Presidente, come giudica i primi mesi di lavoro del Governo?

Il governo Renzi è nato per fare le riforme, ma le riforme le stiamo ancora aspettando. Quella degli 80 euro in più in busta paga ai lavoratori dipendenti è stata una bella manovra elettorale ed è riuscita a racimolare i necessari consensi. Ma non ha avuto alcun effetto sulla ripresa dell’economia e dei consumi. La ripresa che attendono tutti gli italiani e anche le piccole e medie imprese di Bologna e provincia. Quindi, l’azione del Governo finora non è stata efficace e positiva. In attesa che succeda qualcosa, non esprimo alcun voto.

Quali sono, secondo Lei, gli interventi prioritari per rimettere stabilmente il Paese e le imprese sul sentiero della crescita?

Ce lo stanno indicando i fatti. Ci vogliono tagli fiscali, sia sulle tasse dirette che su quelle indirette. E poi tagli sui contributi Inps, che oggi sono tra i più alti in Europa. Ancora. Continuare con la spending review, con i tagli della spesa pubblica, con i tagli sui costi della burocrazia e di tutta la pubblica amministrazione, a cominciare dagli stipendi dei super dirigenti. Ci troviamo davanti funzionari che sono pagati a livelli altissimi, ma non sono capaci di gestire i fondi che provengono dall’Unione europea e che, soprattutto, non si prendono alcuna responsabilità. Anche per una questione etica vanno tagliati. Quindi, si deve tornare ad incoraggiare quanti vogliono fare impresa, vogliono aprire una nuova attività. Oggi sono massacrati da una serie interminabile di obblighi che, spesso, frenano la ogni spinta, ogni slancio di fare impresa.

Quali sono le principali difficoltà che affrontano le imprese bolognesi per resistere sul mercato ed essere competitive?

A livello locale, come a livello nazionale, le piccole e medie imprese bolognesi sono oberate da troppe e da troppi costi. La burocrazia le uccide sempre di più. Il mercato sta tenendo, anche se ci sono delle chiusure. Le nostre imprese si dibattono anche con gli alti costi del personale e, soprattutto, dell’apprendistato. Chiediamo che siano tassate in modo corretto, senza strozzarle.

Il Governo ha mostrato apertura sulla questione della deregulation degli orari commerciali che mette a rischio quel grande patrimonio economico, culturale e sociale rappresentato dall’impresa diffusa e dal commercio di vicinato. Cosa si può fare di più, secondo lei, per contrastare il fenomeno della desertificazione urbana e difendere e valorizzare i centri urbani delle nostre città?

Occorre fare due ragionamenti. Nel turismo la deregulation è stata fondamentale, ha avuto degli effetti positivi. Anche se, poi, l’assenza di regole certe come quelle sui dehor e l’introduzione dei T-day, della chiusura al traffico del centro storico nei fine settimana hanno creato una serie di complicazioni. Il commercio, al contrario, è stato ucciso proprio dalla deregulation. La diffusione degli outlet e dei centri commerciali ha, di fatto, messo in crisi il commercio tradizionale di vicinato e portato, anche da noi, all’impoverimento sociale dei centri urbani. Siamo, pertanto, favorevoli alla proposta del Governo di reintrodurre la chiusura settimanale dei negozi, outlet e centri commerciali compresi.

Lei è un imprenditore, proprietario di un pub nel centro di Bologna. La movida nei locali pubblici cittadini è un’opportunità o un problema? Quali interventi devono mettere in campo le amministrazioni locali per trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di riposo dei residenti, di esercizio dell’attività dei commercianti e di divertimento di cittadini e turisti?

Le città italiane si differenziano le une dalle altre in base a quello che propongono. Bologna, per esempio, è la città della vita di notte, è la città dei giovani. Sono centinaia e centinaia le attività economiche legate al turismo. I locali della notte, i pubblici esercizi sono il sale della vita economica e anche sociale di Bologna e provincia. Ora, le attività commerciali non devono rispondere ai cittadini, ma ad un’amministrazione pubblica capace di dettare regole precise e chiare. Con le regole attuali la maggior parte dei locali pubblici sarebbero costretti a chiudere. Ogni dehor di ristorante, pub o bar equivale ad una media di 15 posti di lavoro. Se un’attività chiude, si creano altrettanti disoccupati. Una città come Bologna deve puntare anche, e soprattutto, sul turismo se vuole tornare a crescere economicamente e culturalmente, se non vuole finire nella stagnazione più tetra.

La riforma pensionistica “Fornero” ha cambiato notevolmente la normativa previdenziale sia per quanto riguarda l’età pensionabile, sia per quanto riguarda le modalità di contribuzione, anche per i lavoratori autonomi. Le novità rende attuale il rilancio della discussione sui sistemi di pensione integrativa.

Per entrare più in profondità nelle novità della riforma e di come queste modificano o modificheranno il futuro pensionistico di milioni di italiani, Confesercenti Reggio Emilia in occasione della propria Presidenza Provinciale, un convegno intitolato “Le pensioni che verranno”

 

presso l’Aula Magna del Cescot Confesercenti

il 3 luglio 2014, ore 21,00

in via Galliano 8/D a Reggio Emilia

 

Programma:

-          Introduce e presiede: Dario Domenichini, Presidente Provinciale Confesercenti;

-          Relazione sulla riforma pensionistica degli autonomi del Direttore Itaco, dott.sa Lara Cantarelli:

-          Interviene Gian Paolo Poncemi di AXA assicurazioni, sulla previdenza integrativa;

-          Dibattito.

“Un piatto di pasta, o un secondo. Ma difficilmente si va oltre alle due portate. Quanto alle consumazioni veloci, quelle da bar per intenderci, non vengono meno, ma sono ridotte al minimo”. Opinioni riscontrabili in molti locali pubblici della nostra provincia; conseguenza diretta della difficile situazione economica che sta caratterizzando il territorio nazionale e locale da almeno cinque anni. Anche la tavola è in crisi dunque: le abitudini degli italiani e quindi dei modenesi sono cambiate. Si consuma meno nei pubblici esercizi modenesi e a risentirne sono i bilanci delle imprese del settore: in termini di ricavi, -1,4% nel primo trimestre dell’anno.Dati che si riflettono bene nel calo non proprio indolore più generale dei consumi. Secondo uno studio presentato da FIEPET-Confesercenti, dal 2010 ad oggi anche sul nostro territorio, sono diminuiti dell’8,5% nei bar e del 7,9% nei ristoranti. Si riduce in modo sostanziale la spesa per la pausa pranzo (-3,5%), per l’aperitivo (-2,7%) che fino a non poco tempo fa rappresentava una concreta boccata d’ossigeno e perdono terreno persino cappuccino e cornetto mattutini (-3,3%), confermando che sempre di più si sceglie di fare la prima colazione tra le mura domestiche. Numeri che restano tali – o che differiscono appena sensibilmente - in ambito nazionale, in cui il volume degli affari scende a 15,1 miliardi di euro l’anno (-18%).I pubblici esercizi modenesi comunque continuano a rappresentare sempre più un luogo di incontro e di aggregazione per i giovani tra i 18 ed i 25 anni (46,6%) e per gli ultra sessantenni (38,9%), mentre per gli altri – poco meno del 15% - resta soprattutto un luogo in cui consumare.“Anche i modenesi come il resto degli italiani – precisa Gianfranco Zinani presidente di FIEPET-Confesercenti Modena - continuano a stringere la cinghia per far quadrare il bilancio a fine mese. E lo fanno anche sacrificando qualche pranzo, cena o aperitivo e persino il rito della colazione la mattina al bar. Il nostro settore che fino ad oggi ha tenuto di fronte alla spending review familiare e che anzi funzionato da premio di consolazione per le tante altre rinunce, dalle vacanze all’abbigliamento, ai divertimenti, sta anch’esso saldando un conto decisamente salato alla lunga crisi economica che ha investito Paese e territorio. Sappiamo che per invertire la rotta e ridare ossigeno a tutti i settori, dal commercio, ai servizi, ai pubblici esercizi la via è quella del rilancio concreto dei consumi interni. E l’impegno da parte nostra a tal senso, per rimanere al circoscritto ambito di bar e ristoranti non manca: anzi, si rinnova costantemente ogni giorno. Cerchiamo e facciamo il possibile per fidelizzare la clientela attraverso la qualità, il rapporto qualità/prezzo e senza fare mai mancare estro e creatività. Uno sforzo a tutti gli effetti, dato il periodo di crisi che necessiterebbe, riteniamo, di sostegno e supporto adeguati, vista e considerata anche la strategicità del settore per l’economia del territorio”.

L’idea era nell’aria già due anni fa, quando assieme ad alcuni docenti di uno dei tanti corsi sulla creatività e l’innovazione d’impresa presso Confesercenti Ferrara si parlava di come reinterpretare e dare nuovi stimoli al modo di fare shopping nel territorio estense.
Paolo Benasciutti, Presidente di Confesercenti Ferrara assieme al Direttore Alessandro Osti erano convinti che la direzione da percorrere fosse quella dell’uso delle tecnologie e del social network, uniti al concetto di rete – intesa come rete di imprese del territorio. Accanto a questo, anche lo sforzo di incrementare il flusso di potenziali clienti presso gli esercizi locali.
A dirla così sembrerebbero due esigenze antitetiche e due direzioni di sviluppo contrarie, ma Confesercenti Ferrara si propone di riuscire a conciliare gli opposti con questa nuovissima iniziativa ora disponibile a tutti i consumatori.
Mentre il primo step di intervento era teso ad ampliare l’area di collegamento WI FI gratuita di P.zza Trento Trieste, mettendo a disposizione il servizio di connessione in Via San romano e P.zza Travaglio, ora è on line da qualche giorno, il portale www.ferrarashopping.com, che intende proprio questo: far convergere nella rete l’offerta di prodotti e servizi messi a disposizione dagli esercenti ferraresi aprendosi al mercato locale, forte della speciale proposta di sconti disponibili esclusivamente attraverso il portale stesso, grazie alla formula dei “coupon”.
Di che cosa si tratta in concreto?
ferrarashopping.com ha raccolto fino ad oggi un certo numero di esercenti ferraresi – ma l’obiettivo è quello di aumentare significativamente questo numero – che offrono alla potenziale clientela i loro prodotti e servizi a prezzi promozionali per un certo periodo di tempo.
Abiti, trattamenti estetici, biancheria per la casa e accessori, ristorazione sono disponibili on line, tutti corredati da immagini e descrizione del prodotto, offerti con uno sconto che mediamente si attesta sul 30%, non direttamente acquistabili dal portale, ma prenotabili con un semplice sistema di coupon, inviato direttamente sul numero di cellulare dell’utente.
Per concludere l’acquisto, il cliente può ritirare l’articolo prenotato (prodotto o servizio) recandosi direttamente in negozio con il suo numero di coupon. E il gioco è fatto.
Così è possibile per gli esercenti usufruire di una serie di opportunità che vanno da una maggiore visibilità e possibilità di offrire prodotti o servizi in promozione per determinati periodi dell’anno; garantirsi la frequentazione da parte di una potenziale nuova clientela con la quale poter iniziare un dialogo diretto ed una auspicabile fidelizzazione.
Tutto questo evitando di cadere nelle maglie di chi propone questo genere di iniziative a livello nazionale speculando sulle capacità di offerta degli esercenti, che molto spesso si sono trovati in difficoltà a gestire l’iniziativa.
Confesercenti Ferrara, che ha ideato e realizzato il portale e gestisce il suo funzionamento, offre la possibilità agli esercenti ferraresi di partecipare a questa iniziativa in forma gratuita, accollandosi gli oneri del coordinamento dei contenuti.
Si intende con ciò facilitare e incentivare la ripresa dello scambio commerciale in un’ottica di rete  diffusa e di logica del commercio di prossimità.
Confesercenti Ferrara ha anche in previsione una serie di iniziative di comunicazione del nuovo portale ferrarashopping.com (peraltro già in funzione e disponibile per la clientela) in modo da promuovere presso i consumatori l’uso di questo nuovissimo sistema di rete virtuale – ma non troppo – di fare shopping a Ferrara.

E’ stato presentato martedì 3 giugno 2014 il nuovo servizio completamente rinnovato Visitparma.com. Da ora conoscere la città e il territorio sarà più semplice grazie a un nuovo portale già dotato di app e in grado di mettere in rete le diverse realtà di Parma e Provincia.

L'evento si è svolto al bar Le Bistrò nella storica piazza Garibaldi, centro nevralgico di Parma e una delle tappe principali dei turisti che decidono di visitare la città.

«Visitparma ha compiuto 20 anni, fu presentato nel '92 in versione cartacea e oggi si presenta in una veste completamente rinnovata» ha introdotto Stefano Cantoni di Confesercenti Parma che ha presentato le novità insieme agli ideatori e realizzatori del nuovo portale Antonio Vinci, responsabile marketing Confesercenti, Francesco Lia e alcuni studenti del corso di web-marketing di Cescot Parma.

Visitparma.com si avvale delle più moderne tecnologie: come la diretta e immediata fruibilità da parte di dispositivi mobili (smartphone e tablet) con geolocalizzazione su mappa di luoghi, mette a conoscenza gli utenti degli eventi, luoghi, iniziative, percorsi enogastronomici, negozi, ma anche coupon (grazie al partner iZOOM), offerte/sconti, e corsi di formazione. A questa piattaforma si affiancano la continua e immediata promozione attraverso i principali Social Network (Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest e Google +), il tradizionale volantinaggio (che sarà effettuato a più riprese soprattutto in città) il co-marketing (la presenza del marchio durante diversi eventi che si terranno in provincia) e le apparizioni del marchio in tv su più programmi con target diversificato.

«Un progetto per la città che aiuta a diffondere la cultura turistica, non cadiamo nell'errore di avere uno strumento importante e non coordinare le diverse informazioni. E' importante la collaborazione anche nel settore turistico. Viviamo in una città che è un'ottima fonte turistica, ma che va utilizzata in modo migliore rispetto al passato » ha dichiarato il direttore Confesercenti Luca Vedrini.

«Il turismo è una leva necessaria a livello locale e nazionale, Visitparma è sicuramente un nuovo strumento in linea con le esigenze e la volontà di trasformare questa città in una città di vocazione turistica» ha sottolineato Cristiano Casa, assessore al Turismo del Comune di Parma che ha poi aggiunto «Parma sarà una delle proposte legate al nuovo Club di Prodotto “Città del Gusto” che verrà presentato all'Expo 2015».

«Il turismo è un mercato competitivo, questo nuovo strumento sarà un'opportunità per aiutare a inserire Parma in questo mercato e a farle acquisire quote di mercato» ha infine concluso Stefano Cantoni.      

COME ENTRARE SU VISITPARMA.COM

Entrarne a far parte è semplice come un click ed è possibile interagire quotidianamente con la redazione di Visitparma a disposizione degli utenti per inserire news e informazioni. Una volta entrati si può anche richiedere la gestione autonoma della propria pagina e far comunque parte di questo grande circuito di offerta. Il servizio è gratuito per i soci Confesercenti, per i clienti I-Zoom e per chi collabora con la promozione del portale, inoltre per tutto il mese di giugno le iscrizioni sono aperte e gratuite. Chiunque può entrarne a far parte scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Per informazioni:

Antonio Vinci
Confesercenti Parma
Via Spezia 52/1 A
+ 39 0521382611
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Francesco Lia
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