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01 Aprile 2025
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.... vendita a partire dalla fase transitoria e serve una disciplina ad hoc per il commercio
In relazione alla proposta di nuova Legge urbanistica regionale attualmente in fase di elaborazione, Confesercenti Emilia Romagna nel preannunciare la propria condivisione agli obiettivi generali della bozza del provvedimento, in particolare per quanto riguarda il contenimento dell’uso del suolo, le politiche di rigenerazione urbana e di attrattività delle città, nonché di tutela e valorizzazione del territorio e dell’ambiente, manifesta nel contempo la propria forte preoccupazione su alcuni aspetti che rischiano di modificare ulteriormente l’equilibrio tra le tipologie distributive a ulteriore vantaggio delle grandi strutture di vendita, aumentando ulteriormente l’attuale trend di chiusura dei piccoli negozi che ha già causato in alcune aree delle città e del territorio fenomeni di desertificazione commerciale. Peraltro tale fenomeno vanificherebbe anche il raggiungimento dell’obiettivo principale della legge, del contenimento del consumo di suolo.
In particolare la fase transitoria di 3 anni (prima dell’avvio della formazione dei nuovi strumenti normativi), solo per l’effetto “annuncio”, sta già portando in diverse città della Regione ad accelerare la programmazione e progettazione di nuovi insediamenti di grande distribuzione, visto che l’attuale pianificazione contiene previsioni molto ampie; senza contare che tutto ciò che viene realizzato in questa fase non rientrerebbe nel computo del 3% di consumo complessivo del suolo.
Così come non sarebbero computati a regime, agli stessi fini, gli interventi di ampliamento e ristrutturazione di fabbricati adibiti ad esercizio d’impresa per le attività economiche già insediate che, nel caso di grandi strutture commerciali avrebbero un forte impatto sulla rete di vendita.
Confesercenti Emilia Romagna ritiene indispensabile quindi una regolamentazione più stringente per quanto concerne gli insediamenti delle grande distribuzione ormai arrivata in Emilia Romagna ad una quota di mercato di oltre il 60% con la superficie di vendita delle grandi strutture alimentari che è aumentata del 14% tra il 2007 e il 2014 e addirittura del 52% nel settore non alimentare, mentre i piccoli negozi continuano a chiudere i battenti (quasi 2.000 imprese attive in meno in Regione tra il 2011 e il 2016) e la loro quota di mercato è calata di circa il 14% negli ultimi 15 anni.
Ad avviso di Confesercenti Emilia Romagna, vista la peculiarità del settore, si rende necessaria una disciplina ad hoc nell’ambito della nuova Legge urbanistica per ciò che concerne l’insediamento o l’ampliamento di grandi e medie superfici commerciali, che ne eviti l’espansione incontrollata, visto anche il superamento nella nuova normativa di strumenti come i PTCP e i POC.
Aumentano le imprese del commercio, del turismo e dei servizi che rispettano gli studi di settore nel confronto tra gli anni d’imposta 2015 e 2014: è quanto emerge dalla consueta indagine annuale dell’ufficio economico della Confesercenti Emilia Romagna su un campione di 8.288 piccole aziende.
In particolare le ditte congrue più quelle che si sono adeguate agli studi sono passate dal 71,3% del 2014 al 71,7% del 2015(+ 0,4%); inoltre confrontando i dati dal 2006 al 2015 il saldo positivo sale a +6,2%,in quanto le ditte che rispettano gli studi sono passate dal 65,5% del 2006 al 71,7% del 2015.
“Come dimostrano i dati dell’indagine-commenta il Direttore di Confesercenti Emilia Romagna Stefano Bollettinari-le piccole e medie imprese del commercio, turismo e servizi si sono prodigate anche nell’anno d’imposta 2015 per rispettare gli studi di settore facendo registrare un trend di crescita in questa direzione, nonostante la situazione di incertezza e freddezza dei consumi che caratterizza il periodo.
Considerato però che gli studi sono stati aboliti per far posto a partire dall’anno d’imposta 2017 agli “indici sintetici di affidabilità fiscale” che dovrebbero avere una filosofia completamente diversa, non ci resta che auspicare che tale nuovo sistema rappresenti un miglioramento per le micro e piccole imprese rispetto alla situazione attuale e senza alcun appesantimento burocratico.
Ancora non si conoscono i contenuti dei provvedimenti attuativi della nuova normativa e occorrerà verificarne l’adeguatezza alla prova dei fatti”.
ANVA-Confesercenti e FIVA-Confcommercio da decenni ed ogni giorno lavorano a tutela degli interessi degli imprenditori rappresentati: lo fanno su tutto il territorio nazionale, interloquendo con tutte le Istituzioni statali, regionali, provinciali e comunali con serietà e professionalità e soprattutto con coerenza, rifuggendo da controproducenti clamori e da logiche strumentali.
Il lavoro costante e con chiari obiettivi produce sempre frutti: il numero dei nostri associati cresce di anno in anno, a conferma della nostra autorevolezza e credibilità.
Sul tema del rinnovo delle concessioni dei posteggi su area pubblica e sulla Direttiva Bolkestein abbiamo sempre agito avendo ben chiaro l’obiettivo da raggiungere: la salvaguardia del lavoro e dell’occupazione.
La nostra determinazione ed autorevolezza hanno permesso il raggiungimento di risultati importanti in questa direzione, prima con l’adozione dell’Intesa del 2012 ed ora, nell’ambito dell’iter di conversione in legge del decreto Milleproroghe, con la ribadita validità della stessa Intesa.
Siamo quindi a ringraziare tutti i rappresentanti delle Istituzioni che hanno valutato ed accolto le nostre istanze, ma un particolare ringraziamento va alla Regione Emilia Romagna ed all’Assessore Corsini che, in questo periodo difficile e confuso, hanno sempre avuto chiaro il vero interesse della Categoria: in particolare esprimiamo grande soddisfazione per aver con determinazione difeso in ogni sede la validità dell’intesa del 2012 ed accolto la nostra richiesta di proroga al 31 marzo 2017 dei termini di apertura dei bandi già diligentemente emanati dai Comuni dell’Emilia Romagna.
Siamo fermamente convinti che il rapporto costruttivo tra i privati ed il Pubblico, che ancora oggi contraddistingue l’Emilia Romagna nel Paese, e di cui siamo grati alla Regione, sia garanzia di sviluppo e coesione per le imprese che noi quotidianamente rappresentiamo.
Si è svolta stamattina, all’ Hotel Bologna Fiera (piazza della Costituzione 1), la seconda edizione del seminario/convegno organizzato dalla Confesercenti E.R. sull’E-commerce dal titolo:
“Il commercio al centro – idee, strategie, numeri e opportunità
per negozi che crescono e innovano”
cui hanno partecipato tra gli altri, il presidente regionale Confesercenti Roberto Manzoni, il direttore regionale Confesercenti Stefano Bollettinari, il presidente di Confesercenti Bologna Massimo Zucchini e il presidente di Confesercenti Ferrara Paolo Benasciutti, Valentina Pontiggia direttore Osservatorio Digital Innovation Retail – Politecnico di Milano e Giovanni Cappellotto consulente E-commerce & Web Marketer.
Come già avvenuto nella prima edizione, anche il seminario di oggi ha riscosso molto successo di pubblico (l’incontro era aperto anche ai non soci), in particolare sono stati molto apprezzati gli interventi dei numerosi relatori e gli incontri individuali riservati, in questo caso, ai soli associati, che hanno potuto avere suggerimenti personalizzati sulla promozione della propria attività attraverso l’e-commerce.
Come emerge, infatti, da un’indagine svolta dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management dal Politecnico di Milano e da Netcomm, l’e-commerceB2c (significa “Business to Consumer”, ovvero il rapporto di commercio che si instaura tra una realtà commerciale ed un consumatore), in Italia cresce del 18% e sfiora i 20 miliardi di euro nel 2016, mentre gli acquisti da Smartphone toccano quota 3,3 miliardi di euro grazie a una crescita del 63%. Il turismo si conferma il primo comparto dell’e-commerce con una quota del 44% e una crescita del 10%, ma a crescere a tasso più sostenuto sono informatica ed elettronica di consumo, +28%, con una quota del 15%, e l’abbigliamento che vale il 10% e cresce del +27%. In aumento anche arredamento e home living (+48%) e Food&Grocery, che crescono con tassi compresi tra il +30% e + 50%.
Il paniere dell’e-commerce italiano, benché ancora sbilanciato sui servizi (54% del valore complessivo), registra una crescita degli acquisti dei prodotti quattro volte superiore rispetto a quella registrata dai servizi (32% contro l’8%) avvicinando in tal modo il mercato italiano a quello straniero.
Anche i dati regionali, attraverso un’indagine condotta dall’Osservatorio del Commercio della Regione Emilia Romagna su un campione di 220 imprese del settore del dettaglio, confermano l’interesse degli operatori per questo canale di vendita. Infatti le imprese che hanno avviato l’attività di commercio elettronico per l’80% dichiarano un incremento dei fatturati e anche benefici sulle vendite nei negozi, che sono aumentate per quasi il 28% degli intervistati.
Internet viene percepito quindi da una gran parte di operatori come un’opportunità in più per aumentare il proprio business e un canale di vendita aggiuntivo a quello tradizionale del negozio “fisico”
Inoltre una recente indagine di Confesercenti nazionale/SWG su 400 imprenditori commerciali conferma questa percezione, visto che un 55% del campione considera l’e-commerce un’opportunità, anche se non manca un 31% che lo vede come una minaccia per la distribuzione tradizionale e un 14% che non si esprime.
Per il direttore della Confesercenti Emilia Romagna Stefano Bollettinari: “Anche per le piccole e medie imprese del commercio al dettaglio l’e-commerce può essere un fattore competitivo importante, soprattutto in una logica “multicanale”, per allargare il proprio mercato e aumentare le vendite; è però fondamentale metterle in condizione di affrontare questa sfida innovativa con i supporti e gli incentivi adeguati, economici, formativi e tecnologici, anche per imprese di piccola dimensione.
Intanto sono in continuo aumento gli operatori economici online in Emilia Romagna e sono passati dai 660 del 2009 ai 1.405 del settembre 2016”.
“Anche la nostra associazione- afferma Massimo Zucchini Presidente di Confesercenti Bologna - è impegnata a supportare le aziende associate in un percorso innovativo che consenta loro di cogliere le migliori opportunità per affrontare le sfide competitive del mercato, con l’obiettivo di mantenere viva una rete di piccole e medie imprese del commercio e del turismo in grado di garantire servizio e sicurezza alle città”.
Negli ultimi mesi la questione del rinnovo delle concessioni per il commercio su aree pubbliche, reso necessario dall’applicazione della Direttiva Servizi, si è inaspettatamente riaperta.
Nonostante tempi e modalità per i bandi fossero già fissati dall’Intesa raggiunta nel 2012 in sede di Conferenza Stato Regioni, lo scorso 30 dicembre il decreto Milleproroghe ha concesso un rinvio di quasi due anni, spostando il termine della scadenza delle concessioni in essere al 31 dicembre 2018.
Un cambiamento in corsa delle regole, ad appena sette mesi dalla scadenza inizialmente prevista, che rischia di creare incertezza normativa e un vero e proprio caos burocratico. Migliaia di imprese si sono infatti già preparate per la selezione nelle modalità previste dall’Intesa, moltissimi Comuni hanno pubblicato i bandi per i rinnovi ed iniziato le procedure. Un problema di cui la proroga non tiene conto, lasciando alle Amministrazioni Locali la responsabilità di decidere se sospendere o meno i procedimenti di selezione già in corso.
L'Emilia-Romagna ha comunque dato indicazioni ai Comuni di non interrompere le procedure già avviate.
Un ulteriore elemento di incertezza deriva, inoltre, dall’inserimento della proroga delle concessioni in un decreto legge, per la cui conversione in legge sono previsti 60 giorni di tempo, nel corso dei quali il Parlamento potrebbe modificare o sopprimere ulteriormente la disposizione. Inoltre, è probabile che la proroga – che si configura come una misura ‘automatica’ effettuata ex lege – venga rigettata dall’Europa, che potrebbe giudicarla illegittima per contrasto con la normativa comunitaria: è quanto avvenuto, appena un anno fa, per le concessioni balneari. Se questo dovesse accadere, tutte le concessioni, in quanto scadute, andrebbero messe subito a gara senza le garanzie previste per gli operatori dall’Intesa del 2012.
ANVA e FIVA, che rappresentano la quasi totalità della categoria, pertanto ritengono assolutamente inopportuna la scelta del Governo di procedere con la proroga in oggetto, omettendo di ribadire la validità dell’”Intesa” del 2012, il che rende di dubbia legittimità costituzionale il provvedimento stesso.
La salvaguardia dell’Intesa, raggiunta nel 2012 dopo circa 6 anni di duro lavoro e di confronto tra Regioni, Comuni e associazioni di categoria è quindi fondamentale ed inderogabile. E’ l’unico strumento oggi esistente di tutela per le imprese, e la sua validità deve essere confermata a tutti i livelli, in particolare per quanto riguarda le procedure di selezione dei bandi di rinnovo delle concessioni.
Per queste motivazioni, ANVA e FIVA sostengono la posizione delle Regioni, in particolare dell'Emilia-Romagna, che hanno chiesto al Parlamento di modificare il decreto introducendo una mera proroga tecnica del termine di emanazione dei bandi per quei Comuni che non sono riusciti ad adempiere alla normativa nei termini previsti e seguiranno tutto l'iter parlamentare del provvedimento con attenzione e la mobilitazione necessaria.
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