Si svolgerà giovedi 11 marzo dalle 15 in poi, il primo di un ciclo di tre incontri web gratuiti rivolti a tutti gli operatori della ristorazione e del food.

Il titolo del primo incontro sarà: “Nuova distribuzione del piatto e tecnologia per vendere”. Un’occasione per scoprire come gestire menù digitali, piattaforme e nuovi sistemi di distribuzione del piatto (consegna a domicilio e asporto), pagamenti digitali e tramite mobile, e di capire come la tecnologia può essere un prezioso alleato dei ristoratori in grado di aiutare a rispettare le norme di sicurezza, migliorando anche performance e relazioni con la propria clientela.

Nicoletta Polliotto, digital project manager, esperta di food & restaurant marketing e nota conference speaker nel mondo Travel e Digital Food Marketing nonché autrice di diversi testi, parlerà di come “Proporre il piatto con nuove formule di distribuzione. delivery e take away senza pregiudizi”, 

Marco Simonini, co-owner di Dishcovery illustrerà il tema: “Menù digitali opportunità ed evoluzioni”,

Edoardo Colombo, esperto di trasformazione digitale e turismo interverrà sull’argomento: “Tecnologia e Mobile + Digital Payment evoluzioni e sviluppi. 

“I seminari, organizzati da Cat Confesercenti Emilia Romagna – afferma Marco Pasi, Direttore regionale di Confesercenti - sono importanti opportunità per apprendere nuove forme di promozione e sviluppo del settore della ristorazione, soprattutto in un periodo come quello attuale in cui le imprese della ristorazione e dei pubblici esercizi attraversano una profonda crisi a causa dei numerosi provvedimenti restrittivi che le hanno costrette alla chiusura totale o parziale, con perdite del fatturato di circa il 70%.”

I prossimi incontri si terranno martedì 16 marzo su: “Posizionamento del brand e vendita  per la ristorazione” e giovedì 18 marzo su “Comunicazione digitale e vendita nella ristorazione”.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione, ogni informazione può essere chiesta alla segreteria organizzativa scrivendo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

“La pandemia sta pesantemente mettendo in crisi il territorio dell’Appennino emiliano-romagnolo, che già subiva difficoltà e disagi, accentuando i problemi e le carenze ed esponendo questi territori al rischio di spopolamento”. È quanto si legge in una nota della Confesercenti Emilia Romagna che sta conducendo un’analisi in profondità sugli effetti che sta avendo l’attuale situazione sul territorio regionale.

“I settori del turismo, del commercio, della ristorazione e dei servizi alla persona – continua la nota – rischiano di vedere persi migliaia di imprese e di posti di lavoro e questa dinamica avrà effetti ancor più pesanti sull’Appennino, dove già centinaia di imprese di questi settori stanno pensando seriamente di non riaprire più i battenti”. Per cercare di limitare i danni, secondo Confesercenti, occorre dare prospettive concrete a chi abita su questi territori, con progetti in grado di generare posti di lavoro. Consentendo, infatti, alle persone di abitare e lavorare sul territorio si garantisce automaticamente anche il presidio e la salvaguardia ambientale di un ecosistema fondamentale anche per le città e la pianura. 

In questa logica rientra, ad esempio, il collegamento fra il Corno alle Scale e Cutigliano, in Toscana, che aprirebbe prospettive di fruizione della montagna sia nel periodo invernale che estivo consentendo l’accesso anche alle persone più fragili.

“È un progetto praticamente già finanziato - affermano Elisabetta Pasquali e Tania Landini, titolari di due alberghi a Vidiciatico, nel comune di Lizzano in Belvedere – e di cui si parla da alcuni anni. Un progetto su cui chi abita in queste zone conta perché in grado di rivitalizzare un’economia che si sta spegnendo nonostante gli sforzi e gli investimenti prodotti di chi qua è nato e vorrebbe continuare a vivere. La salvaguardia del nostro ambiente è una priorità per chi lavora nel turismo e crediamo che, grazie alle  moderne tecniche di realizzazione, oggi si possano costruire impianti nel rispetto del territorio. È importante, però, che si proceda in fretta per non rischiare di trasformare le nostre montagne in musei disabitati.”

Il Vice Presidente Vicario di Assohotel Nazionale, nonchè Presidente di Assohotel Ferrara, Nicola Scolamacchia, ha incontrato ieri il ministro del Turismo Massimo Garavaglia per illustrare le necessità della categoria turistica-ricettiva, sfiancata da un anno di pandemia e dal conseguente crollo delle presenze: -54,9% su base annua, -70% nell’ultimo trimestre 2020; anche i primi 2 mesi dell’anno 2020 si sono aperti drammaticamente, con cali sempre nell’ordine del 70% e oltre.

L’associazione di categoria, oltre a manifestare la propria soddisfazione per l’istituzione di un Ministero dedicato al Turismo nell’attuale Governo, ha proposto due linee di azione: sostegno immediato alle imprese, per affrontare e superare la difficoltà del momento e garantire la sopravvivenza delle imprese, e l’avvio di misure che diano una prospettiva di rilancio del settore.

Fra le misure di sostegno, Assohotel ritiene prioritaria la necessità di bloccare il continuo drenaggio di risorse economiche dovuto al pagamento di imposte slegate dal reddito: IMU, TARI, RAI, oneri sulle utenze, e la possibilità di offrire l’esenzione IMU non solo agli hotel proprietari dei muri, ma anche ai proprietari delle strutture che offrono uno sconto sui canoni di affitto ai gestori dell’attività alberghiera.  Oltre allo stop del cash-out delle imprese, sono urgenti sostegni economici per compensare le perdite di questi mesi, il prolungamento del credito di imposta per gli affitti e il blocco delle rate dei mutui. Tutte misure da prevedere per l’intero anno 2021, alla luce del perdurare della pandemia e delle previsioni del settore turistico, che sarà ancora fortemente penalizzato quest’anno.

 

Tra le misure di rilancio Assohotel ha chiesto al Ministro anzitutto l’estensione di tutti i bonus edilizi esistenti per l’edilizia residenziale agli hotel: dal 110% (ecobonus), con possibilità di utilizzo anche agli adeguamenti per la normativa antincendio (oggetto di continui rinvii dal 1994, ultimo con il recente “mille proroghe”), al 90% per il bonus facciate, da estendere all’intero edificio ed agli hotel situati in zone non densamente abitate. Necessario poi garantire l’accesso al “Bonus TV” per agli alberghi, obbligati a sostituire migliaia di televisori a causa della nuova transizione del digitale terrestre. A fianco di queste misure, occorre prevedere linee di finanziamento dedicate al settore, con orizzonti temporali a 15/20 anni, più lunghe quindi di quelle attualmente in vigore per gli aiuti da pandemia, limitate a 6 anni. Si auspica a tal proposito, anche il coinvolgimento della divisione turismo di Cassa Deposito e Prestiti, con la creazione di un Fondo Destinato per le PMI. Sarà poi determinante agevolare la ripresa dell’occupazione garantendo sgravi fiscali a chi fa rientrare anche gradualmente personale dalla CIG e/o proceda con incrementi dei livelli occupazionali. Infine, ci aspettiamo misure di sostegno per la promozione della domanda turistica, sia interna sia estera, valutando anche la possibilità di estendere il TAX REFUND ai servizi turistici.

 

Garavaglia dopo aver confermato che il Ministero del Turismo è già pienamente operativo, si è detto favorevole alle proposte fatte dall’associazione, esprimendo particolare interesse per alcune misure originali proposte da Assohotel.

 

Il vicepresidente Nicola Scolamacchia ha così commentato l’incontro: “Siamo estremamente soddisfatti nell’aver incontrato un Ministro attento alle richieste della nostra categoria, che ha mostrato un approccio concreto alle nostre necessità e condiviso la linea di azione proposta da Assohotel. Confidiamo di poter collaborare con lui nei prossimi mesi per il rilancio del Turismo, asset strategico del nostro Paese”.

Un otto marzo all’insegna di una flessione delle imprese femminili nel commercio e nella ristorazione in Emilia Romagna. 

La pandemia ha particolarmente colpito due settori dove la presenza delle donne è particolarmente significativa e, di conseguenza, ora sono proprie queste ad essere più in difficoltà.

E’ quanto emerge da una ricerca elaborata da Unioncamere E.R. su da dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio. Rispetto all’anno scorso, causa l’effetto della pandemia, si registrano in particolare un calo delle imprese nel commercio al dettaglio (-294 unità, -1,8 per cento), e nella ristorazione (-1,2 per cento, -99 imprese). In generale sono le imprese giovanili quelle a soffrire di più, mentre sono in controtendenza quelle di donne straniere.

A fine dicembre 2020 le imprese femminili ammontano 84.287 con una flessione solo lievemente superiore a un anno prima (-0,5 per cento, -395 unità), in linea con il complesso della base imprenditoriale regionale. 

A soffrire di più è la componete giovanile (-3,3 per cento) mentre aumenta quella straniera (+3,0 per cento). 

Nonostante la leggera flessione delle imprese femminili, le società di capitale sono di nuovo notevolmente aumentate (+429 unità, +2,8 per cento), anche per effetto dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata. A fare da contraltare sono state una altrettanto rapida riduzione delle società di persone (-337 unità, -2,8 per cento) e una più lenta, ma più ampia flessione delle ditte individuali (-0,9 per cento, -488 unità).

In questo momento di difficoltà, Confesercenti attraverso il servizio Impresa Donna Confesercenti propone alle imprese femminili e a chi vuole avviare un’attività in questi settori consulenza personalizzata, opportunità di credito agevolato, percorsi formativi specifici e servizi su misura.

Per la responsabile dell’imprenditoria femminile in Confesercenti E.R. Paola Morselli: “questi dati non ci sorprendono: nei momenti di difficoltà chi paga il prezzo più pesante sono le donne che si trovano tra l’altro a gestire carichi famigliari e lavorativi non riconosciuti istituzionalmente. Manca una cultura generale della valorizzazione del mondo femminile e questi dati, insieme ai tristi e quotidiani fatti di cronaca che vedono le donne vittime di violenze, non fanno che confermare una visione politica, sociale e culturale incapace di farsi carico di un tema così importante. Nonostante ciò rimango fiduciosa nella forza delle donne ora così provate, anche se c’è ancora molto da fare per cambiare una visione del mondo ormai obsoleta.”

“Il nuovo Decreto che si sta attualmente discutendo e dovrebbe valere dal 6 marzo al prossimo 6 aprile dovrebbe superare il divieto all’apertura previsto per i negozi non alimentari collocati all’interno dei centri commerciali, che vivono questa situazione da ormai tre mesi e sono al collasso.”

È quanto si legge in una nota di Confesercenti Emilia Romagna, nel giorno in cui la bozza del decreto viene presentata e discussa con le Regioni.

“Sono luoghi attrezzati a gestire i flussi della clientela – continua la nota – con norme che tutelano la sicurezza delle persone in modo adeguato. A questo si aggiungono, poi, le limitazioni alla mobilità delle persone che riducono già naturalmente i potenziali visitatori”.

Per questo motivo la Confesercenti chiede la revisione della normativa “pena – conclude la nota – la chiusura di centinaia di imprese sul territorio emiliano-romagnolo con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro”.

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