L’ultimo DPCM del Governo ha effetti importanti su pubblici esercizi, bar e ristoranti ma rischia di mettere in crisi anche le imprese della distribuzione grossista delle bevande, un settore che vede la presenza di oltre 1.500 imprese e migliaia di occupati.
La situazione del settore, in gran parte escluso dai benefici del primo provvedimento nazionale, è stato oggetto di un incontro che si è svolto in modalità online, fra il Segretario Nazionale di Confesercenti, Mauro Bussoni e i rappresentanti di circa 450 aziende del settore rappresentate da Maurizio Gualtieri e Massimo Sirdone, rispettivamente Presidente e Direttore Generale del gruppo HELIOS; Leopoldo Pasquini, Stefano Betti e Vittorio Lombardini, rispettivamente Presidente, Vice Presidente e General Manager del gruppo San Geminiano; Silvio Montecchi, Presidente del Consorzio ADAT e Luigi Cetrangolo, General Manager del gruppo UDIAL.
I rappresentanti delle imprese hanno esposto le principali problematiche della categoria e la forte preoccupazione che ha visto nel 2020 una contrazione importante dei ricavi e intravede già prospettive di ulteriori cali nei prossimi mesi. Il canale della ristorazione e dei pubblici esercizi, infatti, rappresenta una quota importante del volume d’affari del settore che non viene compensata, come ha dimostrato l’esperienza dei mesi di chiusura da marzo a maggio, da altri canali delle vendita al dettaglio. D’altro canto, le imprese della distribuzione grossista si trovano spesso ad assolvere a un ruolo di ammortizzatore sociale nei confronti di bar e pubblici esercizi, concedendo credito e accettando in reso anche prodotti con scadenza a breve.
Bussoni, dal canto suo, ha assicurato l’impegno dell’associazione nel sostenere, sui vari tavoli nazionali e di confronto col Governo, delle istanze anche di questo settore.
L’incontro è stato chiuso dal direttore di Confesercenti Emilia Romagna, Marco Pasi, con l’impegno reciproco a ulteriori aggiornamenti per monitorare l’evoluzione della situazione e l’organizzazione di ulteriori momenti di confronto e scambio di informazioni.
“È opportuno che attraverso momenti di confronto come questi – afferma Maurizio Gualtieri, imprenditore del settore e membro di Giunta di Confesercenti Bologna – le imprese grossiste della distribuzione di bevande riescano a trasferire alle istituzioni le esigenze e le richieste di un settore che occupa migliaia di persone ma che rischia di entrare in una crisi pesante se non viene adeguatamente supportato.”
Rabbia, delusione e scoramento, sono i sentimenti più diffusi fra le imprese emiliano romagnole dei settori più colpiti all’indomani dell’approvazione dell’ultimo DPCM in materia di provvedimenti anti COVID-19. È quanto emerge dalla riunione della Giunta regionale di Confesercenti Emilia-Romagna, a cui hanno partecipato i Presidenti di tutte le realtà provinciali della regione, convocatasi d’urgenza per questa mattina per esaminare i contenuti del decreto e definire le iniziative da intraprendere.
“Le cose più difficili da accettare – si legge in una nota rilasciata al termine dell’incontro – riguardano l’assoluta incoerenza del provvedimento, che non tiene conto degli investimenti fatti dalle imprese per mettere in sicurezza le attività e i consumatori ma, anzi, finisce col penalizzare proprio quei settori che in modo scrupoloso seguono i protocolli condivisi e approvati, mettendo a rischio la loro sopravvivenza e ponendo le basi per la creazione di un problema sociale di cui difficilmente si possono immaginare gli sviluppi. Si tratta di migliaia di imprese della regione, da ristoranti, bar e pubblici esercizi a chi lavora con le fiere, ai gestori di palestre, piscine, impianti sportivi, sale gioco e tante altre imprese di diversi settori che rischiano la chiusura definitiva facendo perdere migliaia di posti di lavoro”.
Per questo motivo, la Giunta di Confesercenti Emilia Romagna ha deciso una serie di iniziative che verranno realizzate nei prossimi giorni, compresa la presentazione alle Istituzioni locali e nazionali delle richieste in favore delle imprese nel corso di incontri già richiesti e programmati con la Regione Emilia-Romagna, le Prefetture e fino al Presidente del Consiglio Conte che ha già annunciato la sua disponibilità per incontrare a breve la Confesercenti.
Cambio della guardia al vertice di Federpubblicità nazionale: il carpigiano Claudio Varetto, già presidente di Federpubblicità Confesercenti Modena, succede a Nevio Ronconi.
L’elezione del neopresidente è avvenuta nel corso dell’Assemblea elettiva che si è svolta stamane online, a cui hanno partecipato tra gli altri la presidente nazionale Confesercenti Patrizia De Luise, il segretario generale Confesercenti Mauro Bussoni ed il responsabile dell’organizzazione dello Sviluppo Organizzativo Confesercenti Gaetano Di Pietro.
Federpubblicità è l’unica organizzazione sindacale nazionale nel settore della comunicazione d’impresa.
Claudio Varetto, ha così commentato la sua elezione:
“Nel 1989 fondavo la mia agenzia di comunicazione, nello stesso anno in cui in Confesercenti nasceva Federpubblicità. Da quell’anno ad oggi, sono cambiate tantissime cose, soprattutto nella nostra professione: sono nati internet, lo smartphone, i social network, anche la stessa TV è profondamente cambiata. E la pandemia mondiale ha velocizzato cambiamenti già in atto. Il Covid ha accelerato l’adozione del digitale ad ogni livello impattando sulla comunicazione, sui media, sull’organizzazione del lavoro, sulla distribuzione e sul consumatore che già da diversi anni è diventato multicanale.
Il mio desiderio è quello di integrare in Federpubblicità sempre più le diverse professionalità della comunicazione digitale e far diventare l'associazione un punto di riferimento per il settore, soprattutto in questo momento davvero critico per l'economia. Come dice un famoso proverbio cinese: ‘Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono dei ripari e altri costruiscono dei mulini a vento.’ Ringrazio molto il presidente uscente Nevio Ronconi che tanto ha dato all’associazione e i colleghi che mi hanno eletto a cui chiedo di collaborare per raggiungere insieme gli obiettivi comuni”.
Biografia:
Nato nel 1967 a Carpi (Modena), dopo gli studi in pubblicità a Milano all’Istituto Europeo di Design e all’Accademia di Comunicazione (di cui è uno degli studenti “fondatori”), nel 1989 Claudio Varetto dà vita con il bresciano Massimo Negrini alla Negrini e Varetto, agenzia di pubblicità e comunicazione con uffici a Carpi e Pisogne (BS), nella quale lavora fino ad oggi.
Con la sua agenzia, dove si occupa principalmente di Strategia, Copywriting, Social Media Marketing ed Eventi, lavora per la comunicazione di clienti in diversi settori come Grande Distribuzione Organizzata (Trony/Copre, Centro Commerciale Il Borgogioioso di Carpi, Parco Commerciale Meraville di Bologna, Fidenza Shopping Park, Complesso Commerciale Le Vele di Desenzano, Triumplina Retail Park di Brescia, Complesso Commerciale della Ca’ Merlata di Como…), Meccanica (Lucchini RS, Fortest, Wittenstein…), turismo/trasporti (Navigazione Lago d’Iseo – collaborando anche per “The Floating Piers”). Esperto di fumetti, ha curato pubblicazioni per primari editori come Salani, Mondadori, RCS, Rizzoli Lizard, RaiTrade e diverse mostre tra cui quelle presso la Palazzina Ducale di Modena (“Gulp! Supergulp!”, 2003), il Museo Enzo Ferrari di Modena (“Cars and Comics”, 2013), il Palazzo Ducale di Lucca (“Ach! Sturmtruppen”, 2015), Palazzo Fava di Bologna (“Sturmtruppen 50”, 2018), gestendo anche dal 2015 al 2020 i diritti editoriali del cartoonist Bonvi.
Dal 2004 è presidente modenese di Federpubblicità Confesercenti, organizzazione sindacale delle agenzie pubblicitarie, di cui dal 2011 al 2020 ha anche ricoperto il ruolo di Presidente per la Regione Emilia Romagna.
La Federpubblicità è nata nel 1989 nell’ambito della Confesercenti con l’obiettivo di estendere la tutela e la rappresentanza sindacale anche in un settore cardine del terziario innovativo, quello della comunicazione d’impresa, fino ad allora totalmente privo di una propria associazione sindacale.
Sono associati a Federpubblicità i professionisti e le imprese che esercitano un’attività nell’area della comunicazione pubblicitaria e commerciale dall’ideazione, allo studio, alla realizzazione, pianificazione, produzione e veicolazione di campagne e/o azioni di comunicazione d’impresa.
A seguito del nuovo Dpcm varato ieri sera dal Governo, il presidente della Confesercenti E.R. Dario Domenichini, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“La chiusura di fiere e sagre prevista dal nuovo Dpcm ci coglie del tutto di sorpresa e colpisce un settore già in difficoltà come quello del commercio su area pubblica.
Queste attività dal 18 maggio hanno seguito tutti i protocolli di sicurezza e, laddove non si potevano garantire, non sono state aperte. Inoltre, non ci sono informazioni di focolai causati in questi luoghi che si svolgono peraltro all’aperto e nel rispetto dei protocolli vigenti. Non ci sono stati, infatti, momenti di tensione nelle iniziative svolte né necessità d’intervento da parte delle forze dell’ordine per evitare assembramenti e disapplicazione delle normative.
Non capiamo perciò il motivo per cui si è voluto colpire cosi duramente questo settore e chiediamo che la Regione si faccia interprete verso il Governo dell’assurdità di questa scelta.”
Sagre e fiere in Emilia-Romagna rappresentano uno straordinario volano di promozione del territorio e occasioni importanti per la commercializzazione dei prodotti tipici e questo è il periodo più intenso per queste attività. Il blocco rappresenta perciò, a giudizio di ANVA-Confesercenti un duro colpo all’economia locale.
In una nota Massimo Zucchini risponde all’ipotesi che il nuovo Dpcm preveda misure restrittive per le attività commerciali
“La nostra salute, di chi lavora con noi e di quella dei nostri clienti, è ovviamente la priorità – spiega il presidente della Fiepet-Confesercenti E.R. Massimo Zucchini in una nota– e siamo i primi ad essere preoccupati per l’aumento dei contagi. Ma non è certamente la chiusura anticipata di bar e ristoranti, che hanno già dimostrato ampio senso di responsabilità, la soluzione: rischierebbe invece di mettere a terra i pubblici esercizi, già molto provati da questo difficile periodo; né si può affermare che la loro riapertura abbia fatto impennare i contagi.
Inoltre, con l’arrivo del freddo e del brutto tempo, sarebbero sufficienti pochi controlli per evitare assembramenti notturni esterni, che sono molto più legati alle vendite abusive di bevande che andrebbero contrastate e sanzionate e alla “malamovida”, quella che si svolge dopo la chiusura dei locali.
Se si vuole dare un segnale di maggiore sicurezza, si possono inserire ulteriori semplificazioni, come ad esempio definire un numero massimo di persone ad un tavolo, in modo da chiarire ulteriormente che non sono possibili feste di qualsiasi genere.
Ci aspettiamo che venga data la possibilità di concordare con la Regione, come già fatto per il Protocollo regionale, regole, semplici, attuabili che garantiscano sicurezza sanitaria e la sopravvivenza delle attività”.
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