Il direttore provinciale di Confesercenti Modena sulla manovra 2019

“La manovra prevede provvedimenti da noi auspicati, decisamente positivi, ma potenzialmente insufficienti al rilancio dell’economia e a fugare le incertezze che gravano sulle piccole e piccolissime imprese”. Questo il parere di Marvj Rosselli Direttore Provinciale di Confesercenti Modena, rispetto alla manovra finanziaria del governo. La legge di Bilancio, pur presentando misure positive per i settori di riferimento dell’Associazione imprenditoriale, non manca di lasciare spazio a incertezze, specie nell’attuale situazione di rallentamento economico.

 

“Apprezziamo il contenuto di alcune disposizioni della Legge di Bilancio 2019, che colgono esigenze delle MPMI, ripetutamente sollecitate dall’Associazione – prosegue Rosselli – In particolare l’estensione del regime forfetario, la deducibilità IMU degli immobili strumentali, il riporto delle perdite per i soggetti IRPEF, Confidi e procedure di riassegnazione dei Fondi di stabilità, credito d’imposta per formazione, credito imposta edicole, riproposizione dell’indennizzo di fine attività commerciale. Positiva inoltre l’esclusione dall’applicazione della Direttiva Servizi per il commercio su aree pubbliche, ma sarà necessario chiarire i dubbi e le incertezze del dopo Bolkestein, per evitare caos burocratici. Parimenti il giudizio è positivo sull’introduzione della cedolare secca per immobili ad uso commerciale, ma occorre sia subordinata al canone concordato, per far sì che i vantaggi dei proprietari siano accompagnati da un risparmio dei negozianti “.

 

Entrando nel dettaglio, il Direttore Provinciale di Confesercenti Modena fa notare che, “positiva ma carica in incertezze future, la sterilizzazione degli aumenti delle aliquote IVA per il 2019, che evita un mancato aggravio stimabile in 12,5 miliardi. Avrebbe colpito il reddito disponibile e quindi la propensione al consumo delle famiglie, con un pesante riflesso anche sui bilanci delle imprese. L’iniziale stesura del ddl di bilancio prevedeva positivamente una parziale sterilizzazione delle aliquote, sia per il 2020 sia dal 2021. Purtroppo il successivo iter legislativo si è concluso con la previsione di un pesante aumento impositivo (stimabile in 9,4 miliardi per l’anno prossimo e 13,2 miliardi a decorrere dal 2021). Sarà questo l’effetto della legge di bilancio varata che, già dal 2020, vede un aumento di 3 punti dell’aliquota Iva ridotta e di 3,2 punti dell’aliquota ordinaria, destinati a portarsi al 26,5% dal 2021. Nei fatti si tratterà dell’aumento IVA più pesante mai realizzato, con prospettive allarmanti per famiglie e MPMI, anche in considerazione degli sforzi necessari per disattivare la clausola.”.

 

“Inoltre – aggiunge Rosselli – sono stati istituiti due distinti Fondi presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con possibilità per gli stessi di utilizzare reciprocamente a compensazione eventuali risparmi realizzati. Il primo è il Fondo per il reddito di cittadinanza. Il secondo è il Fondo per la revisione del sistema pensionistico, attraverso l’introduzione di ulteriori forme di pensionamento anticipato e misure per incentivare l’assunzione di lavoratori giovani, per introdurre ulteriori modalità di pensionamento anticipato.”

 

 “In entrambi i casi, si tratta di misure esplicitamente orientate a rilanciare l’occupazione e il reddito disponibile delle famiglie, ma solo la loro concreta attuazione consentirà di verificare se e in quale misura avranno un impatto positivo sui consumi, quindi sull’attività delle MPMI. Occorre, infatti, ricordare che i precedenti REI e Social card, che li hanno anticipati nell’impostazione, non hanno avuto sulla dinamica di fondo dei consumi gli effetti desiderati”.

 

“A preoccupare inoltre è lo sblocco dei tributi locali, che potrebbe portare a rincari ingiustificati. Inoltre la proroga al 2019 delle modalità di misurazione della TARI da parte dei comun, sulla base di un criterio medio – ordinario (ovvero in base alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte) e non sull’effettiva quantità di rifiuti prodotti (nel rispetto del principio “chi inquina paga”) penalizzerà nelle tariffe le PMI più “virtuose”.

 

“Una manovra quindi che – riprende e conclude Rosselli – contiene misure certamente apprezzabili ma presenta aspetti da correggere e incertezze. Quest’ultime, unitamente all’attuale fase di rallentamento dell’economia, non consentono a imprenditori e consumatori di riprendere fiducia: il rischio è di vanificare gli sforzi compiuti in questi anni per il rilancio della crescita”.

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