ANVA e FIVA dell’Emilia Romagna esprimono la propria soddisfazione per l’Ordinanza assunta ieri dalla Regione che consente lo svolgimento dei mercati alimentari se stabilmente recintati o perimetrati con strutture idonee a non consentire l’accesso all’area se non dagli ingressi autorizzati.

“ANVA e FIVA – si legge in una nota – avevano chiesto espressamente questa possibilità per superare una situazione che metteva in grande difficoltà le imprese del settore e privava molte realtà del territorio di un’offerta commerciale importante; in grado di calmierare i prezzi, allentare la pressione sulle altre tipologie distributive aperte, limitare gli spostamenti delle persone e offrire un servizio di vicinato. La Regione, in particolare l’Assessore al Commercio, Andrea Corsini a cui il nostro ringraziamento, ha compreso queste motivazioni e ha agito di conseguenza”.

L’Ordinanza emessa prevede ora che siano i Comuni a disciplinare la gestione dei singoli mercati e le due associazioni degli operatori ambulanti si sono già mosse su tutto il territorio per sollecitare gli atti necessari alla riapertura dei mercati.

“E’ interesse anche degli operatori commerciali far sì che i mercati si svolgano nella massima sicurezza per lavoratori e clienti – continua la nota – e, a tal fine, le nostre associazioni garantiscono il massimo di collaborazione per individuare, assieme agli Enti Locali, le soluzioni più adeguate.”

Il Presidente della Confesercenti Emilia Romagna ha scritto al Presidente della Regione Stefano Bonaccini per chiedergli la riapertura dei mercati e dei posteggi alimentari che siano in grado di garantire il rispetto delle norme per il contenimento della diffusione del contagio da COVID-19.

“Caro Presidente – si legge nella nota - ti scrivo per segnalarti la situazione relativa alla vendita di generi alimentari da parte degli operatori ambulanti.

La restrizione imposta dall’ordinanza regionale, che vieta l’esercizio dell’attività a meno che non sia svolta in mercati a merceologia esclusiva per la vendita di prodotti alimentari e in posteggi destinati e utilizzati per la vendita di tali prodotti all’interno di strutture coperte o in spazi pubblici recintati, in modo tale da poter consentire un accesso regolamentato e il rispetto della distanza interpersonale di un metro, sta creando una pesantissima situazione per tante imprese che si trovano con ricavi azzerati e costi inalterati, generando disperazione e rabbia che comincia ad essere difficoltoso contenere. Complica la cosa anche la mancanza di una prospettiva di riapertura nel breve e medio periodo, dal momento che queste attività commerciali sembrano essere considerate fra le priorità più marginali da considerare in caso di riaperture programmate.

Per cercare di arginare il malcontento crescente e cercare di dare un segnale concreto di ripresa, ti chiederei di valutare l’opportunità di consentire anche lo svolgimento dei mercati o dei posteggi alimentari, anche negli spazi appositamente chiusi per consentire lo svolgimento del mercato e delle attività e non solo in quelle aree chiuse in modo permanente, incentivando le Amministrazioni Comunali a ricercare soluzioni in tal senso e garantendo da parte degli operatori il rispetto delle prescrizioni soprariportate.”

La Giunta regionale della Confesercenti Emilia Romagna si è riunita oggi in videoconferenza per esaminare il testo del Decreto-Legge 23 reso noto nella tarda serata di ieri con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Erano i Presidenti delle Confesercenti di Piacenza, Parma, Reggio nell’Emilia, Modena, Ferrara, Bologna, Imola, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.
Il sentimento più diffuso è stato quello della delusione rispetto a un provvedimento che aveva suscitato aspettative importanti ma che presenta più di una criticità. In particolare si lascia al sistema bancario un’eccessiva discrezionalità sulla possibilità di concessione del credito anche a fronte della garanzia dello Stato e non si comprende bene se vi possa essere un automatismo nella concessione dei prestiti al di sotto dei 25 mila euro. Anche la garanzia, inoltre, non è al 100% come preventivato ma si è abbassata al 90%, lasciando quindi spazio per dinieghi alle imprese più fragili e in difficoltà
Occorrono – a giudizio di Confesercenti - soluzioni che garantiscano veramente la liquidità finanziaria per la sopravvivenza delle nostre imprese che oggi si trovano senza ricavi ma con adempimenti, imposti e tributi locali e costi del personale praticamente inalterati.
“Le misure fino ad ora adottate al Governo, purtroppo, - afferma Dario Domenichini, presidente di Confesercenti Emilia Romagna - non rispondono alle richieste delle aziende che  vorrebbero riprendere la propria attività nel rispetto di tutte le norme precauzionali a garanzia della clientela e del proprio personale. Serve la cancellazione di alcune tasse e tributi per il 2020 e non solamente il loro differimento e la riduzione al 50% per il 2021, contributi a fondo perduto per la ripartenza, e accesso al credito con garanzia al 100% a tasso zero.
Mentre un altro nodo intricato da sciogliere e che sta creando molti problemi alle imprese rimane quello del pagamento degli affitti per il periodo di chiusura imposto per decreto, durante il quale l’affittuario non ha la disponibilità del bene ma gli viene comunque richiesto il pagamento del canone”.
L’auspicio di Confesercenti è che queste richieste trovino risposte concrete nei prossimi provvedimenti.

Il sistema bancario ha chiuso anticipatamente l’erogazione dei servizi bancari alla giornata di ieri e, pertanto, l’accredito dei bonifici di mercoledì 8 e giovedì 9 aprile avverrà solo martedì 14 creando, così, ulteriori disagi alle imprese, già colpite da difficoltà gestionali derivanti dal COVID-19  e ai lavoratori, compresi quelli che, usufruendo degli ammortizzatori in deroga, si ritrovano con stipendi ridotti che non sanno quando potranno ricevere. In questo modo, fra l’altro, si vanifica anche lo sforzo compiuto da tutto il mondo associativo, sindacale e professionale per assicurare la regolarità dei servizi, come l’elaborazione dei cedolini paga e altri, ad aziende e dipendenti
Secondo Confesercenti, la particolare situazione d’emergenza avrebbe dovuto chiamare tutto il sistema ad atteggiamenti più responsabili, cercando di affievolire le pesanti conseguenze che la situazione attuale pone al sistema economico regionale.

“Raccogliamo l'appello del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte che il 28 marzo ha rivolto un appello alle organizzazioni come la nostra a sostenere ed aiutare le categorie più esposte e deboli.

Noi riteniamo come S.O.S. Imprese Emilia Romagna che questo appello vada accolto in pieno e che sia necessario in questo momento aiutare e difendere il sistema dall'emergenza garantendo la sicurezza e la libertà delle nostre imprese.

Le organizzazioni criminali stanno sfruttando questo momento di crisi per aumentare il proprio interesse in termini economici e di potere. Non ci sono zone franche, sebbene le modalità d'azione si presentino in modo diverso a seconda delle aree economiche, sociali e culturali della Nazione.

Noi dobbiamo aiutare le imprese sane a non finire nella rete della criminalità: la quantità di soldi e la velocità di erogazione faranno la differenza.

E' quindi indispensabile ed urgentissimo intervenire con forza per sostenere le imprese a rischio anche attraverso adeguate immissioni di liquidità e alleggerimenti tributari e normativi tali da respingere infiltrazioni anomale.

Accanto agli interventi sulle imprese appare urgente intervenire aiutando le famiglie che si trovano sempre più in difficoltà.

Le associazioni antiracket ed antiusura, aderenti a "SOS IMPRESA rete per la legalità", in questi giorni durissimi di costrizione ed allarme, si sono riunite e confrontate sui questi temi e sono state formulate diverse proposte operative che potrebbero contribuire a rafforzare alcuni interventi semplici ma necessari quali:

sospensione della segnalazione in centrale rischi fino al 31 dicembre 2020 causa di un impatto sul rating;

sospensione del DURC ed erogazione dei contributi anche a chi ha il DURC non è in regola  fino a dicembre 2021;

liquidazione immediata dei crediti iva accise imposte vantati nei confronti delle PA.

Per quanto riguarda le famiglie:

credito alle famiglie attraverso  fondi ad interessi zero destinati alla solidarietà antiracket e antiusura a coloro che sono in condizioni di bisogno e più esposti al rischio.

La nostra Associazione è immediatamente disponibile a confermare il proprio impegno per la libertà d'impresa dai condizionamenti mafiosi, per la prevenzione del racket e dell'usura per le famiglie e le imprese e per la solidarietà a chi denuncia gli estorsori e gli usurai collaborando efficacemente con le forze dell'ordine e la magistratura.

Noi ci siamo e siamo pronti a collaborare.”

Il Coordinatore dell'Emilia Romagna di SOS impresa

                                                                   Giancarlo Melandri

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