E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il Decreto legge che prevede i ristori da destinare alle imprese del commercio, turismo e ristorazione. Le risorse previste dal decreto del Governo sono certamente una cifra importante che riconosce le difficoltà delle imprese del commercio, del turismo e della ristorazione, le più colpite dai due anni di pandemia, ma sono insufficienti, e anche nella nostra regione molte ora rischiano di chiudere i battenti per sempre. Lo affermano il presidente di Confesercenti E.R. Dario Domenichini e il presidente di Fiepet-Confesercenti E.R. Massimo Zucchini. “Per un’effettiva ripresa sono necessarie la reintroduzione della Cassa Covid in modo da traghettare chi lavora fino al momento della ripresa, la moratoria dei debiti bancari e gli sgravi sugli affitti, spiega Domenichini. Siamo soddisfatti che il decreto abbia recepito la nostra richiesta sullo sgravio per le rimanenze di magazzino per il commercio di abbigliamento e calzature. Ma ribadiamo con forza che non è sufficiente per imprese ormai allo stremo, a cui neanche il periodo dei saldi è riuscito a portare una boccata d’ossigeno.” “Siamo delusi perché non ci si rende sufficientemente conto della difficoltà in cui ci troviamo e di come i sostegni decisi dal governo verranno resi vani dalla ripresa del pagamento dei mutui e da un costo delle bollette insostenibile – spiega Massimo Zucchini. Abbiamo subito un calo di quasi il 70% degli introiti nell’ultimo periodo, si può immaginare che i ristori previsti e le altre misure non bastino. A tutto ciò si aggiunge l’onere di essere i controllori del green pass per non rischiare sanzioni, scaricando di fatto su di noi la responsabilità individuale dei clienti. Poterlo farlo a campione, ci consentirebbe almeno di non dedicare una persona a fare da sentinella.”

“La mancata proroga della cassa Covid-19 rischia di mettere a rischio migliaia di posti di lavoro in Emilia-Romagna.” E’ il commento a caldo del direttore regionale di Confesercenti Emilia Romagna, Marco Pasi, sull’ultimo decreto approvato dal Governo che prevede una serie di ristori per le attività ancora chiuse e per il mondo del commercio e del turismo.

“I sostegni decisi oggi dal Governo – continua Pasi - sono un riconoscimento della profonda crisi che colpisce le attività soprattutto nei settori del commercio e del turismo, ma le risorse messe in campo rischiano di non essere sufficienti. In particolare sarebbe stato indispensabile una nuova moratoria sui mutui, i cui pagamenti si sono di nuovo attivati e riguardano imprese in grande crisi di liquidità e, soprattutto, la cassa integrazione COVID-19 per commercio, turismo e pubblici esercizi fino a fine marzo per consentire alle imprese di superare questo momento di difficoltà e sperare nella ripresa prevista per aprile. Mi auguro che nelle prossime ore vi possano essere interventi correttivi che vadano nella giusta direzione”.

Stefano Bollettinari, Presidente di Vitrines d'Europe, l'associazione europea dei commercianti a cui aderisce Confesercenti Emilia Romagna, ha espresso alla Presidenza del Parlamento europeo, a nome del Consiglio d'Amministrazione dell'associazione, le più sentite condoglianze per la prematura scomparsa di David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo.

"Sassoli - si legge nella nota di cordoglio - era una persona coraggiosa, un politico molto impegnato, un ottimo giornalista, con grandi valori umani ed europei. In qualità di rappresentanti di migliaia di commercianti europei, inviamo al Parlamento Europeo, alla famiglia, a tutti i suoi amici le più sentite condoglianze sulla base dei valori umani ed europeisti che, come associazione d'imprese europee condividiamo nell'augurio che gli insegnamenti che Sassoli ci ha dato diano buoni frutti per il futuro."

Da oggi, 20 gennaio, è scattato l'obbligo di green pass per andare dal barbiere, dal parrucchiere o dall'estetista e a breve uscirà il Decreto che fisserà le deroghe per i servizi e negozi in cui il certificato verde sarà richiesto dall’1 febbraio.
La lista degli esercizi dove si potrà entrare senza Green pass base comprenderà alimentari, supermercati, ipermercati, farmacie, parafarmacie, benzinai, negozi di carburante per il riscaldamento, articoli per animali, ottici, mercati all’aperto, ambulanti e chioschi di edicole, tutte attività considerate giustamente di prima necessità.

Secondo Confesercenti Emilia Romagna, l’elenco delle esenzioni è carente e dovrebbe ricomprendere altre attività come i negozi di abbigliamento e calzature e le tabaccherie, aperte anche nel primo lockdown.
“Sono attività – afferma Dario Domenichini, Presidente di Confesercenti Emilia Romagna – all’interno delle quali la permanenza non si prolunga per periodi di tempo eccessivi e dove la mascherina non viene mai abbassata. A questo si aggiungono igienizzazione delle mani, distanziamento e contingentamento delle entrate. Misure che garantiscono la sicurezza delle persone, per cui l’obbligo del green pass appare francamente eccessivo.”
A questi elementi si aggiunge, poi una situazione complicata per il settore moda: “I saldi – continua Domenichini - dopo una discreta partenza si sono praticamente fermati e molti clienti rimandano il momento dell'acquisto, non entrano nei negozi, o si rivolgono all'online. Nei piccoli esercizi commerciali non c'è certamente assembramento, gli acquirenti sono sempre meno e non si avverte proprio la necessità di questo ulteriore onere.”
L’obbligo del green pass si affianca, infatti, anche all’onere del controllo che grava sulle imprese. 
“Il risultato – conclude Domenichini – sarà quello di creare ulteriori difficoltà ai commercianti che da due anni lottano per restare in piedi e che vengono gravati di continui oneri. Occorrerebbero, invece, sostegni e incentivi per favorire la sopravvivenza e la ripresa delle attività e iniziative per contrastare il caro energia, il rinnovo delle moratorie sul credito e interventi per calmierare gli affitti.”  

Non sono certo i dati pre-Covid, ma rispetto all’anno scorso, quando eravamo in zona arancione, i dati sulla partenza dei saldi, secondo un sondaggio svolto da Confesercenti E.R. presso le imprese del settore moda, sono incoraggianti.
Il consueto rituale invernale che muove alla ricerca di occasioni di capi di qualità a buoni prezzi è migliorato e nonostante i timori della nuova variante omicron, la professionalità degli operatori che hanno garantito le necessarie cautele sanitarie, ha consentito di rivolgersi con fiducia ai propri negozi.
Positiva la partenza per il 55% degli intervistati, mentre il 45% ha manifestato la propria insoddisfazione. I dati rimangono comunque al di sotto degli andamenti pre-COVID e l'auspicio delle imprese è che i prossimi giorni possano vedere un incremento delle vendite.
La metà degli operatori intervistati ha iniziato i saldi con uno sconto del 30% sul prezzo dei prodotti, mentre il 29% ha applicato uno sconto del 20%.  L’11% è invece partito da subito con uno sconto del 40% e il 10% del 50%.
Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il 49% delle imprese registra una stabilità delle vendite, il 24% un aumento, mentre il 27% ritiene siano diminuite.
Lo scontrino medio battuto è stato di 107 euro: per il 55% delle imprese il valore è rimasto invariato rispetto al 2021 mentre per un 26% è diminuito. Aumentato invece per il 18% degli interpellati.
Giudizi positivi per quanto riguarda l’andamento delle vendite natalizie: il 66% si ritiene soddisfatto, il 12% più che soddisfatto, e il 12% insoddisfatto.

Sulle vendite pesa ancora la paura dei contagi e l’incertezza del futuro che rallenta i consumi – spiega il presidente della Confesercenti E.R. Dario Domenichini. - Dopo un discreto avvio, registrato nelle giornate del 5 e del 6, le vendite si sono un po' fermate, tuttavia, siamo fiduciosi che nelle prossime settimane i negozi possano smaltire la loro merce e i clienti approfittare di ottime occasioni di acquisto potendo contare sulla qualità e professionalità del servizio. I nostri negozi sono luoghi sicuri, attenti alla salute e alla tutela dei propri clienti. 

In calce le tabelle dettagliate

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