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Quella che ci aspetta è una settimana decisiva per gli imprenditori degli stabilimenti balneari.
La X Commissione del Senato, dopo aver ascoltato in audizione le diverse associazioni di categoria, deve esprimersi sui vari emendamenti da loro proposti, sostenuti da tutti i sindaci della Riviera e da varie Regioni di cui la capofila è l’Emilia Romagna. Lo scopo è quello di correggere l’emendamento indicato dal Consiglio dei Ministri al Senato, che ha però lasciato insoddisfatti i rappresentanti del settore.
“I balneari – spiega Maurizio Rustignoli presidente Fiba Emilia Romagna e Nazionale, rappresentativa degli imprenditori balneari di Confesercenti - avevano recepito la necessità di inevitabili procedure selettive ad evidenza pubblica, ma a condizione del riconoscimento di un indennizzo pari al valore aziendale dell'impresa a tutti coloro che, dopo aver gestito uno stabilimento per decenni, si ritroveranno a non vedersi riaggiudicata la propria concessione. Il recepimento da parte della Commissione del Senato delle nostre proposte, sarebbe un primo passo per arrivare ad una modifica in tempi brevi del Disegno di legge che riordina la concorrenza.”
Nella nostra regione, secondo i dati Unioncamere, fino a settembre 2021 ci sono complessivamente 1.067 imprese balneari, di cui 959 in Romagna: 427 in provincia di Rimini, 355 in quella di Ravenna e 177 in quella di Forlì-Cesena. Più altre 97 nel Ferrarese. Sono persone e famiglie che attendono con ansia di sapere cosa riserva loro il futuro.
Gli interventi urgenti annunciati dal premier Mario Draghi per contrastare l'aumento dei prezzi sull'energia, sono insufficienti per garantire la sopravvivenza del settore della ristorazione e degli alberghi.
Lo denunciano allarmati Massimo Zucchini, presidente di Fiepet Confesercenti E.R. e Fabrizio Albertini, presidente di Assohotel Confesercenti E.R.
Alberghi e ristoranti, già in grave difficoltà dopo i due anni faticosi di pandemia, si trovano a dover fronteggiare i costi di gas ed elettricità quintuplicati già da un anno sui mercati internazionali e che ora, a causa del conflitto in Ucraina, realisticamente cresceranno ulteriormente. A ciò si aggiunge l’aumento del costo dei carburanti e al conseguente rincaro del trasporto delle merci.
Il decreto legge del Governo ha il merito di inserire alcune novità legislative che certamente aiuteranno il nostro paese nel suo percorso verso la transizione ecologica, ma gli impatti immediati derivanti dalla attuale crisi energetica sono troppo forti e le misure porteranno benefici nel tempo che sicuramente saranno positivi ma i riscontri si potranno avere in tempi medio lunghi. I picchi raggiunti dai prezzi di gas e altre materie prime come il carbone e il petrolio, possono portare ad un tasso di inflazione dell’8% con conseguenze inevitabili per crescita e consumi. Inoltre, l’intervento del Governo ha ridotto al 5% l’aliquota Iva sul gas metano fino al prossimo 30 giugno, ma non ha toccato le accise.
“Se il conflitto non si interrompesse in tempi brevi – spiegano i due presidenti – e se ciò significasse interruzioni nelle esportazioni del gas, il rischio sarebbe quello di vedere i prezzi dell’energia aumentare fino al 50%, con ricadute insostenibili sulle nostre imprese e sui nostri clienti. Già da ora abbiamo difficoltà a reperire materie prime, ad esempio è razionato l’olio di girasole ormai quasi introvabile, e le consegne dei prodotti sono aumentate in maniera intollerabile.
Occorre inoltre tenere conto che l’appeal di molte delle nostre imprese, soprattutto quelle della riviera, deriva da un rapporto qualità prezzo assolutamente competitivo, difficile da trovare in altre zone turistiche. Se dovessimo aumentare i prezzi vedremmo inevitabilmente diminuire le richieste. Molti imprenditori si stanno interrogando sull’opportunità di rimanere chiusi a Pasqua e aspettare il caldo per evitare gli aumenti.
Paghiamo come ovvio – continuano Albertini e Zucchini – il fatto di non aver diversificato negli anni i fornitori di energia e ora è sempre più urgente rivedere i costi della fiscalità energetica”.
Paola Roccati di Ravenna, è stata confermata Presidente della Federazione Italiana Pensionati Attività Commerciali (FIPAC) dell’Emilia Romagna, dall’Assemblea regionale del sindacato, riunitasi in sede elettiva. L’incontro, a cui hanno partecipato delegati da tutte le province della regione, si è svolto sia in presenza, nella sede regionale di Confesercenti, che con collegamento online dalle sedi territoriali.
L’Assemblea si è aperta con la relazione del Presidente, Paola Roccati, a cui è seguito l’intervento dell’Assessore al Bilancio della Regione Emilia-Romagna, Paolo Calvano, che ha illustrato gli impegni e le strategie della Regione per il 2022 su welfare e sanità. In particolare ha sottolineato l’impegno della Regione a non incrementare la tassazione di propria competenza sui cittadini e l’obiettivo di realizzare 84 nuove Case della Salute, che si andranno ad aggiungere alle attuali 127 esistenti e 27 nuovi ospedali di comunità in aggiunta agli attuali 32, “perché la pandemia – ha detto Calvano – ci ha insegnato quanto sia importante avere e rafforzare una sanità pubblica e vicina al cittadino sul territorio”.
A seguire si è svolto il dibattito con gli interventi da parte dei partecipanti a cui sono seguite le elezioni degli organismi. In particolare, oltre alla conferma per un nuovo mandato di Paola Roccati come Presidente regionale, è stata nominata la nuova Presidenza regionale che è risultata composta da due componenti indicati dalla FIPAC di Ferrara, sei da Modena, due da Ravenna, due da Cesena, due da Parma, cinque da Reggio Emilia, uno da Piacenza, due da Rimini, tre da Bologna, due da Imola, uno da Forlì e tre dalla sede regionale.
“L’assemblea della FIPAC Emilia Romagna – afferma Paola Roccati – si tiene in un momento molto delicato per le tristi vicende dell’Ucraina che ci hanno portato la guerra molto vicino alle nostre porte. Credevamo di poter assistere a un periodo di ripresa dopo la devastante pandemia da COVID-19 e invece siamo piombati in un nuovo incubo. In questo contesto, tuttavia, il nostro sindacato continuerà lavorare per garantire il diritto fondamentale delle persone alla cura e alla salute e per migliorare le condizioni di vita delle migliaia di pensionati che si riconoscono nella nostra federazione per fronteggiare i numerosi oneri quotidiani a partire dal caro-bollette che sta mettendo in seria difficoltà famiglie ed imprese”.
L’Assemblea ha anche approvato un ordine del giorno, che si allega, contro l’invasione dell’Ucraina e con l’appello per un pronto ritorno a una situazione di pace.
I lavori sono stati poi conclusi dal Segretario Generale Nazionale di Confesercenti, Mauro Bussoni, che ha testimoniato la vicinanza della confederazione alla FIPAC, un sindacato che solo in Emilia Romagna conta quasi quindicimila iscritti e che riveste un ruolo fondamentale nelle strategie associative di Confesercenti.
Ordine del giorno
Contro l’invasione dell’Ucraina
e per il ritorno a una pace duratura
L’Assemblea regionale della FIPAC dell’Emilia Romagna, riunitasi in sede elettiva
manifesta
la propria condanna per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e per ogni azione di guerra nei confronti della popolazione civile;
esprime
la più profonda preoccupazione per le conseguenze umanitarie ed economiche che un simile atto sta procurando e procurerà a tutto il contesto internazionale ed europeo in particolare;
chiede
alle strutture nazionali di FIPAC e Confesercenti ad avviare ogni forma di pressione possibile sul Governo e il Parlamento italiano affinchè sollecitino l’Unione Europea, i suoi Stati membri e le sue Istituzioni, a svolgere un ruolo più efficace e attivo che nel recente passato nello scenario internazionale, per l’adozione di ogni iniziativa utile a contrastare la situazione di guerra e a porre le basi per un ritorno a una situazione stabile di pace all’interno delle regole di convivenza internazionale fra Stati sovrani;
si impegna
a promuovere e aderire a quelle iniziative utili al raggiungimento degli scopi sopradescritti.
Bologna, 01/03/2022
Un 8 marzo all’insegna della fiducia per le donne che investono su se stesse e che intendono avviare un’impresa.
Secondo i dati Unioncamere E.R. Romagna, nel 2021 le imprese femminili hanno registrato un incremento rispetto all’anno precedente, arrivando a quota 85.328, pari al 21,3% del totale delle imprese.
Rilevante la presenza di imprese femminili nei settori del commercio al dettaglio, del turismo e della ristorazione. In questi tre settori sono risultate, a fine 2021, ben 25.567 le imprese a conduzione femminile, pari al 30% del totale delle imprese femminili. Percentuale che sale al 41% a Rimini.
Per questo Confesercenti dedica particolare attenzione a queste imprese e attraverso il Servizio Impresa Donna, propone a chi vuole avviare un’attività in questi settori consulenza personalizzata, opportunità di credito agevolato, percorsi formativi specifici e servizi su misura. In particolare ha attivato un servizio specifico di assistenza e consulenza per l’accesso al Fondo Impresa Femminile – istituito con la Legge di Bilancio 2021 del 30 dicembre 2020, n. 178 – che incentiva la nascita di nuove imprese e sostiene lo sviluppo e il consolidamento di quelle esistenti e che prevede lo stanziamento di 160 milioni delle risorse del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) al fine di incentivare lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili e di incentivarne la nascita di nuove. Di questi, 38,8 milioni saranno destinati agli incentivi per la nascita delle imprese femminili e 121,2 per incentivare lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili.
Per la presidente del settore femminile di Confesercenti E.R. Francesca Chittolini: “questi dati sono la conferma della forza e della determinazione delle donne nel trovare un proprio spazio nel mondo del lavoro. Certamente il periodo della pandemia ha pesato, come per le imprese nel loro complesso, soprattutto sulle donne che lavoravano nel settore turistico e del commercio, e in particolare sulle donne lavoratrici con figli. La presenza delle donne imprenditrici in questi settori, tuttavia, rimane di grande qualità e garanzia di innovazione e creatività e per questo Confesercenti ne sostiene lo sviluppo con determinazione attraverso i propri servizi più qualificati.”
“L’emendamento al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021approvato in Consiglio dei Ministri sulle concessioni balneari ha accolto alcune nostre richieste come la tutela del valore delle aziende in sede di gara, la professionalità, la salvaguardia delle piccole e medie imprese, l’eliminazione del canone quale elemento di valutazione. E si potrebbe continuare. È altresì importante precisare che non si tratta di una norma già in vigore ma solo di una proposta che il Governo farà in Parlamento. Certamente un lavoro impegnativo da parte dei Ministri coinvolti in questo percorso complesso ma, ribadiamo con fermezza, che non siamo soddisfatti: si tratta di un provvedimento che necessariamente dovrà trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare”.
Così, in una nota, Maurizio Rustignoli, presidente nazionale e regionale FIBA-Confesercenti E.R..
“Auspichiamo - prosegue Rustignoli - che tutte le forze politiche che da tempo con responsabilità, sono vicine alla categoria degli imprenditori balneari, possano lavorare in sinergia con le Regioni e le Associazioni di categoria affinché il provvedimento trovi la stabilità conclusiva necessaria per garantire, innanzitutto, gli investimenti futuri e la salvaguardia delle imprese del settore. Per il sistema turistico balneare il lavoro, a nostro avviso, comincia adesso: da parte nostra, siamo pronti ad offrire tutta la disponibilità ed il contributo indispensabili nel confronto con regioni e parlamento. Inizieremo, come associazione di categoria regionale e nazionale, da subito un confronto con le forze politiche affinché la misura sia integrata e rafforzata, per trovare quel giusto punto di equilibrio che non è assolutamente l'interesse della categoria dei balneari ma che, a nostro avviso, rappresenta innanzitutto l'interesse dell’intero sistema turistico e balneare italiano nel complesso e, ancora di più, l'interesse pubblico, un principio cardine quando si coinvolge il demanio marittimo.”
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