Studi di settore: l'indagine annuale di Confesercenti Emilia Romagna segnala sempre maggiori difficoltà da parte delle imprese a rispettare i parametri causa crisi. Necessario ridurre pressione fiscale e supportare p.m.i.

Dall’indagine annuale dell’ufficio economico della Confesercenti Emilia Romagna su un campione di 9.051 studi di settore di aziende operanti dell’ambito del commercio, turismo e servizi in tutta la regione, relativi all’anno di imposta 2014 e confrontati con gli anni precedenti, emerge che rispetto al 2013 le ditte congrue più quelle che si sono adeguate agli studi, sono diminuite del 5,5%, passando dal 76,8% al 71,3% del 2014. Ciò nonostante, confrontando i dati dal 2006 al 2014, il risultato resta positivo, in quanto le ditte che rispettano gli studi di settore sono passate dal 65,5% del 2006 al 71,3% del 2014.

Evidentemente però, il dato di diminuzione del 2014 è lo specchio delle forti difficoltà attraversate dal settore commerciale e turistico in questa fase di crisi, soprattutto dalle piccole imprese: basti pensare che in quell’anno in Emilia Romagna, per quanto riguarda il commercio al dettaglio, il saldo tra aperture e cessazioni di imprese è stato negativo per 1.469 unità (1.565 aperture e 3.034 cessazioni) e per quanto riguarda le attività di alloggio e somministrazione il 2014 si è chiuso con un saldo negativo di 1052 imprese (1.520 aperture e 2.572 chiusure).

Inoltre si è verificato un altro trend allarmante: l’esistenza in vita delle imprese è sempre più breve: nel commercio ben il 51,4% delle attività commerciali iscritte nel 2011 erano già cessate a dicembre 2014,dopo soli tre anni di attività e, addirittura, il 62,3% delle imprese di alloggio e ristorazione ha chiuso i battenti nello stesso periodo.

L’analisi statistica sugli studi di settore evidenzia inoltre la continua flessione dei ricavi di alcune categorie del commercio, della somministrazione e dei servizi: è il caso, ad esempio, del commercio al dettaglio alimentare il cui ricavo medio diminuisce del 5,3% tra il 2013 e il 2014, dei ristoranti e pizzerie -2%, del commercio di generi di monopolio -3% e di carburanti e lubrificanti il cui ricavo medio è diminuito del 15% in un anno.

I dati dell’indagine – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore Confesercenti Emilia Romagna – testimoniano che il 2014 per le p.m.i. del commercio, del turismo e dei servizi è stato ancora un anno in cui la crisi ha inciso in modo significativo e solo a consuntivo 2015 si potrà valutare se vi è stata successivamente un’inversione di tendenza nella redditività aziendale. In ogni caso, specialmente per le piccole imprese, diventa difficile rispettare i parametri indicati negli studi di settore e chi non ce la fa più è costretto a chiudere i battenti. Si conferma quindi la necessità di ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese e nel contempo supportarle verso una fase di consolidamento della ripresa che auspichiamo avvenga nel 2016”

©Confesercenti Emilia Romagna
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