Sembra ormai consolidarsi la scelta di rivolgersi al web per prenotare le proprie vacanze.

E’ quanto rilevato dal Centro Studi Turistici per conto di Assoturismo Confesercenti Emilia Romagna.

Anche quest’estate, rispetto al 2011, mediamente la quota percentuale di prenotazioni via web è in crescita, arrivando al 48,9% del totale e sono sempre le città d’arte ad essere più telematiche con il 52% di percentuale.

Più in particolare, il totale delle prenotazioni alberghiere attraverso internet aumenta dal 44,9% del 2011 al 48,5%, così come nel settore extra alberghiero passa dal 48,5% del 2011 al 49,5% di quest’anno.

In crescita anche l’utilizzo del web nelle prenotazioni per chi sceglie la Costa Adriatica con un 48,7% contro il 47,1% di due anni fa.

Per Stefano Bollettinari, direttore della Confesercenti Emilia Romagna, “l’aumento delle prenotazioni su web è il segnale di una sempre maggiore ‘alfabetizzazione’ tecnologica da parte dei turisti nonché di un rilevante cambiamento della domanda, diventata nel tempo sempre più indipendente, informata e selettiva.

E’ quindi necessario rispondere alle nuove esigenze con il miglioramento continuo dell’offerta, come peraltro i nostri operatori turistici già sanno fare.

Ora è perciò importante implementare la banda larga, e rendere più veloce questo mezzo che risulta essere sempre più indispensabile anche dal punto di vista dello sviluppo; soprattutto se sono fondati i dati riportati oggi dai quotidiani sulla velocità di internet che vedono l’Italia ultima in Europa con costi economici esorbitanti”.

 

Percentuale media di prenotazioni via web (incluse le e-mail) in Emilia Romagna sul totale delle prenotazioni ricevute nel periodo estivo (giugno, luglio, agosto) per tipologia ricettiva- Confronto 2011-2013

                                                              Alberghiero                        Extra alberghiero                    Totale

Anno 2011

44,9%

48,5%

46,0%

Anno 2013

48,5%

49,5%

48,9%

 

E’ la crisi economica con la sua ricaduta sulle piccole e medie imprese della nostra regione che preoccupa la Giunta e la Presidenza regionale Confesercenti Emilia Romagna che si sono riunite stamattina in forma congiunta per discutere di numerosi argomenti.

Gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio Confesercenti relativi ai primi otto mesi del 2013 non confortano quei commercianti che speravano in una ripresa economica a breve termine.

Nella nostra regione, tra iscrizioni e cessazioni, sono infatti 1365 le attività che hanno chiuso i battenti: 873 quelle di commercio al dettaglio, 400 le attività di alloggio e ristorazione, e 92 quelle ambulanti.

“L’unico dato stabile nel nostro Paese sembra essere quello relativo alle attività commerciali che continuano a chiudere – spiega il direttore di Confesercenti Emilia Romagna Stefano Bollettinari. Le iscrizioni alle Camere di Commercio nei primi otto mesi sono state 2701, le cessazioni 4066 per un totale di 1365 chiusure: un dato veramente inaccettabile per il tessuto imprenditoriale di una regione come la nostra la cui ricchezza è contraddistinta soprattutto dalle piccole e medie imprese; di fronte a questa drammatica situazione, servono soprattutto, a livello nazionale, azioni immediate di grande respiro commisurate alla situazione d’emergenza in cui ci troviamo. Anche se il trend delle cessazioni delle imprese del commercio al dettaglio sembra lievemente rallentare rispetto a inizio anno- continua Bollettinari – il risultato dei primi otto mesi del 2013 registra ancora dati particolarmente pesanti, cui si somma il preoccupante andamento anche del comparto ricettività, ristorazione e bar che, dopo parecchi anni in cui ha svolto un ruolo di ammortizzatore occupazionale comincia ad evidenziare un numero sempre più elevato di imprese che chiudono i battenti, con un turn-over così accentuato che brucia risorse e investimenti”.

“Per il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni finché chi ci governa non si rende conto che la disattenzione alla situazione delle PMI non aiuta la ripresa economica, ma semmai la aggrava, con preoccupanti ricadute anche sul piano sociale, è difficile nutrire la speranza di vedere un’inversione di tendenza.

Invece di studiare interventi strutturali per la riduzione del cuneo fiscale, per facilitare l’accesso al credito, per facilitare l’entrata nel mondo del lavoro, si aumenta l’Iva creando una pressione fiscale che non fa che depauperare ulteriormente il portafoglio dei consumatori. I dati forniti dall’Osservatorio sono anche il segno coloro che avrebbero voglia di rischiare mettendosi in proprio con un’attività, vengono continuamente scoraggiati. Il futuro così, diventa sempre più nero per la nostra economia e non si vedono all’orizzonte segnali apprezzabili di controtendenza.”

 

Torna dall’11 al 13 ottobre prossimi, a Gualtieri, nel reggiano, la più importante Borsa di promozione del turismo fluviale in Emilia Romagna, giunta alla 4a edizione – Una ventina di tour operator da tutta Europa parteciperanno, sabato 12 ottobre, al workshop di incontro con oltre 160 operatori regionali e nazionali dell’offerta e, domenica 13, ad un educational tour nei luoghi più suggestivi della Bassa Reggiana e del Delta del Po ferrarese – Previsti anche due Convegni con esperti di turismo sul tema del rilancio delle zone fluviali del Po – Mostre fotografiche, degustazioni, escursioni in programma per tutto il weekend

I tour operator di tutta Europa alla scoperta della vacanza sul fiume italiano per antonomasia, il Po. Sono una ventina gli operatori (provenienti da Germania, Svizzera, Regno Unito, Spagna, Belgio, Austria, Francia, Est Europa, Olanda, oltre che dall’Italia) accreditati alla 4a Borsa del Turismo Fluviale e del Po, ospitata dall’11 al 13 ottobre prossimi a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri, nel reggiano.

La manifestazione, promossa da Confesercenti Emilia Romagna, Unione dei Comuni della Bassa reggiana, Apt Emilia Romagna, Enit, Camera di Commercio e Provincia di Reggio Emilia, Unione di Prodotto Appennino e Verde, e con la collaborazione di E.B.N. Ente Bilaterale del Turismo, mira a promuovere e commercializzare la vacanza fluviale sul Grande Fiume.

Un’offerta che, per quanto riguarda l’Emilia Romagna, interessa 53 comuni (entro un raggio di 10 km dal fiume), con 600 strutture (tra alberghiere ed extra) per circa 40.000 posti letto, e vanta 3 porti fluviali, 36 attracchi tra pubblici e privati, 6 città d’arte e 23 borghi antichi, 13 musei dedicati al Po, 5 Strade dei Vini e dei Sapori, 23 tra prodotti Dop, Doc e Igp e oltre 1.200 km di piste ciclabili e ciclopedonabili. Il tutto immerso in un paesaggio unico, ricco di scorci altamente suggestivi e incontaminati e dove sopravvivono ancora oggi tradizione, vecchi rituali sociali, artigianato di una volta e tanto altro.

«Il turismo fluviale può rappresentare un asset importante per il settore in Emilia Romagna – sostiene Stefano Bollettinari, direttore regionale di Confesercenti Emilia Romagna – un prezioso arricchimento della qualità della nostra offerta che valorizza gli aspetti ambientali, enogastronomici e della vacanza attiva sempre più apprezzati dalla domanda turistica. La sfida possibile è quella di fare del Po e del suo territorio una destinazione turistica forte e attrattiva anche a livello internazionale».

Momento clou della Borsa sarà anche quest’anno il workshop di sabato 12, che ospiterà per tutta la mattina a Palazzo Bentivoglio gli incontri tra l’offerta di vacanza sul Po da parte di oltre 160 operatori di 4 regioni (oltre all’Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto) e la domanda italiana ed estera. Lo scorso anno sono stati 2300 i contatti commerciali generati dagli incontri. Come negli scorsi anni, l’iniziativa vedrà coinvolti i principali mercati europei con un’innovativa sezione “OTA” (Online Travel Agencies), per rispondere alle più recenti richieste di mercato.

I Tour operator avranno poi occasione, nel weekend, di vivere in prima persona le emozioni della navigazione sul Grande Fiume, grazie ad un eductour in area ferrarese, con escursione fluviale che toccherà la Stagione di Volano Mesola Goro, con visita alla settecentesca Torre della Finanza, seguita da una presentazione e degustazione dei prodotti tipici della zona.

La Borsa sarà poi anticipata dall’Anteprima “Da Piacenza al delta del Po”, un viaggio in quattro tappe, che si terrà da lunedì 30 settembre a giovedì 3 ottobre, e che toccherà le quattro province emiliano romagnole bagnate dal Po.

A “cornice” dell’evento business ci saranno convegni ed eventi: la Sala dei Falegnami di Palazzo Bentivoglio ospiterà venerdì 11 il Convegno “Il Paesaggio della bonifica: un itinerario naturalistico, culturale, multimediale, sociale per un turismo consapevole”, e sabato 12 l’incontro dal tema “Il rilancio economico passa dal turismo. Reggio Emilia e il Po snodo turistico internazionale”. Palazzo Bentivoglio ospiterà inoltre la mostra “I Blu”, dal Po all’Appennino” con le immagini fotografiche all’infrarosso di Giorgio Andreoli (sabato 12 ottobre, alle 16.30, incontro con l’autore e presentazione del suo libro fotografico), e la mostra di pittura “Impressioni di paesaggi, espressioni d’anime: i colori della luce”, con dipinti di Armando Negri e Sara Giuberti. Spazio anche alla ricchissima offerta enogastronomica delle terre dell’Emilia lambite dal Po, con le degustazioni “Le eccellenze emiliane del Po”, che si terranno per tutta la mattina di sabato.

Agli amanti della natura e della vacanza attiva è dedicato il percorso cicloturistico “Il paesaggio della bonifica”, itinerario guidato di due giorni alla scoperta di panorami, architettura e tradizione, dal Po Reggiano al monastero benedettino del Polirone (tra i fiumi Po e Lirone), nel comune di San Benedetto Po, fondato nel 1007. Domenica 13 sarà disponibile anche un giro guidato in bus per i luoghi della bonifica.

 

“Le limitazioni della circolazione entrate in vigore lo scorso 1 ottobre e valide fino al prossimo 31 marzo si inseriscono quest’anno in una situazione di crisi dei consumi ed economica particolarmente accentuata e questo crea ulteriori difficoltà alle imprese che operano in particolare nei centri urbani della nostra regione.” Questo il giudizio di Roberto Manzoni Presidente di Confesercenti Emilia Romagna sulla prima giornata di blocco della circolazione prevista per domani giovedì 10 ottobre (ad eccezione dei Comuni che l’hanno revocato in base ai dati del bollettino settimanale sulla qualità dell’aria pubblicato da ARPA).

“La Confesercenti Emilia Romagna, inoltre, - continua Manzoni - è molto preoccupata dalla prossima approvazione del Piano Regionale Integrato per la Qualità dell'Aria che prevede di limitare ulteriormente la mobilità dei cittadini, aumentando, così, le difficoltà delle piccole e medie imprese del nostro territorio senza peraltro risolvere il problema dell’inquinamento.”

La Regione Emilia-Romagna, infatti, dopo aver dato avvio al percorso di elaborazione del Piano Regionale Integrato di Qualità dell'Aria (PAIR2020), ha approvato con delibera della Giunta Regionale n. 949 dell’08/07/2013 il Documento Preliminare del Piano, contenente  presunte misure per il risanamento della qualità dell'aria sul territorio regionale che si sostanziano soprattutto in ulteriori inasprimenti dei divieti alla circolazione dei mezzi privati.

“La Confesercenti E.R. – chiosa ancora Manzoni - ritiene che gli interventi volti alla riduzione degli inquinanti, debbano essere estesi a livello nazionale ed europeo, per evitare di richiedere inutili sacrifici ai cittadini e agli imprenditori della nostra regione, quando le emissioni nocive avvengono altrove. E’ sicuramente opportuno tenere conto delle conseguenze negative che l’inquinamento ha sui costi della spesa sanitaria, ma è altrettanto importante valutare l’impatto che misure restrittive producono sul tessuto produttivo, di servizi e sull’occupazione di questa regione. Così come è necessario che i parametri di riferimento per la stima delle emissioni siano le medesime a livello europeo.”

Per questo il Presidente di Confesercenti ritiene ormai obsolete, inutili e soprattutto inefficaci le limitazione del traffico, mentre sarebbero a suo giudizio necessari, interventi strutturali decisi attraverso accordi infraregionali e internazionali, con maggiori investimenti sulle tecnologie sostenibili e maggiore competitività nel trasporto pubblico, in modo da rendere fruibili, oltreché sostenibili, le città. “Gli interventi previsti dalla Regione – conclude Manzoni - non devono perciò creare sperequazioni rispetto alla competitività tra regioni limitrofe, e da questo punto di vista sarebbe opportuno sottoscrivere un accordo tra le Regioni del bacino del Po per l’adozione di misure uguali e prevedendo modalità omogenee di rilevazione delle PM10.”

I risultati dell’indagine del Centro Studi Turistici per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna che ha coinvolto 622 imprenditori turistici della regione

In un periodo caratterizzato da un andamento incerto della domanda italiana, i primi dati sulla stagione estiva 2013 fanno registrare una leggera diminuzione del mercato in termini di presenze.

Più in generale, se nei primi cinque mesi del 2013 l’industria regionale delle vacanze aveva già registrato una flessione delle presenze, nel trimestre estivo (giugno-luglio-agosto) i risultati dovrebbero attestarsi su valori di leggera diminuzione (-1,2%).

“Purtroppo però, nonostante il parziale recupero di agosto – sostiene il direttore regionale di Confesercenti Stefano Bollettinarii fatturati delle imprese hanno segnato un ulteriore calo, attestandosi al -5,5% rispetto allo stesso trimestre 2012: la minor capacità di spesa da parte della domanda italiana e le politiche tariffarie delle imprese incentrate su sconti e offerte speciali hanno determinato l’ulteriore contrazione ricavi. Risultati quindi condizionati dalla crisi economica, che ha assottigliato ulteriormente i budget delle vacanze e la loro durata”.

L’Emilia Romagna riesce a reggere seppure con difficoltà grazie alla domanda estera e al recupero in agosto di quella italiana.

“Anche nella difficile stagione di quest’anno – afferma il presidente regionale Asshotel-Confesercenti, Claudio Della Pasquac’è stato un forte impegno degli imprenditori e del sistema turistico per reggere la competizione di mercato ma si riduce sempre più il margine di redditività aziendale fino al punto da rendere problematica la gestione corrente delle imprese, sottoposte a continui aumenti di costi e di tasse, come nel caso dell’Imu, nonostante si tratti di immobili destinati ad attività produttive. E’ necessario considerare il turismo come un comparto industriale vero e proprio e destinatario di politiche nazionali”.

I cambiamenti più significativi dell’ultimo periodo sono stati:

1. aumento della quota di consumatori che scelgono i servizi sulla base del prezzo e non della proposta;

2. ulteriore incremento delle prenotazioni “sottodata” tramite il web;

3. rafforzamento del segmento lusso, grazie alla domanda proveniente in prevalenza dai mercati extraeuropei.

Giugno è stato sicuramente il mese peggiore, non solo per le sfavorevoli condizioni meteo, ma soprattutto per la contrazione della domanda italiana, solo parzialmente compensata dai mercati esteri.

Luglio ha registrato andamenti altalenanti, con segnali di recupero nella seconda parte del mese, grazie alle provenienze dall’estero e alle campagne promozionali avviate dalle imprese.

I flussi di agosto, invece, sono stati una boccata di ossigeno per il sistema turistico regionale, soprattutto per la Costa, con una ripresa della domanda italiana che è proseguita fino alla quarta settimana. Significativa anche la quota delle presenze straniere, che ha contribuito al parziale recupero del gap di inizio stagione.

Questo è il quadro che emerge dall’indagine realizzata per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna presso un campione di 622 imprese ricettive della regione, con un’offerta che è riuscita a tener fronte alla crisi anche se non in maniera omogenea. Il comparto alberghiero dovrebbe attestarsi al -0,7% (-2,1% di italiani e +4,4% di stranieri) e l’extralberghiero al -2,9% (-8% italiani e +8,4% stranieri).

La Costa Adriatica: dopo un giugno e la prima metà di luglio sottotono, segnali di ripresa sono stati registrati a stagione inoltrata, con il maggior afflusso soprattutto nei week end. Nel complesso dovrebbe attestarsi al -1,2%. Il calo degli italiani (-4,1%) è stato parzialmente compensato dalla crescita degli stranieri (+5,6%). Tra le nazionalità in aumento si segnalano: Germania, Svizzera, Olanda, Belgio, Francia, Russia e Paesi dell’Est.

Terme e Benessere: l’unico prodotto regionale che non riesce a fermare il trend di negatività. -13,6% di presenze italiane e -0,8% di stranieri, grazie soprattutto agli austriaci, svizzeri e alle provenienze dai Paesi dell’Est, con un dato complessivo stimato al -4,4%

Appennino e Verde: sicuramente favorita dalle frequenti ondate di calore. Se in termini di presenze si registra una diminuzione degli italiani (-3,3%), promettente risulta invece il trend degli stranieri (+0,9%), che portano il dato complessivo al -0,7%. Tra le nazionalità in crescita svizzeri, austriaci, olandesi e i Paesi dell’Est.

Città d’arte: in flessione del -1,4%, con un aumento degli stranieri (+3,3%) e una netta diminuzione degli italiani (-4,1%). In aumento tedeschi, svizzeri, olandesi, francesi, russi, Paesi dell’Est.

Anche settembre dovrebbe segnare un trend di stabilità o di leggera flessione, nonostante l’incremento dei flussi registrati nella prima settimana, in particolare sulla Costa. Ad oggi, l’andamento degli hotel a 4/5 stelle è stimato sugli stessi livelli del 2012, mentre per l’extralberghiero si prevede una diminuzione. I prodotti con le migliori aspettative sono le Città d’Arte e l’Appennino e Verde.

Sulla base delle indicazioni del campione, il tasso di occupazione registrato dalle strutture ricettive regionali nel corso della stagione estiva 2013 si attesterebbe su una media del 60,1%. Il tasso di occupazione più elevato è stato registrato dagli operatori della Costa (69,5%), a differenza delle Città d’Arte che hanno conseguito il valore più basso (43%).

Negativa la percezione sui fatturati conseguiti nel trimestre estivo, che dovrebbero segnare un decremento di oltre 5 punti percentuale. Il calo più evidente risulta per il settore extralberghiero (-7%), a differenza degli hotel che si attesterebbero al -4,3%.

 

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