Il segno meno continua a segnare l’attività delle Piccole e medie imprese anche nei mesi di luglio e agosto del 2016, seppur con un lieve rallentamento rispetto ai primi due mesi dell’anno.

Secondo l’Osservatorio Confesercenti , infatti, nel quarto bimestre 2016 hanno chiuso 341 negozi a fronte di 96 aperture ( nel primo bimestre hanno chiuso 817 negozi contro 174 aperture). Cosi, anche per quanto riguarda il settore dell’alloggio e della ristorazione, si registra un saldo meno: – 159 imprese contro il – 487 del primo bimestre.

Relativamente al commercio ambulante, si sono iscritte 50 nuove imprese, cancellate 65, per un saldo di -15 attività contro le -108 del primo bimestre.

Nonostante il rallentamento delle chiusure – spiega il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni - non si può sottolineare che il segno meno imperversa in tutti i comparti. Finchè non si compieranno scelte strutturali, relative alla calmierazione dei prezzi degli affitti, ad una tassazione più equa, e alla prevenzione e repressione dell’abusivismo dilagante, ho il timore che prima di vedere un segno positivo passerà molto tempo.”


Bussoni: “desertificazione avanza, in Italia molti piccoli comuni ormai completamente senza servizi”.

Bollettinari: “Urgente rilanciare la centralità del commercio urbano”.

 

Conoscere meglio le modalità di funzionamento dei Bid per valutare opportunità e criticità di una loro introduzione anche in Italia, come argine alla desertificazione commerciale dei centri storici e strumento di sviluppo urbano. E’ questo il tema oggetto della giornata di approfondimento organizzata dall’Associazione Nazionale centri storici della Confesercenti (Ancestor), oggi a Roma. Alla discussione hanno preso parte il Segretario Generale di Confesercenti Mauro Bussoni, l’architetto Elena Franco di TMC Italia, il Responsabile dell’Ufficio Legislativo di Confesercenti Giuseppe Dell’Aquila ed il Coordinatore nazionale dell’Ancestor Stefano Bollettinari.

I Bid, o Business Improvement District, rappresentano un efficace sistema di gestione e sviluppo di aree urbane e del commercio, diffuso da anni soprattutto negli Stati Uniti e in Canada. Nei Paesi dove è stata introdotta, questa modalità di gestione ha portato progressivamente ad un aumento della capacità di attrazione del commercio urbano e si connota non solo come una centralizzazione delle attività di marketing ma anche come organizzazione comune di una serie di servizi da erogare nelle aree urbane interessate. Anche in Italia, dove si assiste da anni alla perdita di attrattività dei centri storici, è necessario pensare a un modello di gestione coordinata dei centri urbani come quella dei Business Improvement District, che rappresenterebbe un grande passo avanti rispetto agli attuali e seppur validi “Centri commerciali naturali” perché darebbe maggiore certezza e continuità nel reperimento delle risorse economiche e garantirebbe una più forte “regia” delle attività di valorizzazione dei centri urbani.

“Il commercio urbano italiano è in una situazione preoccupante”, sottolinea il Segretario Bussoni nel suo intervento. “La desertificazione di attività commerciali continua ad avanzare senza sosta: negli ultimi 25 anni abbiamo perso un quarto dei negozi, per la maggior parte nei centri storici, progressivamente sostituiti da ristoranti – che invece nel periodo sono quadruplicati – e da attività commerciali gestite da stranieri. Queste ultime sono tra le poche imprese del settore che continuano ad aumentare, anche se il contributo che danno alla ricostituzione del tessuto commerciale urbano è poco o nullo, visto che per la maggior parte si tratta di ‘attività mordi e fuggi’, dal ciclo di vita brevissimo. Il risultato è che già oggi ci sono molti comuni al di sotto dei 5mila abitanti totalmente desertificati, privi dei servizi commerciali di base”

“Se declinati in maniera adeguata alla situazione italiana, i Bid potrebbero essere uno strumento efficace, da valutare con attenzione”, spiega Stefano Bollettinari. “Al di là del modello specifico, resta comunque l’esigenza di intervenire con urgenza per rafforzare l’associazionismo e rilanciare la centralità del commercio urbano. Vista anche la sempre maggiore frequenza, pure in Italia, di fenomeni di desertificazione commerciale di aree urbane e dell’aumento dei negozi sfitti o che chiudono per sempre, mentre i centri commerciali delle periferie diventano sempre più grandi ed aggressivi”.

Si apre ufficialmente sabato 1 ottobre alle 9,30, nel Palazzo Ducale di Guastalla, con il taglio del nastro da parte delle autorità e gli organizzatori, la 7° edizione della Borsa del turismo Fluviale e del Po, la più importante iniziativa di valorizzazione turistica del nostro Grande Fiume. Saranno presenti, la presidente di Apt Liviana Zanetti, il Sindaco di Guastalla Camilla Verona, l’Assessore al turismo del Comune di Piacenza Tiziana Albasi, il direttore generale alle attività produttive e del lavoro della Regione E.R. Morena Diazzi, il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni, il direttore di Confesercenti E.R. Stefano Bollettinari, il presidente di Assohotel Filippo Donati.

Cuore della manifestazione sarà, come nelle passate edizioni, il Workshop commerciale, momento di incontro fra operatori economici della domanda e dell’offerta che ruota attorno al Po

La Borsa, organizzata da Confesercenti Emilia Romagna, con il patrocinio, fra gli altri, del Ministero dei beni e delle attività culturali del turismo e della Regione Emilia Romagna, ha avuto un’anteprima con cinque educational per i tour operator che hanno così potuto visitare direttamente i tesori naturalistici del Po, attraverso la navigazione e i percorsi cicloturistici e anche di visitare personalmente alberghi, villaggi turistici, agriturismi e le aziende di produzione agroalimentare ed enogastronomiche locali

Dal 2010, anno di nascita dell’iniziativa, la manifestazione è andata via via crescendo e quest’anno può contare sulla presenza di 26 gli operatori commerciali vocati alla promozione del turismo fluviale, provenienti da tutta Europa: Austria, Belgio, Danimarca,

Francia, Germania, Italia, Olanda, Regno Unito, Scandinavia, Scozia, Spagna e Svizzera. Le novità di questa edizione sono le adesioni da Portogallo, Scozia Slovenia e Polonia.

I T.O. incontreranno i 100 operatori dell'offerta italiana provenienti dalle 4 regioni attraversate da Po.

L’effetto della capacità promozionale della Borsa ha fatto si che nel 2015, i 445 comuni dell’Area del Po abbiano totalizzato 2,8 milioni di arrivi e 9,9 milioni di presenze, di cui in nella nostra regione 695.704 di arrivi e 3.493.044 di presenza.

L’asse fluviale del Po bagna 4 regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto), 13 province e 445 comuni. Questi ultimi nel 2015, secondo le stime del Centro Studi Turistici, hanno totalizzato 2,8 milioni di arrivi e 9,9 milioni di presenze (di cui 695.704 di arrivi e 3.493.044 di presenze in Emilia Romagna), con il 67,0% di arrivi e il 64,5% di presenze nazionali (33,0% di arrivi e 35,5% di presenze straniere). L’incidenza dei flussi turistici in questi comuni dell’Area Po sul totale delle province interessate è stata, nel 2015, rispettivamente del 45,9% per gli arrivi e del 54,0% delle presenze. La capacità ricettiva dell’intera area del fiume Po consta di 4.158 tra esercizi alberghieri ed extralberghieri, per complessivi 114 mila posti letto (in Emilia Romagna 670 esercizi ricettivi e 45.588 esercizi ricettivi).

Si svolgerà domenica 9 ottobre a Piacenza, la tradizionale festa della Fipac Confesercenti (Federazione italiana pensionati attività commerciali).

Come nelle passate edizioni, è prevista una folta adesione al programma (sono 14mila gli iscritti nella nostra regione) a cui parteciperanno anche il sindaco di Piacenza Paolo Dosi, l’onorevole Marco Bergonzi, la consigliera regionale Katia Tarasconi, l’assessore comunale di Piacenza Giorgia Buscarini, il presidente Confesercenti Piacenza Bruno Sacchelli, il direttore nazionale Fipac Lino Busà, il segretario generale Confesercenti Mauro Bussoni, il presidente regionale della Fipac Sergio Ferrari, il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni e il direttore di Confesercenti E.R. Stefano Bollettinari.

La festa prevede la visita alla cittadina medioevale Grazzano Visconti e si concluderà con il pranzo al ristorante “La volta del Vescovo” dove si degusteranno i piatti tipici del piacentino.

La festa sarà inoltre l’occasione per affrontare temi importanti per i pensionati del commercio che sono tra coloro che pagano maggiormente gli effetti della crisi, a volte costretti a non riuscire a condurre una vita dignitosa.


Dal 29 settembre al 2 ottobre torna la Borsa di promozione del Turismo Fluviale e del Po – Per quattro giorni Guastalla (Re) e le Terre del Po ospiteranno 26 tour operator da tutt’Europa – In programma (dal 29 al 2) cinque eductour sui territori fluviali e un momento di scambi commerciali, il workshop, sabato 1 ottobre al Palazzo Ducale di Guastalla – La manifestazione è la più importante Borsa di promozione del turismo fluviale ed è organizzata da Confesercenti  - Tanti gli eventi aperti anche al pubblico come mostre e  incontri - Nel 2015, secondo il Centro Studi Turistici (CST) i 445 comuni dell’Area del Po hanno totalizzato 2,8 milioni di arrivi e 9,9 milioni di presenze, di cui 695.704 arrivi e 3.493.044 presenze in Emilia Romagna

 

Sono 26 gli operatori commerciali da tutta Europa che, dal 29 settembre al 2 ottobre, arriveranno a Guastalla (Re) per scoprire le novità del turismo fluviale e dei viaggi slow immersi nella natura, proposte dalla Borsa del Turismo Fluviale e del Po (http://www.iniziativeturistiche.it). La manifestazione, giunta quest’anno alla sesta edizione, ideata e organizzata da Confesercenti, è il più importante momento di promozione di questo particolare prodotto turistico e di incontro fra operatori economici della domanda e dell’offerta. Ha il patrocinio, fra gli altri, del Ministero dei beni e delle attività culturali del turismo e della Regione Emilia Romagna.


Per quattro giorni Guastalla e le Terre del Po ospiteranno tour operator internazionali, tutti a caccia di proposte di vacanze a ritmo slow lungo il Grande Fiume, da inserire nei propri cataloghi e nei propri portali turistici. Vacanze declinate su cicloturismo, enogastronomia e contatto con la natura, lungo le terre del Po. Gli operatori provengono da Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Olanda, Regno Unito, Scandinavia, Scozia, Spagna e Svizzera. Le novità di questa edizione sono le adesioni da operatori di Portogallo, Scozia Slovenia e Polonia.


Per loro, la Borsa del Turismo Fluviale ha organizzato – dal 29 settembre al 2 ottobre - cinque educational tour, cioè viaggi tecnici per vedere e toccare con mano le attrattive dei territori fluviali: due tour sono in programma a Piacenza, due nelle corti lungo la costa del Po nel territorio di Reggio Emilia e una a Comacchio, la piccola Venezia sul Delta del Po. Gli operatori potranno scoprire in prima persona le varie modalità ricettive (alberghi, villaggi turistici, agriturismo), con la possibilità di abbinare navigazione a percorsi cicloturistici, visitare aziende di produzione agroalimentare e narrare le tradizioni enogastronomiche locali.


A conclusione di questa fase, arriverà il momento dei veri e propri scambi commerciali, il workshop, sabato 1 ottobre al Palazzo Ducale di Guastalla dalle ore 9 alle 13. Per quanto riguarda l’offerta saranno presenti circa 100 aziende dell’offerta turistica italiana di cui circa 70 provenienti dall’Emilia Romagna.


Anche il pubblico sarà coinvolto in questa manifestazione. Tanti gli eventi in programma durante questo lungo week end, aperti a tutti: navigazioni gratuite lungo il Po, tour guidati in bicicletta, incontri, convegni e mostre a tema.


«Quella sul grande fiume italiano per antonomasia è un’esperienza di vacanza a 360 gradi –sottolinea Andrea Corsini, Assessore Regionale al Turismo- unica nel suo genere, e dal forte appeal sull’attuale scenario turistico internazionale. La Borsa presentata oggi ne costituisce la vetrina ideale e permette a tour operator da tutta Europa di vivere in prima persona i diversi volti della vacanza sul Po, grazie agli educational tour in programma, e di incontrare poi l’offerta turistica regionale, secondo una formula vincente che di edizione in edizione sta sempre più valorizzando il turismo fluviale dell’Emilia Romagna».


 “Il turismo fluviale e del Po – dice Stefano Bollettinari, direttore Confesercenti Emilia Romagna – deve essere sempre più una nuova frontiera del turismo regionale e nazionale se vogliamo contribuire ad aumentare il peso economico del settore e la destagionalizzazione. C’è una nuova domanda turistica che ama vacanze slow, contatto con la natura, enogastronomia tipica, cicloturismo e altre attività sportive, che va intercettata con un’offerta sempre più diversificata e di qualità; per fare ciò è imprescindibile una maggiore attenzione all’ambiente, ai servizi e alle infrastrutture sul territorio e ai trasporti”,

 


Il turismo lungo il Po in numeri


Nel 2015, i 445 comuni dell’Area del Po hanno totalizzato: 2,8 milioni di arrivi e 9,9 milioni di presenze di cui 695.704 arrivi e 3.493.044 presenze in Emilia Romagna, (fonte CST, Centro Studi Turistici).

L’asse fluviale del Po bagna 4 regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto), 13 province e 445 comuni. Questi ultimi nel 2015 hanno registrato il 67,0% di arrivi e il 64,5% di presenze nazionali (con il 33,0% di arrivi e 35,5% di presenze straniere).

Analizzando il totale del movimento turistico delle province interessate, l’incidenza dei flussi turistici in questi comuni dell’Area Po è stata, nel 2015, rispettivamente del 45,9% per gli arrivi e del 54,0% delle presenze. La capacità ricettiva dell’intera area del fiume Po consta di 4.158 tra esercizi alberghieri ed extralberghieri, per complessivi 114 mila posti letto (in Emilia Romagna 670 esercizi ricettivi e 45.588 esercizi ricettivi).


Ufficio Stampa Apt Servizi Emilia Romagna tel. 0541/430190 www.aptservizi.com

 

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