Si è svolta oggi a Bologna presso la sede di Confesercenti Emilia Romagna, la riunione periodica del Consiglio di Amministrazione di VITRINES D’EUROPE (rete europea di associazioni dei commercianti) alla presenza dei componenti provenienti da Francia, Spagna e Portogallo e del presidente di Confesercenti regionale Dario Domenichini e del direttore Marco Pasi.

In tale occasione il presidente di VITRINES D’EUROPE Stefano Bollettinari ha affermato: “Chiediamo con forza che nella nuova programmazione 2021-2027 dei Fondi Europei il rilancio del commercio di prossimità rappresenti un obiettivo prioritario per il suo valore sociale e per il contributo alla sostenibilità del territorio e alla qualità della vita. Occorre inoltre al più presto una legislazione speciale a livello europeo per le piccole e micro imprese commerciali, con burocrazia zero e fiscalità ridotta, se vogliono far sopravvivere la rete distributiva specializzata e di prossimità nell’ambito di un’Europa più sociale e vicina alle esigenze dei cittadini.  È necessario inoltre un rafforzamento delle norme sulla concorrenza sleale e l’introduzione di una “web tax” uniforme in tutti gli stati europei, che equipari la tassazione delle grandi imprese che operano online a quella di tutte le altre imprese commerciali”.

Per il presidente di Confesercenti Emilia Romagna Dario Domenichini “la continua emorragia di attività commerciali, in particolare di piccole dimensioni, è sotto gli occhi di tutti. È evidente allora che occorre intensificare gli sforzi fino ad oggi compiuti e adottare, in sede nazionale ed europea, provvedimenti di ampia portata per rilanciare il commercio di vicinato. Tra questi una moratoria di almeno 3 anni per l’apertura di nuove grandi strutture di vendita e centri commerciali, una nuova disciplina che eviti la concorrenza sleale tra commercio “online” e “offline”, nonché un maggior contrasto al dilagare di burocrazia e balzelli che penalizzano le piccole imprese. Inoltre, dopo un’incertezza che dura da oltre un decennio è ora di escludere in modo definitivo tutte le imprese turistiche e commerciali dall’ambito di applicazione della direttiva Servizi”.

 

Da sinistra: Marco Pasi direttore Confesercenti Emilia Romagna, Alfons Barti e Lluis Llanas di Barcelona Commerç, Francis Palombi presidente CDF, Stefano Bollettinari presidente Vitrines d’Europe e Dario Domenichini presidente Confesercenti Emilia Romagna


L’avvio dei saldi in Emilia Romagna nel primo week end di gennaio ha registrato mediamente un buon andamento delle vendite e una generale soddisfazione fra gli imprenditori commerciali e i consumatori. E’ quanto emerge dall’indagine svolta dal Centro Studi della Confesercenti E.R. su un campione di imprese commerciali del settore abbigliamento, calzature e accessori della regione.
Il 66% degli intervistati si è dichiarato soddisfatto dell’andamento dei primi tre giorni di saldi (accanto al sabato e alla domenica, quest’anno si è avuta anche la giornata festiva dell’Epifania che ha visto tutti i negozi aperti).
Il sabato, primo giorno di saldi, è stato quello che ha fatto registrare il maggior volume di vendite per il 75% degli intervistati.
Nel complesso, per il 43% delle aziende le vendite hanno registrato lo stesso volume del 2019, per il 19% sono aumentate e per il 38% sono diminuite.
Lo sconto medio praticato è stato del 30%, con un 21% delle imprese che ha applicato sconti superiori a questa percentuale per cercare di smaltire nel minor tempo possibile la merce invernale non venduta, anche a causa di un andamento meteorologico non eccessivamente rigido che ha frenato gli acquisti di prodotti invernali.
Il valore medio dello scontrino è risultato, rispetto allo stesso periodo del 2019, invariato per più del 63% delle imprese, aumentato per l’11% delle imprese e diminuito per il 26% a conferma di una capacità d’acquisto della clientela che è diminuito negli ultimi anni.
Il valore medio dello scontrino è stato di 106,34 euro, in linea con il valore dello scorso anno.
La proposta, in termini di offerta, rimane comunque alta, con un’ampia possibilità di scelta in termini di prodotti e taglie.

“Il dato è particolarmente significativo – afferma Dario Domenichini, presidente di Confesercenti Emilia Romagna - perché, per le imprese del settore, i saldi invernali continuano a rappresentare una percentuale significativa del volume d’affari annuale (pari al 25%) e vengono dopo un 2019 particolarmente complicato e appuntamenti, come il Black Friday, che hanno drenato acquisti, orientandoli spesso su canali alternativi come il web. Questo inizio serve a ridare un po’ di fiducia alle imprese di vicinato, anche se è opportuno ribadire come sia sempre più necessario cercare di regolamentare in modo più preciso il fenomeno delle vendite on-line che, ad oggi, per quanto riguarda i grandi gruppi, sfugge spesso ad ogni regolamentazione amministrativa e fiscale generando una concorrenza poco leale e trasparente”.

 

“E’ con grande soddisfazione che apprendiamo dell’atto di Giunta Regionale che finalmente rende disapplicabile la precedente Delibera del 2014, la numero 151, che riguardava i cosiddetti mercati del riuso.” È quanto afferma il Presidente della Confesercenti Emilia Romagna, Dario Domenichini, a commento della Deliberazione 2064 del 18/11/2019 della Giunta della Regione Emilia-Romagna. “Il nuovo provvedimento – continua Domenichini – partendo dal fatto che, successivamente all’adozione di tale atto, hanno trovato crescente diffusione sul territorio regionale nuove tipologie di mercatini su aree pubbliche, caratterizzate da una regolamentazione meno stringente di quella prevista per il commercio su aree pubbliche, a seguito di un’interpretazione estensiva e un’applicazione impropria della citata deliberazione, che hanno determinato un uso distorto di tali manifestazioni, rende finalmente giustizia di una situazione largamente diffusa di non applicazione della legge regionale in materia di hobbisti che ha creato parecchi danni e concorrenza sleale alle imprese regolari. È un provvedimento che attendevamo da ben cinque anni e che fortunatamente oggi si è concretizzato”

Il premio Barcelona Comerç 2019 è stato conferito ieri sera, nella città catalana, a Confesercenti Emilia Romagna e a Stefano Bollettinari in qualità di presidente di VITRINES D’EUROPE, l’entità europea cui l’associazione aderisce, nel corso del consueto galà annuale della fondazione Barcelona Comerç, che raggruppa la maggior parte dei commercianti della città.
Erano presenti A
da Colau Sindaca di Barcellona, Àngels Chacón Ministra dell’Economia della Catalogna, i dirigenti della Fondazione Barcelona Comerç e altre autorità.

La motivazione dell’importante riconoscimento è da ascrivere al costante impegno di Confesercenti Emilia Romagna a livello europeo, soprattutto nella rappresentanza e difesa delle piccole e medie imprese del commercio di prossimità e del turismo e che ha visto in Stefano Bollettinari, già direttore di Confesercenti E.R., coordinatore nazionale dell’Associazione Centri Storici (ANCESTOR) e attuale presidente di VITRINES D’EUROPE, uno degli interpreti più attenti e tenaci nel far valere le ragioni delle imprese del commercio dei centri storici e le loro esigenze aggregative.
L’idea di mettere assieme le associazioni del commercio di prossimità dei vari paesi è nata nel 1997 a Barcellona con la nascita della “Fédération Européenne des Centres Villes”, poi divenuta “VITRINES D’EUROPE” nel 2003 a Bruxelles e in entrambi i casi Confesercenti Emilia Romagna ha svolto un ruolo importante e decisivo.

Stefano Bollettinari, che si è detto onorato per l’attribuzione del premio, dal 2006 ricopre la carica di presidente di VITRINES D’EUROPE e dopo una lunga carriera in Confesercenti, continua a collaborare con l’Associazione a livello regionale nell’ambito del commercio dei centri storici.

Foto: al centro Stefano Bollettinari assieme alla Ministra dell’Economia della Catalogna Àngels Chacón e al Segretario Generale di Vitrines d’Europe Lluís Llanas

“Crisi dei consumi, pressione fiscale e costi di gestione e del lavoro sempre crescenti, stanno ridimensionando la rete commerciale di molti centri urbani, creando un problema economico per le imprese che chiudono e i posti di lavoro che si perdono ma, anche, per il volto delle città che cambiano e perdono identità. Per questo motivo la Confesercenti chiede alla Regione l’apertura di un tavolo che affronti in modo approfondito i temi della crisi del settore e delle politiche più efficaci per il suo rilancio. I negozi di vicinato hanno bisogno di politiche attive, su misura che ne riconoscano il ruolo sociale, oltre che economico, favorendone la modernizzazione. La tradizionale rete di vendita aiuta a dare identità ad un luogo, rende maggiormente attrattiva un’area, definisce i ritmi di una città, dà equilibrio e sicurezza e contribuisce a produrre reddito locale ed occupazione.”

È quanto affermato da Dario Domenichini, Presidente di Confesercenti Emilia Romagna, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’Assemblea annuale della Confesercenti, tenutasi oggi, 19 novembre, a Bologna.

“Nel decennio 2009/2019, in Emilia-Romagna il commercio al dettaglio ha visto ridimensionare la propria consistenza di 3.980 imprese di cui 3.172 erano ditte individuali. Rispetto al novembre dello scorso anno si registra già una diminuzione di ben 1.194 negozi. La crisi, dunque, si nota soprattutto negli esercizi di vicinato e il dato è confermato anche dall’andamento delle vendite che segna, nel secondo trimestre 2019 (ultimo dato disponibile), un meno 1,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le difficoltà degli esercizi di vicinato appaiono ormai strutturali, per questo chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto. Il commercio e il turismo, nel loro complesso, rappresentano il 29,8% delle imprese emiliano-romagnole”.

Il Presidente ha toccato altri temi rilevanti per le imprese del settore e oggetto dell’Assemblea stessa, in programma per il pomeriggio sempre a Bologna, in particolare quelli della tassazione e pressione fiscale, che rappresenta uno dei freni maggiori allo sviluppo delle imprese; dell’abusivismo che pervade ormai tutte le tipologie di attività e le preoccupazioni per una manovra che a livello nazionale si muove nella logica della criminalizzazione di alcune categorie economiche, tacciate di evasione, introducendo ulteriori adempimenti che si trasformeranno in costi aggiuntivi e si aggiungeranno ad altri già previsti e particolarmente strampalati. “Basti pensare alla cervellotica lotteria degli scontrini e all’impatto che potrà avere su alcune attività, come quella ad esempio dei bar e pubblici esercizi, per comprendere come ci si trovi di fronte a posizioni che penalizzano alcune imprese, aggravandone la gestione già messa a dura prova da fatturazione elettronica e invio telematico dei corrispettivi, senza risolvere i nodi veri dell’evasione fiscale. Sarebbe molto più logico e redditizio far pagare le tasse a chi produce enormi profitti senza versare un centesimo nella casse del nostro Stato, come ad esempio i giganti del web. È su questo che la politica deve impegnarsi per trovare le misure più adeguate”.

Il Presidente Domenichini ha poi elencato le ulteriori richieste che avanza la Confesercenti alla politica regionale:

1 - Lotta ad ogni forma di abusivismo e di concorrenza sleale (affitti brevi, home restaurant, sagre e feste, hobbysti, circoli ecc…);

2 - Interventi per attrarre ulteriori quote di mercato nell’ambito turistico intervenendo sul sistema dei trasporti e la raggiungibilità delle località turistiche, portando a termine le opere previste, valorizzando ferrovie e aeroporti della regione, cercando di far reinserire tra le priorità il tracciato autostradale E45/E55 tra Ravenna e Venezia;

3 - Incentivi per la riqualificazione dell’offerta ricettiva della regione e l’innovazione nella piccola impresa;

4 - Interventi ad hoc per il settore dei pubblici esercizi, oberato da regole e cavilli anche comunali e che dopo una fase di espansione comincia a dare segnali di crisi;

5 - Solleciti ai Comuni affinché applichino le proroghe previste dalla normativa per le concessioni per le imprese balneari;

6 - 6 - Garantire l’offerta formativa nell’ambito dell’apprendistato anche con modalità più flessibili e valorizzando ulteriormente lo strumento dei tirocini formativi.

In conferenza stampa è stata presentata anche, da parte di Nomisma, un’indagine, condotta per conto di Confesercenti E.R., su la congiuntura in Emilia Romagna e la pressione fiscale sul bilancio delle imprese.
Alla Conferenza erano presenti il Presidente e il Direttore di Confesercenti E.R. Dario Domenichini e Marco Pasi, il Responsabile Scientifico Industria Servizi Innovazione Nomisma, Lucio Poma e il Senior Advisor Nomisma, Massimiliano Bondi.
All’Assemblea del pomeriggio erano previsti gli interventi del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dell’Assessore al Commercio e al Turismo, Andrea Corsini e del Presidente nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise. 

 

I DATI SULLE IMPRESE di settore IN EMILIA-ROMAGNA – elaborazioni Ufficio Studi Confesercenti su dati Infocamere

La consistenza delle imprese attive del commercio al dettaglio (esclusi gli autoveicoli) nel terzo trimestre di quest’anno sono risultate 43.876 contro le 47.856 del terzo trimestre 2009 con una variazione assoluta rispetto al terzo trimestre del decennio 2019/2009 di – 3.980 attività e al terzo trimestre del 2018 di -1.194. Ravenna è quella che ha registrato il maggior calo con -700 imprese attive nell’ultimo decennio e - 136 rispetto al 2018, seguita da Modena con – 549 attività nel decennio preso in esame e -226 attività rispetto allo scorso anno.
Per quanto riguarda invece il totale delle imprese attive nel commercio all’ingrosso, al dettaglio e gli autoveicoli, nella nostra regione nel terzo trimestre 2019 erano 89.468 contro le 95.345 attive nello stesso periodo del 2009, con una variazione assoluta di -5.877 nel decennio 2019/2009 e di – 1.689 rispetto al 2018. A soffrire di più è stata Bologna con – 1.352 imprese attive nel decennio 2019-2009 e -383 rispetto all’anno scorso. Ferrara la segue con -726 in dieci anni e -206 rispetto all’anno scorso.
Diversa invece la tendenza nel settore dei servizi di alloggio e di ristorazione che sono passate dalle 27.211 del terzo trimestre 2009 alle 30.242 del terzo trimestre 2019 (+ 3.031 imprese attive). Nel caso della ristorazione i dati segnalano una controtendenza: se la variazione assoluta rispetto al decennio era di +2.714, rispetto al 2018 si registra un – 117 di imprese attive.
Riguardo invece all’andamento delle vendite del secondo trimestre 2019 rispetto a quelle del 2018, il commercio al dettaglio registra un totale di -0,9 così suddiviso: -1,6 nella piccola distribuzione, -2,3 nella media distribuzione e 0,3 nella grande distribuzione, l’unica a non registrare un segno meno. A soffrire di più è il settore dell’abbigliamento e degli accessori con -4,7.

 

 

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