Relativamente agli incontri svoltisi nei giorni scorsi al MIBACT sul recepimento della nuova Direttiva europea sui pacchetti turistici UE 2302/2015 ASSOVIAGGI CONFESERCENTI ER condivide pienamente le osservazioni svolte unitariamente da Assoviaggi nazionale con le altre Associazioni del settore sull’intermediazione dei viaggi e particolarmente sui temi della centralità e della professionalità dell’Agente di viaggio, sull’ambito di applicazione della Direttiva e sul rispetto delle regole da parte delle onlus.

Su questo aspetto il Presidente regionale Assoviaggi-Confesercenti, Amalio Guerra, sostiene “le organizzazioni senza fini di lucro e le associazioni non professionali dovranno rispettare quanto indicato nella normativa europea in merito all’organizzazione dei viaggi e cioè non più di due volte l’anno. Tale disposizione deve essere recepita da tutte le Regioni.

Chi non vuole limitazioni deve adeguarsi a tutte le norme vigenti nel settore e diventare ufficialmente un agente di viaggio.

Le regole devono essere uguali per tutti.

Riguardo alla garanzia contro l’insolvenza, un settore delicato è quello dei viaggi scolastici: auspichiamo che il MIUR-continua Guerra- dia indicazione agli istituti scolastici affinchè si rivolgano solo ai professionisti autorizzati chiedendo l’attestazione documentale della garanzia e degli altri requisiti a tutela delle famiglie e degli studenti”

 

la nostra Regione può contare su nuovi esperti di marketing turistico in particolare enogastronomico che hanno svolto il loro stage in note aziende della Regione

Si è concluso nei giorni scorsi a Bologna, con il seminario dal titolo: “Il turismo enogastronomico tra globale e locale”, il corso di formazione promosso da Confesercenti regionale e organizzato dal Nuovo Cescot Emilia Romagna IFTS per diventare tecnico per la promozione turistica specializzato nello sviluppo del turismo enogastronomico. Era presente il Direttore della Confesercenti E.R. Stefano Bollettinari e i responsabili del Nuovo Cescot. Il corso, organizzato all’interno della Rete Politecnica cofinanziata con risorse del Fondo sociale europeo e della Regione Emilia-Romagna, ha avuto l’obiettivo di formare una figura in grado di creare, promuovere e vendere, prodotti e servizi turistici a favore di strutture alberghiere, reti di imprese e destinazioni, utilizzando strategie di marketing capaci di integrare risorse ambientali, culturali ed enogastronomiche. Il settore enogastronomico, e più in generale turistico, è sempre più una voce fondamentale nell’economia della nostra regione, che vede un esponenziale aumento di presenze di turisti, anche stranieri, e che richiede perciò figure sempre più specializzate nella promozione del settore.

 

Il corso di formazione di 800 ore complessive, ha visto la partecipazione di venti alunni, che hanno svolto il loro stage in note aziende del territorio quali: Vivara Viaggi Srl - Tour Operator di Bologna, Consorzio Vini Colli Bolognesi di Zola Predosa, Balsamico Village (Museo E Villaggio Dell'aceto Balsamico) di Acetifici Italiani Di Modena - Gruppo De Nigris, il Comune di Forlimpopoli - Sett. Cultura - Festa Artusiana, Cinemadivino Srl di Faenza (Ra), la Corte D'aibo Agristurismo della Valsamoggia (Bo) il Museo Ferrari Maranello, Visit Castelvetro di Castelvetro di Modena (Mo), Appennino Slow Scrl di Sasso Marconi (Bo), Iniziative Turistiche Soc. Con. Arl di Ferrara, Lmonkey Srl di Parma, Destinazione Umana - Tour Operator On Line Di Monteveglio (Bo), il Comune Di Pieve Di Cento , Settore Comunicazione Cultura Sviluppo Locale, il Museo della Civiltà Contadina - Città Metropolitana Di Bologna a San Marino di Bentivoglio (Bo), Casa Spadoni Srl Faenza (Ra), Relais Bellaria Hotel & Congressi di Bologna, Da Amerigo Di Bettini & C. Snc a Savigno Valsamoggia (Bo), Chef To Chef di Modena, Home Food Srl di Bologna, Slow Food Emilia Romagna di Sasso Marconi (Bo), Beltaine Soc. Coop Agr s Granaglione (Bo), petroniana Viaggi E Turismo Srl – Bologna.

Tenuto conto del successo di questa seconda edizione, a novembre partirà un altro corso di formazione sul marketing turistico.

La reazione così risentita Airbnb a proposito della nostra presa di posizione relativa agli affitti brevi ad uso turistico - sottolinea in una nota Assohotel Confesercenti Emilia Romagna- ci fa pensare di aver colto nel segno rispetto a una situazione che continuiamo a ritenere fuori controllo rispetto anche alla regolamentazione attuale cui dovrebbe essere soggetto il settore.

Cionondimeno pensiamo di aver sufficientemente chiarito che le nostre osservazioni si riferiscono ai casi in cui le regole attuali non vengono rispettate e comunque alla necessità di definire nuove norme alla luce dell’evoluzione che questa tipologia di ospitalità ha avuto in questi ultimi anni.

In proposito riaffermiamo che i dati riportati nell’indagine da noi commissionata al Centro Studi Turistici di Firenze sono la fotografia esatta della situazione, peraltro ricavata da un’analisi di dati on-line accessibili a chiunque e quindi facilmente controllabili.

Confermiamo la nostra valutazione generale che nel momento in cui sui principali portali web per l’Emilia Romagna viene rilevato un dato complessivo di oltre 67.000 proposte a un prezzo medio di 106 euro a notte, siamo di fronte a un’attività economica vera e propria, di carattere professionale e non già a un’attività di sharing economy nè tanto meno senza scopo di lucro.

Confermiamo anche i dati riferiti alla città di Bologna che sono stati rilevati confrontando la situazione del febbraio 2016 con quella a luglio 2017.

Infine, a proposito di regole invitiamo Airbnb, invece di replicare a noi, ad attenersi agli obblighi imposti dal decreto 50 del 2017, convertito in legge il 21 Giugno che prevede per gli affitti brevi il pagamento della cedolare secca del 21% e dell’imposta di soggiorno, fatto che non sembra per ora essere avvenuto per stessa ammissione di Airbnb.

La prima fase dei saldi estivi in Emilia Romagna sta facendo registrare un buon grado di soddisfazione nella maggioranza degli operatori commerciali, anche se non mancano coloro che non vedono un miglioramento delle vendite rispetto allo scorso anno.

Questa è la tendenza che emerge dal monitoraggio effettuato con sondaggio telefonico dalla Confesercenti Emilia Romagna, su un campione di imprese del settore abbigliamento e calzature. In particolare, per il 15% del campione si è verificato un aumento delle vendite, mentre per il 46% il dato si attesta sugli stessi livelli del 2016.

Stessi riscontri si sono avuti sul dato dello scontrino medio che risulta invariato per il 63% del campione, aumentato per il 6% e diminuito per il 31% segno che la ripresa dei consumi è ancora debole.

Lo sconto applicato mediamente oscilla fra il 30% e il 50%.

Il sondaggio conferma comunque che i saldi sono ancora un’occasione importante per fare buoni acquisti per il 66% degli interpellati, rappresentando circa il 30% del fatturato.

Chi pensava che Blackfriday, commercio on line e outlet, avessero travolto le stagioni dei saldi si sbagliava -commenta Stefano Bollettinari, Direttore di Confesercenti Emilia Romagna – questa formula garantisce ancora un’importante parte di fatturato per gli operatori commerciali.

Da rilevare inoltre che quest’anno sembra aver inciso positivamente anche l’entrata in vigore della Delibera regionale che impedisce le vendite promozionali prima dei saldi, rispetto alla quale, nel sondaggio effettuato circa il 60% dei commercianti interpellati si dichiara soddisfatto”.


Per Assohotel-Confesercenti E.R. occorre l’integrale applicazione delle nuove norme sulla cedolare secca e la completa parità di trattamento con le altre forme di ricettività

 

Secondo l'indagine commissionata da Assohotel-Confesercenti Emilia Romagna al Centro Studi Turistici di Firenze, il fenomeno di abitazioni private trasformate in strutture ricettive che offrono alloggio (case, camere, appartamenti e b&b), con i servizi tipici delle imprese regolamentate dalla normativa regionale, è in continuo aumento e ormai ha raggiunto dimensioni molto significative, al punto da creare una situazione di concorrenza sleale tra strutture ricettive ufficiali e forme di ricettività privata.

Proprio per questo Assohotel-Confesercenti E.R. ha accolto con soddisfazione la recente approvazione dell’introduzione della cedolare secca del 21% e della tassa di soggiorno per gli affitti brevi ma, nello stesso tempo, la ritiene un primo passo verso l’equiparazione completa delle regole delle diverse forme di ricettività anche per quanto riguarda, ad esempio, la normativa inerente l’IVA, i regolamenti igienico sanitari, la sicurezza e gli altri tributi; infatti, generalmente, non si tratta di iniziative occasionali, ma di attività economiche vere e proprie svolte nell’intero arco dell’anno o quasi e con l’offerta di servizi simili a quelli delle strutture ufficiali.

L’indagine, presentata oggi ad un anno di distanza dalla prima che già fotografava un fenomeno di dimensioni significative, ha inteso offrire un quadro sufficientemente reale, quantificando l’offerta disponibile a luglio 2017, cercando di distinguere le strutture «ufficiali» da quelle che operano al di fuori della normativa regionale, analizzando le proposte ricettive presenti nella nostra regione sui maggiori portali di commercializzazione come Home ToGo Homeaway, Windu, Casevacanza, Booking, Tripadvisor; una parte è invece dedicata, in particolare ai numeri delle strutture che si appoggiano ad Airb&b su Bologna. Erano presenti Filippo Donati, presidente Assohotel- Confesercenti E.R., Stefano Bollettinari, direttore Regionale Confesercenti, Alessandro Tortelli, direttore del Centro Studi Turistici (CST), Loreno Rossi, direttore Confesercenti Bologna.

Dall’analisi risulta che in Emilia Romagna Homeaway conta ad oggi ben 2120 offerte (+ 21%) suddivise in Appartamenti, Case, Cottage, Ville e Residence. Sono in forte aumento gli annunci gestiti da privati che oramai raggiungono il 51% (43,7% nel 2016).

Wimdu presenta 1223 proposte (i +10,2%); anche in questo caso il maggior numero di proposte riguarda appartamenti e case, così come CaseVacanze presenta per l’Emilia Romagna oltre 1300 annunci con un incremento del +8,8% rispetto all’anno scorso.

Booking.com conta per l’Emilia Romagna 5.767 strutture ricettive con un aumento del 38%. L’incremento maggiore si registra sugli appartamenti che passano da 849 a 1.497 a luglio 2017. In forte crescita anche tutte le altre tipologie collegate alla ricettività con le caratteristiche della civile abitazione (B&B da 550 a 800, Casa vacanze da 166 a 258, gli affittacamere da 100 a 175). La panoramica regionale si chiude con Tripadvisor che ad oggi registra sul proprio portale ben 8.743 annunci di strutture ricettive ( + 7,1% ).

Il lavoro di aggiornamento ha preso in considerazione anche il portale AIRBNB ma esclusivamente per l’offerta relativa al territorio comunale di Bologna. A tutt’oggi l’offerta ricettiva su questa città registra oltre 1.500 annunci (rispetto ai 611 del 2016 con un incremento del 149%). Sono in forte crescita le case/appartamenti che raggiungono ormai il 47% degli annunci postati, così come le stanze private; sono stabili le cosiddette stanze condivise. Rispetto all’indagine del 2016, oltre ad essere cresciuto il numero di annunci, sono anche aumentate le strutture ufficiali che hanno scelto come canale di promo-commercializzazione Airbnb, che hanno raggiunto un quarto degli annunci presenti (rispetto al 19% del 2016). In aumento gli Host che pubblicano più annunci per più appartamenti (485 annunci fanno riferimento a 68 Host).

L’indagine quest’anno ha preso in esame un nuovo portale HOMETOGO.IT che si definisce “Il più grande motore di ricerca per case e appartamenti vacanza al mondo”. HomeToGo raccoglie e raggruppa tutte le offerte in un unico sito, ricercando le offerte tra le più piccole agenzie specializzate e i più grandi portali con un solo click (oltre 150 siti). In Emilia Romagna sono presenti 67.507 proposte con un prezzo medio pari a Euro 106 suddivise in ben 14 differenti tipologie ricettive. A Bologna invece sono presenti su questo portale ben 2.374 proposte con un prezzo medio pari a Euro 88 suddivise in 11 tipologie ricettive.

 

A giudizio di Filippo Donati, presidente di Assohotel- Confesercenti: “tutte le attività del settore ricettivo devono essere regolamentate da norme che garantiscono una corretta competizione. Questo dato, di pari opportunità, in questo momento non è assolutamente vigente, anche se da anni, a gran voce, chiediamo, come Assohotel, norme condivise e per tutti. Assohotel, ma tutta la Confesercenti, non ha mai chiesto l'eliminazione di determinate forme di accoglienza o ricettività, anzi, le ritiene una ricchezza ed una occasione in più di sviluppo. Ma senza regole uguali per tutti, sia fiscali che comportamentali, salterà tutto, o meglio, salterà la parte debole di questo settore, che in questo momento è proprio quello alberghiero, vessato da una tassazione fuori media europea di diversi punti, da un cuneo fiscale sul lavoro ormai insostenibile e da una burocrazia ai limiti della più fervida fantasia. Occorre mettere mano a queste nuove formule di ricettività anche, se non altro, per difendere i consumatori finali, i turisti, prima che il nostro Paese (la nostra regione e le nostre città) diventino destinazioni dove bisogna fare molta attenzione alle ‘fregature’”.

 

Per Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti Emilia Romagna: “il fenomeno dell’offerta turistica gestita in forma privata sui portali on line ha assunto una dimensione talmente ampia che si configura come una vera e propria rete ricettiva parallela a quella ufficiale e non certo come un’attività occasionale.

Servono le stesse regole per tutti, altrimenti diventa una sorta di “concorrenza sleale 4.0” almeno a partire dal rispetto (senza azioni dilatorie) di quanto previsto dal D.L. 50/2017 per quanto riguarda il pagamento della cedolare secca e della tassa di soggiorno. Ci aspettiamo in merito i controlli del caso”.

 

Per Loreno Rossi, direttore di Confesercenti Bologna: “l’introduzione della cedolare del 21% sugli affitti brevi relativi ad appartamenti o locali (anche ad uso turistico) introdotta dal Governo, rappresenta certamente un primo passo verso l’equiparazione delle regole nelle diverse forme di ricettività e come tale è da valutare positivamente. Ciò non è tuttavia sufficiente perché è necessario andare oltre con una regolamentazione e limitazione più complessiva del fenomeno, dall’introduzione della partita IVA e agli altri adempimenti riguardanti le altre forme di ricettività professionale”.

L’Ufficio Stampa

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