Soddisfazione per l’entrata in esercizio del People Mover il 7 marzo prossimo è stata espressa dai presidenti di Assoturismo E.R. FIlippo Donati e di Assohotel Confesercenti provinciale Bologna Paolo Mazza.

Per Donati: finalmente si inaugura un’opera di intermodalità di livello europeo che accorciando i tempi di percorrenza tra la stazione e l’aeroporto consentirà a turisti e a quanti si spostano per lavoro, di guadagnare tempo e di avere un servizio di qualità. Simili azioni di people moving, progettate finalmente per processo e non per funzione, speriamo entrino a far parte della normale mobilità del territorio della nostra regione, abbattendone i costi di realizzazione, così da rendere più semplice il raggiungimento delle nostre coste e delle località turistiche ancora tagliate fuori da trasporti obsoleti.”

Il People mover - sottolinea invece Mazza - contribuirà ad una mobilità più veloce e di qualità, a togliere traffico dalle nostre strade e perciò concorrerà ad una maggiore tutela dell’ambiente. Aumenterà inoltre l’appeal della nostra città, ma nello stesso tempo l’aeroporto accorcerà i tempi anche per chi vorrà raggiungere Firenze e le altre città del Nord Italia. E’ ovvio che quest’opera farà di Bologna un elemento di attrazione anche per un’utenza fuori regione e noi dovremo rispondere con grande qualità e competitività rispetto alle città a noi vicine in cui arriva l’alta velocità.”

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Didascalia: da sinistra Marco Pasi, direttore Confesercenti E.R. Filippo Donati, presidente Assoturismo, Dario Domenichini, presidente Confesercenti E.R., Stefano Bonaccini candidato del Pd.

Si è svolta oggi a Bologna presso la sede di Confesercenti Emilia Romagna, la riunione periodica del Consiglio di Amministrazione di VITRINES D’EUROPE (rete europea di associazioni dei commercianti) alla presenza dei componenti provenienti da Francia, Spagna e Portogallo e del presidente di Confesercenti regionale Dario Domenichini e del direttore Marco Pasi.

In tale occasione il presidente di VITRINES D’EUROPE Stefano Bollettinari ha affermato: “Chiediamo con forza che nella nuova programmazione 2021-2027 dei Fondi Europei il rilancio del commercio di prossimità rappresenti un obiettivo prioritario per il suo valore sociale e per il contributo alla sostenibilità del territorio e alla qualità della vita. Occorre inoltre al più presto una legislazione speciale a livello europeo per le piccole e micro imprese commerciali, con burocrazia zero e fiscalità ridotta, se vogliono far sopravvivere la rete distributiva specializzata e di prossimità nell’ambito di un’Europa più sociale e vicina alle esigenze dei cittadini.  È necessario inoltre un rafforzamento delle norme sulla concorrenza sleale e l’introduzione di una “web tax” uniforme in tutti gli stati europei, che equipari la tassazione delle grandi imprese che operano online a quella di tutte le altre imprese commerciali”.

Per il presidente di Confesercenti Emilia Romagna Dario Domenichini “la continua emorragia di attività commerciali, in particolare di piccole dimensioni, è sotto gli occhi di tutti. È evidente allora che occorre intensificare gli sforzi fino ad oggi compiuti e adottare, in sede nazionale ed europea, provvedimenti di ampia portata per rilanciare il commercio di vicinato. Tra questi una moratoria di almeno 3 anni per l’apertura di nuove grandi strutture di vendita e centri commerciali, una nuova disciplina che eviti la concorrenza sleale tra commercio “online” e “offline”, nonché un maggior contrasto al dilagare di burocrazia e balzelli che penalizzano le piccole imprese. Inoltre, dopo un’incertezza che dura da oltre un decennio è ora di escludere in modo definitivo tutte le imprese turistiche e commerciali dall’ambito di applicazione della direttiva Servizi”.

 

Da sinistra: Marco Pasi direttore Confesercenti Emilia Romagna, Alfons Barti e Lluis Llanas di Barcelona Commerç, Francis Palombi presidente CDF, Stefano Bollettinari presidente Vitrines d’Europe e Dario Domenichini presidente Confesercenti Emilia Romagna


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Didascalia: da sinistra Marco Pasi, direttore Confesercenti E.R. Filippo Donati, presidente Assoturismo, Dario Domenichini, presidente Confesercenti E.R., Simone Benini candidato 5Stelle

L’avvio dei saldi in Emilia Romagna nel primo week end di gennaio ha registrato mediamente un buon andamento delle vendite e una generale soddisfazione fra gli imprenditori commerciali e i consumatori. E’ quanto emerge dall’indagine svolta dal Centro Studi della Confesercenti E.R. su un campione di imprese commerciali del settore abbigliamento, calzature e accessori della regione.
Il 66% degli intervistati si è dichiarato soddisfatto dell’andamento dei primi tre giorni di saldi (accanto al sabato e alla domenica, quest’anno si è avuta anche la giornata festiva dell’Epifania che ha visto tutti i negozi aperti).
Il sabato, primo giorno di saldi, è stato quello che ha fatto registrare il maggior volume di vendite per il 75% degli intervistati.
Nel complesso, per il 43% delle aziende le vendite hanno registrato lo stesso volume del 2019, per il 19% sono aumentate e per il 38% sono diminuite.
Lo sconto medio praticato è stato del 30%, con un 21% delle imprese che ha applicato sconti superiori a questa percentuale per cercare di smaltire nel minor tempo possibile la merce invernale non venduta, anche a causa di un andamento meteorologico non eccessivamente rigido che ha frenato gli acquisti di prodotti invernali.
Il valore medio dello scontrino è risultato, rispetto allo stesso periodo del 2019, invariato per più del 63% delle imprese, aumentato per l’11% delle imprese e diminuito per il 26% a conferma di una capacità d’acquisto della clientela che è diminuito negli ultimi anni.
Il valore medio dello scontrino è stato di 106,34 euro, in linea con il valore dello scorso anno.
La proposta, in termini di offerta, rimane comunque alta, con un’ampia possibilità di scelta in termini di prodotti e taglie.

“Il dato è particolarmente significativo – afferma Dario Domenichini, presidente di Confesercenti Emilia Romagna - perché, per le imprese del settore, i saldi invernali continuano a rappresentare una percentuale significativa del volume d’affari annuale (pari al 25%) e vengono dopo un 2019 particolarmente complicato e appuntamenti, come il Black Friday, che hanno drenato acquisti, orientandoli spesso su canali alternativi come il web. Questo inizio serve a ridare un po’ di fiducia alle imprese di vicinato, anche se è opportuno ribadire come sia sempre più necessario cercare di regolamentare in modo più preciso il fenomeno delle vendite on-line che, ad oggi, per quanto riguarda i grandi gruppi, sfugge spesso ad ogni regolamentazione amministrativa e fiscale generando una concorrenza poco leale e trasparente”.

 

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