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01 Aprile 2025
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Le imprese con una presenza femminile in ruoli chiave, titolari o socie o amministratrici e legali rappresentanti, sono una realtà consolidata per l’Emilia-Romagna.
Secondo i dati di InfoCamere elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna, erano, infatti al 30 settembre 2016 le imprese femminili attive in regione, a quota 85.336, pari al 20,8 per cento del totale delle imprese regionali. Nonostante i primi segnali di una ripresa non si siano ancora chiaramente riflessi sui dati complessivi a livello regionale, la consistenza delle imprese in rosa ha mostrato un leggero incremento rispetto alla stessa data del 2015 (+267 unità, pari allo 0,3 per cento). Gli effetti della crisi passata si sono invece fatti sentire ancora, ma in misura più contenuta, sulle imprese non femminili, che sono risultate 2.383 in meno, con una diminuzione dello 0,7 per cento.
La quota nazionale di imprese femminili, sempre secondo la fonte citata, è rimasta stabile (22,5 %).
Un ruolo determinante, nel peso della presenza delle imprese femminili, è svolto dal settore del terziario che vede un’incidenza che supera il 72% del totale delle imprese femminili e, all’interno del terziario sono proprio i settori del commercio e della ristorazione che vedono la quota maggiore di imprese in rosa col 36% sul totale.
La leggera crescita delle imprese femminili è, quindi, determinata in particolare da quella dell’insieme dei servizi, mentre la crisi dei settori produttivi tradizionali come agricoltura e manifattura, ha colpito anche le imprese femminili registrando una loro diminuzione di circa sette decimi di punto .
Per il direttore di Confesercenti E.R. Stefano Bollettinari: ”questi dati confermano la vitalità delle imprese al femminile. Occorre offrire alle donne la possibilità di avere le stesse opportunità dei colleghi maschi, rendendo accessibili servizi, quali quelli importantissimi legati alle varie fasi della maternità, che rendano più facile il loro accesso al mondo del lavoro, poiché il contributo delle donne nella gestione delle imprese non è solo quantitativo ma anche di grande qualità, innovazione e originalità”.
Le piccole e medie imprese dei settori del commercio e del turismo della nostra regione hanno sempre più la necessità di essere competitivi sul mercato nazionale e internazionale.
In particolare, la capacità di gestire un sito di e-commerce sta diventando indispensabile per far conoscere la propria attività anche oltre i confini locali. Come emerge, infatti, da un’indagine svolta dal Politecnico di Milano e da Netcomm, l’e-commerceB2c in Italia cresce del 18% e sfiora i 20 miliardi di euro nel 2016; nel solo settore turistico della nostra regione, secondo il Centro Studi Turistici di Firenze, nel trimestre giugno-agosto 2016 la quota percentuale di prenotazioni inoltrate via web è stata pari al 55,1%, in crescita rispetto alla stagione estiva precedente.
Le imprese che si dedicano all’e-commerce sono in crescita a livello esponenziale anche in Emilia Romagna e sono passate dalle 660 del 2009 a 1.405 nel 2016, ma è un dato destinato ad aumentare progressivamente nei prossimi anni.
Inoltre, una recente indagine di Confesercenti nazionale/SWG vede il 55% dei 400 imprenditori commerciali intervistati, convinti che l’e-commerce sia una importante opportunità per dare slancio all’economia.
Ma non è solo la digitalizzazione che aiuta ad essere maggiormente competitivi; vi sono voci come la sostenibilità della propria attività che consente il contenimento dei costi e la rende più attrattiva verso una clientela sempre più attenta ai risparmi energetici e permettono di vendere i propri prodotti al di fuori dei confini nazionali.
Su questi tre “filoni”, digitalizzazione, internazionalizzazione, e sostenibilità, il Nuovo Cescot E.R. – il centro di formazione della Confesercenti - ha organizzato, cofinanziati dal Fondo sociale europeo, a partire da febbraio, numerosi corsi di formazione destinati agli imprenditori del turismo e del commercio del nostro territorio.
76 corsi coinvolgeranno circa 500 partecipanti, a cui si aggiungeranno 1600 ore di consulenza personalizzata riguardanti circa 200 imprese. Tutto ciò anticipato da 14 seminari informativi.
Più in dettaglio, per quanto riguarda il turismo, si svolgeranno 10 corsi sull’internazionalizzazione, 21 sulla digitalizzazione e 6 sulla sostenibilità; rivolti al commercio invece si terranno 7 corsi sull’internazionalizzazione e 32 sulla digitalizzazione. Le provincie coinvolte sono in tutto otto: a Parma si terranno 4 corsi, a Reggio Emilia 4, a Modena 7, a Bologna, 16, a Ferrara 5, a Forlì/Cesena 6, a Ravenna 10, a Rimini 15.
Per maggiori informazioni ci si può rivolgere al Nuovo Cescot E.R., via Don Bedetti, 26 Bologna. Tel. 0516380350
“Gli ambulanti che oggi, nel corso della manifestazione anti-Bolkestein, si sono resi protagonisti di minacce e lancio d’oggetti, non fanno parte delle nostre associazioni. Noi non abbiamo preso parte in alcun modo all’organizzazione della mobilitazione e ci dissociamo quindi completamente da questa, condannandone con forza i toni e soprattutto gli episodi di violenza”.
A dichiararlo, in una nota congiunta, sono Anva Confesercenti e Fiva Confcommercio, le maggiori associazioni di categoria del commercio pubblico in Italia, di cui rappresentano il 70% delle imprese, e le sole che fanno parte dell’Unione Europea del Commercio Ambulante.
“Dobbiamo tutti dire no a questo clima d’odio, che non può che danneggiare il settore, e non solo perché ne lede gravemente l’immagine. Gli ambulanti non sono questo: oggi in piazza abbiamo visto all’opera pochi facinorosi che non rappresentano nessuno. Di certo non rappresentano la maggioranza degli imprenditori in regola del commercio su aree pubbliche: il sospetto che abbiamo è che molti di questi non siano nemmeno veri ambulanti.”
“E, cosa ancora più grave, parte della politica sembra disposta ad ascoltare, ormai, solo chi grida più forte. E’ impensabile che pochi scalmanati tengano in scacco le istituzioni ed un settore fatto da 200mila imprenditori: l’intervento contenuto nel mille proroghe non soddisfa completamente nemmeno noi, ma tutela le imprese in regola e garantisce gli imprenditori onesti. Per noi deve essere il punto di partenza per impostare il superamento definitivo della Bolkestein”.
Le piccole e medie imprese dei settori del commercio e del turismo della nostra regione hanno sempre più la necessità di essere competitivi sul mercato nazionale e internazionale.
In particolare, la capacità di gestire un sito di e-commerce sta diventando indispensabile per far conoscere la propria attività anche oltre i confini locali. Come emerge, infatti, da un’indagine svolta dal Politecnico di Milano e da Netcomm, l’e-commerceB2c in Italia cresce del 18% e sfiora i 20 miliardi di euro nel 2016; nel solo settore turistico della nostra regione, secondo il Centro Studi Turistici di Firenze, nel trimestre giugno-agosto 2016 la quota percentuale di prenotazioni inoltrate via web è stata pari al 55,1%, in crescita rispetto alla stagione estiva precedente.
Le imprese che si dedicano all’e-commerce sono in crescita a livello esponenziale anche in Emilia Romagna e sono passate dalle 660 del 2009 a 1.405 nel 2016, ma è un dato destinato ad aumentare progressivamente nei prossimi anni.
Inoltre, una recente indagine di Confesercenti nazionale/SWG vede il 55% dei 400 imprenditori commerciali intervistati, convinti che l’e-commerce sia una importante opportunità per dare slancio all’economia.
Ma non è solo la digitalizzazione che aiuta ad essere maggiormente competitivi; vi sono voci come la sostenibilità della propria attività che consente il contenimento dei costi e la rende più attrattiva verso una clientela sempre più attenta ai risparmi energetici e permettono di vendere i propri prodotti al di fuori dei confini nazionali.
Su questi tre “filoni”, digitalizzazione, internazionalizzazione, e sostenibilità, il nuovo Cescot E.R. – il centro di formazione della Confesercenti - ha organizzato, cofinanziati dal Fondo sociale europeo, a partire da febbraio, numerosi corsi di formazione destinati agli imprenditori del turismo e del commercio del nostro territorio.
76 corsi coinvolgeranno circa 500 partecipanti, a cui si aggiungeranno 1600 ore di consulenza personalizzata riguardanti circa 200 imprese. Tutto ciò anticipato da 14 seminari informativi.
Più in dettaglio, per quanto riguarda il turismo, si svolgeranno 10 corsi sull’internazionalizzazione, 21 sulla digitalizzazione e 6 sulla sostenibilità; rivolti al commercio invece si terranno 7 corsi sull’internazionalizzazione e 32 sulla digitalizzazione. Le provincie coinvolte sono in tutto otto: a Parma si terranno 4 corsi, a Reggio Emilia 4, a Modena 7, a Bologna, 16, a Ferrara 5, a Forlì/Cesena 6, a Ravenna 10, a Rimini 15.
Per maggiori informazioni ci si può rivolgere al Nuovo Cescot E.R., via Don Bedetti, 26 Bologna. Tel. 0516380350
Confesercenti Emilia Romagna lancia l’allarme sulla situazione delle imprese commerciali dopo il dato diramato oggi dall’ufficio studi di Unioncamere che conferma la riduzione del numero di imprese attive a livello regionale anche nel 2016 (-687 unità).
Soprattutto le piccole aziende continuano a chiudere i battenti: sia ditte individuali che società di persone e certamente la stagnazione dei consumi incide significativamente su questo trend, ma secondo l’Associazione oltre a continuare a mettere in campo politiche di assistenza tecnica e di incentivi al credito e all’innovazione, occorre una pianificazione urbanistica che limiti lo sviluppo incontrollato delle grandi strutture di vendita che possono contare già oggi su una quota di mercato che supera il 60%.
La nuova Legge urbanistica regionale attualmente in corso di definizione può rappresentare una importantissima occasione per coniugare, esigenze di contenimento dell’uso del suolo, qualità ambientale, attrattività delle città ed equilibrio tra le tipologie distributive.
Confesercenti Emilia Romagna rilancia quindi con forza l’esigenza di una disciplina ad hoc per il commercio nell’ambito della nuova Legge urbanistica regionale.
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