L’indagine svolta dalla Confesercenti E.R. sui risultati dei saldi in regione presso un campione di esercenti del settore abbigliamento, dal 5 gennaio scorso, inizio dei saldi, all’ultimo week end, conferma una leggera ripresa delle vendite rispetto all’anno scorso.

Infatti, secondo il rilevamento, rispetto al 2014, le vendite risultano aumentate per il 17% degli intervistati, stabili per il 54%, mentre solo per un 29% risultano diminuite.

Ottimismo anche per quanto riguarda le aspettative del prosieguo dei saldi per la maggior parte degli interpellati, anche in virtù dell’annuncio del ritorno del freddo invernale: oltre il 35% degli esercenti ritiene che sarà “abbastanza buono”, il 3% “molto buono”, stabile il 43%, “abbastanza negativo” il 15% e “molto negativo” solo il 4%.

Queste percentuali sembrano perciò confermare una leggera ripresa nella capacità di acquisto degli emiliani romagnoli, e una percezione più ottimistica riguardo al futuro da parte delle piccole e medie imprese.

L’Ufficio economico di Confesercenti E.R, ha calcolato che la spesa media è stata stimata in 160 € procapite.

Dall’indagine annuale dell’ufficio economico della Confesercenti Emilia Romagna su un campione di 9.051 studi di settore di aziende operanti dell’ambito del commercio, turismo e servizi in tutta la regione, relativi all’anno di imposta 2014 e confrontati con gli anni precedenti, emerge che rispetto al 2013 le ditte congrue più quelle che si sono adeguate agli studi, sono diminuite del 5,5%, passando dal 76,8% al 71,3% del 2014. Ciò nonostante, confrontando i dati dal 2006 al 2014, il risultato resta positivo, in quanto le ditte che rispettano gli studi di settore sono passate dal 65,5% del 2006 al 71,3% del 2014.

Evidentemente però, il dato di diminuzione del 2014 è lo specchio delle forti difficoltà attraversate dal settore commerciale e turistico in questa fase di crisi, soprattutto dalle piccole imprese: basti pensare che in quell’anno in Emilia Romagna, per quanto riguarda il commercio al dettaglio, il saldo tra aperture e cessazioni di imprese è stato negativo per 1.469 unità (1.565 aperture e 3.034 cessazioni) e per quanto riguarda le attività di alloggio e somministrazione il 2014 si è chiuso con un saldo negativo di 1052 imprese (1.520 aperture e 2.572 chiusure).

Inoltre si è verificato un altro trend allarmante: l’esistenza in vita delle imprese è sempre più breve: nel commercio ben il 51,4% delle attività commerciali iscritte nel 2011 erano già cessate a dicembre 2014,dopo soli tre anni di attività e, addirittura, il 62,3% delle imprese di alloggio e ristorazione ha chiuso i battenti nello stesso periodo.

L’analisi statistica sugli studi di settore evidenzia inoltre la continua flessione dei ricavi di alcune categorie del commercio, della somministrazione e dei servizi: è il caso, ad esempio, del commercio al dettaglio alimentare il cui ricavo medio diminuisce del 5,3% tra il 2013 e il 2014, dei ristoranti e pizzerie -2%, del commercio di generi di monopolio -3% e di carburanti e lubrificanti il cui ricavo medio è diminuito del 15% in un anno.

I dati dell’indagine – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore Confesercenti Emilia Romagna – testimoniano che il 2014 per le p.m.i. del commercio, del turismo e dei servizi è stato ancora un anno in cui la crisi ha inciso in modo significativo e solo a consuntivo 2015 si potrà valutare se vi è stata successivamente un’inversione di tendenza nella redditività aziendale. In ogni caso, specialmente per le piccole imprese, diventa difficile rispettare i parametri indicati negli studi di settore e chi non ce la fa più è costretto a chiudere i battenti. Si conferma quindi la necessità di ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese e nel contempo supportarle verso una fase di consolidamento della ripresa che auspichiamo avvenga nel 2016”

Qualche segnale positivo emerge quest’anno dalla consueta indagine condotta da Confesercenti Emilia Romagna per conoscere l’andamento delle vendite natalizie nel nostro territorio rispetto allo stesso periodo del 2014.

Da quanto emerso da un campione di oltre 200 associati intervistati nel settore del commercio, risultano lievi aumenti rispetto all’anno scorso: tra gli alimentari (+5%) si scelgono in particolar modo i prodotti tipici del territorio insieme a quelli più classici legati alla tradizione natalizia; l’abbigliamento, settore che risente di più della crisi, vede prevalere prodotti di maglieria e accessori, complice il clima relativamente mite che rallenta l’acquisto dei capispalla; non si rinuncia a qualche pacchetto per i bambini (+3%) soprattutto sull’onda dell’uscita del film Star Wars; vendite stabili per le gioiellerie, ricercate soprattutto per l’alta bigiotteria; +2% di vendite nelle profumerie con l’acquisto di creme per il corpo; i cellulari e i prodotti tecnologici rimangono stabili, si regalano soprattutto le ultime novità in campo di smartphone e tablet; dopo anni si registra un lieve aumento nella vendita di bestseller +2%; lieve aumento anche per quanto riguarda le tv di ultima generazione e i piccoli elettrodomestici (+1%).

Questi dati rappresentano un buon segnale di tendenza, anche se non sono ancora sufficienti a riportare i consumi a livelli pre-crisi. Perché si possa vedere una reale inversione di tendenza, occorre che gli aumenti rilevati in questo periodo si stabilizzino lungo tutto l’arco dell’anno.”


Numero interviste: 200

Variazioni vendite rispetto al 2014

Prodotti più venduti

 

Alimentari

+5

Prodotti tipici del territorio e della tradizione natalizia

Abbigliamento

stabile

Maglieria e accessori

Giocattoli

+3

Costruzioni, prodotti elettronici e ispirati a “Star Wars”

Gioiellerie

Stabile

Alta bigiotteria

Profumerie

+2

Creme per il corpo

Cellulari , prodotti tecn.

Stabile

Smartphon e tablet

Libri

+2

Bestseller

Elettrodomestici

+1

Tv di ultima generazione e piccoli elettrodomestici

Partiranno il 5 gennaio i saldi post-natalizi in Emilia Romagna. Per i successivi sessanta giorni, si potranno acquistare nei negozi del nostro territorio, capi d’abbigliamento, calzature e numerosi altri prodotti a prezzi scontati.

Si tratta di una buona occasione, soprattutto per quanti, costretti dalla crisi a non acquistare a prezzo intero, desiderano comunque prodotti di qualità a prezzi accessibili.

L’Osservatorio economico di Confesercenti E.R. stima una spesa media di €. 160 a persona, che possono tradurre in un ammontare complessivo di 713 milioni di euro di vendite nella nostra regione.

In occasione della presentazione del rapporto 2015 sull’economia regionale presentato oggi da Unioncamere e Regione Emilia Romagna, il presidente della Confesercenti E.R., Roberto Manzoni, ha dichiarato quanto segue:

Il rapporto 2015 sull’economia regionale presentato oggi a Bologna, realizzato da Unioncamere e Regione Emilia Romagna, evidenzia, per quanto riguarda il settore del commercio e per la prima volta da anni, un lieve recupero del trend delle vendite al dettaglio dello 0,5% rispetto al 2014 e ciò è senz’altro un segnale positivo.

Ciononostante per quanto riguarda la consistenza delle imprese, tra il 2011 e il 2015 il complesso del commercio a livello regionale ha perso ben 2.707 imprese e 11.603 addetti e si può quindi affermare che per riassorbire gli effetti della crisi occorre una ripresa economica e dei consumi più forte e consistente rispetto a quella attualmente in atto.

Ribadiamo quindi la necessità di rafforzare gli investimenti strutturali per il rilancio e l’accessibilità delle città, per la crescita del turismo e per la competitività delle piccole e medie imprese anche attraverso l’abbassamento della pressione fiscale e il supporto all’innovazione”.

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