Assocamping Confesercenti Emilia Romagna, l’Associazione degli Imprenditori delle Strutture Turistico - Ricettive all’Aria Aperta, ha chiesto, in una lettera inviata ai parlamentari dell’Emilia Romagna, un impegno preciso affinché, venga emanato in tempi brevi un provvedimento di proroga della scadenza prevista per il 6 ottobre 2012 per l’adeguamento dei campeggi/villaggi turistici con più di 400 posti letti, alle disposizioni in materia di prevenzioni antincendio previste dal DPR n. 151 del 2011. “L’iniziativa, che segue analoga richiesta inviata da Assocamping nazionale al Ministro del Turismo e Sport e al Ministro dell’Interno, – dichiara Monica Saielli presidente Assocamping Confesercenti Emilia Romagna – è motivata dall’assenza totale di indicazioni e linee guida in materia di prevenzione incendi specifiche per le strutture all’aria aperta e dal fatto che queste strutture si stanno predisponendo all’avvio della stagione estiva. Eventuali interventi di adeguamento si protrarrebbero necessariamente durante il periodo di apertura, con forti limitazioni all’esercizio dell’attività e con notevoli problematiche, anche di sicurezza, per gli ospiti dei campeggi. La proroga è dunque indispensabile - prosegue la Saielli - per consentire il normale svolgimento delle nostre attività nel periodo della stagione estiva che già si pre-annuncia difficile per il momento di crisi economica che stiamo attraversando. Ci occorre più tempo anche per meglio comprendere, con i nostri tecnici e i Corpi dei vigili del fuoco territoriali, quali siano gli adeguamenti realmente necessari da introdurre nelle nostre strutture anche in considerazione del fatto che l’alto livello di sicurezza dei campeggi nella nostra regione già garantisce la tutela dei nostri turisti”.
L’aliquota Imu (Imposta municipale unica) base del 7,6 per mille applicata ad alberghi e negozi è già di per sé un gravoso aumento della pressione fiscale, se poi i Comuni decidessero di aumentarla o portarla al 10,6 per mille, come discrezionalmente previsto dal decreto sul federalismo municipale (e come sta avvenendo in parecchi Comuni), si trasformerebbe in una vera sentenza di condanna per il settore.
E’ il grido di allarme di Confesercenti Emilia Romagna che vede a rischio l’attività di molti operatori turistici e del commercio della nostra regione, già da tempo alle prese con gli effetti della grave crisi economica che investe l’intero Paese.
In base ad una simulazione effettuata dall’ufficio economico dell’Associazione, per quanto riguarda diverse tipologie di alberghi su un campione di comuni turistici dell’Emilia Romagna e in base alle aliquote che gli stessi si stanno orientando ad applicare, risulta che gli aumenti a carico delle imprese col passaggio dall’ICI all’IMU per il 2012 sarebbero tra il 30 e il 95% rispetto ai valori delle imposte 2011.
Per quanto riguarda il commercio, secondo quanto riportato dal Sole 24 ore di qualche giorno fa, nella sola Bologna, nel caso dell’aliquota base, la pressione fiscale per un negozio che nel 2011 pagava di Ici 1456,6 euro si trasformerà con l’IMU nel 2012, in 3568,0 euro, con un aumento del 145,0%.
Pressioni fiscali così gravose sono evidentemente contrarie a politiche di sviluppo e di rilancio del settore commerciale e turistico; per questo motivo Confesercenti Emilia Romagna si appella ai Comuni affinché facciano una politica di contenimento del livello delle aliquote, come previsto nell’ambito della propria autonomia e al Governo affinchè modifichi l’impianto della normativa in direzione dell’abbassamento della pressione fiscale.
In particolare, il direttore di Confesercenti regionale Stefano Bollettinari chiede “che venga considerata la difficile situazione e la fase di recessione che stiamo attraversando, che vede in particolare le piccole imprese, già in forte difficoltà a far fronte agli attuali livelli di tassazione, nella concreta impossibilità di sopportare ulteriori oneri, pena l’uscita dal mercato di un gran numero di esse e importanti perdite sul fronte occupazionale”.
Bologna - “Il Decreto Semplificazione recentemente approvato dal Governo rischia seriamente di produrre una totale deregulation anche in Emilia Romagna nel delicatissimo settore della somministrazione di alimenti e bevande”. E’ quanto afferma Andrea Cavallina, Presidente regionale della Fiepet-Confesercenti.
“ Laddove si prevede che in occasione di sagre ed altre manifestazioni similari la somministrazione temporanea di alimenti e bevande possa essere svolta senza il possesso dei requisiti soggettivi e, si badi bene, non solo di quelli professionali che riguardano la preparazione e la manipolazione dei cibi, ma addirittura di quelli morali permettendo, ad esempio, anche a coloro che hanno riportato condanne per frodi alimentari o hanno commesso reati contro l’igiene pubblica, di svolgere tale attività – aggiunge Cavallina – e quindi si espongono i consumatori a rischi veramente seri. Quei rischi che le normative di settore hanno fortemente cercato di evitare
Ribadiamo inoltre come Fiepet-Confesercenti la nostra contrarietà alla proliferazione eccessiva di tali manifestazioni e sagre che ormai si svolgono praticamente tutto l’anno invece di limitarsi a pochi eventi con requisiti di eccellenza e di valorizzazione del territorio”.
Un altro punto contestato del decreto semplificazioni è quello che, andando a modificare il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, abroga l’attuale norma che impone ai circoli privati di essere in possesso della licenza di pubblica sicurezza per la somministrazione di bevande e alimenti. Apparentemente si sopprime quello che sembrerebbe un inutile onere, in realtà in questo modo decadono anche le regole di sorvegliabilità degli esercizi. Ciò significa, ad esempio, che i circoli privati potranno pubblicizzare la propria attività di somministrazione, che comunque rimane limitata ai soli soci ed il cui servizio non può essere paragonato in termini di qualità a quello dei pubblici esercizi, mediante insegne e cartelli alla stregua di un normale bar. Si viene così ad innescare un’indebita concorrenza nei confronti di baristi e ristoratori che, dal canto loro, esercitano l’attività in maniera professionale e nel rispetto di più onerose norme di carattere amministrativo e fiscale.
“Con tali decisioni, inoltre, si viene a creare una disparità assolutamente incomprensibile con la disciplina che regola le imprese del settore della ristorazione, con una ulteriore indubbia penalizzazione delle moltissime imprese che operano stabilmente ed in maniera professionale. Questo provvedimento – conclude Stefano Bollettinari, Direttore Confesercenti Emilia Romagna - assesta un ulteriore duro colpo alla ristorazione intesa anche e soprattutto come un prodotto di eccellenza del sistema turistico di cui tutti si vantano, ma che poi non viene tutelato e valorizzato come meriterebbe.
Confesercenti Emilia Romagna ritiene quindi assolutamente necessaria una modifica sostanziale nel predetto decreto in sede di conversione in legge”.