Pmi modenesi di commercio servizi e ristorazione: nel 2012 ricavi peggiori della media nazionale

“In peggioramento”. Così risultano, rispetto ai dati nazionali quelli che escono dall’Osservatorio Economico di Confesercenti Modena. Se infatti l’ISTAT ha certificato nel 2012 un calo dei ricavi nelle imprese del commercio operanti su piccole superfici pari al -3,1% sul 2011, il centro studi di Confesercenti ha rilevato una flessione del -3,4%. “Nel confronto con la situazione nazionale - fa sapere l’Associazione imprenditoriale – emerge un dato, seppur di poco, peggiorativo per la nostra provincia, ad ulteriore conferma del fatto che i territorio modenese sta subendo la crisi con accenti ancora più drammatici, anche a causa delle conseguenze del sisma del maggio 2012 i cui effetti pesano fortemente anche sui consumi”.L’analisi condotta dall’Osservatorio dell’Associazione imprenditoriale modenese ha evidenziato, nel corso del 2012, un calo complessivo del volume d’affari in tutte le aree della provincia ed in tutti i settori presi in esame. Un risultato, la cui portata negativa è riscontrabile soltanto nei momenti più drammatici della crisi del 2009. Senza contare che gli indicatori economici fanno prevedere per l’anno in corso un ulteriore peggioramento.Andamento dei consumi per settoriIn una situazione generale decisamente negativa, l’unico settore che mostra un minimo di tenuta è l’ingrosso: +0.2%. Risultato, determinatosoprattutto dal fenomeno delle concentrazioni tra imprese, che portano ad un aumento delle dimensioni medie aziendali. Solamente questo tipo di operazioni ha permesso di mantenere i dati di fatturato sui livelli del 2011, per altro però, senza recuperare l’inflazione.

In netto peggioramento l’andamento negli altri settori, a partire Un da quello alimentare/vendita al minuto che nel 2012 ha registrato un -2,1% sul 2011. Il calo non è imputabile alla buona attrattività che i negozi specializzati continuano ad esercitare sui consumatori, bensì alla diminuita capacità di spesa delle famiglie a seguito della contrazione del loro reddito disponibile. Infatti non si abbassa più di tanto il numero degli scontrini bensì il loro valore medio.

Risulta invece in maggiore sofferenza il settore extra alimentare: -5,0% nel 2012 rispetto all’anno precedente. Particolarmente colpiti le vendite di arredi, di elettrodomestici e casalinghi. Pare non arrestarsi poi la flessione nei settori di abbigliamento e calzature. Nel 2012 si registra inoltre un calo relativo ai prodotti di elettronica di consumo che sino al 2011 sembravano immuni dalla crisi, unitamente alla vendita di giornali e riviste a seguito dell’incremento degli abbonamenti on line.

Altrettanto gravi sono poi i dati relativi al settore ristorazione e pubblici esercizi: -6,1% rispetto al 2011. La diminuzione è dovuta in particolare alla sempre più diffusa rinuncia a pranzare fuori casa nell’intervallo del lavoro. Per quanto riguarda poi le cene al ristorante non è in calo tanto il numero dei clienti quanto la loro disponibilità di spesa che induce a risparmiare sul numero delle portate.

Si conferma negativa poi la tendenza già in atto da diversi anni del settore dell’intermediazione. Il - 6,7% rilevato nel 2012 è segno della forte contrazione delle vendite che investe tutta la filiera economica.

Andamenti dei consumi per aree geografiche

Dall’analisi emerge che non vi sono grosse difformità tra i risultati delle imprese delle diverse aree geografiche della nostra provincia. Si collocano al di sotto della media provinciale l’area di Carpi con un – 4,4%, quella relativa alla città di Modena ed i suoi comuni limitrofi con un -4,1%, ed il Frignano che segna ugualmente un -4,1% . Leggermente meglio delle media provinciale i dati che provengono dai comuni di Vignola e Terre dei Castelli, dove la flessione si assesta al -3,0%, nonché dai comuni del Distretto ceramico le cui imprese segnano un -2,9%. Va rimarcato però che queste ultime negli scorsi anni hanno lasciato sul terreno una quota di ricavi molto più alta rispetto alla media provinciale. Di impossibile lettura l’andamento delle vendite nell’Area Nord della provincia perché fortemente differenziato tra le imprese in quanto legato ai tempi di riapertura dopo il terremoto nonché alla loro ubicazione (delocalizzazioni e strutture temporanee)

“Questi dati purtroppo testimoniano l’andamento fortemente negativo dei consumi nella nostra provincia, specchio evidente dell’ulteriore aggravamento di una crisi pesante e profonda - afferma Tamara Bertoni Direttore Generale di Confesercenti Modena - La recessione che crea ulteriore disoccupazione, unita alla perdita del potere d’acquisto delle famiglie che vedono i loro redditi sempre più falcidiati dall’aumento dell’imposizione fiscale, stanno generando un fenomeno di impoverimento che non ha riscontri da molti decenni. In questo contesto è altissimo il rischio di chiusura di numerose imprese anche nel settore dei servizi con ulteriore perdita di posti di lavoro, sia autonomo che subordinato. Il rischio di un avvitamento della situazione con l’ulteriore calo del PIL previsto per l’anno in corso rende indispensabile un doveroso atto di responsabilità da parte di tutti, innanzitutto delle forze politiche entrate nel Parlamento in seguito alle recenti elezioni. E’ necessario un forte segnale di discontinuità rispetto alla crisi rimettendo al centro l’economia reale, lo sviluppo delle forze produttive del nostro sistema economico. Per questo occorre al più presto un Governo che agisca rapidamente e con la massima determinazione per rilanciare investimenti, occupazione e consumi. Un’azione decisa che tagli i troppi sprechi della spesa pubblica e riduca in modo tangibile il carico fiscale su imprese e famiglie. Le imprese chiedono di non tergiversare ulteriormente verso un Paese che rischia di scivolare verso il declino”.

©Confesercenti Emilia Romagna
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