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"L'accordo siglato da Apt Emilia-Romagna con Deutsche Bahn per l’attivazione della tratta ferroviaria Monaco-Rimini nella stagione estiva è sicuramente una buona notizia per il turismo della nostra costa e può rinverdire il rapporto storico che esiste fra Romagna e Germania su cui è stata costruita la fortuna di buona parte delle proposte turistiche regionali". È quanto afferma Filippo Donati, presidente di Assohotel Confesercenti Emilia Romagna a commento della presentazione dell’accordo fra Deutsche Bahn e Apt ER avvenuta oggi a Rimini. "Potenzialmente accordi come questo sono in grado di rappresentare un formidabile volano per tutto il turismo regionale e, per questo, si tratta ora di lavorare con profitto per lo sviluppo di collegamenti veloci fra Bologna e Rimini e le altre località turistiche della regione"
Nell'ambito della 20a edizione della Borsa delle 100 Città d'Arte si è tenuto stamattina, organizzato dalla Confesercenti Emilia Romagna, il primo di tre incontri dedicati al tema del rapporto tra cultura e turismo. Il seminario, dal tema: “Cultura, valore anche economico per il turismo. Progettazione e strumenti per la valorizzazione” si è tenuto nella cornice ricca di fascino della Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Sono intervenuti il Managing Director di Bologna Welcome Patrik Romano che ha parlato delle strategie in atto per aumentare il soggiorno medio e la spesa media dei turisti che, grazie alle importanti partnership strette dall’aeroporto con alcune compagnie aeree, arrivano a Bologna.
Per l'IBC Emilia-Romagna (Istituto per i Beni artistici Culturali e Naturali della Emilia-Romagna) hanno parlato il direttore Alessandro Zucchini e Francesca Ricci illustrando il prodotto realizzato che mette a disposizione gratuitamente migliaia di informazioni sui beni artistici e culturali della regione attraverso linked open data.
Ha proseguito Giuseppe Ariano coordinatore social media, web content specialist presso il MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) che ha spiegato come far emergere le risorse multimediali a disposizione (foto, video e testi) spiegando che l'importanza non sta nei numeri ma nella qualità dei contenuti. “L'obiettivo - ha detto Ariano- è quello di avere degli utenti consapevoli, ed ha inoltre raccontato quanto è stato importante per il MiBACT interfacciarsi con il pubblico attraverso i social network e ascoltando le loro idee.”
Nella seconda parte dell'incontro, gli esponenti di Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria hanno presentato il progetto “Sulle tracce di Piero” che ripercorre le orme dell'artista Piero Della Francesca, raccontando di come abbia ‘abbattuto’ i confini istituzionali delle Regioni favorendo il dialogo del pubblico con il privato; descrivendo inoltre l'importanza dell'Appennino come una risorsa turistica ancora da sfruttare appieno.
Al termine dell’incontro, Francesco Tapinassi, Dirigente Turismo MiBACT, ha illustrato le strategie nazionali in materia di turismo, annunciando l’approvazione del Piano Strategico entro l’estate attraverso un processo partecipato di concentrazione fra pubblico e privato..
Ha concluso il seminario Stefano Bollettinari dando appuntamento ai numerosi presenti ai prossimi incontri previsti per i vent’anni della Borsa del Turismo delle Città d’Arte, previsti per il 17 e 27 maggio.
Solo nel 2015, le presenze turistiche nella nostra riviera, secondo i dati dell’Osservatorio turistico regionale, sono state 37.510.000, l‘81% del totale regionale e gli addetti occupati nel settore secondo una stima dell’Ufficio economico Confesercenti E.R sono circa 50.000.
Se i dati forniti da Legambiente sono corretti, l’incidenza delle produzioni delle piattaforme regionali è pari a poco più dell’1,8% della produzione nazionale di gas e copre non più dell’1,7% dei consumi lordi; è chiaro perciò che il rischio ambientale che comporta continuare le attività estrattive entro le 12 miglia nel nostro mare, non valgono la candela.
Inoltre, è noto ormai come le attività estrattive nell’Alto Adriatico siano la principale causa della subsidenza, che significa la necessità di investire annualmente parecchi milioni di euro per il ripascimento delle spiagge.
Per questi motivi, dettati anche dal buon senso (l’associazione di categoria non è pregiudizialmente contraria ad un’industria che crea posti di lavoro, così come non sposa acriticamente posizioni ambientaliste) Assoturismo-Confesercenti E.R. è convinta che al referendum del 17 aprile si debba votare si, per salvaguardare un ambiente che risulta essere la nostra vera risorsa economica.
I NUMERI DEL TURISMO DELLA RIVIERA DELL’EMILIA ROMAGNA |
|
Presenze turistiche 2015 |
37.510.000 * (81,2% del totale regionale) |
Alberghi Posti letto |
3.100 * 224.000 * |
Campeggi e villaggi turistici Posti letto |
52 * 79.000* |
Stabilimenti balneari |
1.430 * |
Pizzerie, ristoranti, trattorie |
2.250 * |
Bar, caffetterie, birrerie, enoteche |
3.700 * |
Boutiques |
1.120 * |
Km. di costa attrezzata |
110 * |
Addetti occupati nel settore |
50.000 ** |
*dati Osservatorio turistico regionale – Il fenomeno turistico in Emilia Romagna edizione 2016
**stima ufficio economico Confesercenti Emilia Romagna
Regole uguali per tutti, più controlli sistematici per assicurare concorrenza leale fra tutte le attività ricettive della nostra regione che offrono lo stesso prodotto e spesso utilizzano gli stessi canali internet di promo-commercializzazione.
Queste le richieste di Assohotel-Confesercenti E.R. sulla base dei dati emersi dall’indagine, realizzata dal 2 febbraio al 18 marzo 2016, sulle principali piattaforme online (HomeAway, Wimdu, CasaVacanze, Booking, Tripadvisor), che Confesercenti E.R. ha commissionato al Centro Studi turistici di Firenze e presentati oggi nel corso di una conferenza stampa.
Dall’analisi risulta che in Emilia Romagna il fenomeno delle attività ricettive non ufficiali e gestite da privati è in continuo aumento. Questa tipologia di annunci sui diversi portali oscilla dal 14% all’80%: su Home Away sono state censite 2.162 offerte, di cui ben il 41% inserite da privati, fino al 76% pubblicate invece su Casavacanze.it. Anche su Booking.com, portale tradizionalmente vocato alla commercializzazione delle imprese ricettive, tra le 675 proposte di alloggio di B&B, Affittacamere e Locande ben il 22% non aveva una corrispondenza con imprese “ufficiali”. Ogni piattaforma, seppur con la sua diversità di proposte rivolte a segmenti differenti di mercato, presenta un livello di prezzi medi non proprio competitivo e un’offerta di posti letto assai rilevante: si passa dagli oltre 11 mila di Home Away agli oltre 8 mila di Wimdu e 7 mila di Casavacanze.it
Per il presidente Assohotel-Confesercenti Filippo Donati “è basilare che le regole siano uguali per tutti, in modo da assicurare il diritto di chi già lavora rispettando le normative regionali, paga le tasse sul proprio lavoro e garantisce la sicurezza dei consumatori: ritengo importante infatti che quanti scelgono la nostra regione come meta turistica, sappiano di arrivare in un territorio dove si assicurano standard di qualità e di legalità alta”.
A giudizio di Paolo Mazza, presidente Assohotel-Confesercenti Bologna: “anche per Bologna, città con significativi tassi di crescita del turismo incoming, il tema della concorrenza sleale e della parità di regole è molto sentito dalle imprese che quotidianamente si confrontano con il mercato. Infatti, dal focus su uno dei principali portali di ricettività in abitazioni private è emerso che l’80% degli annunci non erano riconducibili a strutture inserite negli elenchi ufficiali. Questa offerta sul mercato ammontava a 1.340 posti letto in 557 camere, con un prezzo medio di vendita pari a 61 euro a camera per notte. Tutto ciò, ovviamente, crea enormi difficoltà e perdita di competitività degli hotel della nostra città che sono soggetti a tutti gli obblighi di natura fiscale, di servizi e sicurezza che le normative regionali e nazionali prevedono”.
Secondo il direttore di Confesercenti E.R. Stefano Bollettinari: “il massiccio utilizzo del web che si è diffuso in questi ultimi anni, ha consentito anche ai titolari di alloggi privati, e alle forme di ospitalità non professionali, le stesse opportunità di promo-commercializzazione fino ad ora utilizzate dalla ricettività imprenditoriale, creando in tal modo una situazione fortemente asimmetrica a parità di condizioni di mercato, determinando quindi una concorrenza sleale.
Occorre perciò, da un lato un effettivo controllo delle norme esistenti (spesso non rispettate dalle forme di ricettività privata), dall’altro un aggiornamento complessivo delle leggi in materia che preveda la stessa regolamentazione per tutte le forme di ricettività in campo fiscale, di tassa di soggiorno laddove applicata, di pubblica sicurezza e igienico sanitarie”.
ALCUNI DATI DI SINTESI DELL'INDAGINE
A pochi giorni dalla consultazione referendaria sulle trivellazioni nell’Adriatico, Assoturismo-Confesercenti E.R. ribadisce la propria posizione contraria e invita i propri associati a votare si il 17 aprile prossimo.
Il rischio che corre un ecosistema così delicato come quello del Mediterraneo per rendere indipendente energeticamente il nostro paese per 7, 8 settimane nel caso del petrolio e per 6 mesi per il gas, potrebbe essere gravissimo e irreversibile: pensiamo solo cosa potrebbe accadere in caso di incidente in un mare chiuso come il nostro.
Per Assoturismo-Confesercenti E.R. è sicuramente più importante e redditizio salvaguardare e tutelare le nostre coste, considerato che il turismo è il nostro vero petrolio.
Se si vuole che il prodotto turistico dell’Emilia Romagna regga la sempre più forte competizione internazionale e che aumentino le presenze turistiche e il PIL regionale, la salvaguardia ambientale è un fattore imprescindibile. Inoltre, il sistema turistico rischia di essere compromesso dalla subsidenza, su cui incidono certamente le attività estrattive troppo vicine alla costa. Assoturismo-Confesercenti E.R. non è pregiudizialmente contraria ad un’industria che crea posti di lavoro. Tuttavia, lo sfruttamento dei giacimenti entro le 12 miglia potrebbe causare danni a un’economia troppo importante per la nostra regione e il principio di precauzione deve valere anche in un caso delicato come questo, soprattutto in virtù del fatto che non si ricaverebbero reali benefici in termini di risparmio energetico.
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