Confesercenti E.R. esprime la propria solidarietà al territorio modenese che sembra non avere pace, colpita nuovamente dopo il sisma di due anni fa, dall’alluvione dei giorni scorsi, e i cui danni non sono ancora stimati. I cittadini di questa terra già così provata e ferita nel patrimonio, nelleconomia, stava con tenacia provando a rialzarsi, molto spesso con le sole proprie forze.

Anche molte piccole e medie imprese di questa zona, comprese quelle del commercio e del turismo, per una seconda volta, si trovano a dover ricominciare da capo. E se ora non trovano risposte immediate ed efficaci da parte delle istituzioni, rischiano di scomparire per sempre, con gravi conseguenze sul tessuto economico e sociale di queste zone.

Per il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni, “bisogna prendere in considerazione interventi immediati e a lungo a termine; in primo luogo occorre prevedere una fiscalità di vantaggio e mettere a diposizione di chi ha subito danni i fondi necessari per poter rimettere in moto al più presto le proprie attività. Devono essere subito sospese le rate dei mutui in corso, alleggerita la burocrazia, e devono essere attivate misure straordinarie di credito agevolato.

Ma superata l’emergenza, bisogna finalmente prendersi cura di un territorio devastato, avviare piani di prevenzione e di tutela del territorio. Altrimenti saremmo periodicamente costretti a rivedere le stesse drammatiche scene. Perciò abbiamo appreso favorevolmente la notizia che il presidente Errani si è recato a Roma per chiedere lo stato di calamità e la sospensione per almeno sei mesi di ogni adempimento fiscale e tributario. Ci sembra un atto dovuto per andare incontro ad un territorio la cui gente, si forte e tenace, ma non indistruttibile, non si deve sentire abbandonata, e che deve vedere che le ingenti tasse che versa allo Stato, almeno vengono utilizzate per ricostruire la loro quotidianità.”

La Confesercenti Emilia Romagna ha condotto una rilevazione su un campione di negozi di abbigliamento e calzature della nostra regione, per conoscere l’andamento delle vendite nel primo weekend dei saldi (4-6 gennaio) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Il 35% degli interpellati evidenzia un aumento delle vendite e il 32% una stabilità delle stesse, mentre il restante 33% una diminuzione.

Per quanto riguarda lo scontrino medio, il 32% degli operatori lo indica in aumento, il 40% stabile e il 28% in diminuzione rispetto all’anno precedente.

Il valore medio dello scontrino si attesta sui 61 euro e la percentuale di sconto applicato in modo prevalente in questa prima fase di saldi, va dal 20 al 50%.

Gli operatori che hanno tenuto aperta l’attività domenica 5 e lunedì 6 gennaio sono stati complessivamente circa il 70% del totale, prevalentemente nei centri delle città.

Questi dati forniscono un quadro abbastanza soddisfacente della situazione (dato il momento economico che stiamo vivendo) mettendo in evidenza che, nonostante il depotenziamento che i saldi hanno subito per effetto di promozioni continue che si svolgono in corso d’anno, essi mantengono una loro validità.

Non resta che auspicare dopo questo inizio abbastanza positivo, un mantenimento dell’interesse da parte dei consumatori anche nei prossimi giorni, vista l’offerta di prodotti ancora molto interessante e conveniente.

Relativamente alla presentazione del “Rapporto 2013 sull’economia regionale, presentato oggi da Unioncamere Emilia-Romagna, il direttore della Confesercenti Emilia Romagna, Stefano Bollettinari, ha dichiarato quanto segue:

Il Rapporto 2013 di Unioncamere Emilia Romagna sull’economia regionale fornisce alcuni dati emblematici sulle difficoltà del commercio anche per quanto riguarda l’occupazione: infatti, gli addetti al settore in un solo anno, tra giugno 2012 e giugno 2013, sono diminuiti di 4.430 unità e nel comparto alloggio e ristorazione, nello stesso periodo, sono calati di ben 7.059 unità.

E’ evidente che, soprattutto in questi ultimi anni sta venendo meno quel ruolo importante che la distribuzione commerciale e il turismo hanno da sempre svolto relativamente alla creazione di posti di lavoro e all’autoimprenditorialità, facendo registrare invece una forte flessione degli addetti. Anche i dati sul censimento industria e servizi 2001-2011, confermano un andamento in flessione anche per quanto le imprese che diminuiscono la loro consistenza del 3,1%. Ciò significa che, se non si interverrà urgentemente sulla diminuzione dei costi di gestione, sulla concorrenza sleale di attività abusive e soprattutto sul versante di una fiscalità nazionale e locale ormai insostenibile, non ci sarà un futuro per una parte importante delle nostre p.m.i. che rappresentano ancora, pur tuttavia, l’asse portante della nostra economia.

Ormai siamo all’ultimo appello: non ci sono più i margini di sopravvivenza per coloro che gestiscono piccole imprese e per le loro famiglie e la stessa legge di stabilità in corso di approvazione da parte del Parlamento in questi giorni, contiene risposte ancora insufficienti .”

Anche quest’anno Confesercenti Emilia Romagna presenta la consueta analisi sull’andamento delle vendite natalizie, con una sintesi delle indicazioni e dei dati forniti dalle proprie strutture territoriali, utili a capire la situazione del settore.

In proposito Stefano Bollettinari, direttore regionale di Confesercenti commentando l’indagine ha affermato che: “il trend dei consumi natalizi conferma le difficoltà del momento dovute alla crisi e alla ridotta capacità di spesa delle famiglie che, vista l’incertezza economica, hanno mantenuto un atteggiamento prudente e selettivo per quanto riguarda gli acquisti. Ciononostante, grazie anche a un’offerta sempre più conveniente e adeguata alle attuali esigenze dei consumatori, gli operatori commerciali, almeno in parte dei settori merceologici, sono riusciti a tenere rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso o a contenere la flessione, ma non certo a recuperare i risultati negativi del 2013. Speriamo di aver completato la fine del ciclo e che davvero il 2014 sia l’anno della ripresa”.

Dall’analisi dei vari comparti emerge l’andamento stabile delle vendite di prodotti alimentari, con un leggero aumento per quelli tipici e le specialità gastronomiche tradizionali.

Andamento che oscilla tra la leggera flessione e la stabilità per quanto riguarda ristorazione e bar e una generale tenuta delle presenze negli alberghi della nostra regione che hanno beneficiato anche dei numerosi eventi organizzati nelle principali località.

Continua invece il trend congiunturale sfavorevole per i settori dell’abbigliamento e dei mobili ed elettrodomestici, mentre quello delle gioiellerie fa registrare una leggera flessione.

Oscillano tra la stabilità e la leggera flessione le vendite di giocattoli, profumerie e libri e cd, mentre anche quest’anno se la cavano abbastanza bene i nuovi prodotti tecnologici (come smartphone e tablet) e computer.

Molto attesa, anche per un auspicabile recupero, la stagione dei saldi, che in Emilia Romagna partiranno ufficialmente domani 4 gennaio.

Si tratta di una buona occasione, soprattutto per quanti, costretti dalla crisi a non acquistare a prezzo intero, desiderano comunque prodotti di qualità a prezzi accessibili.

L’Osservatorio economico di Confesercenti stima una spesa media di 155 euro a persona, che si potrebbe tradurre in un ammontare complessivo di 535 milioni di euro di vendite in Emilia Romagna.

“I saldi invernali, che si preannunciano come i più convenienti degli ultimi dieci anni, aiutano – come sottolinea il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzonia sostenere sia i bilanci dei negozi che hanno risentito di una calo delle vendite, sia di quelle famiglie strette dalla crisi economica. Certamente è una soluzione di ripiego che non risolve il problema di fondo: far ripartire i consumi. I saldi, restano comunque un’importante opportunità per dare respiro ai commercianti gravati da una crisi che ha costretto numerosi negozi a chiudere i battenti e consentire ai consumatori di fare ottimi affari”.

 

ANDAMENTO CONSUMI DICEMBRE 2013

Festività Natalizie-Capodanno (confronto con lo stesso periodo del 2012)

Alimentari

Stabili/leggero aumento prodotti tipici

Ristoranti

Leggera flessione/stabili

Bar

Leggera flessione/stabili

Alberghi e altri esercizi ricettivi

Stabili

Abbigliamento

Flessione dal 5 al 10%

Giocattoli

Stabili/leggera flessione

Gioiellerie

Leggera flessione

Profumerie

Stabili/leggera flessione

Nuovi prodotti tecnologici e Computer

Leggero aumento/stabili

Libri e CD

Stabili/leggera flessione

Elettrodomestici e mobili

Flessione

 

 

FIVA Confcommercio ed ANVA Confesercenti dell’Emilia Romagna ribadiscono la loro piena contrarietà a qualsiasi proposta di sospensione o deroga alla Legge Regionale 4/2013, che introduce per la prima volta in Italia una regolamentazione dell’attività degli hobbisti.

Lo hanno confermato in maniera univoca in occasione della mobilitazione che si è svolta oggi pomeriggio a Bologna, davanti alla sede della Regione Emilia Romagna, a cui hanno preso parte operatori ambulanti da diverse Province della regione.

E’ indispensabile che la Legge parta il 1° gennaio 2014, come previsto dal provvedimento, senza deroghe o rinvii, in tutti i Comuni dell’Emilia Romagna: questa la richiesta dei manifestanti alla Regione e all’ANCI regionale, proprio mentre in Assessorato si svolgeva un incontro sul tema.

I commercianti ambulanti dell’Emilia Romagna, che operano quotidianamente nel rispetto della legalità, si aspettano che la Regione dia seguito al provvedimento, confermando l’impegno assunto dall’Assemblea Legislativa, che ha approvato la Legge lo scorso giugno dopo un ampio percorso di concertazione e condivisione.

Non si capisce infatti, a giudizio di FIVA Confcommercio ed ANVA Confesercenti regionali, perché discutere adesso di sospensioni o modifiche, prima ancora dell’entrata in vigore del provvedimento, visto che quest’ultimo prevede già una valutazione dell’andamento della Legge dopo un anno dalla sua effettiva applicazione.

Non si comprende infine la strumentalizzazione gratuita alla Legge fatta dai Comuni in questo periodo, che è un periodo di crisi per tutti e che vede molte imprese regolari costrette a chiudere.

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