È stata Riccione a ospitare, il 26 marzo dalle 10 alle 16, la prima borsa del turismo delle professioni turistiche organizzata da Confesercenti, Assohotel e Cescot Lavoro, per rispondere alle esigenze di richiesta di personale delle imprese della riviera romagnola.

L’iniziativa ha visto anche l’implementazione del portale di ricerca lavoro https://www.cescotlavoro.it/ con l’apposita sezione dedicata al turismo, dove le imprese possono trovare il personale che occorre loro per le proprie attività e le persone possono inviare i loro curriculum per essere inseriti nella banca dati e ricevere le proposte di lavoro più coerenti.

La partecipazione all’evento di Riccione e l’inserimento nella banca dati di Cescot Lavoro sono stati completamente gratuiti sia per le persone che per le imprese.

La giornata è stata organizzata su incontri prefissati, sulla base delle candidature ricevute nei giorni scorsi tramite il portale, per cui le imprese sapevano in anticipo le persone che si sono accreditate per i profili professionali richiesti così come i candidati sapevano con quali imprese dovevano sostenere il colloquio di lavoro. I posti di lavoro oggetto dei colloqui, sono stati più di 200, con contratti di lavoro diversificati, anche a tempo indeterminato, e i profili più richiesti erano quelli relativi all’ospitalità, alla ristorazione e agli stabilimenti balneari.

Si è svolto oggi, all’Holiday Inn Express di Bologna, (via del Commercio associato 3), il convegno organizzato da Ancestor Confesercenti E.R. dal titolo:

 

Politiche di valorizzazione commerciale dei centri storici

e ruolo dell’assistenza tecnica

 

Scopo dell’incontro è stato quello di portare idee e proposte in vista della modifica della Legge Regionale 41/97 che prevede incentivi e politiche attive per la valorizzazione delle p.m.i. commerciali, compreso il sostegno a programmi di intervento per lo sviluppo dei “Centri commerciali naturali”, spazi commerciali omogenei, in aree urbane centrali, o in piccole frazioni, attraverso iniziative organizzate in modo collettivo e coordinato.

Hanno partecipato all’incontro il direttore di Confesercenti E.R. Marco Pasi, il coordinatore Ancestor E.R. (l'Associazione Centri Storici di Confesercenti) Stefano Bollettinari, il docente di Economia e gestione delle imprese dell’Università degli Studi di Milano Luca Zanderighi, il direttore scientifico del Centro Studi Turistici di Firenze, Alessandro Tortelli, l’assessore al Commercio e Turismo della Regione E.R., Andrea Corsini.

Sulla necessità di ritornare allo spirito originario della legge, reindirizzando le risorse direttamente verso le imprese dei pubblici esercizi e del commercio, si è soffermato il presidente di Confesercenti E.R. Dario Domenichini, secondo il quale occorre “introdurre, accanto alle misure per lo sviluppo del commercio elettronico, quelle per la promozione del web marketing, l’innovazione digitale e tecnologica delle piccole imprese, oltre alle già previste per la movimentazione delle merci e nelle tecniche di vendita o di ristorazione. Serve valorizzare lo strumento dei Confidi, il cui limite attuale appare troppo esiguo. Nell’ambito dei progetti di valorizzazione commerciale – continua Domenichini - oltre a misure sulla qualità e sicurezza dell’ambiente urbano, bisogna lasciare nella 41/97 i progetti che mirano allo sviluppo e all’ammodernamento delle imprese della rete distributiva, mantenendo la logica dell’aggregazione e l’obbiettivo della creazione dei centri commerciali naturali con la regia organizzata dei CAT del sistema associativo.

In tal senso, l’assistenza tecnica erogata attraverso la rete dei CAT, che devono essere equiparati e riconosciuti come i centri per l’innovazione della Rete dell’Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna, va rafforzata e rilanciata, prevedendo risorse per lo sviluppo di progetti aziendali, di consulenza e formazione, mettendo quindi in sinergia le risorse disponibili nei vari ambiti, a partire dal Fondo Sociale Europeo e facendoli diventare il cuore operativo dei Digital Innovation Hub; al riguardo Confesercenti Emilia Romagna ha già attivato una propria rete su tutto il territorio regionale”.

"Il commercio ha sempre rappresentato una ricchezza   per la qualità della vita e per l'economia delle nostre città - sostiene Stefano Bollettinari, coordinatore regionale di ANCESTOR- Confesercenti, - ma da diversi anni è in difficoltà e i negozi continuano a diminuire: occorre invertire la tendenza e puntare al rilancio del commercio urbano con un progetto forte. Serve un vero e proprio "Piano Marshall" che possa dare nuovo impulso a queste attività, che intervenga sia sui fattori infrastrutturali delle città come accessibilità, parcheggi, trasporti pubblici, sicurezza e qualità urbana, sia con politiche attive per le piccole imprese commerciali come supporto all'innovazione tecnologica e digitale, potenziamento dell'assistenza tecnica, gestione coordinata dei centri urbani sul modello anglosassone e misure di contenimento di affitti e tasse locali".

Quanto sia importante sostenere con interventi mirati le piccole imprese commerciali, risulta da alcuni dati sul commercio al dettaglio elaborati dall’Ufficio Studi Confesercenti E.R. su dati Unioncamere E.R. nei principali centri della nostra regione, nel periodo 2013/2018, da cui emerge un diminuzione consistente delle attività commerciali pari a 920 imprese.

La diminuzione più consistente, in termini assoluti, si è registrata a Bologna (-187 aziende), Ravenna (-118) e Rimini (-114); se si considera, invece, la diminuzione in termini percentuali, il capoluogo che ha visto il maggior ridimensionamento è Piacenza (- 10,4%), seguito da Ravenna (- 9%) e Cesena (- 7,4%). Le realtà che vedono, al contrario, una diminuzione meno consistente sono, in termini assoluti, Imola (- 30 imprese) e, in termini percentuali, Modena (- 2,9%).

Il calo lo si è registrato soprattutto fra le imprese specializzate (le non specializzate, infatti, sono diminuite di una sola unità e hanno aumentato il loro peso sul settore dal 12% al 13%). I settori più colpiti sono stati l'abbigliamento, le calzature e gli articoli in pelle (- 277 aziende), gli articoli culturali e creativi (libri, giornali, cartolerie e articoli sportivi - 253) e gli articoli per la casa (mobili, casalinghi, vernici ecc.- 234). Sono aumentati, invece, i negozi di apparecchiature informatiche/telecomunicazioni (+ 41).

Sono aumentate anche le attività di alloggio e ristorazione. Nel primo caso di 201 unità, nel secondo di 666. Per quanto riguarda l'alloggio, l'aumento è dovuto alla forte crescita di Bologna (+ 148 imprese), seguita a distanza da Ferrara (+28), mentre Rimini registra un calo di 18 unità. La tipologia che è cresciuta di più è stata quella degli affitti brevi, b&b e residence, passata da 274 a 491 unità, con una forte crescita in particolare a Bologna (da 76 a 221).

Nel settore della ristorazione, a fianco della crescita notevole delle imprese a Bologna (+ 247), si sono registrati buoni incrementi a Parma (+103), Modena (+101) e Reggio Emilia (+72).

 


LE PRINCIPALI RICHIESTE DI CONFESERCENTI E.R. PER IL COMMERCIO IN EMILIA ROMAGNA:


1) Risorse direttamente alle imprese per lo sviluppo di progetti commerciali

2) Valorizzazione della rete dei Cat (Centri di assistenza tecnica alle imprese del commercio, turismo e servizi) ed il loro riconoscimento come centri per l’innovazione

3) Valorizzazione del sistema dei Confidi collegati al territorio

4) Sostegno allo sviluppo dei Digital Innovation Hub per il commercio

5) Introduzione di risorse provenienti da diverse fonti per la qualificazione, anche infrastrutturale, dei centri urbani


 

Si è ufficialmente chiuso il periodo dei saldi in Emilia-Romagna (che la normativa regionale prevede si svolgano a partire dal primo giorno feriale antecedente l’ Epifania, quest’anno il 5 gennaio, per una durata massima di sessanta giorni) e la Confesercenti ha condotto, attraverso il proprio Ufficio Studi, un’indagine telefonica su un campione rappresentativo delle imprese commerciali della regione, per cercare di capire l’andamento delle vendite e l’opinione degli imprenditori.

Dall’indagine è emerso come solamente il 10,7% delle imprese abbia registrato un incremento delle vendite rispetto al periodo dei saldi invernali del 2018 e il 44,7% abbia registrato, invece, una diminuzione. Dopo il primo week-end dei saldi (5 e 6 gennaio) l’andamento era stato ben diverso con un 25,5% delle imprese che aveva registrato un incremento e solamente un 29,4% una diminuzione.

Questo nonostante lo sconto medio applicato sia stato del 50% e, nel caso del 16,5% delle imprese, lo sconto medio sia stato superiore a quello dello scorso anno.

Il valore medio dello scontrino è stato di 102,1 euro, rimanendo invariato per il 55,3% delle imprese e diminuendo invece per il 35%.

L’andamento non troppo brillante dei saldi si aggiunge alle dinamiche negative delle vendite registrata nel corso del 2018 che ha visto una diminuzione nel commercio al dettaglio del 2%

Complessivamente, quindi, le imprese si sono dichiarate insoddisfatte dell’andamento generale del periodo dei saldi per il 51% e la cosa più interessante che emerge è che solamente il 10,7% lascerebbero l’attuale normativa così com’è ma, al contrario, introdurrebbero modifiche (dal posticipo dell’inizio del periodo, alla riduzione del periodo o alla liberalizzazione per tutto l’anno e altro ancora).

I saldi invernali, emerge sempre dall’indagine, continuano, comunque, a rappresentare il 24,7% del fatturato totale delle imprese del commercio di abbigliamento, calzature e accessori; beni questi che, si ricorda, rappresentano il 3,9% del totale della spesa delle famiglie emiliano-romagnole.

Quello che emerge, non solo dall’indagine ma anche dai numerosi incontri che teniamo con le imprese nei vari territori – afferma il Presidente di Confesercenti Emilia Romagna, Dario Domenichini – è che i saldi, pur mantenendo un valore commerciale importante e spesso decisivo per i bilanci delle imprese, abbiano bisogno di una riflessione approfondita che riesca a elaborare una proposta convincente di modifica dell’attuale normativa, in grado di rappresentare un giusto equilibrio fra la salvaguardia del loro valore di marketing e commerciale, le esigenze in continuo cambiamento dei consumatori e le dinamiche di mercato”.


Si terrà il 26 marzo a Riccione Working in Tourism, l’appuntamento fra chi vuole lavorare nella costa romagnola per il periodo estivo e oltre 50 imprese che cercano personale.

Per partecipare iscrizioni obbligatorie aperte su https://tourism.cescotlavoro.it/

 

Si avvicina la stagione estiva e gli imprenditori del settore turistico, in particolare quelli della riviera romagnola cercano personale adeguato.

Per rispondere alla necessità degli imprenditori e delle persone che vogliono lavorare nel turismo in Romagna, Confesercenti e CescotLavoro, ha organizzato per il 26 marzo prossimo, a Riccione, il WORKING IN TOURISM, la borsa delle professioni turistiche, in cui oltre 50 imprese coinvolte incontreranno i candidati a lavorare nel settore turistico della riviera romagnola, sulla base di appuntamenti individuali.

Le offerte di lavoro riguardano i territori costieri di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Ferrara.

I profili più richiesti sono quelli relativi all’ospitalità, alla ristorazione, e agli stabilimenti balneari.

La partecipazione all’iniziativa è completamente gratuita.

Le candidature potranno essere presentate direttamente sul sito del CescotLavoro.

Ogni informazione può essere richiesta all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .


Il ruolo delle donne nell’economia della nostra regione e del nostro Paese è sempre più rilevante. Non è un caso che al vertice di Confesercenti sia stata scelta una donna, Patrizia De Luise, anch’essa imprenditrice.

Secondo l’Ufficio studi di Confesercenti E.R., su dati Unioncamere E.R., nella nostra regione a fine 2018, le imprese al femminile del commercio e turismo, sono complessivamente poco più di 31.000, con un’incidenza del 26,4% sul totale delle imprese.

La presenza delle imprese femminili sale al 31,8% nella ristorazione (8.094 imprese), al 32,6% nel ricettivo (1.508 imprese) e al 37,4% nel commercio al dettaglio (16.755 imprese).

E’ perciò evidente come il ruolo femminile sia sempre più determinante nell’economia generale, tanto che da tempo Confesercenti dedica loro un sito (www.impresadonna.it) nel quale è possibile trovare tutte le informazioni utili per avviare un’attività, e alcuni servizi dedicati al mondo dell’imprenditoria femminile.

Per la responsabile regionale dell’imprenditoria femminile Francesca Chittolini, imprenditrice di Parma, “i dati delle imprese femminili nella nostra regione confermano quanto sia importante la loro attività, per l’intera economica del nostro territorio. Le donne hanno capacità di reinventarsi e molta determinazione; è perciò importante che siamo implementati tutti i servizi che supportino l’apertura di attività in rosa.”


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