-1% il calo stimato delle presenze nel trimestre giugno-agosto secondo i risultati dell’indagine Assoturismo Confesercenti Emilia Romagna. Sono mancati soprattutto i turisti italiani, che hanno ridotto la durata della vacanza. Condizioni meteorologiche, crisi e incertezza economica e dei consumi e la ripresa dei mercati nostri competitor le principali cause.

Coerentemente con le aspettative espresse dalle imprese all’inizio di una stagione segnata da condizioni metereologiche sfavorevoli, il bilancio complessivo del trimestre giugno-agosto 2019 secondo gli imprenditori turistici interpellati (564) ha prodotto risultati mediocri. Molte le cause che hanno condizionato l’andamento del mercato. In primo luogo le condizioni meteorologiche spesso sfavorevoli; poi gli scenari di incertezza economica e il peggioramento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese, ma, soprattutto, la ripresa delle destinazioni balneari nel Mediterraneo.
Questo è quello che emerge dall’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Confesercenti-Assoturismo Emilia Romagna, su un campione di 564 imprese ricettive della Regione.
In questo contesto l’industria turistica regionale ha registrato un andamento diversificato per aree, tipologia di prodotto e di offerta. Sulla base delle indicazioni degli intervistati, si stima una riduzione dei pernottamenti del -1%  dovuta ad una sostanziale tenuta del mercato estero (-0,1%), e ad una contrazione invece del mercato interno (-1,3%), che ha penalizzato soprattutto le località balneari (-1,5%). Tra i mercati stranieri segnalati con un trend di aumento troviamo gli scandinavi, olandesi belgi, francesi, russi e altre nazionalità dell’Est. Stabili le provenienze dalla Gran Bretagna, Svizzera, Giappone, Canada e Stati Uniti. In flessione il mercato tedesco, austriaco e spagnolo. La componente estera ha rappresentato il 24,2% delle presenze totali.
Le Città d’arte, secondo le stime, chiudono il periodo con un leggero incremento ( +0,5%) mentre, segno di stabilità si registra per le località dell’Appennino e collinari. Per le località della Costa, che nel periodo d’interesse raccolgono l’86% delle presenze complessive si stima invece un calo dell’1,2% mentre per il comparto termale un calo dell’0,9%.
I pernottamenti nelle strutture alberghiere, risultano al di sotto delle aspettative (-1,2%) e una sostanziale stabilità è segnalata, invece, per i pernottamenti nelle strutture ricettive extralberghiere (-0,2).


“E’ stata una stagione estiva complicata – afferma Filippo Donati, Presidente Assohotel Emilia Romagna – a causa soprattutto della ripresa di mercati a noi vicini del Mediterraneo e del clima di sfiducia fra i consumatori, situazione che ha ridotto drasticamente la redditività delle nostre imprese che guardano ora al futuro con un po’ di preoccupazione, soprattutto quelle che hanno realizzato e stanno realizzando importanti investimenti di riqualificazione. Non si deve, però abbassare la guardia, continuando a sostenere gli sforzi delle imprese che vogliono continuare a investire (31%) e la promozione sui mercati internazionali”.

Risultati abbastanza differenziati anche per le diverse tipologie di prodotti.
Città d’arte: leggerissimo incremento delle presenze stimato al +0,5%, con un +0,4% di italiani e una crescita degli stranieri (+0,6%).
Costa Adriatica: i primi segnali di difficoltà sono stati registrati nel mese di luglio. L’offerta balneare nel complesso segna il -1,2%, con un calo del -1,5% di italiani e una sostanziale stabilità del mercato straniero (-0,2%).
Aree appenniniche e collinari: si stima una assoluta stabilità del mercato, con una crescita degli italiani (+0,1%) e una leggerissima flessione del mercato estero (-0,3%).
Terme: la stima è di un calo del -0,9% delle presenze (-0,9% di italiani e -0,8% di stranieri).
Nel trimestre estivo la quota percentuale di prenotazioni pervenute tramite gli intermediari on-line (OTA), secondo le indicazioni delle imprese, è stata del 39,6% (era il 36,7% nel 2018). L’intermediazione tradizionale si è attestata al 7,4% (6,4%), mentre il canale diretto ha intercettato il 53% di operatività aziendale (nel 2018 era il 56,8%).
Nonostante l’andamento mediocre della stagione il 25,7% delle imprese interpellate ha espresso la volontà di effettuare investimenti per il prossimo anno. Una maggiore dinamicità in tal senso si registra da parte degli imprenditori alberghieri (31,7%) e, di quelli che operano nelle località balneari (28,8%).
Sulla base della percezione degli intervistati anche alla fine del mese di settembre non dovrebbe registrarsi un aumento del mercato. La stima è del -1,2% e, tranne per le città d’arte per le quali si prevede una stabilità, dovrebbe interessare tutte le altre tipologie di prodotti.

BorsaTurismoFluvPo2019

 

 

 

 

 

Si inaugura venerdì 20 settembre alle 9.30 nel palazzo Ducale di Guastalla, alla presenza delle autorità, la decima edizione della Borsa del Turismo fluviale e del Po, vetrina che dal 2010 promuove come prodotto turistico la ricchezza ambientale e artistica dei territori attraversati dal Grande Fiume.
Nel corso del Workshop commerciale B2B che si terrà nella stessa mattinata, 25 tour operator europei provenienti da 16 paesi incontreranno operatori turistici dell’offerta specializzati in turismo fluviale e provenienti dalle regioni attraversate dal Po.
A seguire, alle 10.30 nella sala dell’antico portico di Palazzo Ducale, si svolgerà inoltre il

 

convegno
“MILLE MODI PER NAVIGARE IL PO”

A cura di “Amici di Po Grande”della riserva MaB UNESCO

 

a cui parteciperanno Filippo Donati, Presidente Assohotel Confesercenti Emilia Romagna, Camilla Verona, Sindaco di Guastalla che porteranno i loro saluti ai presenti; Ivano Pavesi, assessore al Turismo del Comune di Guastalla che coordinerà l’incontro. Interverranno Francesco Puma dell’Associazione Amici di Po Grande, Stefano Barborini, del Noleggio barche a Polesine Zibello, Giuliano Landini, Capitano Motonave Stradivari, Vitaliano Daolio, del Po Fishing Center di Motta Baluffi, Giovanni Montanari e Antonio Bertellini, dell’Associazione Nautica Bagnolo San Vito, Nicola Stabili dell’Ostello dei Concari di Governolo.
Le conclusioni del convegno saranno affidate a Ivano Galvani, Area Navigazione AIPO.

La Borsa del Turismo Fluviale e del Po è promossa da Confesercenti Emilia Romagna, Unione dei Comuni della Bassa Reggiana, Camera di Commercio di Reggio Emilia, Apt Servizi Emilia Romagna, Destinazioni Turistiche Emilia e Romagna e ha il patrocinio di MIPAAFT (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo), Enit, Regione Emilia Romagna, Provincia di Reggio Emilia e dei diversi Comuni coinvolti nell’evento.

Soddisfazione da parte della Confesercenti E.R, per la decisione assunta dalla Regione Emilia-Romagna di consentire la circolazione dei veicoli diesel euro 4 nel periodo dal 1° ottobre 2019 al 31 marzo 2020 come richiesto più volte da Confesercenti.
“La scelta di evitare il blocco di questi veicoli, prevedendola solo come misura emergenziale – commenta il Presidente di Confesercenti Emilia-Romagna, Dario Domenichini - evita di creare ulteriori difficoltà a un settore come quello del commercio di vicinato che attraversa da tempo un’oggettiva situazione di crisi.
Il provvedimento di blocco, inoltre, assunto solo dalla nostra Regione avrebbe creato pochi risultati in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico delle nostre città ma creato grandi problemi alla mobilità dei cittadini.” Accanto a questo provvedimento di proroga del blocco, la Regione ha assunto anche altre disposizioni che Domenichini giudica positivamente: “Vediamo con favore – continua infatti il Presidente - l’inserimento di azioni formative e informative per studenti, tecnici e singoli cittadini con l’obiettivo di promuovere nuovi stili di vita all’insegna della mobilità sostenibile e della riduzione delle emissioni che possono favorire la crescita di nuove sensibilità in modo non traumatico. Per Confesercenti E.R., comunque, è necessario trovare soluzioni condivise con tutte le Regioni dell’area padana, per strategie di contrasto all’inquinamento realmente adeguate che non gravino sull’economia dei nostri territori”.

Nel corso della riunione periodica del Consiglio di Amministrazione di VITRINES D’EUROPE (rete europea di Associazioni di commercianti cui aderisce Confesercenti Emilia Romagna) svoltasi oggi a Parigi, presso la sede della Confédération des Commerçants de France (CDF) il Presidente di VITRINES D’EUROPE Stefano Bollettinari ha affermato: “Alle nuove Istituzioni europee, Parlamento e Commissione, recentemente insediate chiediamo una maggiore attenzione per quanto riguarda le p.m.i. del settore commerciale, che ha avuto negli ultimi anni le maggiori difficoltà, sia in termini di Fondi strutturali e d’investimento per il supporto all’innovazione, per affrontare meglio la competizione di mercato e per l’accesso alle nuove tecnologie, nonché per un’efficace lotta alla concorrenza sleale, compresa l’attuazione di una riforma globale della tassazione che equipari in tutti i Paesi europei la fiscalità dei cosiddetti “giganti del web” a quella di tutte le altre imprese commerciali, che vanno salvaguardate e non certo penalizzate, di fatto, come avviene attualmente. Ormai improcrastinabile è anche un chiarimento definitivo sulla sacrosanta esclusione di tutte le imprese turistiche e commerciali dalla direttiva Bolkestein.
Commercio e turismo sono un comparto fondamentale dell’economia europea – prosegue Bollettinari – con oltre 8 milioni di imprese (più del 90% con meno di 10 addetti) e oltre 43 milioni di occupati e non si può continuare ad assistere a una continua emorragia di imprese con migliaia e migliaia di chiusure specialmente nel comparto delle piccole imprese al dettaglio, col conseguente scadimento della qualità della vita delle città”

(Stefano Bollettinari Presidente Vitrines d’Europe e il Presidente della CDF Francis Palombi)


“I dati sul movimento delle imprese nel primo semestre del 2019 e delle vendite nel commercio al dettaglio in Emilia-Romagna, denotano una situazione che stenta a volgere in positivo e che vede le imprese del settore alle prese ancora con forti elementi di criticità”. È quanto afferma Dario Domenichini, Presidente di Confesercenti Emilia Romagna a commento della pubblicazione dei dati sul settore da parte di Unioncamere Emilia Romagna e Istat che registrano, per quanto riguarda la nostra regione, un saldo negativo di 283 imprese del commercio al dettaglio fra aprile e giugno, con 446 nuove imprese e 729 cessate. Un saldo negativo che arriva a 1.168 imprese se si considerano i primi sei mesi del 2019, che vedono 932 nuove attività e ben 2.100 cessazioni. Un trend negativo, peraltro, che riguarda tutte le province, senza eccezioni, con saldi negativi che vanno dalle -83 di Piacenza alle -248 di Bologna.
In questo modo, al 30 giugno di quest’anno, le imprese attive del commercio al dettaglio, in Emilia-Romagna, sono 44.087. erano 45.224 al 30 giugno del 2018, 46.744 al 30 giugno del 2016 e 48.259 al 30 giugno del 2010. In questi nove anni si è, dunque, registrata una diminuzione complessiva di bel 4.172 imprese, con Ravenna che registra il calo più consistente (-654) e Bologna quello più contenuto (-374).
Anche le vendite, dal canto loro, registrano dati problematici. Giugno, infatti, ha visto un segno positivo rispetto al mese di maggio (+1,9%) e questo contribuisce a volgere in positivo l’andamento dei primi sei mesi del 2019 con un misero +0,3% ma, in questa situazione, il dettaglio di vicinato registra l’ennesimo dato negativo con un -0,9% nei primi sei mesi. “È evidente –conclude Domenichini –come siano sempre più urgenti interventi e politiche su riduzione degli affitti, formazione professionale degli imprenditori, alleggerimento della pressione fiscale e riduzione del costo del lavoro. Interventi che siano in grado di consolidare le imprese esistenti e abbiano come soggetti privilegiati le piccole imprese che contribuiscono in modo determinante a rendere così attrattivo nel mondo il tessuto sociale e urbano delle nostre città e dei nostri borghi”.

 

 

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