Il Vice Presidente Vicario di Assohotel Nazionale, nonchè Presidente di Assohotel Ferrara, Nicola Scolamacchia, ha incontrato ieri il ministro del Turismo Massimo Garavaglia per illustrare le necessità della categoria turistica-ricettiva, sfiancata da un anno di pandemia e dal conseguente crollo delle presenze: -54,9% su base annua, -70% nell’ultimo trimestre 2020; anche i primi 2 mesi dell’anno 2020 si sono aperti drammaticamente, con cali sempre nell’ordine del 70% e oltre.
L’associazione di categoria, oltre a manifestare la propria soddisfazione per l’istituzione di un Ministero dedicato al Turismo nell’attuale Governo, ha proposto due linee di azione: sostegno immediato alle imprese, per affrontare e superare la difficoltà del momento e garantire la sopravvivenza delle imprese, e l’avvio di misure che diano una prospettiva di rilancio del settore.
Fra le misure di sostegno, Assohotel ritiene prioritaria la necessità di bloccare il continuo drenaggio di risorse economiche dovuto al pagamento di imposte slegate dal reddito: IMU, TARI, RAI, oneri sulle utenze, e la possibilità di offrire l’esenzione IMU non solo agli hotel proprietari dei muri, ma anche ai proprietari delle strutture che offrono uno sconto sui canoni di affitto ai gestori dell’attività alberghiera. Oltre allo stop del cash-out delle imprese, sono urgenti sostegni economici per compensare le perdite di questi mesi, il prolungamento del credito di imposta per gli affitti e il blocco delle rate dei mutui. Tutte misure da prevedere per l’intero anno 2021, alla luce del perdurare della pandemia e delle previsioni del settore turistico, che sarà ancora fortemente penalizzato quest’anno.
Tra le misure di rilancio Assohotel ha chiesto al Ministro anzitutto l’estensione di tutti i bonus edilizi esistenti per l’edilizia residenziale agli hotel: dal 110% (ecobonus), con possibilità di utilizzo anche agli adeguamenti per la normativa antincendio (oggetto di continui rinvii dal 1994, ultimo con il recente “mille proroghe”), al 90% per il bonus facciate, da estendere all’intero edificio ed agli hotel situati in zone non densamente abitate. Necessario poi garantire l’accesso al “Bonus TV” per agli alberghi, obbligati a sostituire migliaia di televisori a causa della nuova transizione del digitale terrestre. A fianco di queste misure, occorre prevedere linee di finanziamento dedicate al settore, con orizzonti temporali a 15/20 anni, più lunghe quindi di quelle attualmente in vigore per gli aiuti da pandemia, limitate a 6 anni. Si auspica a tal proposito, anche il coinvolgimento della divisione turismo di Cassa Deposito e Prestiti, con la creazione di un Fondo Destinato per le PMI. Sarà poi determinante agevolare la ripresa dell’occupazione garantendo sgravi fiscali a chi fa rientrare anche gradualmente personale dalla CIG e/o proceda con incrementi dei livelli occupazionali. Infine, ci aspettiamo misure di sostegno per la promozione della domanda turistica, sia interna sia estera, valutando anche la possibilità di estendere il TAX REFUND ai servizi turistici.
Garavaglia dopo aver confermato che il Ministero del Turismo è già pienamente operativo, si è detto favorevole alle proposte fatte dall’associazione, esprimendo particolare interesse per alcune misure originali proposte da Assohotel.
Il vicepresidente Nicola Scolamacchia ha così commentato l’incontro: “Siamo estremamente soddisfatti nell’aver incontrato un Ministro attento alle richieste della nostra categoria, che ha mostrato un approccio concreto alle nostre necessità e condiviso la linea di azione proposta da Assohotel. Confidiamo di poter collaborare con lui nei prossimi mesi per il rilancio del Turismo, asset strategico del nostro Paese”.
Ristoratori e gestori dei pubblici esercizi dell’Emilia-Romagna sono esasperati per la chiusura forzata dei propri esercizi durante il periodo delle festività.
Rabbia ed esasperazione sono riassunte in un manifesto unitario siglato da Fiepet e Fipe, le principali associazioni di rappresentanza dei pubblici esercizi affiancate dalla FIC - Federazione Italiana Cuochi.
“22 DPCM, 36 Decreti Legge, 160 giorni di chiusura, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato. – si legge nel documento -. Basta! Questo diciamo ad un Governo che apre e chiude le nostre aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle nostre imprese, senza trovare una strada per tutelarle. Siamo esausti e Increduli”.
Il risultato è un settore al collasso che non vede peraltro prospettive di ripresa nel breve periodo.
Al governo, i pubblici esercizi chiedono invece un altro tipo di DPCM: Dignità, Prospettiva, Chiarezza e Manovra. La dignità di attività essenziali e sicure; la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, magari attraverso un adeguato inserimento nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza; la chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione.
“Siamo i primi a comprendere che la priorità è innanzitutto quella di salvaguardare la salute dei cittadini – afferma Massino Zucchini presidente della Fiepet regionale - ed è per questo motivo che i pubblici esercizi hanno investito tempo e soldi in tutti quegli strumenti di sicurezza previsti dal Protocollo regionale.
Proprio in virtù di questi investimenti che hanno reso le nostre attività sicure per i nostri clienti e per chi vi lavora, non comprendiamo l’accanimento verso questo settore già molto provato. Se va avanti così moriremo di fame non di Covid, mentre abbiamo necessità di speranza e fiducia nel futuro per andare avanti. Per questo abbiamo chiesto alle Istituzioni, a partire dalla nostra Regione, di farsi portavoce con il Governo delle nostre proposte e di mettere a disposizione al più presto le risorse previste per i ristori a questa categoria, nella consapevolezza che stiamo correndo il rischio di incorrere in un collasso economico da cui sarà difficile rialzarsi.”
Forte preoccupazione per le nuove misure ristrettive che il Governo dovrebbe approvare a breve e che prevedono indiscriminatamente una chiusura serale anticipata dei ristoranti e dei pubblici esercizi, è stata espressa in una lettera inviata al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini da Fiepet e Confesercenti E.R.
Nella lettera, a firma del presidente della Confeserenti E.R. Dario Domenichini e del presidente Fiepet (Federazione Italiana Pubblici Esercizi e Turistici) Massimo Zucchini, si sottolinea come la chiusura anticipata avrebbe un effetto devastante per molte attività della somministrazione che di fatto perderebbero la possibilità di svolgere un secondo turno di lavoro serale e per altre, come pub e osterie significherebbe l’impossibilità di aprire. Tale misura porterebbe ad una ulteriore riduzione dell’esercizio dell’attività, riduzione già realizzata per garantire il rispetto delle misure in atto, in particolare quella del distanziamento, con conseguente perdita dei fatturati e spesso la chiusura dei locali.
Fiepet Emilia Romagna condivide la necessità di rivedere alcuni aspetti delle regole, a cinque mesi dalla loro entrata in vigore per garantire un maggior controllo della diffusione del virus Covid19 ma ritiene che per questo un efficace lavoro a livello regionale possa essere fatto con buoni risultati. Occorre dunque che nel Decreto di prossima emanazione dal Governo, si lasci alle Regioni la possibilità, attraverso il confronto fra pubblico e privato, della definizione delle ulteriori azioni di contrasto alla pandemia. Sin da ora Fiepet e Confesercenti confermano la disponibilità a ogni confronto in merito con la Regione e i vari livelli istituzionali.
Per Massimo Zucchini, Presidente Fiepet Emilia Romagna: “Ristoranti e pubblici esercizi fino ad ora hanno dimostrato serietà e responsabilità, mettendo in atto tutte le procedure concordate con la Regione per assicurare la salute dei clienti. Oggi a 5 mesi dalla riapertura siamo disponibili a trovare ulteriori forme di garanzia e sicurezza. Ma chiudere i locali significa un disastro economico per questo settore già messo a terra dal lockdown. Siamo convinti che il Presidente Bonaccini troverà tutti gli argomenti con il Governo per dimostrare come l’aver condiviso con le associazioni di categoria i protocolli regionali abbia dato importanti risultati e come i gestori di bar e ristoranti abbiano seguito in maniera rigorosa le scelte fin qui adottate. “
Rabbia, delusione e scoramento, sono i sentimenti più diffusi fra le imprese emiliano romagnole dei settori più colpiti all’indomani dell’approvazione dell’ultimo DPCM in materia di provvedimenti anti COVID-19. È quanto emerge dalla riunione della Giunta regionale di Confesercenti Emilia-Romagna, a cui hanno partecipato i Presidenti di tutte le realtà provinciali della regione, convocatasi d’urgenza per questa mattina per esaminare i contenuti del decreto e definire le iniziative da intraprendere.
“Le cose più difficili da accettare – si legge in una nota rilasciata al termine dell’incontro – riguardano l’assoluta incoerenza del provvedimento, che non tiene conto degli investimenti fatti dalle imprese per mettere in sicurezza le attività e i consumatori ma, anzi, finisce col penalizzare proprio quei settori che in modo scrupoloso seguono i protocolli condivisi e approvati, mettendo a rischio la loro sopravvivenza e ponendo le basi per la creazione di un problema sociale di cui difficilmente si possono immaginare gli sviluppi. Si tratta di migliaia di imprese della regione, da ristoranti, bar e pubblici esercizi a chi lavora con le fiere, ai gestori di palestre, piscine, impianti sportivi, sale gioco e tante altre imprese di diversi settori che rischiano la chiusura definitiva facendo perdere migliaia di posti di lavoro”.
Per questo motivo, la Giunta di Confesercenti Emilia Romagna ha deciso una serie di iniziative che verranno realizzate nei prossimi giorni, compresa la presentazione alle Istituzioni locali e nazionali delle richieste in favore delle imprese nel corso di incontri già richiesti e programmati con la Regione Emilia-Romagna, le Prefetture e fino al Presidente del Consiglio Conte che ha già annunciato la sua disponibilità per incontrare a breve la Confesercenti.
“Tra gli operatori del turismo, le guide turistiche sono quelle che stanno soffrendo di più, proprio per la natura della loro professione che prevede la presenza di gruppi italiani e stranieri nonché una programmazione a lungo termine del lavoro che non consente una effettiva ripresa graduale, come sta invece avvenendo per altre categorie.” È l’incipit della lettera inviata all’Assessore al Turismo della Regione Emilia-Romagna, Andrea Corsini, da Maria Chiara Ronchi, Presidente di Federagit Emilia Romagna, la Federazione che raggruppa guide turistiche e accompagnatori turistici per chiedere un intervento economico a favore di questa categoria. “Purtroppo – prosegue la Ronchi - i mesi interessati dal lockdown, sono stati quelli più rilevanti per il flusso del turismo nelle città d’arte e nei siti naturalistici, ambiti in cui è richiesta maggiormente la nostra professione e le regole anti Covid ancora necessarie continuano a limitare il lavoro attuale e per i prossimi mesi. Abbiamo perso il turismo scolastico autunnale e non abbiamo sentore che esso possa riprendere in primavera.”
La mancanza di concrete prospettive di ripresa e l’esclusione della nostra categoria dai principali regimi di aiuto sin qui definiti, compreso il recente Decreto Legge nazionale che non sarà in grado di colmare la crisi economica dei tanti professionisti del settore che hanno visto azzerati i propri ricavi, hanno convinto Federagit ha chiedere un intervento straordinario all’Emilia-Romagna: ”diverse amministrazioni regionali e locali - afferma la Ronchi -hanno adottato provvedimenti con contributi a fondo perduto per sostenere l’attività in questo delicato momento e permettere di superare la situazione di crisi, augurandoci che nel 2021 si riesca ad avere un trend di recupero che ci avvicini gradualmente ai numeri del passato.” Per questo la lettera si chiude con un accorato appello: “Le guide turistiche, come Lei ben sa Assessore, sono quelle figure professionali necessarie al fine di far apprezzare il nostro patrimonio culturale e naturalistico ad un pubblico ampio, attraverso una conoscenza approfondita, rigorosa e una capacità divulgativa in grado di contribuire in maniera fondamentale alla promozione e all’immagine del territorio, facendo apprezzare non solo i tesori che custodiamo, ma anche gli usi e i costumi della nostra terra, favorendo un turismo di qualità capace di avvicinare i visitatori alla storia, alle tradizioni e alla cultura della regione. Non possiamo permetterci di assistere inermi allo scomparire di professionalità che sarebbe poi impossibile ricostruire in tempi brevi.
Per tutto questo, sono a chiederle, come Presidente di Federagit-Confesercenti E.R., di valutare l’opportunità di un intervento straordinario in favore della nostra categoria e le manifesto sin da ora la disponibilità a un confronto nel merito.”
L’Ufficio Stampa
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