di assottigliamento del patrimonio legato a questo tempo di crisi prolungata e alle nuove regole introdotte da Basilea2”.
Tra le priorità del programma comune della rete dei confidi emiliano-romagnoli del terziario è inclusa anche la condivisione delle migliori pratiche e la costruzione di sinergie nell’attività di promozione e sostegno delle imprese che ne fanno parte.
Si pongono dunque le condizioni per ulteriori percorsi di razionalizzazione della rete dei confidi, a fronte di una fase congiunturale assai negativa per le imprese del commercio e del terziario, contrassegnata dal calo dei consumi.
“Con questo accordo di rete – afferma Stefano Bollettinari, Vice Presidente di Cofiter e Presidente del Comitato di Indirizzo – è stato compiuto un passo fondamentale verso l’integrazione del sistema dei Confidi del commercio, del turismo e dei servizi in Emilia-Romagna, che si tradurrà in una migliore efficacia, nell’ottenimento di economie di scala e in un maggiore supporto alle imprese del settore in questa fase difficile”.
L’iniziativa è nata nell’ambito del progetto realizzato dall’Unioncamere Emilia-Romagna, in attuazione di un accordo di programma tra il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Unioncamere nazionale, con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum.
Per Carlo Alberto Roncarati, Presidente dell’Unioncamere Emilia-Romagna, “il contratto di rete si conferma uno strumento prezioso e flessibile per lo sviluppo non solo delle PMI, ma anche delle loro strutture di supporto e promozione. Questa modalità di aggregazione, per la prima volta applicata ai Confidi, consente di cucire un abito su misura dei soggetti aderenti per realizzare programmi comuni e per ricercare economie di scala e di specializzazione, in diversi settori. Nel caso dei Confidi del terziario, si potenzia un’attività di rete che, pur mantenendo l’indipendenza e l’autonomia delle  singole strutture, consente di ricercare soluzioni più efficaci per le imprese aderenti, preparando ulteriori percorsi di razionalizzazione, che a medio termine potranno essere costruiti tenendo presente anche logiche improntate all’intersettorialità, in modo da ridurre l’impatto negativo delle esigenze strutturali di contenimento della spesa pubblica.”

Basta a misure inutili per la qualità dell’aria e dannose per le imprese dei centri storici, che aggravano la crisi attuale

“Siamo di fronte ad un provvedimento inutile ed iniquo – dichiara il Presidente di Confcommercio Emilia Romagna Ugo Margini - che distorce la concorrenza, ostacola l’accessibilità delle nostre città e penalizza le imprese di commercio, turismo e servizi dei centri storici a favore delle grandi strutture commerciali periferiche ed extraurbane, vere generatrici del traffico”.

 “Quello che rende più preoccupante la situazione – aggiunge Roberto Manzoni, Presidente di Confesercenti Emilia Romagna – è che questo provvedimento viene adottato in un momento di crisi pesante della nostra economia e delle imprese del commercio che operano nei centri storici in particolare che rischiano di vedere i propri fatturati calare vistosamente, con danni irreparabili sull’occupazione e la vita stessa delle aziende”.

 La Confcommercio Emilia Romagna e la Confesercenti regionale dicono basta alle limitazioni della circolazione nelle aree urbane e ai blocchi del traffico. Il testo del nuovo Accordo, che sarà sottoscritto il prossimo 26 luglio, è peggiorativo per quanto riguarda il periodo di applicazione, prevedendo i blocchi totali del traffico già dal primo ottobre, con l’unico palliativo della sospensione nel mese di dicembre e fino al 6 gennaio. Pesante l’inasprimento delle misure, a partire dal blocco del giovedì esteso anche alla prima domenica del mese, con la possibilità di chiusura anche nelle restanti domeniche. Preoccupazione anche per la possibile estensione delle ZTL all’interno dei centri storici, prevista nelle misure gestionali dell’Accordo. Purtroppo – aggiunge Manzoni – questo provvedimento viene riproposto ormai da oltre dieci anni senza un reale confronto col mondo delle imprese, che vengono chiamate solo nella fase finale della stesura dell’accordo per un adempimento meramente formale, senza il supporto di dati certi che dimostrino l’efficacia della misura di restringimento della circolazione nei soli centri storici sulla diminuzione dell’inquinamento atmosferico”. Con l’approvazione di questo provvedimento – prosegue Margini - si fa un passo indietro rispetto alla necessità di rilanciare il valore delle nostre città. Ora si deve evitare il rischio di una possibile estensione a macchia d’olio delle ZTL in tutta la Regione, per non incorrere in una vera e propria desertificazione dei nostri centri urbani”.Per il Presidente Margini “occorre mettere in campo vere politiche strutturali, dai parcheggi, agli incentivi per veicoli a basso impatto ambientale, a progetti di mobilità sostenibile. Serve un cambio di rotta immediato per dare una spinta ai consumi e alla ripresa: chiediamo che il Presidente Errani intervenga subito per rimettere in discussione il provvedimento.”

 

Il prossimo tre agosto i balneari di tutta Italia incroceranno gli ombrelloni in segno di protesta per manifestare contro il silenzio del Governo riguardo ai problemi della categoria.

I clienti degli stabilimenti dovranno aspettare le 11 del mattino per potersi riparare dal solleone, fino a quando cioè i gestori riprenderanno la normale attività dopo aver reso note le motivazioni del fermo (saranno regolarmente garantiti i servizi di salvataggio). In particolare, la protesta mira a dire no alle aste degli stabilimenti previste dall’Unione Europea a partire dal primo gennaio 2016.

L’agitazione è stata decisa oggi dai sindacati di categoria, Fiba-Confesercenti, Sib-Confcommercio, Cna-Balneatori, Assobalneari Italia-Confindustria, insieme ad un pacchetto di iniziative che verranno attuate nel corso del mese di agosto su tutte le spiagge. Le organizzazioni chiedono all’esecutivo la riapertura del tavolo di confronto per redigere un documento condiviso con le misure da mettere in campo per superare la condizione di difficoltà che sta paralizzando il settore balneare già fortemente provato dagli effetti della crisi economica.

Le associazioni di categoria hanno invitato le istituzioni locali ad unirsi alla manifestazione di protesta contribuendo così a dare visibilità ad una situazione che sta mettendo a rischio imprese e posti di lavoro.

Il testo della Riforma del Lavoro è divenuto definitivo soltanto ieri 17 luglio, a seguito del pacchetto di emendamenti approvato all’interno del “decreto Sviluppo” ma molte disposizioni sono entrate in vigore nella data odierna e modificano alcuni istituti in modo sostanziale. Tra le varie novità è stato introdotto un nuovo adempimento che nelle intenzioni del legislatore dovrebbe scoraggiare gli abusi nell’utilizzo dei contratti a chiamata, provvedendo l’imprenditore a comunicare l’avvio di ogni singola prestazione giornaliera e dal 18 luglio 2012 i datori di lavoro devono comunicare alla Direzione Territoriale del Lavoro, prima si chiamava Ispettorato del Lavoro, preventivamente ogni chiamata in servizio dei lavoratori con contratto di lavoro intermittente; in assenza di comunicazione preventiva di ogni singola chiamata, la sanzione comminabile all’impresa va da un minimo di euro 400,00 ad un massimo di euro 2.400,00. Altre novità importanti riguardano le dimissioni e altri istituti. “Il problema – afferma Roberto Manzoni, Presidente di Confesercenti Emilia-Romagna – è  che mancano le necessarie informazioni e/o chiarimenti rispetto al contenuto della Legge n.92/2012 ‘Riforma lavoro’ e il tempo per informare le aziende associate è stato veramente poco. Voglio, pertanto, lanciare un appello alle imprese affinchè si mettano in contatto con i nostri uffici al più presto per ricevere le necessarie informazioni e ai competenti uffici ispettivi affinchè esercitino la giusta tolleranza nel disbrigo della loro attività”.

Per maggiori informazioni consultare il link: http://www.catconfesercenti.it/Notizieecomunicati/LaRiformadelLavoro.aspx

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