Lunedì 6 febbraio, Cristian Lertora è stato eletto Presidente di Fiepet Piacenza all'interno di una partecipata assemblea elettiva degli iscritti della categoria.
Si tratta di un importante traguardo per la Confesercenti piacentina che per la prima volta si è dotata di una struttura organizzata del sindacato dei circa 250 baristi e ristoratori associati del territorio.
Grande la soddisfazione dei vertici di Confesercenti Piacenza, erano presenti il Presidente Nicolò Maserati, oltre al suo vice Roberto Ferrari ed il Direttore Fabrizio Samuelli.
Presente anche il Presidente regionale Fiepet Emilia Romagna, Massimo Zucchini.

Lertora, figlio di una famiglia di ristoratori, ha da sempre lavorato nel settore, gestendo nel tempo vari locali. Per dieci anni, come associato a Confcommercio, ha avuto la carica di Presidente di Fipe Piacenza.
Oggi porta la propria esperienza ed entusiasmo alla causa della Confesercenti piacentina cui ha aderito convintamente insieme ad altri operatori del settore.
Diversi i progetti che il neo Presidente ed il suo gruppo hanno inserito nel proprio programma di lavoro.
“Abbiamo creato – interviene Lertora – una struttura con precisi ruoli e competenze. Tra i tanti temi riteniamo essenziali quelli relativi alla carenza ed alla formazione del personale, la massima attenzione sulle dinamiche di applicazione della Tari, una concertazione che porti ad un dialogo con chi organizza eventi concorrenziali (vedi feste popolari, sagre, ecc.) oltre che ad un sempre maggiore rapporto con Amministrazioni ed Istituzioni. Sappiamo di avere davanti un lungo percorso e tanto lavoro ma energia e stimoli non ci mancano”.

E’ stata approvata oggi a Strasburgo, dal Parlamento europeo, una risoluzione che invita la Commissione a sviluppare la proposta di creare la CAPITALE EUROPEA DEL COMMERCIO DI PROSSIMITA’, dopo il precedente passaggio nella Commissione per le petizioni.
Tale proposta nasce originariamente dalla Fondazione Barcelona Comerç e da VITRINES D’EUROPE (associazione a cui Confesercenti Emilia Romagna aderisce e di cui detiene attualmente la presidenza) nonché sottoposta nel 2021 alla Commissione per le petizioni.
L’obiettivo è quello di valorizzare e promuovere il commercio locale, metterne in evidenza la sua importanza economica e sociale per la qualità della vita delle città e come fattore dell’identità europea.

L’approvazione di questa risoluzione da parte del Parlamento Europeo ci riempie di soddisfazione perché va nella direzione di valorizzare e salvaguardare maggiormente il commercio locale costituito in grande maggioranza da microimprese e pmi -  ha dichiarato Stefano Bollettinari presidente di VITRINES D’EUROPE; queste rappresentano un elemento determinante dell’organizzazione delle città europee e dello stile di vita dei suoi cittadini, in quanto garantiscono un servizio di prossimità che le rende più sostenibili, e più occupazione e valore economico per il territorio”.

Soddisfazione anche per il direttore di Confesercenti E.R. Marco Pasi:Questo importante risultato premia il lavoro portato avanti in questi anni da Confesercenti che ha partecipato con convinzione ai lavori di Vitrines d’Europe per la valorizzazione del commercio di prossimità. Ora il nostro impegno sarà volto a far sì che l’Emilia-Romagna possa ospitare nei prossimi anni, con una delle proprie città, l’importante riconoscimento 

La città “CAPITALE EUROPEA DEL COMMERCIO LOCALE” verrà designata ogni anno a rotazione nei vari paesi dell’Unione Europea; ospiterà una serie di eventi, iniziative culturali e commerciali, workshops, convegni, laboratori di buone pratiche e strategie per digitalizzare il commercio, l’innovazione tecnologica nel retail, la formazione e l’ottimizzazione della comunicazione e del dialogo con i consumatori, organizzati dalla città prescelta secondo precise modalità.
La manifestazione rappresenterà anche un’importante occasione di incontro, confronto e scambio di esperienze per tutti coloro che si occupano di commercio e politiche urbane.
La citata risoluzione del Parlamento europeo, nel sottolineare il ruolo fondamentale del commercio locale nelle zone rurali e nei centri urbani, invita inoltre la Commissione e gli Stati membri a sostenere e aiutare attivamente i piccoli dettaglianti in tutte le fasi della loro attività: l’alleggerimento degli oneri amministrativi e il superamento di ostacoli e difficoltà nella loro trasformazione digitale egarantire la sostenibilità del settore in un momento particolarmente complesso, anche con fondi e aiuti supplementari necessari per la sopravvivenza del commercio al dettaglio nella Unione europea (dove rappresenta l’11,5% del valore aggiunto e impiega direttamente oltre 29 milioni di persone).”

Dopo quattro giorni di saldi invernali le imprese del settore moda dell’Emilia-Romagna registrano un discreto andamento delle vendite ma l’offerta di prodotti scontati è ancora ampia e molte sono le opportunità di fare buoni affari per i consumatori.

È questo in sintesi quanto emerge dall’indagine condotta da Confesercenti Emilia Romagna su un campione di imprese del settore moda della regione nel lunedì successivo al primo week end dei saldi che, quest’anno, ha avuto un periodo allargato dalla partenza anticipata dovuta al ponte dell’Epifania.

Il 32% degli intervistati ha registrato un incremento rispetto allo stesso periodo del 2022 e un 41% ha visto le vendite posizionarsi sullo stesso livello. Un terzo di chi ha registrato un incremento lo ha visto aumentare di oltre il 20%.

Il risultato è stato anche opera della partenza dei saldi che hanno sfruttato anche il giorno festivo del 6 gennaio che, per il 46% degli intervistati, ha influito positivamente sulle vendite.

Più della metà delle imprese (53%) ha praticato uno sconto del 30%, un terzo degli intervistati ha praticato uno sconto del 20% mentre un 18% delle aziende ha praticato uno sconto superiore al 40 e fino al 50%.

Lo scontrino medio si è attestato a 92,27 euro, per il 28% degli intervistati di valore superiore a quello dello scorso anni, per il 31% di valore inferiore mentre per il restante 41% più o meno dello stesso importo.

Il 60% delle imprese si dichiara, quindi, soddisfatto di questo avvio dei saldi anche se il discreto andamento dei primi giorni non ha comunque svuotato i negozi che, anzi si presentano ancora con un ampio assortimento di prodotti a disposizione della clientela che potrà, quindi, realizzare nei prossimi giorni ancora ottimi affari.

Questo è l’auspicio anche delle imprese del settore, per le quali, emerge sempre dall’indagine, che i saldi invernali rappresentano circa il 20% del fatturato complessivo.

“Questo primo weekend di saldi – chiosa il Presidente regionale di Confesercenti, Dario Domenichini – ha dimostrato ancora una volta che il consumatore gradisce il contatto col negozio fisico e il ruolo che può svolgere personale qualificato nell’orientare le scelte con competenza e professionalità e anche la serietà delle proposte risulta un elemento di garanzia importante. Speriamo che a questo primo weekend ne seguano altri che permettano alle imprese del settore di risollevarsi, almeno parzialmente, da questi terribili anni che hanno vissuto, i saldi, infatti, proseguiranno nella nostra regione fino a domenica 5 marzo”.

Siamo stanchi di passare per ladri, e certo non era ciò che ci aspettavamo dal Governo”. È la dichiarazione a caldo del Presidente di Faib (Federazione Autonoma Italiana Benzinai) regionale Emilia Romagna, Ercole Gori dopo l’annuncio del decreto legge del Governo sui prezzi dei carburanti. “Questo provvedimento non colpisce chi doveva colpire, le compagnie petrolifere e i retisti, ma l’anello più debole della catena: i compensi dei benzinai non si calcolano a percentuale ma hanno un margine fisso che è intorno a 3 centesimi lordi, indipendentemente dal costo finale del carburante. Inoltre l’esecutivo smentisce se stesso: i dati ufficiali del Ministero dell’Ambiente certificano che l’aumento dei prezzi alla pompa è stato in linea con il rialzo dovuto al ripristino delle accise; nella media dei prezzi dal 1° gennaio all’8 gennaio, infatti, la benzina è aumentata rispetto alla precedente rilevazione di 0,168 euro/litro per la benzina e di 0,160 euro/litro per il gasolio, ossia in misura minore dell’aumento dell’accisa, pari a 0,183 con IVA euro/litro e anche il gpl è aumentato (+0,026 euro/litro) in misura minore all’accisa ivata che è cresciuta nel frattempo di 0,034 euro/litro.”

Il provvedimento del Governo, quindi, per Gori “è fuorviante e inutile, considera i gestori pericolosi speculatori e scarica su di essi - che ripeto non stabiliscono i prezzi e sono evidentemente l’anello più debole della filiera dei carburanti - l’ennesimo assurdo adempimento. Senza contare che non affronta il rischio concreto che il prezzo possa essere influenzato in larga parte dal fenomeno - già noto agli organi di controllo e sotto gli occhi di tutti - dell’illegalità fiscale e contrattuale, che secondo le nostre stime conta per il 30% dell’erogato totale della rete. Si finisce, quindi con l’esasperare ulteriormente i gestori, che già oggi espongono una decina di cartelli prezzi sulle aree di servizio e si crea una vera e propria babele cartellonistica, utile solo ad esporre i gestori ad ulteriori sanzioni creando confusione nei consumatori.”

Il decreto, infatti prevede:

1.     l’obbligo giornaliero per gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare il prezzo di vendita praticato e di pubblicare il prezzo oltre a quello medio giornaliero nazionale calcolato dal Ministero delle imprese;

2.     il rafforzamento delle sanzioni amministrative in caso di violazione, da parte degli esercenti, degli obblighi di comunicazione e pubblicità dei prezzi. In caso di recidiva, la sanzione può giungere alla sospensione dell’attività per un periodo da sette a novanta giorni;

3.     l’istituzione di una Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi finalizzata ad analizzare – nel confronto con le parti – le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti.

Poiché prezzi e rete sono stati liberalizzati da decenni per garantire la concorrenza – continua Gori - come si definirà il prezzo da praticare? E ancora, l’obbligo di esposizione dell’ennesimo cartello col prezzo medio che benefici potrà portare al consumatore? Sappiamo bene che i prezzi variano da territorio a territorio e conoscere la media nazionale non potrà avere nessun beneficio pratico se non alimentare caos e istigare comportamenti ostili verso l’innocente gestore al quale, ribadisco, viene imposto il prezzo di vendita senza nessuna possibilità di modifica.

Per i benzinai di FAIB Confesercenti, in conclusione, il Decreto Legge del Governo rischia di essere solamente propaganda ma con un effetto reale di complicazione e incremento degli oneri per le imprese del settore, aprendo anche, fra l’altro, qualche problema rispetto alla normativa in materia di concorrenza che hanno superato il regime del prezzo amministrato già da diversi anni e “sarebbe interessante – conclude Gori – avere il parere dell’Antitrust su questo provvedimento. Noi comunque faremo di tutto per cercare di modificare un provvedimento tanto ingiusto quanto inutile”.

“L’assenza di neve sta creando un vero e proprio disastro per l’economia del nostro Appennino, con effetti immediati sul turismo, il commercio e l’artigianato di servizio ma che rischia di produrre effetti negativi anche su altri settori economici come l’agricoltura e il presidio del territorio”. È quanto si legge in una nota di Confesercenti Emilia Romagna, diffusa a seguito di un confronto con gli imprenditori delle zone appenniniche su cui insistono impianti sportivi e attrezzature per gli sport invernali.

“Le imprese del turismo in primo luogo – sottolinea la nota – hanno visto praticamente azzerato il periodo delle feste natalizie, ma anche pubblici esercizi, commercio e tutto l’indotto che vive di turismo sta soffrendo come mai era capitato nel passato”.

A giudizio di Confesercenti, quindi, urgono interventi di sostegno per evitare che la situazione diventi irrecuperabile e provochi la chiusura definitiva di decine di imprese e l’abbandono ulteriore di questi territori.

“Confesercenti– conclude la nota – condivide pienamente la richiesta delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo per un piano straordinario in favore dell’Appennino per far fronte a una situazione altrettanto straordinaria che preveda mutui e liquidità in favore delle imprese, sia a fondo perduto che a tasso zero e investimenti per opere strutturali. A queste azioni va poi affiancata una serie riflessione sulla possibilità di un’imposizione fiscale incentivante per l’avvio e il consolidamento delle imprese e il ritorno della residenzialità”.

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