Lo spostamento ad agosto dell’avvio dei saldi estivi 2020, deciso dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna, è accolto con favore dalla Confesercenti dell’Emilia Romagna. “Spostare l’avvio dei saldi estivi rappresenta una scelta giusta in un anno devastante come il 2020 per il settore dell’abbigliamento – si legge in una nota diffusa dall’associazione – e questa misura che si accompagna alla soppressione del divieto di svolgere le vendite promozionali nei trenta giorni precedenti la data d’avvio era stata fortemente richiesta dalle imprese del settore”.

Il settore dell’abbigliamento è uno di quelli che ha subito i danni maggiori dal lungo stop e rischia di veder completamente andare a vuoto tutta la stagione estiva dopo aver già perso quella primaverile. A questo si aggiunge anche una diminuita capacità di spesa dei cittadini che devono fare i conti con cassa integrazione e perdita del lavoro. “Per queste motivazioni – conclude la nota –le attività hanno ripreso con promozioni ad hoc, offrendo ai consumatori ottime occasioni di acquisto”. 

Il comparto turistico è probabilmente quello che ha subito le più gravi conseguenze dal punto di vista economico dalla chiusura per la pandemia. Tra gli operatori di tale comparto, le guide turistiche sono quelle che stanno soffrendo di più, proprio per la natura della loro professione che prevede la presenza di gruppi italiani e stranieri nonché una programmazione a lungo termine del lavoro che non consente una ripresa graduale, come sta invece avvenendo per altre categorie. Purtroppo, inoltre, i mesi interessati dal lockdown, sono stati quelli più rilevanti per il flusso del turismo nelle città d’arte e nei siti naturalistici.

Per Federagit-Confesercenti E.R. (Federazione italiana guide turistiche, accompagnatori ed interpreti), il decreto legge emanato dal Governo lo scorso 19 maggio, non ha tenuto conto delle difficoltà di questi professionisti.

La sua presidente, Maria Chiara Ronchi, sottolinea come: “le guide turistiche sono state fortemente penalizzate dalla crisi economica in atto: nel solo mese di aprile hanno subito il 100% di perdita rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, con effetti a medio e lungo termine dovuti alla contrazione del comparto turistico e all’impossibilità, anche a seguito della ripresa, di svolgere la propria attività caratteristica per il rispetto delle regole che riguardano il distanziamento sociale (impossibilità di costituire gruppi numerosi per visite guidate e tour). Perciò la Federazione ha stilato degli emendamenti al decreto, in cui si chiede innanzitutto che vengano erogati indennizzi pari a mille euro, almeno fino alla prossima primavera, periodo in cui si spera un ritorno alla normalità. Si chiede inoltre di disapplicare, per l’anno in corso, l’imposizione fiscale e contributiva.
Invitiamo la Regione, di cui apprezziamo gli sforzi fin qui svolti, di prevedere, come già avvenuto per Friuli, Piemonte, Campania e Sicilia, un contributo a fondo perduto a sostegno delle guide turistiche che, con ogni probabilità, non saranno in grado di riprendere la propria attività lavorativa prima del 2021.
Un punto che ci sta molto a cuore
– continua Ronchi – è la revisione del numero di componenti un gruppo all’interno di musei e mostre, troppo bassi per garantire anche un pallido inizio di ripresa lavorativa (a Ferrara, ad esempio, è previsto in 4 persone più la guida turistica!). Chiediamo perciò che venga aumentato sulla base della capienza, dove l’assetto della struttura lo consenta. Le guide sono in grado di garantire tutti gli standard di sicurezza organizzando il gruppo in modo da non sostare nelle sale più piccole.
Ricordiamo che le guide turistiche sono quelle figure professionali necessarie al fine di far apprezzare il nostro patrimonio culturale e naturalistico ad un pubblico ampio, attraverso una conoscenza approfondita, rigorosa e una capacità divulgativa in grado di contribuire  in maniera fondamentale alla promozione e all’immagine del patrimonio del nostro territorio, facendo apprezzare non solo i tesori che custodiamo, ma anche gli usi e i costumi della nostra terra, favorendo un turismo di qualità capace di avvicinare i visitatori alla storia e alla cultura della nostra regione”.

 

Il settore turistico è certamente uno dei più colpiti a causa del Coronavirus, e nonostante gli operatori si siano attrezzati immediatamente per garantire la sicurezza per i propri clienti, circola molta preoccupazione per l’esito della stagione estiva.

Secondo i dati di uno studio commissionato dalla Regione all’Osservatorio turistico di Unioncamere, l’impatto di Covid-19 sull’industria turistica emiliano-romagnola nel periodo marzo-agosto può essere calcolato in una perdita di 19,2 milioni di presenze (-42%) e in una riduzione del giro d’affari di 1.180 milioni di euro nella migliore delle ipotesi. Numeri che potrebbero salire a 28 milioni di presenze in meno (-62%) e una perdita di 1.800 milioni di euro in quello peggiore.
Nel settore della ricettività, il danno è stimato in una riduzione dei ricavi per le aziende alberghiere del 55%, pari a 1 miliardo di euro di minori entrate, e del 42% per la ristorazione, equivalente a 3,8 miliardi. Se poi si considera il Valore aggiunto, quindi la ricchezza prodotta in termini di Pil il calo oscilla fra il -12,43% e il -18,45% per il ricettivo e il - 12% e il -15,5% per la ristorazione.

Per Filippo Donati, presidente di Assoturismo-Confesercenti E.R.: “dall’apertura delle attività dopo il lockdown, il dato più evidente è che l’offerta del settore non è in grado di soddisfare la domanda a causa della normativa per il distanziamento fra persone; ciò rende difficile per un imprenditore rientrare delle spese effettive, tant’è che molte attività hanno deciso di non riaprire.
A soffrire di più in questo momento sono le città d’arte e gli alberghi: la domanda per gli alberghi è ancora timida, gli italiani si stanno informando per l’ultima metà di giugno e dall’estero arrivano più richieste di informazioni per luglio. Quindi, il mese di giugno è da ritenersi perso.
Siamo in attesa di vedere cosa succederà da adesso in poi con la riapertura dei confini tra regioni.
Quello che ora ci aspettiamo è un’azione reale per tutte quelle categorie escluse dal sostegno economico del Governo come le guide turistiche, i bus-operator e quelli della ricettività.
Inoltre, è necessario ritardare gli obblighi fiscali che facilmente a settembre non potranno essere onorati: non basta aprire un’attività, bisogna capire che il nostro settore sta resistendo per sopravvivere”.

 

 

Il presidente della Confesercenti E.R. Dario Domenichini, esprime la propria soddisfazione per la scelta  della Regione Emilia-Romagna di sospendere per il 2020 il divieto di effettuare vendite promozionali nei trenta giorni precedenti i saldi estivi. Il provvedimento è stato preso nell’ultima riunione dell’Assemblea Legislativa regionale.

“Dopo due mesi di lockdown e zero incassi – spiega il Presidente - la deroga è una scelta di buon senso e di buona politica che speriamo serva a dare una spinta ai consumi per fronteggiare la crisi del sistema economico del territorio causata dall’emergenza epidemiologica legata al Covid-19 e favorire la ripresa delle attività commerciali e degli acquisti da parte dei consumatori.
Tutte le azioni per riattivare il circolo virtuoso dei consumi in piena sicurezza sono le benvenute. E’ necessario affrontare in modo unitario tutto ciò che possa garantire l’interesse dei consumatori e favorire la ripresa del commercio e fare una riflessione per rivedere date e modalità dei saldi tenendo conto dei cambiamenti climatici”.

“La Confesercenti da anni chiede che la navigazione del Po sia considerata una risorsa strategica per il turismo della regione e chiesto di attivare un tavolo di confronto e una cabina di regia con la partecipazione dei privati, ovvero gli utilizzatori delle vie d’acqua, affinché possano essere informati e magari dire la loro sulla pianificazione dei eventuali lavori e, invece, ogni volta ci si trova di fronte a decisioni non concertate che colgono alla sprovvista”. È il commento di Nicola Scolamacchia, membro di Giunta della Confesercenti Emilia Romagna, nonché presidente della Confesercenti di Ferrara, a commento dell’ordinanza di blocco della navigazione del canale Boicelli dal 3 al 10 giugno, emessa dal Responsabile del SERVIZIO AREA RENO E PO DI VOLANO emessa venerdì scorso.
“Dopo mesi di chiusura totale, che hanno determinato la cancellazione delle gite primaverili, scolastiche, di Pasqua, Pasquetta e 1 maggio –continua Scolamacchia - era appena stata inaugurata la riapertura dell’attività di navigazione turistica, con grande sforzo organizzativo ed economico da parte dei privati interessati e con la programmazione già definita per tutte le domeniche di giugno e luglio del giro sul Boicelli e Po Grande. Senza preavviso, invece, è stata predisposta l'ordinanza di blocco della navigazione dal 3 al 10 giugno, senza informazione preventiva, creando un danno d’immagine e credibilità difficilmente quantificabile ma sicuramente rilevante. I lavori sull'Idrovia Ferrarese sono destinati necessariamente a creare disagi, ma se i lavori vengono concordati, questi si possono ridurre.” La richiesta di Confesercenti alle istituzioni è, dunque, di attivare quel tavolo di programmazione e confronto più volte richiesto “anche per riempire di contenuti reali – conclude Scolamacchia – l’affermazione che oggi va sempre molto di moda, sull’importanza strategica che riveste il turismo nella nostra economia, un settore che, però, nei fatti, rischia sempre di passare in coda alle scelte che si riferiscono ad altre priorità”.

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