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Nonostante il periodo di crisi, gli emiliano romagnoli non rinunciano alla tradizione dei regali natalizi. Infatti i dati delle vendite nella nostra Regione nei primi due week end di dicembre, manifestano già una tendenza alla stabilità rispetto all’anno scorso, anche se con qualche differenza per le diverse categorie merceologiche e per alcune zone del territorio, che fanno ben sperare che il momento clou della ricerca del pacchetto sotto l’albero, sia abbastanza positiva per le piccole e medie imprese.
Secondo un’indagine svolta dalla Confesercenti Emilia Romagna, infatti, su un campione di duecento negozi associati, si registra una sostanziale stabilità nelle vendite, con una leggera flessione in alcune province alla voce abbigliamento e gioielli. Non si rinuncia all’acquisto di giocattoli per i bambini, così come alle nuove proposte dell’elettronica. Rimangono invariati gli acquisti di elettrodomestici e mobili, dei libri e dei prodotti di profumeria.
Per il presidente di Confesercenti Emilia Romagna, Roberto Manzoni, “i dati dell’indagine sono ovviamente di buon auspicio e la speranza di un timido segnale di stabilità nei consumi ci invoglia ad essere ottimisti. Tuttavia due week end non sono sufficienti a stabilizzare la nostra economia che continua a registrare complessivamente dati negativi sia per quanto riguarda il calo delle vendite che la mortalità delle imprese.
Le ricette per invertire il dato sulla crisi dei consumi ormai sono note e richieste da tutte le forze imprenditoriali e rappresentative: prima fra tutte una drastica riduzione delle tasse che consenta ai consumatori di ritrovare potere d’acquisto e alle piccole e medie imprese di avere un motivo per assumere personale”.
Anche se il cosiddetto credit crunch nei confronti delle imprese va gradualmente diminuendo, l’Osservatorio Confesercenti sul credito rileva a giugno 2014 una contrazione dei prestiti vivi alle imprese del commercio e turismo in Emilia Romagna del -2,7%; tale dato è disomogeneo per dimensione d’impresa e si aggrava in modo significativo se consideriamo le imprese fino a 5 addetti nei confronti delle quali la riduzione dei prestiti arriva al -9,3%.
La dinamica tendenziale delle sofferenze lorde delle imprese del comparto commerciale e turistico su base annua, sempre a giugno 2014, ha registrato in Emilia Romagna una crescita del 22%, contro una media nazionale del 24,1%; anche su questo indicatore si rilevano differenze notevoli in relazione alle dimensioni d’impresa, con le micro imprese in particolare, che fanno registrare un aumento delle sofferenze del 10,9%, molto più contenuto rispetto al complesso del comparto.
“I dati evidenziano come soprattutto le micro imprese fino a 5 addetti del comparto commerciale e turistico siano ancora colpite dalla restrizione del credito – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore regionale di Confesercenti – e in modo più rilevante rispetto al complesso delle imprese del settore, risultando in tal modo penalizzate pur avendo un incremento minore delle sofferenze; occorre quindi migliorare l’accesso al credito bancario, che rappresenta spesso l’unica fonte esterna di finanziamento in particolare per le imprese di minore dimensione”.
Fonte: elaborazioni Confesercenti – Ufficio Crediti
Fonte: elaborazioni Confesercenti – Ufficio Crediti
(*) PRESTITI TOTALI AL NETTO DELLE SOFFERENZE LORDE
Anche in Emilia Romagna si potranno ritirare i nostri acquisti su internet presso il proprio edicolante di fiducia.
Grazie ad un accordo tra Fenagi, l’organizzazione degli edicolanti aderenti alla Confesercenti, e Indabox, l’Azienda italiana specializzata nel ritiro dei prodotti acquistati su internet, si potranno evitare code e ritardi consentendo alle edicole di diventare il punto di recapito dei prodotti acquistati online. Il rivenditore di giornali che sceglierà di aderire gratuitamente all’iniziativa potrà cosi consentire ai clienti di far recapitare i prodotti acquistati presso il proprio punto vendita, in modo che possano ritirarli in tutta comodità, senza preoccuparsi di farsi trovare in casa dal corriere o evitando lunghe code per ritirarlo.
Per Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti E.R.: “Nei momenti di crisi la capacità propositiva di questo settore si manifesta attraverso un accordo che, contemporaneamente, va incontro alle necessità dei consumatori e offre anche la possibilità agli edicolanti di proporre ai propri clienti un ulteriore servizio. Valorizzare le edicole, inoltre, significa aiutare questa parte di commercio economicamente, ma allo stesso tempo mantenere, dal punto di vista sociale, un punto di riferimento per molti cittadini che con l’edicole hanno sempre avuto un rapporto quasi “familiare”.
“Si tratta di una novità importante per il nostro settore e per i consumatori”, ha sottolineato Giovanni Lorenzetti, Presidente nazionale di Fenagi, annunciando l’iniziativa. Da una parte infatti permetterà alle nostre edicole di entrare in un sistema di servizi e, sfruttando gli orari già in vigore e la capillarità delle nostre attività, contribuire a risollevare i redditi, oggi drasticamente ridotti dalla crisi di vendita della carta stampa. Dall’altra permetterà alle stesse edicole di offrire alla clientela un servizio aggiuntivo, considerando il grande sviluppo dell’e-commerce e la frequente difficoltà da parte dei consumatori a far quadrare il risparmio ottenuto con gli acquisti telematici con le difficoltà nel recuperarli. Siamo convinti - ha concluso Lorenzetti - di aver dato, con questo Accordo, una risposta efficace ed efficiente a questo problema”.
Dal prossimo 13 dicembre 2014 sarà obbligatorio indicare gli allergeni anche per i prodotti somministrati nei ristoranti, mense e bar con annessa ristorazione.
Ciò in virtù del Regolamento europeo 1169 del 2011 che prevede l’obbligo di fornire l’elenco di tutti le sostanze presenti negli alimenti somministrati non preimballati o imballati al momento.
Lo Stato italiano aveva però tre anni di tempo per trovare una normativa attuativa tale da garantire la sicurezza del consumatore e nello stesso tempo, ad avviso di Fiepet Confesercenti E.R., non gravare i ristoratori di un ulteriore balzello burocratico. Ciò non è stato fatto, per cui all’avvio del periodo natalizio gli operatori di questo settore si troveranno a dover organizzare quotidianamente, ad ogni variazione di menu, il “bugiardino” informativo per i clienti, pena l’incorrere in possibili pesanti sanzioni.
Per il presidente regionale Fiepet, Andrea Cavallina: “non discutiamo assolutamente circa la volontà di garantire la sicurezza dei nostri consumatori, ci mancherebbe altro, noi siamo i primi che ci guadagniamo dal fatto che i clienti siano soddisfatti e garantiti dalla nostra offerta. Ma non nella forma che la Commissione europea prevede! E’ impensabile che, ad esempio, una trattoria casalinga debba ogni giorno pensare alla comunicazione scritta di alimenti che cambiano di volta in volta proprio perché freschi. Questa norma manca completamente di buon senso! Si privilegia in tal modo il prodotto industriale rispetto a quello fresco. E’ assurdo! Ci chiediamo anche: ma vale poi per tutti o ci sono settori che ne vengono esentati? Per questo chiediamo ai ministeri dello Sviluppo Economico e della Salute di preparare urgentemente un decreto che preveda la possibilità di informare con la massima facilità i clienti. E’ incredibile che nel nostro paese, famoso per la qualità della sua offerta enogastronomica, non si arrivi a garantire adeguatamente la sicurezza dei consumatori e la qualità dei cibi senza inutili e gravosi appesantimenti burocratici”.
Anche nell’imminenza delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea legislativa regionale, Confesercenti Emilia Romagna vuole sottolineare la situazione allarmante in cui versano le p.m.i. del commercio e del turismo, in gran parte ormai soffocate da questa lunghissima crisi, il cui effetto si manifesta non solo con un aumento del numero di chiusure, ma anche e soprattutto con una riduzione del numero di nuove aperture. Si assiste dunque a una sempre maggiore difficoltà ad aprire una nuova impresa: un dato allarmante, soprattutto in una regione come l’Emilia Romagna che ha sempre registrato un altissimo tasso di imprenditorialità della popolazione.
Nei primi 8 mesi del 2014 nel solo settore commerciale al dettaglio in Emilia Romagna, hanno già chiuso i battenti ben 2.006 negozi mentre le nuove attività sono state solamente 880; stesso trend per le imprese ricettive e pubblici esercizi: 1.294 chiusure a fronte di 643 nuove aperture.
Le imprese del commercio e della somministrazione versano in una situazione difficilissima: è interesse di tutti evitare l’ecatombe in due dei settori più importanti della nostra economia. Occorre intervenire subito, non si possono lasciare le imprese nel guado e lasciare che le città si desertifichino, con la scomparsa degli importantissimi punti di riferimento per la popolazione storicamente costituiti dai negozi di vicinato. Confesercenti chiede a Comuni e Regione di predisporre con urgenza un piano per salvare il commercio delle nostre città, studiando anche misure di supporto, anche attraverso un Fondo vero e proprio, per chi si mette in gioco e scommette sul futuro decidendo di aprire un nuova attività a partire da credito, assistenza tecnica, affitti e agevolazioni sulle tasse locali.
Per quanto riguarda l’emergenza negozi sfitti è necessario definire un sistema che coniughi le necessità di messa a reddito degli immobili commerciali con il bisogno delle imprese di locali a prezzi ragionevoli per gestire le loro attività. Quindi Confesercenti propone di istituire Tavoli tecnici tra Associazioni imprenditoriali e proprietari immobiliari, anche con la presenza dell’Ente pubblico con un ruolo di garanzia, per studiare un “canone” che sia remunerativo per il proprietario del negozio e sostenibile per il conduttore, con un impianto giuridico concordato.
Questo meccanismo potrebbe essere attivato anche per gli alberghi e le altre forme di ricettività turistica che da un lato vedono le difficoltà di subentro nelle gestioni e dall’altro la necessità in molti casi della rinegoziazione di canoni troppo onerosi e non più adeguati all’attuale trend economico e comunque di più forte competitività economica e di contrazione continua della redditività.
Confesercenti chiede quindi ai candidati alla presidenza della Regione Emilia Romagna di impegnarsi prioritariamente per:
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l’accesso pieno ai Fondi Europei 2014-2020 anche per le imprese del commercio, turismo e servizi e relativi progetti di investimento, con misure operative e bandi che consentano la reale fruibilità dei contributi anche alle micro e piccole imprese;
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la maggiore dotazione di risorse per la patrimonializzazione e i Fondi di garanzia dei Confidi da affiancare ai positivi interventi già effettuati per la mitigazione del rischio di credito, con un maggiore coordinamento delle modalità di intervento nei vari settori produttivi, anche prevedendo un Fondo e misure ad hoc per le start-up.
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lo stop a qualsiasi ulteriore aumento dell’imposizione locale e delle tariffe pubbliche, il cui impatto sulle imprese dovrebbe invece gradualmente diminuire;
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misure ancora più efficaci in materia di semplificazione amministrativa e burocratica;
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No ad ulteriori inasprimenti dei provvedimenti di limitazione al traffico veicolare privato ed eliminazione dei blocchi del giovedì;
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un’attenzione ancora più forte ai temi della mobilità, trasporti, sosta, raggiungibilità delle città e delle destinazioni turistiche che rivestono per le imprese di questi settori un’importanza vitale;
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misure concrete per garantire il rispetto della legalità, la lotta all’abusivismo commerciale e alle infiltrazioni malavitose nel tessuto economico; eliminazione dei “regimi agevolati” nelle attività commerciali, turistiche e della somministrazione alimenti e bevande;
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il completamento degli interventi di sostegno e dell’erogazione di contributi per le imprese delle aree colpite dal sisma del 2012.
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