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“I vari provvedimenti, nazionali e regionali, hanno ristretto notevolmente la possibilità di operare delle imprese commerciali emiliano-romagnole del settore non alimentare nel mese di novembre e rischiano di complicare le cose anche nel prossimo dicembre”. È il grido d’allarme che lancia Confesercenti rispetto alla situazione di un settore che si appresta a vivere il periodo dell’anno maggiormente significativo per i bilanci aziendali ma che rischia seriamente di vederli compromessi a causa della situazione generale e di un aumento esponenziale della concorrenza online.
“I negozi extralimentari – continua Confesercenti – in Emilia-Romagna hanno già perso due domeniche generalmente proficue per gli incassi e quelli posti all’interno dei centri commerciali subiranno la settimana prossima la chiusura per il terzo week-end di fila e questo ha praticamente reso impossibile, per queste imprese, partecipare a iniziative commerciali ormai importanti come il ‘Black Friday’ e i ‘Black Weekend’ che invece spopolano sul web. A soffrire sono in particolare i negozi di abbigliamento, calzature e accessori ma il problema riguarda un po’ tutte le merceologie”.
Per questo motivo la Confesercenti ha presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato: “il problema non è impedire le vendite online - afferma il Direttore di Confesercenti Emilia Romagna, Marco Pasi - ma la necessità non più differibile di garantire un mercato realmente concorrenziale, nel rispetto del pluralismo distributivo. Mentre, infatti, i negozi fisici sono chiusi dalle normative, il canale delle vendite web, controllato da gruppi spesso con sede in altri Paesi, di fatto agisce ed opera in condizioni di monopolio, trasferendo inoltre all’estero gran parte della ricchezza generata dagli acquisti online grazie a un regime fiscale di vantaggio rispetto a quello italiano. L’e-commerce è un canale di vendita importante anche per le imprese di ‘vicinato’ che sempre di più, in particolare dopo il lockdown, hanno iniziato ad utilizzare le forme di commercio digitali. Ma finchè non vi saranno pari condizioni anche da un punto di vista fiscale la concorrenza sarà sempre alterata a discapito delle imprese più piccole”.
“La decisione della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, di aumentare il contributo in favore delle agenzie di viaggio già previsto dal bando pubblicato lo scorso luglio, come richiesto da Assoviaggi, è una notizia positiva in un momento in cui questo settore fa veramente fatica a intravedere prospettive per il futuro”. È il commento di Amalio Guerra – Presidente di Assoviaggi alla Delibera assunta ieri dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna, di incremento dei contributi previsti per le aziende del settore dal precedente atto del 13 luglio 2020.
La nuova Delibera prevede di portare da 1.000 a 2.000 euro il contributo a fondo perduto per le agenzie on-line, da 2.000 a 4.000 il contributo in favore delle agenzie con unità locali aperte al pubblico e da 3.000 a 5.000 il contributo per le agenzie iscritte nell’elenco delle “Agenzie sicure” previsto nell’articolo 16 della L.R. n. 7/2003 dell’Emilia-Romagna.
La Delibera prevede, inoltre la riapertura dei termini per la presentazione delle domande di contributo che deve essere compilata, validata e inviat alla Regione esclusivamente per via telematica, tramite l’applicazione web “SFINGE 2020”, a partire dalle ore 10.00 del giorno 4 novembre 2020 sino alle ore 13.00 del giorno 9 novembre 2020.
“Il danno economico che abbiamo e che stiamo tuttora subendo noi agenzie viaggi è gravissimo – afferma Guerra - e le prospettive sono di un blocco che proseguirà ancora per diversi mesi. Abbiamo sostenuto, nella prima fase, i costi per i rientri dei clienti parcheggiati un po’ ovunque nel mondo; molti clienti, tra cui gli istituti scolastici, non hanno pagato i servizi prenotati che noi avevamo già anticipato ai nostri fornitori ottenendo in cambio un voucher; interi mercati, come quello delle gite scolastiche, sono completamente scomparsi. Siamo esposti economicamente di diverse migliaia di euro e i costi aziendali sono rimasti praticamente gli stessi, per cui il contributo previsto della regione è una piccola boccata di ossigeno in attesa di tempi migliori”.
La misura regionale, tuttavia, non è sufficiente per garantire la sopravvivenza delle imprese e, a livello nazionale, Assoviaggi ha presentato al Presidente Conte, una serie di richieste che comprendono:
• il pagamento entro il 15 novembre del contributo a fondo perduto per tour operator e agenzie di viaggi già stanziato (in relazione alla perdita di fatturato del periodo marzo/luglio) con superamento delle soglie europee del “Temporary Framework”;
• il rifinanziamento per le perdite di fatturato da agosto a dicembre 2020;
• l’azzeramento di tasse, imposte e contributi per tutto il 2020 e fino a giugno 2021;
• ammortizzatori sociali per i lavoratori del settore fino a giugno 2021;
• l’incremento della dotazione del fondo a copertura dei rimborsi ai viaggiatori per i voucher emessi da operatori insolventi o falliti che ad oggi prevede uno stanziamento di solo 5 milioni di euro a fronte di un valore di centinaia di milioni di voucher emessi dagli operatori.
“Sono interventi indispensabili – conclude Guerra – per evitare la perdita di posti di lavoro altamente qualificati e che alla filiera del turismo venga a mancare un elemento insostituibile penalizzando ulteriormente l’Italia sui mercati internazionali”.
L’ultimo DPCM del Governo ha effetti importanti su pubblici esercizi, bar e ristoranti ma rischia di mettere in crisi anche le imprese della distribuzione grossista delle bevande, un settore che vede la presenza di oltre 1.500 imprese e migliaia di occupati.
La situazione del settore, in gran parte escluso dai benefici del primo provvedimento nazionale, è stato oggetto di un incontro che si è svolto in modalità online, fra il Segretario Nazionale di Confesercenti, Mauro Bussoni e i rappresentanti di circa 450 aziende del settore rappresentate da Maurizio Gualtieri e Massimo Sirdone, rispettivamente Presidente e Direttore Generale del gruppo HELIOS; Leopoldo Pasquini, Stefano Betti e Vittorio Lombardini, rispettivamente Presidente, Vice Presidente e General Manager del gruppo San Geminiano; Silvio Montecchi, Presidente del Consorzio ADAT e Luigi Cetrangolo, General Manager del gruppo UDIAL.
I rappresentanti delle imprese hanno esposto le principali problematiche della categoria e la forte preoccupazione che ha visto nel 2020 una contrazione importante dei ricavi e intravede già prospettive di ulteriori cali nei prossimi mesi. Il canale della ristorazione e dei pubblici esercizi, infatti, rappresenta una quota importante del volume d’affari del settore che non viene compensata, come ha dimostrato l’esperienza dei mesi di chiusura da marzo a maggio, da altri canali delle vendita al dettaglio. D’altro canto, le imprese della distribuzione grossista si trovano spesso ad assolvere a un ruolo di ammortizzatore sociale nei confronti di bar e pubblici esercizi, concedendo credito e accettando in reso anche prodotti con scadenza a breve.
Bussoni, dal canto suo, ha assicurato l’impegno dell’associazione nel sostenere, sui vari tavoli nazionali e di confronto col Governo, delle istanze anche di questo settore.
L’incontro è stato chiuso dal direttore di Confesercenti Emilia Romagna, Marco Pasi, con l’impegno reciproco a ulteriori aggiornamenti per monitorare l’evoluzione della situazione e l’organizzazione di ulteriori momenti di confronto e scambio di informazioni.
“È opportuno che attraverso momenti di confronto come questi – afferma Maurizio Gualtieri, imprenditore del settore e membro di Giunta di Confesercenti Bologna – le imprese grossiste della distribuzione di bevande riescano a trasferire alle istituzioni le esigenze e le richieste di un settore che occupa migliaia di persone ma che rischia di entrare in una crisi pesante se non viene adeguatamente supportato.”
“L’approvazione da parte della Regione Emilia-Romagna della legge che prevede un contributo a fondo perduto per i gestori delle rivendite esclusive di giornali e riviste è un atto importante che riconosce il valore sociale, oltre che economico di questa categoria che ha svolto e svolge una funzione di servizio fondamentale anche in momenti difficili come quello che stiamo attraversando a causa della diffusione del COVID-19”. È il commento di Marco Pasi – Direttore regionale di Confesercenti - alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna del 2 novembre della Legge numero 6 che prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto per i gestori delle rivendite esclusive di giornali e riviste.
“Il provvedimento – continua Pasi – era già stato oggetto di condivisione anche dalla Federazione Nazionale Giornalai (FeNaGi) che aderisce a Confesercenti ed è particolarmente significativo, al di là del contributo che prevede, perché afferma un principio per noi importantissimo; il riconoscimento, cioè, della funzione di diffusione della cultura sul territorio delle rivendite di giornali e riviste che si accompagna al servizio offerto alla popolazione, in termini di informazione, in momenti particolarmente delicati come quelli che stiamo vivendo. È un riconoscimento a una categoria che è sempre presente e a disposizione del cittadino, giorni feriali e festivi, con orari spesso massacranti e una redditività purtroppo che si è ridotta in modo consistente in questi ultimi anni e fa piacere che su questi principi vi sia stata una larga convergenza fra le parti politiche in Assemblea Regionale.”
Anche il meccanismo previsto dalla Legge riscontra il gradimento di Confesercenti: “la Regione ha fatto una scelta intelligente – continua Pasi – snellendo l’iter e prevedendo di fatto che l’istruttoria venga svolta dal Ministero. Potrà fare domanda e ricevere il contributo, infatti, chi sarà beneficiario del ‘bonus edicole’ previsto dalla norma nazionale e la cui graduatoria sarà nota entro il 30 novembre. Questo permetterà alla Regione di rispondere in modo tempestivo alle richieste che arriveranno non dovendo fare altre verifiche sostanziali. Rimane aperto il tema delle rivendite non esclusive, in particolare di quelle collocate in zone del territorio meno servite e su cui sarà opportuno intervenire con provvedimenti analoghi.”
Rabbia, delusione e scoramento, sono i sentimenti più diffusi fra le imprese emiliano romagnole dei settori più colpiti all’indomani dell’approvazione dell’ultimo DPCM in materia di provvedimenti anti COVID-19. È quanto emerge dalla riunione della Giunta regionale di Confesercenti Emilia-Romagna, a cui hanno partecipato i Presidenti di tutte le realtà provinciali della regione, convocatasi d’urgenza per questa mattina per esaminare i contenuti del decreto e definire le iniziative da intraprendere.
“Le cose più difficili da accettare – si legge in una nota rilasciata al termine dell’incontro – riguardano l’assoluta incoerenza del provvedimento, che non tiene conto degli investimenti fatti dalle imprese per mettere in sicurezza le attività e i consumatori ma, anzi, finisce col penalizzare proprio quei settori che in modo scrupoloso seguono i protocolli condivisi e approvati, mettendo a rischio la loro sopravvivenza e ponendo le basi per la creazione di un problema sociale di cui difficilmente si possono immaginare gli sviluppi. Si tratta di migliaia di imprese della regione, da ristoranti, bar e pubblici esercizi a chi lavora con le fiere, ai gestori di palestre, piscine, impianti sportivi, sale gioco e tante altre imprese di diversi settori che rischiano la chiusura definitiva facendo perdere migliaia di posti di lavoro”.
Per questo motivo, la Giunta di Confesercenti Emilia Romagna ha deciso una serie di iniziative che verranno realizzate nei prossimi giorni, compresa la presentazione alle Istituzioni locali e nazionali delle richieste in favore delle imprese nel corso di incontri già richiesti e programmati con la Regione Emilia-Romagna, le Prefetture e fino al Presidente del Consiglio Conte che ha già annunciato la sua disponibilità per incontrare a breve la Confesercenti.
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