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L’adesione allo sciopero dei benzinai indetto da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio è stato un successo anche in Emilia Romagna dove ha sfiorato il 92%.
Il numero così alto delle adesione – spiega il presidente regionale Faib Pietro Calersi, è il segnale della difficoltà in cui versa il settore oggetto di minacce e ricatti da parte delle Compagnie petrolifere che, insieme alle banche, si sono arrogate il diritto di violare la cosiddetta legge “Cresci Italia”.
Motivo della vertenza, infatti, è la contrattazione con le compagnie petrolifere per il rinnovo dei contratti scaduti, la crisi dei consumi sulla rete autostradale, la modernizzazione della rete di distribuzione, i costi della moneta elettronica per i rifornimenti. A tutto ciò si aggiunge l’incapacità dal parte del Ministero dello sviluppo economico di opporre qualsiasi freno a comportamenti che costituiscono una vera e propria aggressione nei confronti di circa 24.000 piccole imprese di gestione e di oltre 120.000 lavoratori occupati nel settore nell’intero paese (di cui 1.500 imprese e 4.500 dipendenti in Emilia Romagna)”.
L’agitazione dei benzinai però non è conclusa: l’ipotesi del “no RID day” nei giorni precedenti il Natale , ciascun gestore rifiuterà pagamenti con moneta elettronica e manderà ‘insoluto’ il pagamento di una fornitura di carburanti, a titolo di parziale anticipo sull’adeguamento della propria remunerazione cha sarà definita dalla futura contrattazione per il rinnovo degli accordi collettivi nazionali, si fa sempre più probabile.
Domani, in occasione dello sciopero nazionale dei benzinai indetto da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, e che si protrarrà fino dopo domani, si svolgerà dalle 10,30, una manifestazione di protesta davanti a Montecitorio, di fronte alla Camera dei Deputati, a cui parteciperà anche una folta delegazione della Faib Confesercenti E.R.
Capofila di una cinquantina di rappresentanti del settore saranno Pietro Calersi, presidente regionale Faib e il coordinatore regionale E.R. Michele Rosati.
Con lo sciopero del 12 e 13 dicembre si intendono sollecitare le Istituzioni e il Parlamento nel trovare gli strumenti adatti per costringere le compagnie petrolifere, che continuano a negare il rinnovo degli accordi, a rispettare le leggi vigenti.
Si è svolta oggi pomeriggio l’Assemblea regionale annuale della Confesercenti.
Vi hanno partecipato il presidente nazionale Confesercenti Marco Venturi, il presidente e il direttore della Confesercenti E.R Roberto Manzoni e Stefano Bollettinari, e l’assessore regionale al Turismo e al Commercio Maurizio Melucci.
L’Assemblea è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione di difficoltà in cui versano le piccole e medie imprese a conclusione di un anno tra i più difficili degli ultimi anni per l’economia del nostro Paese (in allegato alcuni dati relativi alle imprese iscritte e cessate nella nostra regione e in ciascuna provincia).
Le cause del protrarsi delle difficoltà per l’economia delle piccole e medie imprese, in particolare di quelle colpite dal terremoto del maggio scorso, sono state sintetizzate dal presidente della Confesercenti E.R. Roberto Manzoni, nel “protrarsi della crisi in un tempo che non era stato previsto, nella pressione fiscale, e nella mancata semplificazione che contribuisce soltanto ad aumentare i costi delle imprese e a non produrre nessun beneficio al sistema. Fiscalità e semplificazione sono esigenze emerse in modo prepotente anche in questo periodo travagliato del post terremoto; le zone della nostra regione colpite dal sisma hanno reagito con dignità e grande spirito d’iniziativa, in un movimento di solidarietà operativa che ha accomunato cittadini, imprese e istituzioni. Una scarsa sensibilità e consapevolezza a livello centrale dell’importanza che hanno queste tematiche per le popolazioni coinvolte e l’economia di quelle zone sta determinando una situazione pericolosa, con la messa a disposizione di risorse solo virtuali e il proliferare di complicazioni. Occorre, dunque, moltiplicare le energie da parte di tutti e fare in modo che in quelle zone arrivi esattamente quello che serve per rimettere in moto un’area produttiva e di servizi che ha pochi eguali in Italia e che è indispensabile per l’assetto non solo economico ma anche sociale del nostro territorio regionale.
Ai problemi collegati al sisma e alla crisi si aggiungono purtroppo, quelli di carattere strutturale: la mancanza di un sistema di infrastrutture più efficacie, la difficoltà di accesso al credito per le imprese, l’individuazione di modalità di formazione e crescita professionale più flessibile e meno burocratica”.
“Il saldo negativo di oltre 1.700 imprese tra iscritte e cessate al 30 settembre di quest’anno – afferma Stefano Bollettinari, direttore Confesercenti Emilia Romagna – registra purtroppo il progressivo impoverimento (accelerato dalla lunga crisi in atto) del tessuto commerciale, a livello regionale, soprattutto per quanto riguarda le piccole imprese commerciali, che hanno rappresentato per parecchi decenni un baluardo sociale e occupazionale per la tenuta dei diversi ambiti territoriali.
Oltre a un contesto economico generale che torni ad essere dinamico in fatto di consumi, per migliorare la situazione occorre il rafforzamento di misure specifiche che accompagnino i piccoli operatori sulla strada dell’innovazione come, formazione, credito, assistenza tecnica, nuovi modelli di governance delle aree commerciali e interventi straordinari di natura infrastrutturale sull’accessibilità, mobilità e trasporti pubblici nelle città e nelle aree urbane”.
Come ha sottolineato il presidente nazionale della Confesercenti, Marco Venturi nel suo intervento: “Il 2012 si conclude in modo purtroppo molto negativo per l’economia, le famiglie e le imprese. Il Governo Monti, fuori dai vecchi schemi politici, ha tamponato una situazione già drammatica; ma non ha avuto la forza di affondare la spada nel magma della spesa pubblica per trovare le risorse necessarie ad abbattere una pressione fiscale ormai insostenibile e creare le condizioni per nuovi investimenti. È mancato l’indispensabile passaggio da una politica quasi tutta concentrata sulle entrate, ad un’altra finalizzata a tagliare la spesa corrente e razionalizzare il tessuto istituzionale. Solo se si tagliasse il 10% della spesa corrente stimata a 410 miliardi, si potrebbero recuperare circa 41 miliardi e ridurre di 2,5 punti la pressione fiscale che comunque rimarrebbe superiore a quella media europea. La recessione può regredire solo se le politiche economiche da mettere in campo porranno al centro degli obiettivi in modo credibile la crescita ed un reale sostegno alle imprese, in particolare alle Pmi che restano centrali per creare nuovamente posti di lavoro e sviluppo.”
Il presidente Regionale di ANVA –
In tale sede Anva ha evidenziato come tale attività costituisca, di fatto, una forma di concorrenza sleale agli operatori su aree pubbliche con regolare posizione fiscale e contributiva, peraltro in una fase economica particolarmente negativa e caratterizzata da una forte contrazione dei consumi.
Per questo motivo, a giudizio di Anva, occorre una Legge che in primo luogo tuteli gli imprenditori del settore e ponga limitazioni precise e verificabili ad una tipologia di attività che ha fatto registrare una forte proliferazione.
“Come Associazione – ha sottolineato Domenichini - avremmo preferito una normativa ancora più stringente, in particolare in relazione al numero di presenze annue consentite agli Hobbisti.
Tuttavia riteniamo che la proposta normativa all’esame dell’ Assemblea Regionale rappresenti un accettabile punto di equilibrio diretto contemperare le varie esigenze in campo. E’ però, a nostro avviso, assolutamente necessario che non siano apportate modifiche peggiorative al Disegno di legge d’ iniziativa della Giunta Regionale e che, nella sua attuazione, siano garantiti al massimo grado gli opportuni controlli diretti ad impedire di aumentare, per gli Hobbisti, il numero dei mercati annuali svolti, e ad evitare che vengano ceduti, in ogni mercatino, più beni di consistente valore.
Ringraziamo inoltre l’ Amministrazione Regionale per la sensibilità dimostrata nell’ affrontare un problema estremamente sentito dagli operatori su aree pubbliche”.
Per Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti Emilia Romagna, “con questo provvedimento dovrebbe essere fatta chiarezza definitiva rispetto a una situazione insoddisfacente che dura ormai da troppi anni, che ha fortemente penalizzato gli operatori economici che svolgono la loro attività in forma professionale e con regolare autorizzazione e posizione fiscale. Si è creato in questi anni una sorta di 'mercato parallelo’ in questo ambito, senza alcun tipo di controllo, che va al più presto superato anche per fornire maggiori garanzie agli stessi consumatori”
“Una Direttiva pericolosa perché penalizza il lavoro ed il ruolo degli imprenditori turistici e dei pubblici esercizi” è quanto afferma Andrea Cavallina, Presidente della Federazione Esercizi Pubblici e Turistici, Fiepet–Confesercenti Emilia Romagna, commentando l’ultimo regalo del Governo in materia di "decoro urbano".
Un provvedimento che, di fatto, se applicato con particolare solerzia dalle soprintendenze territoriali, impedirebbe nelle aree pubbliche l’opportunità di offrire un servizio ai cittadini e ai turisti da parte degli operatori emiliano romagnoli della somministrazione, blindando le città e i centri più frequentati senza il conforto e la possibilità di degustare un caffè all’aperto, di sorseggiare un aperitivo o di pranzare in uno dei tanti ritrovi pubblici che rendono il nostro territorio più sicuro e più vivibile.
"I pubblici esercizi dell’Emilia Romagna, -continua Cavallina,- rappresentano una risorsa importante in tema di sviluppo delle città e del turismo, poiché, oltre a fornire un servizio, costituiscono uno strumento di sicurezza e di presidio del territorio."
Da una recente indagine della Federazione risulta che, nell’ambito degli imprenditori turistici del settore, oltre la metà di questi, considerata la dimensione interna media dei locali in questione, che non consente di poter esercitare nel migliore dei modi la propria attività, detiene una autorizzazione per operare all’esterno del proprio locale attraverso dehors, plateatici, gazebi ed altro, debitamente e legittimamente già autorizzati con il pagamento, tra l’altro, di cospicue tasse all’amministrazione comunale.
“Inoltre, -afferma Stefano Bollettinari, Direttore regionale di Confesercenti,- questa “Direttiva decoro” si sovrappone alle normative esistenti creando incertezza ed effetti dannosi proprio in questa fase di lunga crisi dei consumi che stiamo vivendo e dove semmai le attività economiche andrebbero incentivate e sostenute invece che penalizzate. Non dimentichiamo infatti che la sola spesa per ristorazione rappresenta ben il 18% del totale della spesa turistica”
Pubblici esercizi soggetti ad autorizzazione suddivisi per provincia
Piacenza |
Parma |
Reggio Emilia |
Modena |
Bologna |
Ferrara |
Ravenna |
Forlì - Cesena |
Rimini |
REGIONE |
1.503 |
1.932 |
1.872 |
2.643 |
4.165 |
1.688 |
1.740 |
1.860 |
2.150 |
19.553 |
Fonte: Osservatorio del Commercio della Regione Emilia-Romagna
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