È un ‘No alla pedonalizzazione’ fermo, quella che arriva dal sondaggio promosso da Confesercenti Modena relativamente al progetto dell’Amministrazione comunale di liberare piazza Roma dalle auto, entro la fine del mandato della Giunta.

Il sondaggio, avviato il 6 marzo scorso e conclusosi ieri 8 aprile, ha coinvolto oltre 3000 cittadini con un’elevata media settimanale di votanti: circa 700. Segno tangibile di come la questione sia particolarmente sentita non solo tra gli operatori del commercio, ma anche tra i cittadini. Degli oltre 3000 cittadini che si sono espressi (3083 votanti totali per la precisione) il 51% ha manifestato la propria contrarierà riguardo la pedonalizzazione, il 22% ha affermato che ci sono ben altre priorità prima di pensare alla pedonalizzazione della piazza, il 5% manifesta l'opinione per una pedonalizzazione solo parziale. Dunque, solo il 21% , un cittadino su 5, sostiene che piazza Roma andrebbe liberata dalle auto.

“Di fronte a quanto emerso dal sondaggio – fa sapere Confesercenti - siamo a ribadire con rafforzata convinzione che in un contesto di prolungata recessione economica la pedonalizzazione della piazza rappresenterebbe un ulteriore aggravante per la sopravvivenza di decine di imprese. In più siamo di fronte ad un approccio che manifesta “il fiato corto”. Al riguardo ribadiamo, dunque, alcune questioni a cui non si sta rispondendo. In particolare:

1) Il percorso dei mezzi pubblici. Come è stato più volte richiamato, il transito dei mezzi di trasporto pubblico sulla piazza danneggia in modo particolare il Palazzo ducale. Si sta valutando un percorso alternativo e sostenibile a quello attuale?

2) Si sta considerando la possibilità di apertura del passaggio da piazza Roma a corso Vittorio Emanuele, aprendo un percorso all'interno del Palazzo ducale, così da ricongiungere percorsi importanti in Centro storico?

3) E' all'ordine del giorno la possibilità di aprire ai visitatori e ai turisti la parte più pregiata del Palazzo ducale che è la vera eccellenza che può valorizzare la piazza?

4) E' allo studio la necessità di ricavare in alternativa alla pedonalizzazione di piazza Roma un'area parcheggio nelle vicinanze in grado di accogliere le auto dei commercianti, dei lavoratori e dei frequentatori del centro espropriati dall'attuale parcheggio?

5) Da ultimo ribadiamo la necessità di inserire la riqualificazione della piazza in un contesto più ampio che coinvolga le aree limitrofe.

 

La soluzione di tali aspetti è imprescindibile per dare vita ad un progetto adeguato a quell'area del Centro storico che consenta una prospettiva di qualificazione e valorizzazione .

Apprezziamo infine la buona volontà rappresentata dall'idea di moltiplicare gli eventi, che però, come l'esperienza empirica ci insegna, da soli non bastano; tanto meno possono costituire un surrogato di una visione progettuale indispensabile se davvero si vuole rilanciare il Centro storico e valorizzare le imprese che ne costituiscono l'asse portante”.

“In peggioramento”. Così risultano, rispetto ai dati nazionali quelli che escono dall’Osservatorio Economico di Confesercenti Modena. Se infatti l’ISTAT ha certificato nel 2012 un calo dei ricavi nelle imprese del commercio operanti su piccole superfici pari al -3,1% sul 2011, il centro studi di Confesercenti ha rilevato una flessione del -3,4%. “Nel confronto con la situazione nazionale - fa sapere l’Associazione imprenditoriale – emerge un dato, seppur di poco, peggiorativo per la nostra provincia, ad ulteriore conferma del fatto che i territorio modenese sta subendo la crisi con accenti ancora più drammatici, anche a causa delle conseguenze del sisma del maggio 2012 i cui effetti pesano fortemente anche sui consumi”.L’analisi condotta dall’Osservatorio dell’Associazione imprenditoriale modenese ha evidenziato, nel corso del 2012, un calo complessivo del volume d’affari in tutte le aree della provincia ed in tutti i settori presi in esame. Un risultato, la cui portata negativa è riscontrabile soltanto nei momenti più drammatici della crisi del 2009. Senza contare che gli indicatori economici fanno prevedere per l’anno in corso un ulteriore peggioramento.Andamento dei consumi per settoriIn una situazione generale decisamente negativa, l’unico settore che mostra un minimo di tenuta è l’ingrosso: +0.2%. Risultato, determinatosoprattutto dal fenomeno delle concentrazioni tra imprese, che portano ad un aumento delle dimensioni medie aziendali. Solamente questo tipo di operazioni ha permesso di mantenere i dati di fatturato sui livelli del 2011, per altro però, senza recuperare l’inflazione.

In netto peggioramento l’andamento negli altri settori, a partire Un da quello alimentare/vendita al minuto che nel 2012 ha registrato un -2,1% sul 2011. Il calo non è imputabile alla buona attrattività che i negozi specializzati continuano ad esercitare sui consumatori, bensì alla diminuita capacità di spesa delle famiglie a seguito della contrazione del loro reddito disponibile. Infatti non si abbassa più di tanto il numero degli scontrini bensì il loro valore medio.

Risulta invece in maggiore sofferenza il settore extra alimentare: -5,0% nel 2012 rispetto all’anno precedente. Particolarmente colpiti le vendite di arredi, di elettrodomestici e casalinghi. Pare non arrestarsi poi la flessione nei settori di abbigliamento e calzature. Nel 2012 si registra inoltre un calo relativo ai prodotti di elettronica di consumo che sino al 2011 sembravano immuni dalla crisi, unitamente alla vendita di giornali e riviste a seguito dell’incremento degli abbonamenti on line.

Altrettanto gravi sono poi i dati relativi al settore ristorazione e pubblici esercizi: -6,1% rispetto al 2011. La diminuzione è dovuta in particolare alla sempre più diffusa rinuncia a pranzare fuori casa nell’intervallo del lavoro. Per quanto riguarda poi le cene al ristorante non è in calo tanto il numero dei clienti quanto la loro disponibilità di spesa che induce a risparmiare sul numero delle portate.

Si conferma negativa poi la tendenza già in atto da diversi anni del settore dell’intermediazione. Il - 6,7% rilevato nel 2012 è segno della forte contrazione delle vendite che investe tutta la filiera economica.

Andamenti dei consumi per aree geografiche

Dall’analisi emerge che non vi sono grosse difformità tra i risultati delle imprese delle diverse aree geografiche della nostra provincia. Si collocano al di sotto della media provinciale l’area di Carpi con un – 4,4%, quella relativa alla città di Modena ed i suoi comuni limitrofi con un -4,1%, ed il Frignano che segna ugualmente un -4,1% . Leggermente meglio delle media provinciale i dati che provengono dai comuni di Vignola e Terre dei Castelli, dove la flessione si assesta al -3,0%, nonché dai comuni del Distretto ceramico le cui imprese segnano un -2,9%. Va rimarcato però che queste ultime negli scorsi anni hanno lasciato sul terreno una quota di ricavi molto più alta rispetto alla media provinciale. Di impossibile lettura l’andamento delle vendite nell’Area Nord della provincia perché fortemente differenziato tra le imprese in quanto legato ai tempi di riapertura dopo il terremoto nonché alla loro ubicazione (delocalizzazioni e strutture temporanee)

“Questi dati purtroppo testimoniano l’andamento fortemente negativo dei consumi nella nostra provincia, specchio evidente dell’ulteriore aggravamento di una crisi pesante e profonda - afferma Tamara Bertoni Direttore Generale di Confesercenti Modena - La recessione che crea ulteriore disoccupazione, unita alla perdita del potere d’acquisto delle famiglie che vedono i loro redditi sempre più falcidiati dall’aumento dell’imposizione fiscale, stanno generando un fenomeno di impoverimento che non ha riscontri da molti decenni. In questo contesto è altissimo il rischio di chiusura di numerose imprese anche nel settore dei servizi con ulteriore perdita di posti di lavoro, sia autonomo che subordinato. Il rischio di un avvitamento della situazione con l’ulteriore calo del PIL previsto per l’anno in corso rende indispensabile un doveroso atto di responsabilità da parte di tutti, innanzitutto delle forze politiche entrate nel Parlamento in seguito alle recenti elezioni. E’ necessario un forte segnale di discontinuità rispetto alla crisi rimettendo al centro l’economia reale, lo sviluppo delle forze produttive del nostro sistema economico. Per questo occorre al più presto un Governo che agisca rapidamente e con la massima determinazione per rilanciare investimenti, occupazione e consumi. Un’azione decisa che tagli i troppi sprechi della spesa pubblica e riduca in modo tangibile il carico fiscale su imprese e famiglie. Le imprese chiedono di non tergiversare ulteriormente verso un Paese che rischia di scivolare verso il declino”.

I dati sugli arrivi e sulle presenze turistiche a Bologna città e nel territorio provinciale per l’anno 2012 inducono ad una riflessione sul ruolo di questo settore per lo sviluppo economico del nostro territorio.

La sostanziale tenuta delle presenze (+ 1,67 su scala provinciale) e (+ 2,58 in città) è un dato abbastanza positivo se rapportato ai dati di presenze turistiche nazionali e alla difficile situazione economica e congiunturale del paese.

Questa stabilità, che ormai si presenta da alcuni anni, a fronte però di una crescita notevole dell’offerta di camere (nuove strutture alberghiere ed extralberghiere) e del calo del costo medio di pernottamento dovuta a questa maggiore disponibilità, sta creando una situazione di difficoltà nelle strutture alberghiere, in particolare per quelle collocate all’esterno del centro storico e nei comuni della provincia bolognese, che in alcune situazioni sta portando ad un’occupazione media annuale per camera attorno al 60%, sotto la quale è antieconomica le gestione di un’attività ricettiva.

A questo vanno aggiunti i maggiori costi che le strutture alberghiere hanno dovuto sostenere nel 2012 come IMU e costi energetici, quelli dovuti alla TARES dal luglio 2013, oltre ad una burocrazia asfissiante non più sopportabile.

Il nuovo Piano Strategico Metropolitano deve assegnare al turismo un ruolo centrale per lo sviluppo e la crescita del nostro territorio, abbiamo una ricettività diffusa e di eccellenza, un patrimonio artistico e culturale invidiabile, una enogastronomia apprezzata nel mondo e peculiarità di prestigio quale il mondo dei motori.

Assoturismo – Confesercenti di Bologna – afferma Loreno Rossi – chiede di accelerare il percorso che deve portare alla creazione di un soggetto che metta assieme le Istituzioni, le Associazioni, la Camera di Commercio, l’Aeroporto, la Fiera per creare sinergie e attuare un’iniziativa più forte di promozione e commercializzazione della Città, oltre alla creazione di eventi che possano portare flussi turistici di qualità.

Da parte nostra – conclude Loreno Rossi – grazie al contributo e alla collaborazione di tutte le Istituzioni abbiamo portato a Bologna la più importante iniziativa del settore, la XVII Borsa del Turismo delle 100 Città d’Arte che si terrà a Palazzo Re Enzo dal 31 maggio a 2 giugno prossimo e che con la presenza di oltre 100 tour opertor provenienti da tutto il mondo sarà una importante occasione di rilancio e di sviluppo.

Le Vitamine sono un ciclo di seminari gratuiti per la comunicazione delle aziende, organizzati da Confesercenti in collaborazione con Federpubblicità Ravenna. “Dopo la prima esperienza dello scorso anno, che ha avuto un riscontro molto positivo sia di partecipazione che di gradimento, abbiamo deciso di riproporre l’iniziativa” dichiara Giacomo Costantini, coordinatore dell’iniziativa e di Federpubblicità Ravenna “Due le novità principali: la prima è che gli incontri si terranno a Bagnacavallo presso il centro culturale Le Capuccine e la seconda è l’inserimento di un quinto incontro, rispetto al programma che lo scorso anno ne prevedeva quattro. Il quinto tratterà la comunicazione tramite video commerciali ed è stato costruito tenendo conto dei feed-back ricevuti dai partecipanti della precedente edizione”. I cinque seminari, aggiornati nei contenuti, concentreranno in tre ore (dalle 15:00 alle 18:00) consigli e buone pratiche per la comunicazione di impresa: comunicazione online, social, visiva, scritta e video. Ogni seminario sarà tenuto da professionisti della comunicazione che operano e hanno le proprie attività in provincia. “L’obbiettivo con questa iniziativa per la nostra associazione è di aumentare la conoscenza verso i temi del nostro settore, perché aumentare la consapevolezza degli imprenditori su come le loro aziende comunicano o far loro immaginare come potrebbero comunicare, può aiutarli ad investire meglio” afferma Carlo Zauli presidente di Federpubblicità Ravenna “L’altro importante obiettivo è quello di aiutare le aziende a dotarsi di una strategia per ascoltare e dialogare col mercato, acquisendo conoscenze che possono trasformarsi in vantaggi competitivi non trascurabili. Una buona comunicazione non deve essere assimilata alla pubblicità, questa è solo una parte della strategia.” Il primo incontro si terrà giovedì 28 marzo dalle 15 alle 18 e a seguire l’appuntamento sarà settimanale con i giovedì dell’4, 11 e 18 aprile per poi concludere con mercoledì 24 aprile (anticipato per non coincidere con la festività del 25). La partecipazione è gratuita previa iscrizioni. Per informazioni telefonare alla segreteria di Confesercenti 0544 292721. Per registrarsi online andare al link http://vitamine2013.smappo.com/ L’iniziativa è possibile grazie al patrocinio e al contributo della Camera di Commercio di Ravenna e al Comune di Bagnacavallo.

“L'auspicio è che il Comune si ravveda ed anche in fretta. Ciò che è stato compiuto rappresenta di fatto un primo passo verso la deregolamentazione selvaggia della programmazione commerciale, con conseguenze per le PMI del commercio al dettaglio di Vignola facilmente immaginabili”. Confesercenti Terre dei Castelli mostra tutto il suo disappunto di fronte ad una decisione assunta recentemente dall'Amministrazione comunale. Nella delibera ricognitoria del primo adeguamento dei regolamenti comunali ai principi di liberalizzazione previsti dalla direttiva Bolkestein e dai Decreti Salva Italia e Cresci Italia del governo Monti, è stata infatti inserita una variante alle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore vigente, atta ad emendare dal testo normativo tutti i vincoli merceologici. “Un atteggiamento iperliberista, inopportuno e del tutto ingiustificato – tiene a puntualizzare l'Associazione imprenditoriale – se non addirittura funesto per la programmazione della rete commerciale vignolese”.La variante in oggetto, precisa Confesercenti – che elimina la puntuale distinzione merceologica tra il settore alimentare ed quello extralimentare attualmente prevista, nelle zone omogenee del Piano regolatore “C” di espansione residenziale e “D” a prevalente destinazione artigianale e terziaria - consentirà di realizzare strutture di tipo commerciale di medie dimensioni appartenenti indistintamente a ciascuno dei due settori, solo previa comunicazione di inizio attività. “Variante, che solleverà di fatto l’Amministrazione comunale di Vignola dall'esercizio della potestà di una puntuale programmazione dell’uso del territorio, proiettato per quello che riguarda l’insediamento di medie strutture di vendita verso una liberalizzazione di cui, data anche la crisi attuale non si sente di certo bisogno”.“Utile ricordare dunque che la legislazione regionale esistente in materia, oltre ad essere ancora valida non ha subito alcuna modifica a tal senso. Ragione che ci fa ritenere che le norme di programmazione urbanistica contenute negli strumenti comunali e provinciali vigenti, restino ancora cogenti per quello riguarda le destinazioni d’uso. D’altra parte anche il decreto 'Salva Italia' prevede eventuali restrizioni alla libertà di insediamento che possono essere giustificate da motivi di interesse generale atti a garantire una razionale gestione del territorio. L’interesse generale che sottintende alla pianificazione urbanistica è prevalente rispetto ad altri, in quanto finalizzato al coordinamento ed al bilanciamento di tutti gli interessi in campo, compresi quelli relativi all’esercizio delle attività economiche”.“Nel ricordare quindi che Confesercenti ha sollecitato l’apertura di un confronto tra la Regione Emilia Romagna, Provincia e Comuni, per una verifica della coerenza alle nuove norme della programmazione commerciale e soprattutto per fornire un orientamento alle Amministrazioni Comunali e Provinciali che evidentemente faticano nell’applicare le nuove norme, siamo a ribadire che un moderno sviluppo della rete distributiva al dettaglio non potrà essere regolato solo ed esclusivamente delle dinamiche di mercato, ma abbisogna di regole, poche, semplici e utili soprattutto a garantire a tutti i soggetti pari diritti e opportunità. Per questo sarebbe stato opportuno ed indispensabile che decisioni di tale portata - non da ultimo e importante anche per arrivare ad un'interpretazione omogenea dell'applicazione delle normative - fossero state assunte dall'Amministrazione comunale vignolese solo dopo il confronto tra Regione, Provincia e Comuni”.

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