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Il 24 novembre prossimo all’Hotel i Portici di Bologna, si terrà, promossa da Confesercenti dell’Emilia Romagna e Confesercenti Provinciale Bologna, con la collaborazione di BPER Banca, una giornata di studio e approfondimento dal titolo: “Il commercio al centro. Come cambia il negozio e come sfruttare con successo le nuove opportunità dell’e-commerce”. L’iniziativa è rivolta soprattutto alle PMI del commercio al dettaglio e vedrà la partecipazione dei maggiori esperti del settore a livello nazionale: Giovanni Cappellotto, curatore del programma scientifico della giornata e autore del libro “eCommerce la guida definitiva”; Luca Barbieri, giornalista e curatore del libro “Come aprire un negozio online (e avere successo)” che presenterà alcune storie imprenditoriali di successo; Luca Bove, specialista di Local search Marketing, che spiegherà come aumentare la clientela con la ricerca locale; Roberto Fumarola, specialista di eCommerce, che tratterà dei vantaggi, delle opportunità e dei rischi per le aziende commerciali nell’iniziare un’attività in questo ambito; Fabio Sutto, Digital Strategist specializzato in attività basate sulla Performance, che spiegherà come gestire con profitto la propria pagina aziendale su Facebook per migliorare le proprie vendite; Guglielmo Arrigoni, esperto in Mail Marketing che illustrerà le tecniche per informare, trovare, raggiungere, vendere ai clienti con il mail marketing; Gianelio Filice, Marketing & Business Analysis Manager che si occuperà dei comparatori di prezzo e delle ricerche online.
L’iniziativa intende offrire agli operatori del commercio, informazioni e competenze utili per utilizzare appieno le opportunità offerte dal mondo dell’e-commerce e prende spunto e conferma da quanto emerge in un’indagine condotta dall’Osservatorio regionale del commercio della Regione Emilia-Romagna su un campione di oltre 220 imprese del commercio al dettaglio. Le imprese che hanno avviato l’attività di commercio elettronico, infatti, dichiarano un incremento dei fatturati e, la cosa ancor più interessante, anche benefici sulle vendite nei negozi, che sono aumentate per quasi il 28% degli intervistati.
Internet è visto, dunque, come un’opportunità in più di “business”, e un canale di vendita aggiuntivo a quello tradizionale del “negozio fisico”, in grado di allargare il proprio mercato di riferimento anche al di fuori dei confini nazionali, come all’”Europa” per il 25,8% delle imprese, agli “Stati Uniti” per il 9,5% e all’’Asia per l’8,6%.
Le difficoltà principali nascono però dal “farsi trovare sul web” e riuscire a gestire in modo efficace le politiche commerciali e il mondo dei social network, difficoltà che diventano anche maggiori per le imprese di piccole dimensioni dove non esistono persone interne dedicate alla gestione del web. “Per queste motivazioni - afferma il direttore di Confesercenti E.R. Stefano Bollettinari –sono importanti momenti di approfondimento come quello organizzato da Confesercenti che permette alle imprese di cogliere le opportunità offerte dalla rete per promuovere e aumentare le vendite dei propri prodotti; offrendo loro tutti gli strumenti adeguati per accedere alle conoscenze necessarie per essere competitivi sul mercato.”
"L'E-commerce rappresenta una opportunità per le piccole imprese del commercio del turismo e dei servizi - afferma Loreno Rossi Direttore Confesercenti di Bologna - sia per iniziative di promozione e marketing, che per aumentare il proprio volume di affari affiancando la vendita on-line alla vendita tradizionale. Confesercenti Bologna crede in questa opportunità - conclude Loreno Rossi - e vuole essere a fianco delle imprese più giovani e più innovative che nella rete trovano la possibilità di crescere e offrire nuovi servizi ai consumatori"
Si è tenuta oggi pomeriggio all’Holiday Inn Express di Bologna, l’Assemblea annuale regionale di Confesercenti Emilia Romagna.
Per l’associazione di categoria sono intervenuti il presidente nazionale Massimo Vivoli, il presidente regionale Roberto Manzoni e il direttore regionale Stefano Bollettinari. Ospite come relatore l’assessore regionale al turismo e commercio Andrea Corsini. Un messaggio video è arrivato anche dal governatore regionale Stefano Bonaccini, assente perché impegnato per motivi istituzionali negli Stati Uniti. Sono inoltre intervenuti il Presidente regionale di Assohotel Filippo Donati e il Presidente regionale Anva Dario Domenichini.
L’incontro, è stato l’occasione per presentare un’indagine svolta dalla Confesercenti E.R. dal tema: “Sicurezza, Illegalità, Usura: la percezione delle imprese commerciali e turistiche dell’Emilia Romagna”, su un campione di quasi 500 associati, di cui 66,5% imprenditori del Commercio, 15% del Turismo e dei pubblici esercizi, 13,2% dei Servizi e intermediari, 5,3% di altre attività.
Dai dati emersi dalla ricerca, ben il 77% degli imprenditori emiliano romagnoli aderenti all’Associazione ha la percezione di un aumento negli ultimi 5 anni delle attività criminali nella zona in cui ha sede la propria attività.
Quasi il 63% degli intervistati dichiara di aver subito direttamente un reato a danno della propria attività (nel 54% dei casi si è trattato di un furto e nel 9,5% dei casi di una rapina) e il 76% ha sporto denuncia.
Il 53,7% ritiene che la criminalità organizzata di tipo mafioso si sia ormai radicata nel proprio territorio anche in attività come alberghi, pubblici esercizi, commercio e artigianato, mentre il restante 46,3% sostiene che questo fenomeno sia presente solo nell’attività edilizia, degli appalti, dell’autotrasporto e del traffico di droga.
Il 69% crede che i fenomeni d’illegalità siano tali da portare alla chiusura o alla vendita dell’attività, oppure la possa compromettere gravemente.
Per migliorare la sicurezza e contrastare la criminalità, secondo gli intervistati occorrerebbe nell’ordine: garantire la certezza della pena, combattere con più forza la corruzione e aumentare il controllo della polizia sul territorio. A proposito del fenomeno dell’usura, reato molto difficile da censire, il 31% del campione è a conoscenza di colleghi indebitati che sono stati costretti a cedere l’attività e il 52% ritiene che lo scarso numero di denunce sia dovuto a “paura e vergogna”.
Secondo il presidente della Confesercenti E.R. Roberto Manzoni: “i dati forniti dalla ricerca non fanno che confermare che gli imprenditori vivono in uno stato di insicurezza, non solo dal punto di vista economico, ma anche per quanto riguarda l'illegalità che si sta sempre più diffondendo. D’altronde, senza arrivare a casi più gravi, il solo fenomeno dell’abusivismo anche a causa di una certa mentalità che quasi lo giustifica finisce poi per rafforzare l’illegalità e la malavita. Ed è proprio in questi momenti che gli operatori delle piccole medie imprese, la cui esistenza all’interno delle città garantisce maggiore sicurezza e qualità della vita per i cittadini, hanno bisogno di sentire lo Stato vicino, non solo in termini di sicurezza personale e dei propri beni, ma anche attraverso azioni che consentano loro di non trovarsi strozzati dai debiti.“
A giudizio del direttore di Confesercenti E.R Stefano Bollettinari: “Il fatto che più della metà degli intervistati dichiari di aver subito un reato ai danni della propria attività, così come sia convinta che la criminalità di tipo mafioso ormai abbia messo radici nel nostro territorio, è veramente preoccupante. Anche per questo chiediamo alle Istituzioni preposte di intensificare i controlli e la repressione di tutti i fenomeni di illegalità e alla Regione di sostenere con politiche attive tutti i progetti che riguardano la prevenzione, sia per quanto riguarda gli investimenti per rafforzare la sicurezza, che per migliorare l’accesso al credito”.
Il Presidente Manzoni nella sua relazione ha poi toccato gli altri principali temi che preoccupano la categoria: dall’accesso al credito, all’eccessiva pressione fiscale e burocrazia, al miglioramento dell’accessibilità e delle infrastrutture di trasporto, alla salvaguardia ambientale e al dilagare dell’abusivismo in tutti i settori del commercio e del turismo.
Anche in Emilia Romagna il commercio ambulante rappresenta una realtà economica importante, oltre che una forma distributiva ricca di storia e tradizione: conta ben 9.327 imprese attive, 12.961 addetti, che effettuano il 9% circa delle vendite sul totale della distribuzione e svolgono un servizio diffuso sul territorio; tale forma di vendita è presente nelle città, ma anche nelle zone rurali e dove sono poco diffuse altre attività commerciali.
Si tratta però di uno dei comparti maggiormente colpiti da abusivismo e contraffazione, sia a livello nazionale che regionale.
In Emilia Romagna Anva-Confesercenti, l’associazione più rappresentativa del settore, ha stimato un giro d’affari di 180 milioni di euro annui: tanto è il “fatturato” delle attività abusive nel solo commercio su aree pubbliche a livello regionale, con 77 milioni di euro di conseguente mancato gettito fiscale.
L’esercito di venditori irregolari rischia perciò di mettere in ginocchio il commercio ambulante: si tratta di migliaia di soggetti fuori dalle regole in parte gestiti e sfruttati dalla criminalità che erodono in misura continua e crescente il fatturato delle imprese legali del commercio ambulante.
Infatti, Anva-Confesercenti stima in 934 il numero di irregolari che in Emilia Romagna “assedia” i mercati regolari cercando di intercettare la clientela in loro prossimità, e in 3.000 e oltre gli abusivi che nei mesi estivi si muovono quotidianamente lungo le spiagge della Costa; così come sono valutati in circa 400 i mercatini del riuso, degli hobbisti, delle opere dell’ingegno e artistici per circa 22.000 posteggi da considerarsi in gran parte abusivi.
Nel settore dell’antiquariato e del modernariato il volume di affari dei cosiddetti “hobbisti” e degli abusivi supera addirittura il 50% dei consumi del settore; in proposito Anva-Confesercenti rinnova la richiesta alla Regione Emilia Romagna di far rispettare in tutto il suo territorio la Legge regionale sugli hobbisti e di ritirare la delibera sui mercatini del “riuso” che viene utilizzata strumentalmente per aggirare tale normativa, con l’accondiscendenza, purtroppo, di taluni Comuni.
Da segnalare, inoltre, che la presenza e la crescita di imprese straniere, che di per sé potrebbe rappresentare un segnale di vitalità del comparto (rappresentano ben il 51,1% del totale delle imprese ambulanti a livello nazionale e il 45,7% a livello regionale), va controllata per verificare se una quota di questo fenomeno non sia solo strumentale per l’ottenimento del permesso di soggiorno: a volte infatti le imprese rimangono inattive o gestite in modo irregolare o sfruttate da reti malavitose.
“Su tutte queste molteplici forme di abusivismo, contraffazione e illegalità chiediamo alle autorità preposte di intensificare i controlli e gli interventi in modo almeno da ridurre le dimensioni del fenomeno – afferma Dario Domenichini presidente Anva-Confesercenti Emilia Romagna – che ha assunto dimensioni e modalità tali da danneggiare pesantemente chi opera in modo regolare; ci aspettiamo inoltre una soluzione definitiva rispetto al problema dei “finti” hobbisti che ormai si trascina da anni”.
“Il commercio su aree pubbliche è un settore vivo e dinamico – sostiene Stefano Bollettinari direttore di Confesercenti Emilia Romagna – ma per competere gli operatori regolari non devono trovarsi di fronte a una concorrenza sleale così pesante come quella degli abusivi; occorre una nuova politica di controlli che riesca, anche in modo selettivo, a incrociare le banche dati pubbliche ed evitare le iscrizioni “strumentali” nel registro delle imprese, nonché reprimere gli abusivi totali rendendo ancora più semplice e immediato il sequestro e la distruzione della merce abusiva e contraffatta”.
Assohotel Confesercenti Emilia Romagna propone un decalogo per la corretta gestione della Tassa di soggiorno, in attesa di un regolamento nazionale. La proposta è nata dopo la presentazione dell’indagine svolta dall’associazione di categoria in occasione del TTG Incontri della Fiera di Rimini ed è stata redatta da Massimo Feruzzi, Amministratore Unico di JFC, società che cura l’Osservatorio Nazionale della Tassa di Soggiorno, in collaborazione con Assohotel Confesercenti E.R.
Come è noto, Assohotel Confesercenti è da sempre contraria a questa imposta a carico del settore turistico, soprattutto perchè non solo penalizza gli operatori che si vedono molto spesso costretti ad abbassare i prezzi per rimanere competitivi sul mercato, ma anche perché spesso non è specificato in quale modo il ricavato dell’imposta venga utilizzato dagli enti locali: nonostante infatti esista da regolamento un ‘vincolo di destinazione’ dei proventi, è altrettanto vero che i Comuni non sono obbligati a fornire il ‘rendiconto d’utilizzo’ non esistendo, a tale proposito, nessun vincolo contabile specifico.
Per questo motivo viene proposto il DECALOGO, una sorta di vademecum che indica ad Amministrazioni Comunali ed a operatori l’iter da seguire prima di introdurre l’Imposta di Soggiorno, al fine di limitarne i danni.
Il Decalogo è composto da 5 regole “interne” (azioni-guida per l’Amministrazione) e da 5 regole “esterne” (azioni-guida per il mercato)” di cui diamo i contenuti in calce.
Il presidente di Assohotel Confesercenti E.R. Filippo Donati spiega che: “pur essendo completamente contrari alla tassa di soggiorno, chiediamo almeno una revisione generale della legge che l’ha istituita e delle modalità con cui i ricavi vengono poi impiegati. Il decalogo che proponiamo può essere il primo passo in questa direzione”.
A giudizio del direttore di Confesercenti E.R., Stefano Bollettinari: “soprattutto quando si tratta di applicare ulteriori imposte che si vanno ad assommare alla già pesante pressione fiscale, è molto importante almeno adottare tariffe contenute e modalità di gestione semplificate ed eque, che non ostacolino la promozione turistica. Anzi, occorre far percepire e rendere evidente ai turisti e agli imprenditori che i proventi dell’imposta siano stai investiti direttamente nel settore”.
Di seguito i contenuti del Decalogo:
Si è svolto stamattina nel suggestivo cortile di Palazzo Ducale di Guastalla, all’interno della 6° Borsa del Turismo Fluviale e del Po, il convegno organizzato da CONFESERCENTI Emilia Romagna dal titolo: “Il fiume Po e il suo territorio: risorsa turistica, ambientale, economica”.
Vi hanno partecipato il sindaco di Guastalla Camilla Verona, l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, Alessandro Papini del Centro Studi turistici di Firenze, il presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia Stefano Landi, il presidente di Assoturismo Confesercenti Nazionale Claudio Albonetti, il presidente Confesercenti Reggio Emilia Dario Domenichini e il direttore di Confesercenti Emilia Romagna Stefano Bollettinari.
Il convegno è stato l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del Po e del suo territorio dal punto di vista della promozione turistica. Il successo delle passate edizioni e l’interesse sempre crescente intorno alla Borsa del Po, hanno convinto gli organizzatori ad invitare quest’anno a partecipare alla manifestazione anche organizzazioni turistiche della Lombardia, una delle quattro regioni attraversate dal primo fiume italiano, insieme all’Emilia Romagna, Veneto e al Piemonte.
Per comprendere il valore del brand Po, i 445 comuni bagnati dal Po nel 2014 hanno totalizzato 2,8 milioni di arrivi e 11 milioni di presenze (stime del Centro Studi Turistici su dati regionali e provinciali), con il 74,9% di arrivi e il 73,7% di presenze nazionali (25,1% di arrivi e 26,3% di presenze straniere). L’incidenza dei flussi turistici in questi comuni dell’Area Po sul totale delle province interessate è stata, nel 2014, rispettivamente del 46,6% per gli arrivi e del 57,4% delle presenze. La capacità ricettiva dell’intera area del fiume Po consta di 4.030 tra esercizi alberghieri ed extralberghieri, per complessivi 107.417 posti letto.
Nell'area Po emiliano romagnola (608 esercizi tra alberghieri ed extralberghieri, per 38.887 posti letto complessivi) l'anno scorso si sono totalizzati 5.352.634 presenze e 817.052 arrivi.
Per il direttore della Confesercenti Emilia Romagna, Stefano Bollettinari: “il crescente successo della manifestazione è il segnale che ci stiamo muovendo nel verso giusto. Gli interventi emersi nel convegno confermano che tutte le forze che gravitano intorno al grande fiume devono fare “sistema” affinché venga proposto un prodotto turistico Po vincente anche nel mercato internazionale. L’aumento del numero dei tour operator e degli operatori italiani dell’offerta, per noi significa che siamo sulla strada giusta”.
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