Dall’indagine annuale dell’ufficio economico della Confesercenti Emilia Romagna che ha analizzato un campione di 9.992 studi di settore di aziende operanti nell’ambito del commercio, turismo e servizi in tutta la regione, relativi all’anno di imposta 2012 e confrontati con gli anni precedenti, emerge che rispetto al 2011 sono aumentate ulteriormente le ditte congrue più quelle che si sono adeguate agli studi, passando dal 75,1% al 77,2% (+2,1%) del 2012. Inoltre, confrontando i dati del 2006, pari al 65,5%, con il 77,2% del 2012, si evince che nel periodo c’è stato un aumento dell’11,7% di ditte che rispettano gli studi di settore.

In ogni caso, negli ultimi 4 anni, la somma delle ditte congrue più adeguate si è attestata sempre su una media superiore al 75%.

Per quanto riguarda l’incidenza dei correttivi anticrisi sugli indici di congruità delle ditte, si riscontra un aumento del dato che era del 30,1% nel 2011 ed è passato al 43,1% nel 2012; ciò significa che si è tenuto conto maggiormente della situazione molto pesante che stanno vivendo le imprese che vedono i costi aumentare, mentre la redditività si è ridotta ai minimi termini, tanto è vero che molte sono costrette a chiudere.

Questa analisi statistica evidenzia inoltre la continua flessione dei ricavi in alcune categorie del commercio, della somministrazione e dei servizi: è il caso ad esempio dei bar il cui ricavo medio diminuisce dello 0,7% tra il 2012 e il 2011, del commercio di abbigliamento -8,2%, del commercio di alimentari -1,4%, della compravendita di immobili -35%, del commercio ambulante -3,2% e degli intermediari del commercio, il cui ricavo medio è diminuito del 9% in un anno.

“I dati emersi dalle nostre elaborazioni sugli studi di settore – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti Emilia Romagna – evidenziano che l’azione pressante delle categorie e in particolare di Confesercenti per modificare la normativa ha consentito, almeno in parte, di diminuire l’effetto distorsivo degli studi di settore rispetto all’attuale e lunghissima situazione di crisi dei consumi; ciò nonostante come Confesercenti riteniamo urgente e necessaria una vera riforma fiscale che attenui l’imposizione su p.m.i. e famiglie per rilanciare veramente l’economia a partire dal 2014”

Il presidente della Confesercenti E.R. Roberto Manzoni e il presidente Asshotel Confesercenti E.R. Claudio Della Pasqua hanno partecipato stamane, insieme a diversi rappresentanti del turismo pubblico e privato del territorio, alla Conferenza regionale sul turismo che si è tenuta nella sala Convegni del Museo Enzo Ferrari di Modena, dedicata al tema: Destinazione Emilia Romagna: innovazione istituzionale e di prodotto per soddisfare una domanda turistica in continua evoluzione”.

La Conferenza regionale del turismo nasce con lo scopo di valorizzare e promuovere il turismo regionale sul mercato nazionale e internazionale, attraverso politiche di sistema, condivise e partecipate tra i vari soggetti coinvolti a diverso titolo nel settore turistico.

Per il presidente Confesercenti E.R. Roberto Manzoniera inevitabile che la lunga crisi economica che ha colpito il nostro paese avrebbe inciso anche sull’economia turistica regionale. Non hanno certo giovato al settore la diminuzione della capacità di spesa delle famiglie, l’illegalità, l’aumento della pressione fiscale e la mancanza, ad oggi, di una politica turistica nazionale e di investimenti capaci di promuovere le nostre ricchezze intercettando la domanda potenziale, sia estera che italiane, quest’ultima penalizzata in questi anni. E’ inaccettabile- ha continuato Manzoni - che il turismo cresca del 3/ 4 % l’anno a livello mondiale e il nostro paese, il più ricco di offerta, continui a registrare segni negativi. Occorre perciò intervenire con urgenza e con misure concrete a partire dall’imminente Decreto “Valore Turismo” che dovrebbe essere emanato a giorni dal Governo, che dovrebbe prevedere, a nostro avviso, il potenziamento della promozione del marchio Italia dotando l’Enit di risorse adeguate a quelle dei nostri competitor a livello internazionale; incentivi alle imprese per riqualificazione/innovazione delle strutture e per migliorare l’accesso al credito; il potenziamento delle infrastrutture di trasporto e di accessibilità alle destinazioni turistiche.”

A giudizio del presidente di Assohotel Confesercenti E.R., Claudio Della Pasquaoccorre una riforma strutturale delle politiche turistiche capaci di salvaguardare le imprese che operano in Emilia Romagna, uniche al mondo. Come la nostra regione insegna, è l’insieme di quelle piccole che concorrono alla ricchezza del territorio, perché pur essendo meno strutturate e più deboli sul mercato sono però più tenaci e resistenti alla crisi e contribuiscono in maniera determinante alla vitalità, al presidio e alla sicurezza dei nostri centri che, altrimenti, diventerebbero dei deserti con gravi conseguenze anche dal punto di vista sociale.

Per questo è fondamentale incentivare gli investimenti che ogni operatore realizza per migliorare la propria attività, consentendo di rientrarne in tempi accettabili, semplificando una burocrazia farraginosa e ostile, detassandoli, rendendo semplici e certe le normative, quali ad esempio quelle sull’antincendio. E’ indispensabile, tuttavia, perché questo si attui una rivoluzione culturale, consapevole che solo attraverso la promozione e il sostegno delle nostre eccellenze sarà possibile uscire dal tunnel della recessione”.

La legalità, la trasparenza e la qualità all’interno dei mercati sono da sempre i presupposti dell’azione di FIVA Confcommercio ed ANVA Confesercenti dell’Emilia Romagna, le Organizzazioni rappresentative degli operatori del settore che operano, in accordo con le Istituzioni, per qualificare ed innovare il Commercio su aree pubbliche del territorio regionale, valorizzando la sua funzione di servizio ed attrattività per i Centri storici e le Città.

Con questo spirito, e con l’obiettivo di isolare e contrastare ogni forma di abusivismo che possa alterare la concorrenza all’interno del settore, FIVA Confcommercio ed ANVA Confesercenti dell’Emilia Romagna hanno sostenuto il percorso che ha portato all’approvazione, nel giugno scorso, della Legge Regionale 4/2013 - in vigore dal 1 gennaio 2014 - che introduce per la prima volta una regolamentazione degli “hobbisti” nella normativa regionale di settore.

“Siamo convinti della validità della norma – dichiara Alverio Andreoli, Presidente FIVA Confcommercio Emilia Romagna - che rappresenta un importante punto di arrivo dell’impegnativo confronto portato avanti in questi anni tra tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati. Per questo abbiamo voluto sintetizzare e ribadire in un Manifesto congiunto (che sarà reso pubblico nella giornata di domani) le ragioni del nostro sostegno alla Legge, chiedendo ai Comuni un impegno per la sua piena applicazione su tutto il territorio regionale, senza eccezioni”.

“Questa legge – aggiunge Dario Domenichini, Presidente ANVA Confesercenti Emilia Romagna – è molto attesa dalle imprese che rappresentiamo, che vivono un momento di grande difficoltà per la crisi dei consumi senza precedenti che ha colpito anche l’Emilia-Romagna e ogni giorno subiscono la concorrenza sleale di tante forme di abusivismo. La nostra Regione ha avuto il merito di normare la materia mettendo chiarezza nel settore, ma sarà dalla capacità delle Istituzioni di fare applicare la legge che potremo valutare la bontà del provvedimento. Su questo le nostre Organizzazioni vigileranno con molta attenzione”.

Il Manifesto raccoglie le principali ragioni di sostegno alla Legge, che ha il merito di disciplinare gli hobbisti con regole certe e condivise; distingue in maniera netta tra l’hobbista, che opera sui mercati in modo non professionale, e l’imprenditore del commercio su area pubblica; regolamenta le modalità di partecipazione degli hobbisti ai mercatini, senza vietare o contingentare queste manifestazioni sul territorio; permette di “isolare” casi di abusivismo e concorrenza sleale nei mercati; offre infine ai Comuni uno strumento per dimensionare un fenomeno, quello dell’hobbismo appunto, che incide in maniera significativa sul tessuto economico e sociale del territorio.

Continua, senza tregua, la chiusura di negozi, bar,alberghi, ristoranti, edicole, distributori, nella nostra regione. La fotografia dell’Osservatorio Confesercenti è impietosa: rappresenta le nostre città sempre meno vitali economicamente e sempre più povere di negozi e servizi. Nei primi dieci mesi del 2013 in Emilia Romagna si registrano 4.783 chiusure per un saldo negativo, tra iscrizioni e cessazioni, di 1.538 le attività: 941 quelle del commercio al dettaglio, 458 le attività di alloggio e ristorazione, e 139 quelle ambulanti.

In particolare nel settore bar, tra iscrizioni e cancellazioni, sono 164 quelli che hanno chiuso i battenti, mentre nei ristoranti il saldo negativo e di 201 attività.

Anche i negozi di tessile, abbigliamento e calzature registrano un -319 nei primi dieci mesi del 2013. Diminuiscono inoltre i distributori di benzina: 94 in meno in dieci mesi.

Analogamente le edicole sono in affanno: i negozi che vendono giornali, riviste e periodici, registrano 64 attività in meno in 10 mesi.

Continuano ad aumentare invece le imprese che operano nel commercio via internet che hanno raggiunto le mille unità in regione, con un saldo positivo di 79 aperture in dieci mesi.

I dati dell’Osservatorio confermano il trend sfavorevole del nostro settore - sottolinea il direttore della Confesercenti E.R. Stefano Bollettinari - ma noi non ci stiamo a restare spettatori inerti di fronte alle saracinesche che chiudono. Chiediamo da tempo azioni concrete, prima che si arrivi ad un punto di non ritorno. E’ necessaria una politica economica nazionale volta a sostenere i consumi e misure per le le PMI in difficoltà che vanno particolarmente aiutate in questo momento e non soffocate da continue tasse, balzelli, burocrazia e stretta del credito”.

Per il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni sono le PMI che hanno fatto ricca l’Italia e solo dal sostegno di queste può ripartire la ripresa economica. I dati dell’Osservatorio evidenziano come il momento depressivo non sembra essere contenuto da reali interventi strutturali necessari a non far cadere questo paese nella depressione. Da tempo avanziamo proposte, per lo più inascoltate, per uscire dalla crisi del settore: riduzione del cuneo fiscale, equità nelle tasse, politiche di ampio respiro che, insieme al rigore dei bilanci, sappia coniugare gli investimenti per la ripresa”.

 

E' quanto emerge dall'Assemblea regionale Confesercenti Emilia Romagna

“Secondo le previsioni, a livello regionale i consumi scenderanno più del Pil e registreranno, a fine 2013 un -2,4%; gli investimenti subiranno una contrazione del 6,6%, gli occupati caleranno del 2,7 % e il tasso di disoccupazione che nel 2009 era al 2,9%, toccherà l’8,9% per arrivare al 9,1% nel corso del 2014" – dichiara il presidente della Confesercenti E.R. Roberto Manzoni nella sua relazione tenuta all’interno dell’Assemblea Annuale Regionale Confesercenti Emilia Romagna.

“La Confesercenti, per invertire questa drammatica tendenza, ha da tempo avanzato alcune proposte: sono necessarie  innanzitutto una vera spending review che aggredisca gli sprechi e l’avvio di una profonda riforma istituzionale; bisogna ridurre la pressione fiscale e rafforzare il ruolo e la solidità patrimoniale dei Confidi per consentire l’accesso al credito delle imprese; servono politiche turistiche in grado di sfruttare l’enorme potenzialità del settore; sono necessarie inoltre politiche del lavoro che incentivino l’occupazione, che prevedano, ad esempio, la riduzione dei costi dei contratti a tempo determinato e gli oneri per gli apprendisti, quelli più utilizzati nei settori del commercio, servizi e turismo.

Inoltre – ha continuato Manzoni – serve un piano straordinario per le PMI delle città; è questo un appello che da tempo rivolgiamo, inascoltati, alle amministrazioni locali: occorre studiare misure di supporto, come ad esempio un Fondo vero e proprio a sostegno di  chi intende aprire un’attività, che preveda agevolazioni  al credito, sugli affitti e sulle tasse locali. Occorre infine la revisione della pianificazione territoriale, che non faciliti ulteriormente la grande distribuzione a scapito del piccolo commercio, anima e ricchezza dei nostri centri storici.”

 

Dalla ricerca sui  consumi delle famiglie in Emilia Romagna, curata da Nomisma per Confesercenti regionale, “emerge che ben il 92% delle famiglie ha cambiato i comportamenti di  acquisto negli ultimi 2-3 anni – sostiene il direttore di Confesercenti E.R., Stefano Bollettinarie il 52% di queste ha diminuito la spesa. L’indagine dimostra che per incidere in maniera apprezzabile sui consumi delle famiglie nel 2014 occorrono, riduzioni del carico fiscale ben maggiori rispetto a quelle finora annunciate dal Governo ed è quindi questa la direzione da prendere. L’austerity da sola non fa che deprimere un contesto già debole e in grave difficoltà.”.

Silvia Zucconi (Responsabile della Promozione e Sviluppo di progetti relativi al settore Commercio e Consumi di Nomisma) nella sua relazione ha evidenziato che “La spesa media mensile delle famiglie dell’Emilia Romagna per il 2012 è stata di 2.834 euro; un dato superiore, rispetto alla media nazionale che si attesta a 2.419 euro, ma in calo rispetto al 2010 (-2%). I segni della riconfigurazione della spesa per consumi delle famiglie emergono non solo dalle statistiche ufficiali ma anche e soprattutto dall’indagine che Nomisma ha realizzato per Confesercenti Emilia Romagna.

Il 92% delle famiglie dell’Emilia Romagna ha cambiato le abitudini di acquisto con l’obiettivo di risparmiare (il 49% ha radicalmente cambiato il proprio modello di consumo, il 43% lo ha fatto solo in parte). Sono le famiglie a basso reddito (68%) o quelle in cui almeno un componente ha perso il lavoro o è in cassa integrazione (69%) ad aver trasformato in modo radicale i comportamenti di acquisto; ma la crisi non ha risparmiato nemmeno le famiglie con figli dove la quota di nuclei che ha cambiato sostanzialmente le abitudini di consumo riguarda il 53% delle famiglie. La motivazione principale di tale trasformazione è evidente: la situazione economica delle famiglie dell’Emilia Romagna è “molto peggiorata” (lo dichiara il 13% dei responsabili degli acquisti) o “peggiorata” (50%).

Come cambiano i comportamenti d’acquisto? Il 31% delle famiglie emiliano romagnole negli ultimi 2-3 anni ha acquistato di meno in generale (riducendo le quantità), il 25% compra solo in promozione, il 19% prima di acquistare un prodotto controlla i volantini, il 10% compra solo l’essenziale, l’8% compra marche che costano meno – conclude Zucconi.

 

Hanno partecipato, oltre ad un centinaio di imprenditori componenti l’Assemblea, per la Confesercenti E.R.  il presidente Roberto Manzoni e il direttore Stefano Bollettinari, il presidente della Confesercenti nazionale, Marco Venturi, l’assessore regionale al commercio e turismo, Maurizio Melucci,  nonché Sergio De Nardis, Chief economist di Nomisma, e Silvia Zucconi responsabile della Promozione e Sviluppo di progetti relativi al settore Commercio e Consumi di Nomisma, Massimo Foschi presidente della Confesercenti di Forlì e Monica Ciarapica presidente Asshotel di Cervia.

L’Assemblea è stata l’occasione per fare il punto della situazione delle piccole e medie imprese e delle famiglie emiliano romagnole e del loro potere d’acquisto sulla base di una ricerca commissionata da Confesercenti E.R. a Nomisma.

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