11 Luglio 2025
Le città dell’Emilia-Romagna hanno visto negli ultimi anni incrementare il numero di... segue
10 Luglio 2025
La Federazione Italiana Balneari Emilia-Romagna, attraverso il Presidente Maurizio Rustignoli, esprime la... segue
03 Luglio 2025
Partono sabato 5 luglio i saldi estivi in Emilia-Romagna, appuntamento atteso da... segue
02 Luglio 2025
Si è insediato il nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione ENASARCO, a... segue
Il Comune di Cesena accoglie la richiesta di Fiepet-Confesercenti Cesenate (la federazione dei pubblici esercizi) per la riduzione della tassa di occupazione del suolo pubblico a vantaggio dei pubblici esercizi che non tengono al proprio interno giochi d’azzardo. Un patto che Confesercenti Cesenate ha proposto al Comune di Cesena per contrastare la ludopatia.
La Fiepet-Confesercenti Cesenate, dopo aver aderito al tavolo di lavoro istituito dal Comune per il contrasto al gioco patologico, ha proposto un patto che prevede iniziative per opporsi a questo drammatico fenomeno e per sostenere i pubblici esercizi che fanno, o hanno già fatto, la scelta, prima di tutto etica, di non tenere nel proprio locale né slot machine né qualsiasi altro tipo di gioco d’azzardo.
La proposta prevedeva di rimodulare fortemente il canone della tassa di occupazione del suolo pubblico, a vantaggio dei locali che non hanno mai avuto slot machine (o simili) e giochi d’azzardo al loro interno o che decidono di eliminarli. A seguito di una condivisione sul tema, l’amministrazione comunale ha accolto la proposta, dichiarandosi disponibile a prevedere, già dalla prossima primavera, la diminuzione consistente della Cosap ai bar e ristoranti che non detengono nel proprio esercizio strumenti di gioco d'azzardo.
“Siamo molto soddisfatti – commenta Luca Collini, presidente della Fiepet-Confesercenti Cesenate - abbiamo avanzato una proposta significativa per svolgere azioni comuni con la nostra Amministrazione per il bene dei nostri concittadini ed anche per rilanciare un settore, quello dei pubblici esercizi, che da sempre è il fulcro vitalizzante della città, anche grazie ai tavoli che vengono posti davanti ai locali. Tramite questo patto, che metteremo a punto meglio nei prossimi giorni, Cesena si rivelerà ancora una volta come un esempio virtuoso per le realtà del territorio regionale”.
"Gli interventi sul canone di occupazione di suolo pubblico - aggiunge il Sindaco Paolo Lucchi - sono fra le azioni più sollecitate negli ultimi tempi e se ne è parlato anche al primo incontro della cabina di regia del centro storico. Oggi Confesercenti ci ha avanzato una proposta che coniuga le esigenze delle imprese cesenati alla necessità di perseguire un interesse sociale particolarmente elevato, che è il contrasto forte alla ludopatia. L’idea ci piace molto ed è velocemente attuabile attraverso un intervento diretto sui canoni. Ne parleremo anche al prossimo incontro della cabina di regia, approfondendo la questione dal punto di vista tecnico e numerico e dei tempi relativi alla sua applicazione”.
Confesercenti E.R. esprime la propria solidarietà al territorio modenese che sembra non avere pace, colpita nuovamente dopo il sisma di due anni fa, dall’alluvione dei giorni scorsi, e i cui danni non sono ancora stimati. I cittadini di questa terra già così provata e ferita nel patrimonio, nell’economia, stava con tenacia provando a rialzarsi, molto spesso con le sole proprie forze.
Anche molte piccole e medie imprese di questa zona, comprese quelle del commercio e del turismo, per una seconda volta, si trovano a dover ricominciare da capo. E se ora non trovano risposte immediate ed efficaci da parte delle istituzioni, rischiano di scomparire per sempre, con gravi conseguenze sul tessuto economico e sociale di queste zone.
Per il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni, “bisogna prendere in considerazione interventi immediati e a lungo a termine; in primo luogo occorre prevedere una fiscalità di vantaggio e mettere a diposizione di chi ha subito danni i fondi necessari per poter rimettere in moto al più presto le proprie attività. Devono essere subito sospese le rate dei mutui in corso, alleggerita la burocrazia, e devono essere attivate misure straordinarie di credito agevolato.
Ma superata l’emergenza, bisogna finalmente prendersi cura di un territorio devastato, avviare piani di prevenzione e di tutela del territorio. Altrimenti saremmo periodicamente costretti a rivedere le stesse drammatiche scene. Perciò abbiamo appreso favorevolmente la notizia che il presidente Errani si è recato a Roma per chiedere lo stato di calamità e la sospensione per almeno sei mesi di ogni adempimento fiscale e tributario. Ci sembra un atto dovuto per andare incontro ad un territorio la cui gente, si forte e tenace, ma non indistruttibile, non si deve sentire abbandonata, e che deve vedere che le ingenti tasse che versa allo Stato, almeno vengono utilizzate per ricostruire la loro quotidianità.”
Anche quest’anno Confesercenti Emilia Romagna presenta la consueta analisi sull’andamento delle vendite natalizie, con una sintesi delle indicazioni e dei dati forniti dalle proprie strutture territoriali, utili a capire la situazione del settore.
In proposito Stefano Bollettinari, direttore regionale di Confesercenti commentando l’indagine ha affermato che: “il trend dei consumi natalizi conferma le difficoltà del momento dovute alla crisi e alla ridotta capacità di spesa delle famiglie che, vista l’incertezza economica, hanno mantenuto un atteggiamento prudente e selettivo per quanto riguarda gli acquisti. Ciononostante, grazie anche a un’offerta sempre più conveniente e adeguata alle attuali esigenze dei consumatori, gli operatori commerciali, almeno in parte dei settori merceologici, sono riusciti a tenere rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso o a contenere la flessione, ma non certo a recuperare i risultati negativi del 2013. Speriamo di aver completato la fine del ciclo e che davvero il 2014 sia l’anno della ripresa”.
Dall’analisi dei vari comparti emerge l’andamento stabile delle vendite di prodotti alimentari, con un leggero aumento per quelli tipici e le specialità gastronomiche tradizionali.
Andamento che oscilla tra la leggera flessione e la stabilità per quanto riguarda ristorazione e bar e una generale tenuta delle presenze negli alberghi della nostra regione che hanno beneficiato anche dei numerosi eventi organizzati nelle principali località.
Continua invece il trend congiunturale sfavorevole per i settori dell’abbigliamento e dei mobili ed elettrodomestici, mentre quello delle gioiellerie fa registrare una leggera flessione.
Oscillano tra la stabilità e la leggera flessione le vendite di giocattoli, profumerie e libri e cd, mentre anche quest’anno se la cavano abbastanza bene i nuovi prodotti tecnologici (come smartphone e tablet) e computer.
Molto attesa, anche per un auspicabile recupero, la stagione dei saldi, che in Emilia Romagna partiranno ufficialmente domani 4 gennaio.
Si tratta di una buona occasione, soprattutto per quanti, costretti dalla crisi a non acquistare a prezzo intero, desiderano comunque prodotti di qualità a prezzi accessibili.
L’Osservatorio economico di Confesercenti stima una spesa media di 155 euro a persona, che si potrebbe tradurre in un ammontare complessivo di 535 milioni di euro di vendite in Emilia Romagna.
“I saldi invernali, che si preannunciano come i più convenienti degli ultimi dieci anni, aiutano – come sottolinea il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni – a sostenere sia i bilanci dei negozi che hanno risentito di una calo delle vendite, sia di quelle famiglie strette dalla crisi economica. Certamente è una soluzione di ripiego che non risolve il problema di fondo: far ripartire i consumi. I saldi, restano comunque un’importante opportunità per dare respiro ai commercianti gravati da una crisi che ha costretto numerosi negozi a chiudere i battenti e consentire ai consumatori di fare ottimi affari”.
ANDAMENTO CONSUMI DICEMBRE 2013
Festività Natalizie-Capodanno (confronto con lo stesso periodo del 2012)
Alimentari |
Stabili/leggero aumento prodotti tipici |
Ristoranti |
Leggera flessione/stabili |
Bar |
Leggera flessione/stabili |
Alberghi e altri esercizi ricettivi |
Stabili |
Abbigliamento |
Flessione dal 5 al 10% |
Giocattoli |
Stabili/leggera flessione |
Gioiellerie |
Leggera flessione |
Profumerie |
Stabili/leggera flessione |
Nuovi prodotti tecnologici e Computer |
Leggero aumento/stabili |
Libri e CD |
Stabili/leggera flessione |
Elettrodomestici e mobili |
Flessione |
La Confesercenti Emilia Romagna ha condotto una rilevazione su un campione di negozi di abbigliamento e calzature della nostra regione, per conoscere l’andamento delle vendite nel primo weekend dei saldi (4-6 gennaio) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Il 35% degli interpellati evidenzia un aumento delle vendite e il 32% una stabilità delle stesse, mentre il restante 33% una diminuzione.
Per quanto riguarda lo scontrino medio, il 32% degli operatori lo indica in aumento, il 40% stabile e il 28% in diminuzione rispetto all’anno precedente.
Il valore medio dello scontrino si attesta sui 61 euro e la percentuale di sconto applicato in modo prevalente in questa prima fase di saldi, va dal 20 al 50%.
Gli operatori che hanno tenuto aperta l’attività domenica 5 e lunedì 6 gennaio sono stati complessivamente circa il 70% del totale, prevalentemente nei centri delle città.
Questi dati forniscono un quadro abbastanza soddisfacente della situazione (dato il momento economico che stiamo vivendo) mettendo in evidenza che, nonostante il depotenziamento che i saldi hanno subito per effetto di promozioni continue che si svolgono in corso d’anno, essi mantengono una loro validità.
Non resta che auspicare dopo questo inizio abbastanza positivo, un mantenimento dell’interesse da parte dei consumatori anche nei prossimi giorni, vista l’offerta di prodotti ancora molto interessante e conveniente.
Relativamente alla presentazione del “Rapporto 2013 sull’economia regionale, presentato oggi da Unioncamere Emilia-Romagna, il direttore della Confesercenti Emilia Romagna, Stefano Bollettinari, ha dichiarato quanto segue:
“Il Rapporto 2013 di Unioncamere Emilia Romagna sull’economia regionale fornisce alcuni dati emblematici sulle difficoltà del commercio anche per quanto riguarda l’occupazione: infatti, gli addetti al settore in un solo anno, tra giugno 2012 e giugno 2013, sono diminuiti di 4.430 unità e nel comparto alloggio e ristorazione, nello stesso periodo, sono calati di ben 7.059 unità.
E’ evidente che, soprattutto in questi ultimi anni sta venendo meno quel ruolo importante che la distribuzione commerciale e il turismo hanno da sempre svolto relativamente alla creazione di posti di lavoro e all’autoimprenditorialità, facendo registrare invece una forte flessione degli addetti. Anche i dati sul censimento industria e servizi 2001-2011, confermano un andamento in flessione anche per quanto le imprese che diminuiscono la loro consistenza del 3,1%. Ciò significa che, se non si interverrà urgentemente sulla diminuzione dei costi di gestione, sulla concorrenza sleale di attività abusive e soprattutto sul versante di una fiscalità nazionale e locale ormai insostenibile, non ci sarà un futuro per una parte importante delle nostre p.m.i. che rappresentano ancora, pur tuttavia, l’asse portante della nostra economia.
Ormai siamo all’ultimo appello: non ci sono più i margini di sopravvivenza per coloro che gestiscono piccole imprese e per le loro famiglie e la stessa legge di stabilità in corso di approvazione da parte del Parlamento in questi giorni, contiene risposte ancora insufficienti .”
Altri articoli...
- Legge Hobbisti: partiamo il 1° gennaio! Protesta degli ambulanti sotto la sede della Regione Emilia Romagna
- Studi di settore 2012: l'analisi della Confesercenti Emilia Romagna evidenzia un aumento delle imprese che li rispettano
- Conferenza regionale sul turismo: Confesercenti E.R./Asshotel chiedono provvedimenti immediati per il settore. Per Roberto Manzoni e Claudio Della Pasqua gli investimenti nelle PMI del turismo sono fondamentali per uscire dalla crisi
- Confesercenti E.R. lancia l'allarme per le PMI: continuano a chiudere le saracinesche in E.R. Sono 4.783 le attività cessate nei primi dieci mesi di quest'anno. I dati dell'Osservatorio scorporati per province