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È stato recentemente pubblicato il testo della “Linea B” del Bando Ristori 3 della Regione Emilia-Romagna, che vede impegnati quasi 23 milioni di euro per aiutare le imprese di alcuni settori particolarmente colpite dalla pandemia nell’anno 2020.
Uno sforzo notevole fatto dalla Regione Emilia-Romagna per il sostegno alle piccole e medie imprese colpite dalla crisi pandemica, ma, secondo la Federazione Italiana Agenti e Rappresentanti di Commercio (FIARC) carente nei confronti di una categoria, come quella degli intermediari del commercio, che ha sofferto in modo rilevante sia per le restrizioni alla mobilità che per il calo drastico della produzione e dei consumi.
“Ci rendiamo benissimo conto che la categoria è quanto mai composita ed eterogenea, oltre che molto numerosa – afferma Leonardo Fabbri, Presidente di FIARC Emilia Romagna - ma dobbiamo ricordare come ci siano stati agenti e rappresentanti di commercio, soprattutto quelli inseriti nella filiera del turismo e della moda, che per tutto il 2020 e buona parte del 2021 non hanno letteralmente lavorato. E anche molti altri settori hanno subito importanti battute di arresto, non completamente compensate dalla ripresa dello scorso anno. Come Associazione riteniamo che anche questi lavoratori autonomi meritino la considerazione e l’aiuto delle istituzioni. A livello nazionale qualcosa è stato fatto col bando ristori ter, ma nulla ad oggi a livello regionale.”
La Fiarc Confesercenti regionale auspica, dunque, che si possa aprire un tavolo di confronto a livello regionale con le associazioni di categoria degli agenti e rappresentanti del commercio e di tutti gli altri intermediari, al fine di verificare la possibilità di introdurre politiche di aiuto per la categoria.
Il caro bollette sta soffocando la ripresa del commercio e del turismo, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di migliaia di imprese in Emilia Romagna.
Per fronteggiare la situazione e dare un supporto concreto ai propri associati, Confesercenti Emilia Romagna, attraverso il proprio consorzio Innova Energia, ha concluso positivamente le trattative con i maggiori fornitori sul mercato libero dell’energia, garantendo prezzi bloccati e particolarmente vantaggiosi rispetto all’andamento del mercato di gas e corrente elettrica, per tutto il 2022.
“Le trattative con i fornitori – afferma Dario Domenichini, Presidente di Confesercenti Emilia Romagna e della società Innova Scrl – sono state particolarmente faticose perché a fronte di rincari sproporzionati, il gruppo Innova ha aspettato fino all’ultima data utile per chiudere gli accordi con condizioni competitive, cosa che è avvenuta puntualmente, e questo permette ai soci Confesercenti che aderiscono a Innova Energia di poter affrontare il 2022 con più serenità”.
Innova Energia, consorzio costituito da oltre 4.000 imprese che già nel 2021 hanno registrato risparmi importanti sulle proprie bollette, è aperto anche alle utenze domestiche, oltre che a quelle delle imprese, proponendo soluzioni vantaggiose e assistendo persone e aziende in tutte le necessità: aumenti di potenza, volture, reclami. Fornisce una valutazione, scritta e gratuita, delle bollette di gas e luce e solo in caso di risparmio propone l’adesione al servizio ma offre anche un servizio di consulenza su possibili interventi di risparmio energetico o su impianti a fonti rinnovabili.
Per informazioni ci si può rivolgere agli uffici Confesercenti sul territorio o a Innova Energia al numero 0547/75621, tramite WhatsApp al numero 375 6048212 o via e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
“La mancata proroga della cassa Covid-19 rischia di mettere a rischio migliaia di posti di lavoro in Emilia-Romagna.” E’ il commento a caldo del direttore regionale di Confesercenti Emilia Romagna, Marco Pasi, sull’ultimo decreto approvato dal Governo che prevede una serie di ristori per le attività ancora chiuse e per il mondo del commercio e del turismo.
“I sostegni decisi oggi dal Governo – continua Pasi - sono un riconoscimento della profonda crisi che colpisce le attività soprattutto nei settori del commercio e del turismo, ma le risorse messe in campo rischiano di non essere sufficienti. In particolare sarebbe stato indispensabile una nuova moratoria sui mutui, i cui pagamenti si sono di nuovo attivati e riguardano imprese in grande crisi di liquidità e, soprattutto, la cassa integrazione COVID-19 per commercio, turismo e pubblici esercizi fino a fine marzo per consentire alle imprese di superare questo momento di difficoltà e sperare nella ripresa prevista per aprile. Mi auguro che nelle prossime ore vi possano essere interventi correttivi che vadano nella giusta direzione”.
Da oggi, 20 gennaio, è scattato l'obbligo di green pass per andare dal barbiere, dal parrucchiere o dall'estetista e a breve uscirà il Decreto che fisserà le deroghe per i servizi e negozi in cui il certificato verde sarà richiesto dall’1 febbraio.
La lista degli esercizi dove si potrà entrare senza Green pass base comprenderà alimentari, supermercati, ipermercati, farmacie, parafarmacie, benzinai, negozi di carburante per il riscaldamento, articoli per animali, ottici, mercati all’aperto, ambulanti e chioschi di edicole, tutte attività considerate giustamente di prima necessità.
Secondo Confesercenti Emilia Romagna, l’elenco delle esenzioni è carente e dovrebbe ricomprendere altre attività come i negozi di abbigliamento e calzature e le tabaccherie, aperte anche nel primo lockdown.
“Sono attività – afferma Dario Domenichini, Presidente di Confesercenti Emilia Romagna – all’interno delle quali la permanenza non si prolunga per periodi di tempo eccessivi e dove la mascherina non viene mai abbassata. A questo si aggiungono igienizzazione delle mani, distanziamento e contingentamento delle entrate. Misure che garantiscono la sicurezza delle persone, per cui l’obbligo del green pass appare francamente eccessivo.”
A questi elementi si aggiunge, poi una situazione complicata per il settore moda: “I saldi – continua Domenichini - dopo una discreta partenza si sono praticamente fermati e molti clienti rimandano il momento dell'acquisto, non entrano nei negozi, o si rivolgono all'online. Nei piccoli esercizi commerciali non c'è certamente assembramento, gli acquirenti sono sempre meno e non si avverte proprio la necessità di questo ulteriore onere.”
L’obbligo del green pass si affianca, infatti, anche all’onere del controllo che grava sulle imprese.
“Il risultato – conclude Domenichini – sarà quello di creare ulteriori difficoltà ai commercianti che da due anni lottano per restare in piedi e che vengono gravati di continui oneri. Occorrerebbero, invece, sostegni e incentivi per favorire la sopravvivenza e la ripresa delle attività e iniziative per contrastare il caro energia, il rinnovo delle moratorie sul credito e interventi per calmierare gli affitti.”
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